La S.n.c. è una delle forme più semplici per avviare un’attività insieme ad altre persone. In questo articolo ti spieghiamo come funziona, quali sono i suoi pro e contro e come è possibile gestirla al meglio.
Che cos’è una S.n.c.? Definizione e significato
La S.n.c., acronimo di Società in nome collettivo, è una società di persone a scopo commerciale, in cui i soci collaborano attivamente nella gestione dell’attività e condividono diritti, doveri e responsabilità. È una forma giuridica snella e diretta, che richiede una forte collaborazione tra le persone coinvolte e una gestione trasparente, basata sulla fiducia reciproca.
La S.n.c. è spesso scelta da chi vuole iniziare un’attività in modo semplice e senza troppi vincoli burocratici, mantenendo il pieno controllo sull’impresa. Tuttavia, proprio perché i soci rispondono personalmente delle obbligazioni sociali, è fondamentale che ci sia un’intesa chiara su ruoli, compiti e decisioni economiche.
Che tipo di società è la S.n.c.?
La società in nome collettivo è disciplinata dagli articoli 2291-2312 del Codice Civile e rientra tra le società di persone, ma con alcune peculiarità. Una delle principali è che tutti i soci sono coinvolti non solo nella gestione, ma anche nelle responsabilità patrimoniali: non esiste, infatti, distinzione tra il patrimonio della società e quello personale dei soci, almeno dal punto di vista dei creditori.
Come funziona una S.n.c.?
La gestione della società è generalmente affidata a tutti i soci, che possono amministrare in modo disgiunto, salvo diverse specifiche presenti all’interno dell’atto di costituzione.
Dal punto di vista contabile, la S.n.c. è tenuta alla contabilità ordinaria, come previsto per le società commerciali. Tuttavia, se rientra in determinati limiti previsti dalla normativa fiscale (in termini di ricavi e di settore), può optare per il regime di contabilità semplificata, che comporta degli adempimenti meno onerosi.
Per il 2025, i limiti previsti per l’accesso alla contabilità semplificata sono pari a 500.000 euro di ricavi per le attività di servizi e 800.000 euro per le altre attività.
Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di una S.n.c.?
Come per ogni forma giuridica, anche la S.n.c. presenta i suoi pro e i suoi contro. Valutare attentamente entrambi gli aspetti è fondamentale per capire se questa struttura societaria possa essere adatta alle esigenze della tua attività, soprattutto se stai pensando di intraprendere un progetto insieme ad altri soci.
I vantaggi
- La gestione semplificata. Non sono previsti organi amministrativi complessi, né particolari adempimenti strutturali.
- A differenza delle società di capitali, non è richiesto un capitale minimo obbligatorio. Questo rende la S.n.c. accessibile anche a chi dispone di risorse limitate e desidera avviare un’attività in modo graduale, investendo in base alle proprie possibilità.
- Dal punto di vista dei rapporti con l’esterno, la S.n.c. può risultare più credibile agli occhi dei creditori. Il motivo è semplice: nella S.n.c. i soci rispondono personalmente per le obbligazioni sociali, quindi non possono limitare la loro responsabilità al solo capitale conferito. Questa maggiore esposizione viene spesso percepita come una garanzia di affidabilità.
- La S.n.c. è a tutti gli effetti una società commerciale. A differenza della società semplice, può essere utilizzata per qualunque tipo di attività d’impresa, senza limitazioni legate alla natura dell’attività svolta.
Gli svantaggi
- Responsabilità illimitata dei soci. In questa forma societaria, infatti, ogni socio risponde personalmente con il proprio patrimonio per le obbligazioni assunte dalla società. Inoltre, la responsabilità è solidale, il che significa che un creditore può agire nei confronti di un singolo socio per l’intero debito, indipendentemente dalla quota di partecipazione.
Questo meccanismo implica un rischio elevato, soprattutto in caso di fallimento: la procedura concorsuale, infatti, coinvolge non solo la società, ma anche i singoli soci, con possibili conseguenze legali ed economiche a carico delle persone fisiche.
- Obblighi contabili. Sebbene la S.n.c. sia una struttura semplice, è comunque soggetta alla tenuta dei libri contabili. La gestione amministrativa richiede, quindi, precisione e continuità, motivo per cui spesso è necessario il supporto di un professionista, con relativi costi da sostenere.
- La S.n.c. non è adatta a chi desidera un ruolo puramente finanziario. Tutti i soci partecipano attivamente alla gestione dell’impresa e condividono le responsabilità operative. Chi è interessato solo a investire capitali, senza entrare nel merito delle decisioni aziendali, potrebbe orientarsi verso altre forme societarie come la S.r.l., la Società in accomandita semplice, la S.p.A. o la S.a.p.a., dove è prevista la figura del socio “non amministratore”.
Come aprire una S.n.c.?
Il primo passo per l’apertura di una S.n.c. è la redazione dell’atto costitutivo, che deve essere redatto in forma di atto pubblico o di scrittura privata con firme autenticate da un notaio. Non è ammessa la semplice scrittura privata, in quanto non idonea all’iscrizione nel Registro delle Imprese.
L’atto costitutivo deve contenere tutte le informazioni essenziali:
- generalità dei soci,
- sede legale ed eventuali sedi secondarie,
- oggetto sociale,
- durata della società,
- quota di partecipazione agli utili e alle perdite,
- modalità di amministrazione e rappresentanza,
- conferimenti di ciascun socio
- ragione sociale.
Quest’ultima deve obbligatoriamente includere il nome di almeno uno dei soci, accompagnato dalla dicitura “società in nome collettivo” o dalla sigla “S.n.c.”, così da rendere evidente a terzi la natura giuridica e le responsabilità della società.
Una volta firmato l’atto, è necessario procedere con l’iscrizione al Registro delle Imprese entro 30 giorni. Questo adempimento è fondamentale per conferire alla società lo status di S.n.c. “regolare”. In caso contrario, la società viene comunque considerata esistente, ma come S.n.c. irregolare: internamente continua ad applicarsi la disciplina della S.n.c., ma nei rapporti con i terzi si applicano le norme meno favorevoli della società semplice.
Per completare l’iter, è infine necessario richiedere il codice fiscale e la Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate. Solo dopo questo passaggio la società potrà operare in modo regolare a tutti gli effetti.
Quanto costa aprire una S.n.c.?
Le spese da considerare per l’avvio di una S.n.c. riguardano principalmente alcuni adempimenti amministrativi e professionali necessari per la costituzione e l’avvio della società. In particolare:
- spese notarili in media tra 600 € e 1.200 €, dovute anche nel caso di scrittura privata autenticata, in quanto l’autenticazione delle firme da parte di un notaio è obbligatoria per la validità dell’atto costitutivo
- diritto di iscrizione al Registro delle Imprese, da versare alla Camera di Commercio della propria Provincia di riferimento e pari a circa 200-300 €
- tassa di registro: 200 €
- imposta di bollo pari a 156 €
- compensi per il commercialista, che generalmente oscillano tra 300 € e 700 €
In totale, quindi, il costo per aprire una S.n.c. può variare tra circa 1.500 € e 2.600 €, a seconda delle tariffe applicate dai professionisti e di eventuali servizi aggiuntivi richiesti.
Amministrazione e scioglimento di una S.n.c.
Uno degli aspetti caratterizzanti della S.n.c. è l’elevato grado di autonomia gestionale riconosciuto ai soci. Non sono previsti organi collegiali come un consiglio di amministrazione o un’assemblea formalizzata: tutti i soci possono, salvo diverso accordo, amministrare la società in modo autonomo e disgiunto, senza necessità di approvazione preventiva da parte degli altri. Questo approccio rende la gestione particolarmente adatta a strutture snelle o a realtà in cui i soci operano in stretta collaborazione, come nel caso di imprese a carattere familiare.
È comunque possibile definire una diversa ripartizione dei ruoli tramite l’atto costitutivo o per mezzo di accordi successivi. Ad esempio, i soci possono stabilire che solo alcuni di loro assumano il ruolo di amministratori o che determinate decisioni richiedano necessariamente l’approvazione congiunta. Questo consente di strutturare la governance in modo flessibile, adattandola alle specifiche esigenze dell’attività.
È importante ricordare anche il divieto di concorrenza: i soci non possono esercitare attività che siano in diretta concorrenza con quella della S.n.c., salvo autorizzazione degli altri soci. In caso di violazione, sono previste delle sanzioni come il risarcimento del danno o l’esclusione dalla società.
Anche nella fase di scioglimento della società, la S.n.c. consente una certa autonomia operativa. Se esistono debiti, i soci devono nominare uno o più liquidatori, incaricati di gestire la chiusura dei rapporti pendenti, saldare le obbligazioni e procedere con la cancellazione della società dal Registro delle Imprese.
Nel caso in cui non vi siano debiti da estinguere e i soci siano concordi nel cessare l’attività, è possibile chiudere la S.n.c. senza ricorrere al notaio. In questa situazione, i soci possono suddividere l’eventuale patrimonio residuo e completare la procedura tramite una dichiarazione sostitutiva di atto notorio da presentare al Registro delle Imprese.
Quali sono i rischi di una S.n.c.?
Oltre ai vantaggi, è importante considerare anche alcuni rischi tipici di questa forma societaria, che possono incidere sulla gestione e sulla continuità dell’impresa:
- Difficoltà ad attrarre investitori esterni. Chi entra in una S.n.c. diventa automaticamente socio con diritti e responsabilità, il che scoraggia chi vuole solo investire capitale.
- Trasferibilità limitata delle quote. In assenza di clausole specifiche, la cessione richiede il consenso unanime di tutti i soci.
- Rischio di scioglimento per eventi personali. Decesso, recesso o esclusione di un socio possono portare alla chiusura della società senza regole di subentro.
- Responsabilità per atti di altri soci. Ogni socio amministratore può agire per conto della società senza consultare gli altri, creando potenzialmente delle obbligazioni indesiderate.
- Assenza di organi di controllo. La mancanza di strumenti interni per gestire i conflitti può bloccare l’attività o generare contenziosi.
Leggi gli altri articoli:
- Codice tributo 9001 e 9002: cosa sono e come si paga con il modello F24
- Codice tributo 3918 IMU: cos'è e come compilare il modello F24
- Codice tributo 4034: cos’è e a cosa si riferisce?
- Codice tributo 1841, uno dei codici della cedolare secca: come compilare il modello F24
- Codice tributo 3944: cos'è e come si paga la TARI
Ultimi articoli
Codice tributo 1840: a cosa serve e come compilare il Modello F24
Codice tributo 3944: cos’è e come si paga la TARI
DURC: cos’è e come ottenerlo – obblighi, durata e uso pratico
Differenza tra fattura e ricevuta: ecco come capire quando si usano
Codice tributo 8906: il codice “tuttofare” è ormai soppresso
Attestazione SOA: guida completa alla certificazione per appalti
Rimborsi spese forfettari: come funzionano e quando si applicano