Le tasse sulle auto aziendali regolano la fiscalità delle vetture d’impresa, determinando gli obblighi per l’azienda e i benefici per il dipendente, per il quale l’auto è uno dei fringe benefits. Ecco le novità 2025 e come funziona la detrazione IVA.

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Com’è strutturata la tassazione dell’auto aziendale?

La tassazione delle auto aziendali in Italia opera su due fronti distinti, quello dell’impresa e quello del dipendente. Per l’azienda la normativa fiscale distingue tra deducibilità dei costi e detraibilità dell’IVA, mentre per il lavoratore che utilizza il veicolo aziendale anche per scopi personali si configura un vantaggio economico tassabile chiamato fringe benefit.

Il sistema di tassazione considera diversi elementi:

  • tipo di alimentazione del veicolo
  • data di immatricolazione
  • utilizzo esclusivamente aziendale o promiscuo
  • tabelle ACI che indicano il costo chilometrico convenzionale di ogni modello

Dal punto di vista aziendale, i costi relativi ad acquisto, noleggio o leasing del veicolo sono deducibili in percentuali variabili, mentre l’IVA assolta sull’acquisto e sulle spese di gestione segue regole specifiche di detraibilità.

Quando un veicolo viene assegnato in auto aziendale a uso promiscuo al dipendente, quest’ultimo beneficia della disponibilità del mezzo anche al di fuori dell’orario di lavoro. Questo utilizzo privato costituisce un reddito in natura che deve essere quantificato e assoggettato a tassazione IRPEFcontributi previdenziali. Il valore viene calcolato applicando percentuali specifiche alle tariffe ACI, percentuali che variano in base al tipo di alimentazione del veicolo.

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Come influisce il grado di utilizzo aziendale sulla tassazione dell’auto aziendale?

Il grado di utilizzo del veicolo è determinante per stabilire il regime fiscale applicabile. La normativa italiana distingue delle categorie di utilizzo che illustriamo nella seguente tabella, con conseguenze fiscali differenti sia per l’impresa che per il dipendente. 

Tipo di utilizzoDeducibilità dei costiDetraibilità IVATassazione dipendente
Uso 100% strumentale (taxi, autoscuole, noleggio con conducente)100%100%Nessuna tassazione fringe benefit
Uso promiscuo generico/occasionale20% con limite di 18.075,99 €40%Tassazione su valore convenzionale ACI
Uso promiscuo prevalente (auto assegnata al dipendente per la maggior parte del periodo d’imposta)70% (senza limite di plafond)40%Tassazione su valore convenzionale ACI
Agenti e rappresentanti di commercio iscritti all’apposito ruolo80% con limite di 25.822,84 € 100%Tassazione su valore convenzionale ACI
Uso aziendale documentato al 100%20% con limite di 18.075,99 €40%Nessuna tassazione se uso documentato

Per i rappresentanti e gli agenti di commercio la normativa italiana riconosce la natura essenziale del veicolo per lo svolgimento dell’attività professionale. Tale categoria beneficia quindi di un limite di deducibilità più elevato, potendo dedurre l’80% dei costi sostenuti, calcolato su un valore massimo riconosciuto del veicolo di 25.822,84 € (quindi con una deduzione massima di 20.658,27 €).

Come funziona la detrazione IVA per le auto aziendali? 

L’articolo 19-bis.1 del Decreto del Presidente della Repubblica numero 633 del 26 ottobre 1972 stabilisce che l’IVA sia 100% detraibile se il veicolo è esclusivamente strumentale. Si pensi, per esempio, a taxi, autoscuola e noleggio con conducente.

Per i veicoli non strumentali utilizzati in modo promiscuo, l’IVA è detraibile nella misura forfettaria del 40% sia sull’acquisto del veicolo che sulle spese di gestione, come carburante, assicurazione, manutenzioni ed eventuali riparazioni. La percentuale del 40% si applica indipendentemente dall’effettivo uso del mezzo e anche ad altri costi collegati al veicolo.

Nel caso di noleggio a lungo termine, per esempio, il canone è detraibile al 40%, mentre i servizi accessori inclusi nel contratto, come manutenzione e assicurazione, mantengono la stessa percentuale di detraibilità. 

Per il rimborso chilometrico 2025, quando l’azienda rimborsa il dipendente per l’uso del proprio veicolo privato per trasferte aziendali, non si pone il problema della detrazione IVA, in quanto il rimborso avviene sulla base delle tariffe ACI senza addebito di imposta.

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Cos’è cambiato nella tassazione delle auto aziendali nel 2025?

La legge numero 207 del 30 dicembre 2024, comunemente detta Legge di Bilancio 2025, ha introdotto significative modifiche nel regime di tassazione dei fringe benefits con l’obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile e la transizione verso veicoli a minor impatto ambientale. 

Il cambiamento principale riguarda il criterio di calcolo del valore del fringe benefit per le auto e il nuovo sistema prevede percentuali crescenti in base all’impatto ambientale.

Un elemento da considerare nella manovra 2025 per le auto aziendali è il regime transitorio. Con la circolare n. 10/E del 3 luglio 2025, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che continuano ad applicarsi le vecchie regole alle auto immatricolate e assegnate ai dipendenti tra il 1° luglio 2020 e il 31 dicembre 2024. Lo stesso regime si estende anche ai veicoli ordinati entro il 31 dicembre 2024 e successivamente immatricolati, assegnati e consegnati al dipendente tra il 1° gennaio e il 30 giugno 2025.

Cosa sono i fringe benefit sulle auto aziendali?

Con il termine fringe benefit si indica un compenso in natura che l’azienda riconosce al dipendente in aggiunta alla retribuzione monetaria. Nel caso delle auto aziendali il fringe benefit si configura quando il lavoratore ha la disponibilità della vettura anche al di fuori dell’orario di lavoro e per scopi personali.

Questo beneficio rappresenta un valore economico per il dipendente, in quanto gli consente di utilizzare l’auto per esigenze private senza farsi carico dei costi di proprietà, manutenzione e gestione. Dal punto di vista fiscale, tale vantaggio costituisce reddito di lavoro dipendente e deve essere assoggettato a tassazione IRPEF e a contribuzione previdenziale.

Il valore del fringe benefit per le auto viene determinato in modo forfettario, utilizzando le tabelle ACI che indicano il costo chilometrico di ciascun modello. Dal 2025 a tale valore si applica una percentuale variabile in base al tipo di alimentazione e si considera una percorrenza convenzionale annua di 15.000 chilometri. Ne risulta un importo che si aggiunge al reddito imponibile del lavoratore e, pertanto, tassato secondo le aliquote IRPEF progressive.

È prevista una franchigia di 258,23 € elevata a 1.000 € (a 2.000 € per i dipendenti con figli fiscalmente a carico) per gli anni 2025-2027, sotto la quale il fringe benefit non concorre alla formazione del reddito.

Come vengono tassati i car fringe benefits dal 2025?

Con la Legge di Bilancio 2025 sono state apportate significative modifiche alle regole di determinazione dei fringe benefit. Dal 1° gennaio 2025 per i veicoli immatricolati e assegnati ai dipendenti a partire da tale data non si considera più il livello di emissioni di CO2 ma il tipo di alimentazione del veicolo. 

Per le auto elettriche con emissioni 0-20 g/km di CO2 si applica il 10% del costo chilometrico ACI. Per i veicoli ibridi plug-in con emissioni 21-60 g/km la percentuale sale al 20%. Per gli altri veicoli con alimentazione tradizionale le tasse sulle auto aziendali nel 2025 raggiungono il 50% del valore convenzionale.

Rispetto al sistema precedente, basato sulle emissioni di CO2 e articolato in quattro fasce (25% per 0-60 g/km, 30% per 61-160 g/km, 50% per 161-190 g/km e 60% oltre 190 g/km), il nuovo regime è passato al 50% per tutti i veicoli endotermici indistintamente.

Stante che la fascia più comune di auto è nella fascia 61-160 g/km, si è passati, dunque, nella maggioranza dei casi, da una tassa sull’auto aziendale del 30% a una del 50%. Per un’auto con un costo chilometrico ACI di 0,50 € e percorrenza convenzionale di 15.000 km annui, il fringe benefit tassabile è passato da 2.250 € (il 30% di 7.500 €) a 3.750 € (il 50% di 7.500 €). L’incremento di 1.500 € di imponibile annuo si traduce in una maggiore tassazione IRPEF per il dipendente. 

La riforma mira a favorire la scelta di auto elettriche o ibride plug-in, scoraggiando l’utilizzo di veicoli tradizionali. Tuttavia, il regime transitorio previsto tutela i contratti esistenti e quelli sottoscritti entro il 30 giugno 2025, permettendo una graduale transizione verso il nuovo sistema. Le aziende devono quindi pianificare attentamente il rinnovo delle proprie flotte aziendali, valutando l’impatto fiscale delle diverse opzioni disponibili sia per l’impresa che per i dipendenti assegnatari dei veicoli.

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