I contributi previdenziali sono versamenti obbligatori che garantiscono pensione e copertura assistenziale. Vediamo come funzionano e cosa cambia per professionisti, dipendenti e imprese.

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Cosa sono i contributi previdenziali e come funzionano in Italia

I contributi previdenziali sono importi obbligatori che ogni lavoratore versa per finanziare il sistema pensionistico e tutelarsi da eventi come malattia, invalidità o maternità. In Italia, il principale ente incaricato della gestione di questi fondi è l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale).

L’ammontare dipende dalla categoria professionale, dal reddito e dalla gestione previdenziale (ordinaria, Gestione Separata INPS, casse professionali, ecc.).

I contributi assistenziali e previdenziali, sebbene spesso citati insieme, coprono finalità diverse:

  1. previdenziali servono a costruire il diritto alla pensione e ad altre prestazioni previdenziali,
  2. gli assistenziali finanziano prestazioni non legate direttamente al lavoro (come la disoccupazione o l’assegno sociale).

Il loro versamento è obbligatorio, sia che tu sia un dipendente, un imprenditore, un professionista iscritto alla gestione separata o con una propria cassa autonoma. L’importo versato influisce in modo diretto sul futuro trattamento pensionistico e, nel presente, sono interamente deducibili dal reddito imponibile, riducendo così le imposte da pagare.

Tipologie di contributi previdenziali: obbligatori, figurativi e volontari

Le categorie di contributi previdenziali principali sono tre. Vediamole nel dettaglio. 

Contributi obbligatori

Sono quelli dovuti per legge e variano in base alla tua posizione lavorativa:

  • Lavoratori dipendenti: i contributi vengono trattenuti direttamente in busta paga dal datore di lavoro, che si occupa anche del versamento.
  • Autonomi e imprenditori individuali: versano i contributi in proprio, sulla base del reddito d’impresa dichiarato.
  • Freelance/Professionisti: iscritti alla Gestione Separata INPS, versano in base al compenso percepito tramite Modello F24.

In tutti i casi, il contributo previdenziale è calcolato applicando un’aliquota percentuale alla base imponibile.

Contributi figurativi

Sono accreditati dall’INPS anche in assenza di versamenti effettivi. Servono a coprire periodi in cui non si lavora (malattia, maternità, disoccupazione…) ma che vengono comunque considerati utili per la pensione.

Per esempio, se hai percepito la NASPI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego; l’indennità di disoccupazione) o sei stato in cassa integrazione, potresti aver ricevuto contributi figurativi.

Contributi volontari

Sono versamenti che puoi decidere di fare autonomamente per coprire buchi contributivi o aumentare la tua futura pensione. Devi però ottenere l’autorizzazione da parte dell’INPS e aver versato almeno 5 anni di contributi obbligatori. Questa opzione è molto utile per chi ha interrotto temporaneamente l’attività, ad esempio per motivi familiari o di studio, ma vuole mantenere in continuità la propria posizione contributiva.

Contributi previdenziali per regime forfettario e autonomi

Se sei un freelance, un professionista o hai una piccola impresa, i tuoi contributi previdenziali INPS dipendono dalla gestione previdenziale di appartenenza (determinata dal tipo di attività svolta) e dal regime fiscale scelto.

Artigiani e commercianti

Sono iscritti alla gestione INPS dedicata e pagano due tipi di contributi:

  • Fissi: 4.460,64 € l’anno per artigiani e 4.549,70 € per commercianti (valori aggiornati al minimale 2025), comprensivi delle quote IVS (Invalidità, Vecchiaia e Superstiti) e maternità. Questi importi sono dovuti anche in assenza di reddito.
  • Variabili: calcolati in percentuale sul reddito che supera i 18.555 € annui, soglia minima valida per il 2025, con aliquote del 24% per artigiani e 24,48% per commercianti fino a 55.448 €. Oltre questa cifra si ha una maggiorazione dell’1% delle aliquote, fino al massimale di 92.413 € se si è iniziato a versare prima del 1996 e di 120.607 € se si è iniziato dopo. Oltre, non si versa altro.

Questi contributi si versano tramite F24 con i codici tributo 1038, 1040 (contributi fissi), 3001 (saldo), 4001 (acconto).

Freelance e professionisti senza cassa

Se non appartieni a un ordine professionale con cassa dedicata (come avvocati o architetti), sei iscritto alla Gestione Separata INPS.

Nel 2025, l’aliquota è pari al 26,07% (25% IVS + 0,72% di aliquota aggiuntiva per maternità, malattia, assegni familiari… + 0,35% per ISCRO; Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa). Se hai un committente, quest’ultimo versa il 2/3 dell’onere contributivo.

Attenzione: se svolgi contemporaneamente attività da dipendente e da freelance con partita IVA, versi i contributi INPS alla Gestione Separata solo sulla quota eccedente non già coperta, e con un’aliquota ridotta (24% nel 2025).

Come funzionano i contributi previdenziali nel regime forfettario

Se operi in regime forfettario, continui a versare i contributi previdenziali INPS come qualsiasi altro lavoratore autonomo: tramite F24, secondo la tua gestione di appartenenza.

Artigiani e commercianti possono chiedere una riduzione del 35% sui contributi fissi e variabili. Inoltre, per i nuovi iscritti nel 2025, è prevista una riduzione del 50% dei contributi previdenziali INPS per i primi tre anni di attività, in presenza di determinati requisiti e previa domanda (Legge di Bilancio 2025).

I freelance iscritti alla gestione separata versano contributi proporzionali al reddito (senza contributi fissi), e i contributi previdenziali versati sono interamente deducibili dal reddito imponibile forfettario.

Questo significa che, nel regime forfettario, i contributi previdenziali riducono il reddito forfettario su cui si calcola l’imposta sostitutiva del 15% (o 5% per le nuove attività), rappresentando un’importante leva di ottimizzazione fiscale.

Tuttavia, nel regime forfettario la deduzione non avviene tramite il Quadro RP del modello 730, ma è applicata direttamente nel calcolo del reddito forfettario in sede di dichiarazione dei redditi (modello Redditi PF).

Calcolo e pagamento dei contributi previdenziali INPS

Il contributo si basa sempre su un’aliquota percentuale applicata a una base imponibile, che varia in base al tipo di attività e alla gestione previdenziale.

Per gli artigiani e commercianti, l’INPS stabilisce ogni anno un reddito minimale su cui applicare le aliquote, anche in assenza di guadagni effettivi. Nel 2025, i valori aggiornati sono:

  • Reddito minimale: 18.555,00 €
  • Aliquote: 24% per artigiani, 24,48% per commercianti
  • Contributo fisso annuale INPS: 4.460,64 € per artigiani, 4.549,70 € per commercianti, comprensivi di IVS e maternità.

Se il tuo reddito supera il minimale, paghi un contributo aggiuntivo sulla parte eccedente. Per esempio, se un artigiano dichiara 25.000 €, verserà circa 4.460,64 € (contributo fisso) + il 24% di 6.445 € (reddito eccedente), pari a 1.546,80 € con un totale di 6.007,44 €.

I contributi previdenziali INPS per chi è iscritto alla gestione separata (come freelance e collaboratori occasionali) sono calcolati direttamente sul compenso lordo, senza un minimo fisso. L’aliquota 2025 è del 26,07%, comprensiva delle coperture per maternità, malattia e assegni familiari.

Le scadenze per il versamento dei contributi fissi INPS per artigiani e commercianti nel 2025 sono: 16 maggio, 20 agosto, 17 novembre (il 16 cade di domenica) 2025 e 16 febbraio 2026. Gli autonomi in contabilità ordinaria o semplificata versano i contributi variabili in base alle scadenze fiscali previste per il saldo e gli acconti delle imposte sui redditi.

Bisogna sapere che verificare i versamenti oggi è semplice grazie all’Estratto Conto INPS. Basta accedere con SPID, CNS o CIE al proprio profilo su inps.it, sezione “Fascicolo previdenziale del cittadino”. Da lì puoi visualizzare gli accrediti, eventuali lacune e simulare la futura pensione.

Contributi previdenziali non versati: rischi, sanzioni e prescrizione

Ignorare il pagamento dei contributi comporta conseguenze importanti, sia economiche che legali. Se non versi un contributo previdenziale dovuto, l’INPS può avviare una procedura di recupero coattivo, con sanzioni e interessi.

Le sanzioni per omesso o ritardato versamento dei contributi nel 2025 sono:

  • Omesso versamento: sanzione civile pari al 7,90% annuo (TUR, tasso ufficiale di riferimento della BCE (Banca Centrale Europea) del 2,40% in vigore dal 23 aprile 2025 + 5,5 punti), con un massimo del 40% dell’importo dovuto.
  • Evasione contributiva: sanzione civile del 30% annuo, con un massimo del 60% dell’importo dovuto.
  • Ravvedimento operoso: se il pagamento avviene spontaneamente entro 120 giorni dalla scadenza, la sanzione è calcolata al solo tasso BCE (2,40% al momento della scrittura di questo articolo).

Inoltre, l’omesso versamento può generare irregolarità nella posizione contributiva, impedendo l’accesso a bonus, sussidi o agevolazioni fiscali. Un errore banale può pregiudicare anni di contributi assistenziali e previdenziali versati correttamente.

Ma c’è una via di uscita. L’INPS consente di regolarizzare i contributi omessi con il ravvedimento operoso, se il pagamento avviene spontaneamente prima dell’intervento dell’Agenzia delle Entrate.

La prescrizione dei contributi previdenziali è generalmente fissata a 5 anni. Dopo questo periodo, l’INPS non può più pretendere il pagamento, ma neanche il lavoratore può accreditare i periodi scoperti.

Se ti accorgi di avere buchi contributivi, agisci subito. È possibile riscattare, fino al 31 dicembre 2025, periodi non coperti da contribuzione (fino a un massimo di 5 anni) attraverso la cosiddetta “pace contributiva”, presentando apposita domanda all’INPS.

Contributi previdenziali 2025: novità fiscali e previdenza integrativa

Ogni anno, il governo introduce novità che riguardano i contributi previdenziali. Nel 2025, alcune misure sono state confermate o introdotte ex novo per incentivare la regolarità contributiva.

Ecco le principali novità:

  • Confermata l’aliquota agevolata al 5% per i forfettari nei primi 5 anni d’attività, applicabile solo all’IRPEF. 
  • Artigiani e commercianti possono beneficiare di una riduzione del 35% dei contributi, previa richiesta.
  • I neo-iscritti commercianti e artigiani nel 2025 possono usufruire di una riduzione del 50% dei contributi per i primi tre anni di attività.
  • Estensione del servizio “INPS Risponde”, utile per verificare gli F24 caricati, eventuali doppioni o errori nei codici tributo.
  • Digitalizzazione rafforzata della sezione “Estratto Conto Previdenziale” per evidenziare i contributi utili al calcolo pensione.

Nel 2025 si parla anche molto di previdenza integrativa. Se sei un professionista o imprenditore, valutare un fondo pensione privato può avere senso per integrare la pensione pubblica, che in futuro potrebbe non essere sufficiente e per dedurre i contributi previdenziali (fino a 5.164,57 € l’anno).

Accostare un fondo pensione ai contributi previdenziali nel regime forfettario, ad esempio, è una strategia interessante, specie per chi ha una gestione separata e non ha tutele accessorie.

Domande frequenti (FAQ)

Quali sono i contributi previdenziali deducibili?

Quelli versati obbligatoriamente a INPS o a casse professionali sono interamente deducibili dal reddito complessivo, riducendo così le imposte da pagare.

Dove inserire nel 730 i contributi previdenziali?

Nel Quadro RP, sezione I, codice 21. Qui si indicano anche i contributi versati volontariamente o per colf e badanti.

Come calcolare i contributi previdenziali in busta paga?

Il calcolo è automatico. Il datore applica l’aliquota previdenziale e versa la quota a tuo nome. Nella busta paga trovi la trattenuta indicata come “contributi INPS”.

Chi versa i contributi previdenziali?

Dipende dalla tua posizione. Se sei dipendente, li versa il datore. Se sei autonomo, li versi tu con F24. Se hai un committente, lo fa in parte lui.

Come leggere l’estratto conto previdenziale contributi utili?

Accedi su inps.it, sezione “Fascicolo previdenziale”. I contributi utili sono quelli accreditati in modo valido ai fini della pensione (non tutti lo sono!).

Come dedurre i contributi previdenziali da 730?

Basta inserirli nel Quadro RP, come spese deducibili. È utile conservare le ricevute di pagamento F24 e indicare l’importo corretto senza errori. Per i lavoratori dipendenti, la deduzione è già effettuata dal datore di lavoro.

Come fare una fattura con il contributo previdenziale scorporato?

Se sei in gestione separata e sei collaboratore coordinato e continuativo, indichi il contributo previdenziale del 26,07% separatamente in fattura, specificando che è a carico del committente.

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