Cos'è l'IRES, l'imposta sul reddito delle società, chi, come e quando deve pagare questa imposta in Italia, qual è l'aliquota e come si calcola l'IRES?

Contenuti

L’IRES – acronimo di Imposta sul Reddito delle Società – è un’imposta diretta dovuta solo da una parte delle società e degli enti operanti in Italia. 

Nel 2024 potrebbero essere previste modifiche all'aliquota IRES, e questo articolo ti fornirà tutte le informazioni utili su questa imposta, dalle sue caratteristiche alla modalità di pagamento. 

Definizione e significato di IRES – Cos’è l’Imposta sul Reddito delle Società?

Il significato di IRES è Imposta sul Reddito delle Società

Si tratta di un’imposta sul reddito non progressiva – infatti, tutti i soggetti passivi pagano la stessa aliquota IRES, indipendentemente dal reddito prodotto, calcolando l’aliquota sulla base imponibile. 

L’Imposta sul Reddito delle Società è regolata principalmente dagli articoli 83 co. 181 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Mentre il primo stabilisce quali siano le modalità per stabilire l’imponibile a seconda dell'attività – argomento che tratteremo in dettaglio nel corso di questo articolo, l’articolo 81 precisa che il reddito prodotto dalle società e dagli enti per i quali è prevista l’IRES, venga sempre e comunque considerato reddito d’impresa. 

Comprendere IRES aliquota

L’IRES ha sostituito, nel 2004, l’imposta sul reddito delle persone giuridiche. Le persone fisiche sono tenuti al pagamento dell'IRPEF. Nel corso degli anni, le aliquote IRES hanno subito numerose variazioni, ma dal 2017 – come vedremo - l'aliquota dovuta dai soggetti passivi IRES è rimasta invariata e corrisponde al 24% della base imponibile. 

Si prevede che nel 2024 verrà introdotto il "mini-IRES". Questo comporterebbe una riduzione dell'aliquota fiscale dal 24% al 15% per le aziende che effettuano assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, è probabile che verranno introdotte agevolazioni fiscali per le aziende che assumono giovani, donne e così via.

Tuttavia, è importante sottolineare che tali modifiche non sono ancora entrate in vigore. Attualmente, si trovano in fase di discussione. Finché la nuova legge non entra in vigore, i soggetti tenuti al pagamento dell'IRES possono continuare a fare riferimento alle direttive in vigore nel periodo fiscale precedente.

Questo alleggerisce senza dubbio le preoccupazioni contabili di soci e imprenditori, poiché l’IRES è già di per sé un’imposta che richiede un calcolo complesso: come sempre, la contabilità è l’unico strumento utile per stabilire con certezza quali siano le imposte dovute. 

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Chi paga l'IRES?

L’imposta sul reddito delle società viene pagata da più categorie: 

  • Le società di capitali – dunque Sapa (società in accomandita per azioni), Spa (società per azioni), Srl (società a responsabilità limitata), ed Srls;
  • Le società e gli enti non residenti in Italia, ma per il reddito d’impresa prodotto nel paese – nel caso in cui non siano residenti, anche le società di persone sono tenute al versamento dell’IRES;
  • Gli enti non commerciali e commerciali, che siano pubblici o privati;
  • Le società europee;
  • Le cooperative;
  • I trust. 

In determinate circostanze, diverse categorie di enti devono pagare l'IRES in Italia:

  • Strutture di rappresentanza permanente;
  • Consorzi e associazioni;
  • Fondazioni e istituzioni;
  • Organizzazioni con uno status speciale;
  • Determinati tipi di partnership.

Importante: Se una società è registrata con sede legale in Italia, è obbligata a pagare l'IRES su tutti i suoi redditi. Le società con sede legale al di fuori dell'Italia pagano l'IRES solo sui redditi ottenuti in Italia.

Restano dunque esclusi dal pagamento di questa imposta un gran numero di soggetti, come gli enti statali, le associazioni di volontariato, le associazioni che si occupano di progetti di interesse comune e storico, gli organi statali. Naturalmente, anche i privati residenti in Italia non sono tenuti al pagamento dell'IRES.

Come si calcola l’IRES

Il calcolo della base imponibile IRES varia a seconda delle caratteristiche delle attività ,e sarà pertanto diverso per gli enti commerciali, per quelli non commerciali e per i soggetti passivi IRES non residenti in Italia. 

Secondo quanto riportato dall’Agenzia delle Entrate, ecco come si ottiene la base imponibile a seconda della natura dell’attività:

  • Per le società e gli enti commerciali tenuti al versamento dell’IRES: si parte dalla determinazione dei ricavi, o di eventuali perdite subite dall’attività e registrate in bilancio. Si procede poi con il calcolo di eventuali variazioni – nel caso di eventuali deduzioni o detrazioni previste, ad esempio, queste si dovranno escludere dall’imponibile. 
  • Calcolo dell’imponibile per gli enti non commerciali in base al reddito complessivo: in questo caso, per stabilire l'entità dell’imponibile bisognerà sommare tutte le diverse categorie di reddito dell'ente – dunque redditi d’impresa, fondiari, di capitale – e poi sottrarre eventuali detrazioni, deduzioni ed esenzioni. 
  • Per società ed enti commerciali non residenti: in questo caso, come abbiamo anticipato, vanno considerati unicamente i redditi prodotti in Italia per determinare l’imponibile. Anche in questo caso andranno però fatte le dovute differenze: se la società o l’ente ha un’organizzazione stabile in Italia, allora dovrà seguire le direttive previste per le società commerciali residenti per determinare l’imponibile; se questi enti o società non hanno un’organizzazione stabile, allora dovranno seguire le regole previste per i redditi diversi, di capitale e fondiari – stesso discorso vale per gli enti non commerciali che hanno però attività commerciali stabili in Italia. 

Una volta ottenuta la base, l’aliquota IRES è uguale per tutti: corrisponde infatti al 24%, in seguito alla riduzione di oltre tre punti percentuali prevista dalla Legge di Stabilità del 2016 – si tratta di un’aliquota vigente anche per il 2024. Tuttavia, come menzionato in precedenza, esiste la possibilità che in futuro per alcune organizzazioni la tariffa venga ridotta al 15%.

Come e quando si paga l'IRES?

L’IRES si paga attraverso il modello F24, apponendo gli adeguati codici tributo che variano a seconda del pagamento che stai effettuando. 

Infatti, per ciò che riguarda l’IRES, vanno considerate diverse rate che si dividono principalmente in saldi e acconti. 

In generale, questi sono i codici da usare: 

  • codice tributo 2001 – per la prima rata dell’acconto;
  • codice tributo 2002 – per la seconda rata dell’acconto;
  • codice tributo 2003 – per versare il saldo. 

Sono previste scadenze differenti a seconda dell’entità del versamento: 

  • Il 30 giugno è la scadenza per il saldo e per il versamento in un’unica soluzione; 
  • Il 30 giugno e il 30 novembre sono invece le scadenze per le diverse rate. 

Sono infatti necessarie alcune precisazioni che riguardano le scadenze dell’IRES in base all’importo che i soggetti tenuti a questa imposta devono effettivamente versare: 

  • Se l’imposta IRES è dovuta per un importo superiore a 258 euro, il contribuente può sfruttare entrambe le scadenze per gli acconti: entro il 30 giugno dovrà versare il 40% dell’importo, mentre entro il 30 novembre dovrà versare la parte rimanente – pari al 60% dell’importo totale. Questo riguarda gli acconti IRES, mentre si può procedere al versamento del saldo durante l’anno successivo.
  • Tieni presente che per conoscere l’acconto IRES, sarà necessario fare riferimento all’importo pagato nel periodo d’imposta precedente: ad esempio, se nel 2023 hai pagato l’IRES per un totale di 3.000 €, l’acconto IRES per il 2024 è pari a 3.000 €. Ovviamente, non è detto che il totale IRES sia uguale all’anno precedente: se la percentuale IRES corrisponde, ad esempio, a 4.000 € per il 2024, la parte che resta dopo aver pagato l’acconto corrisponde al saldo. 
  • Quando invece il totale dell’IRES dovuta è inferiore ai 52 euro, il contribuente non sarà tenuto al versamento di acconti, ma potrà versare direttamente il saldo secondo le scadenze previste. 

Ci sono anche dei casi in cui l’importo che pagherai sarà superiore a quello effettivamente dovuto. Sarà allora necessario procedere con la richiesta di un rimborso all’Agenzia delle Entrate, oppure di ottenere un credito IRES con il quale potrai pagare altri debiti fiscali. 

Il credito IRES, infatti, può essere usato sia per pagare l’IRES per l’anno successivo, sia per pagare altre imposte. 

Va inoltre specificato che ci sono dei casi in cui si può ottenere la deduzione IRAP

Infatti, se il soggetto che paga l’IRES è tenuto anche al versamento dell’IRAP, può ottenere: 

  • Una diminuzione IRES pari al 10% dell’IRAP versata – solo qualora vi fossero dei passivi in bilancio;
  • Una deduzione analitica dell’IRES qualora il costo del lavoro superi il 90% dei costi totali dell’attività.

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Conclusioni 

L’IRES – Imposta sui Redditi delle Società – è un’imposta diretta e non progressiva dovuta da numerosi soggetti – commerciali e non – in Italia. 

Nel corso degli anni, le varie leggi di bilancio che si sono susseguite hanno apportato delle modifiche a questa imposta, ma per il 2024 si conferma l’aliquota al 24% presente dal 2017. Tuttavia, con l'approvazione della nuova legge e l'introduzione del mini-IRES, per alcune aziende l'aliquota potrebbe essere ridotta al 15%. 

Il calcolo dell’imponibile IRES è più complesso rispetto a quello che va effettuato per stabilire l’importo di altre imposte, ed è per questa ragione che abbiamo parlato di Finom, per proporti una soluzione rapida e semplice da usare per mantenere una contabilità impeccabile. 

Leggi gli altri articoli "Cos'è l'IRPEF?" e "Contributo IVS".

FAQ

Come si calcola IRES? Esempio

L'Imposta sul Reddito delle Società (IRES) in Italia è calcolata sul reddito delle società e delle entità giuridiche. Ecco un esempio semplificato di come si potrebbe calcolare l'IRES:

  1. Determinare il Reddito Imponibile: inizia calcolando il reddito totale dell'azienda e sottraendo le spese deducibili, come costi operativi, interessi sui prestiti, ammortamenti, ecc.
  2. Applicare le Agevolazioni Fiscali: se applicabile, deduci qualsiasi agevolazione fiscale o credito d'imposta.
  3. Calcolare l'IRES: l'IRES è generalmente calcolata applicando un'aliquota fiscale al reddito imponibile. L'aliquota standard è del 24%.

Esempio:

1. Reddito totale: 100.000 €

Spese deducibili: 40.000 €

Reddito imponibile: 

100.000 € − 40.000 € = 60.000 €

2. Agevolazioni fiscali: 0 €

3. Aliquota IRES: 24%

IRES dovuta: 60.000 € × 24 % = 14.400 €

Questo è un esempio molto basilare e semplificato. Nella pratica, il calcolo dell'IRES può essere più complesso a causa di diverse variabili, come perdite fiscali precedenti, altre imposte e specifiche normative fiscali. È consigliabile consultare un commercialista o un esperto fiscale per una valutazione accurata e personalizzata.

A chi spetta la riduziome IRES al 50

La riduzione dell'aliquota IRES al 50% in Italia non è una misura standard, ma può essere applicata in casi specifici definiti dalla normativa fiscale italiana. Queste riduzioni sono generalmente collegate a incentivi specifici o a particolari condizioni. Ecco alcuni esempi in cui potrebbe essere applicata una riduzione dell'aliquota IRES:

  • Imprese Cooperative: alcune cooperative possono beneficiare di una riduzione dell'aliquota IRES, ma ciò dipende da specifici requisiti e regolamenti.
  • Incentivi per Investimenti Specifici: a volte, il governo italiano introduce misure temporanee che prevedono riduzioni fiscali per promuovere investimenti in determinati settori, come l'innovazione tecnologica, la ricerca e lo sviluppo, o l'energia rinnovabile.
  • Zone Economiche Speciali: in alcune aree geografiche, designate come Zone Economiche Speciali (ZES), le aziende potrebbero beneficiare di riduzioni fiscali per incentivare lo sviluppo economico.
  • Regimi Fiscali Speciali: alcune categorie di enti, come quelli nel settore no profit, possono essere soggetti a regimi fiscali speciali che includono riduzioni dell'aliquota IRES.
  • Per determinare l'applicabilità di una riduzione del 50% dell'aliquota IRES, è essenziale consultare le normative vigenti e possibilmente ottenere una consulenza da un esperto fiscale o un commercialista. Le leggi fiscali possono cambiare e variano in base a specifiche circostanze.

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