Tra i codici istituiti dall’Agenzia delle Entrate per effettuare i versamenti c’è il codice tributo 4001, che i contribuenti soggetti al pagamento dell’IRPEF – l’imposta sul reddito delle persone fisiche – devono inserire nei modelli F24. Vediamo a cosa si riferisce il codice tributo 4001, qual è la sua finalità, quando si paga e come si usa.
Cos’è il codice tributo 4001?
4001 è il codice tributo da indicare nel modello F24 con cui si provvede al pagamento del saldo dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF).
A cosa si riferisce il codice tributo 4001?
4001 è il codice da utilizzare per il versamento del saldo IRPEF, debitamente regolamentato dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).
Si tratta di un’imposta che grava su chi produce reddito da:
- lavoro autonomo;
- lavoro dipendente;
- prestazioni occasionali;
- pensione;
- fabbricati, terreni e rendite agrarie;
- capitali posseduti, come azioni, obbligazioni e titoli di Stato.
L’IRPEF, secondo quanto sancito dall’articolo 53 della Costituzione italiana, è un’imposta progressiva. Ne consegue che l’importo da versare cresca proporzionalmente al reddito del contribuente.
La Legge di Bilancio 2025, attualmente in vigore, fissa tre scaglioni di aliquote, con quote incrementali all’aumentare del reddito del contribuente:
- fino a 28.000 € → 23%;
- da 28.001 a 50.000 € → 35%;
- oltre 50.000 € → 43%.
Come la maggior parte delle imposte, l’IRPEF può essere pagata mediante un sistema di saldi e acconti calcolati sui guadagni che il contribuente prevede di produrre. Una volta eseguito lo scorporo degli acconti già pagati, il contribuente deve provvedere a versare il saldo mediante modello F24, indicando il codice 4001.
Chi deve pagare il codice tributo 4001?
A provvedere al pagamento del saldo IRPEF con il codice 4001 sono:
- lavoratori autonomi e liberi professionisti titolari di partita IVA con regime ordinario;
- lavoratori dipendenti;
- pensionati;
- ditte individuali;
- soci d’impresa;
- società di persone e capitali.
I redditi inferiori a 8.500 € per dipendenti e pensionati e 5.500 € per i lavoratori autonomi sono collocati nella cosiddetta no tax area, esente dall’imposizione fiscale. Sono esentati dal pagamento dell’IRPEF anche i titolari di partita IVA con regime forfettario. In regime forfettario non si paga l’IRPEF ma l’imposta sostitutiva, al cui saldo è associato un codice diverso.
Il codice 4001 non si usa anche qualora il saldo IRPEF fosse in pari. Quindi, chi ha già compensato il debito IRPEF con crediti d’imposta, non deve procedere al pagamento del saldo mediante modello F24 con il codice 4001.
Qual è la differenza tra codice tributo 4001 e 4033?
Nel modello F24 relativo al pagamento della prima rata dell’acconto IRPEF occorre utilizzare il codice 4033. Per il pagamento della seconda rata dell’acconto o se si decide di effettuare il pagamento in un’unica soluzione, il codice tributo da indicare è 4034. Per il pagamento del saldo dell’IRPEF si usa il codice 4001.
Codice tributo 4001 quando si paga?
Il versamento del saldo dell’IRPEF deve essere effettuato entro il 30 giugno dell’anno successivo rispetto all’anno d’imposta in cui il debito è maturato. Il saldo relativo al 2024 deve essere versato entro il 30 giugno 2025. Per il saldo dell’IRPEF è possibile avvalersi di un piano di rateizzazione.
Come compilare il modello F24 con il codice tributo 4001
Il pagamento del modello F24 relativo al saldo IRPEF può essere eseguito tramite home banking o direttamente sul sito dell’AdE. La procedura da seguire è la seguente:
- Avvia la procedura di pagamento di un nuovo modello F24.
- Inserisci i tuoi dati anagrafici.
- Compila la sezione Erario inserendo il codice tributo 4001 nel campo dedicato, il numero di rate in cui è stato suddiviso il pagamento dell’imposta, il numero della rata che si sta pagando, l’anno di riferimento e l’importo a debito da versare.
Qualora si vantasse un credito d’imposta, la somma va specificata nel campo “Importi a credito compensati”. Il codice 4001 si usa, infatti, sia per il pagamento dell’imposta a debito che a credito.
Riportiamo di seguito un esempio di modello F24 compilato in modo corretto.

Supponiamo che l’importo da versare sia 6000 € riferito all’anno d’imposta 2024. Scegliamo di pagare in sette rate e la prima rata è pari a 857,14 €. Qui di seguito, un esempio di modello F24 compilato correttamente.

In caso, invece, di importo a credito, ipotizziamo che l’importo sia 6000 € e che l’anno d’imposta a cui si riferisce il credito sia il 2023. Scegliamo una sola rata. Il modello F24 dovrà essere compilato come segue.

Calcolo del ravvedimento operoso per il codice tributo 4001
Salvo proroghe, il saldo dell’IRPEF deve essere versato entro il 30 giugno dell’anno in cui si presenta la dichiarazione dei redditi. Se ci si accorge di non aver provveduto per tempo al pagamento del saldo IRPEF e l’AdE non ha ancora segnalato l’irregolarità, è possibile regolarizzare la propria posizione debitoria con il ravvedimento operoso, uno strumento introdotto con la legge 408 del 29 dicembre 1990 per consentire ai contribuenti di ridurre le sanzioni di tipo fiscale su irregolarità di varia natura, come pagamenti tardivi e omessi.
In questo caso, nel modello F24 occorre aggiungere il codice tributo 8901 relativo alla sanzione e il codice 1989, che riguarda gli interessi sul ravvedimento IRPEF. Per effetto del decreto legislativo numero 87 del 14 giugno 2024, sono cambiate le percentuali da applicare per il calcolo della sanzione in base al ritardo. Riportiamo di seguito le percentuali aggiornate, secondo quando indicato in merito sul portale dell’AdE.
Ritardo nella regolarizzazione | Percentuale da applicare |
Entro 15 giorni dalla scadenza | 0,08% per ogni giorno di ritardo |
Dal 16° al 30° giorno | 1,25% |
Dal 31° al 90° giorno | 1,38% |
Dal 91° giorno a un anno | 3,12% |
Oltre un anno | 3,57% |
Per effetto, invece, del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 10 dicembre 2024, a partire dal 1° gennaio 2025 si applica il nuovo tasso di interesse legale pari al 2%. Gli interessi si applicano all’importo dovuto a titolo di imposta.
Facciamo un esempio. Supponiamo che la data entro cui avremmo dovuto pagare il saldo dell’IRPEF sia passata da 9 giorni. Se la sanzione è 0,08% per ogni giorno di ritardo, per 9 giorni la sanzione è pari allo 0,72% dell’imposta non versata. Ipotizziamo che l’imposta da pagare fosse di 3.000 €. L’importo da corrispondere si ottiene moltiplicando 3.000 € per 0,72% e il risultato che si ottiene è 21,60 €. Nel modello F24 indicheremo 21,60 € in corrispondenza del codice tributo 8901.
Per calcolare gli interessi moltiplichiamo 3.000 € per il tasso di interesse legale del 2% e per i 9 giorni di ritardo e dividiamo poi il risultato per 365. L’importo degli interessi sarà di 1,48 €. Nel modello F24 in corrispondenza del codice 1989, che riguarda gli interessi, indicheremo 1,48 €.
Registrazione contabile per il codice tributo 4001
Per registrare correttamente il pagamento dell’IRPEF in contabilità si procede, innanzitutto, con la registrazione del debito IRPEF, che avviene con la seguente scrittura contabile:
Dare | Avere |
Erario c/IRPEF | Debiti tributari |
Dopodiché, una volta eseguito il pagamento mediante modello F24, si registra il movimento con la seguente scrittura contabile:
Dare | Avere |
Debiti tributari | Banca c/c |
Qualora si effettuasse una compensazione con crediti d’imposta, l’operazione si registra nel seguente modo:
Dare | Avere |
Debiti tributari | Crediti tributari |
Si raccomanda di eseguire correttamente la registrazione del pagamento in contabilità per evitare errori che potrebbero implicare pesanti sanzioni. In caso di difficoltà, è consigliabile rivolgersi a un professionista accreditato, come un commercialista o un consulente.
Errori comuni nella compilazione del codice tributo 4001
Gli errori più frequenti riguardano l’inserimento del codice, l’indicazione degli anni di riferimento e la mancata distinzione tra importi a debito e a credito.
L’errato inserimento del codice tributo comporta un’errata attribuzione del pagamento, con conseguenti richieste di regolarizzazione da parte dell’AdE. Il codice tributo 4001 si usa per il saldo annuale e non deve essere confuso con codici simili, come 4033 e 4034, relativi rispettivamente alla prima e seconda rata acconto IRPEF.
Un altro errore frequente è l’indicazione dell’anno di riferimento errato, impedendo l’abbinamento del pagamento alla dichiarazione corretta. Se, per esempio, si paga il saldo IRPEF 2024 nel 2025, l’anno da inserire deve essere 2024, non 2025.
Il codice 4001 va utilizzato sia per versamenti a debito che per compensazioni a credito. In sede di versamento mediante modello F24 le somme dovute possono essere compensate con eventuali crediti d’imposta vantati, che devono essere indicati nel campo “Importi a credito compensati” per poter essere inclusi nel calcolo. Limitarsi a inserire l’importo a debito nel campo “Importi a debito versati” impedisce la corretta compensazione e genera un saldo netto errato.
FAQ
Posso usare il codice tributo 4001 per compensare il saldo IRPEF con altri tributi?
Sì, il codice tributo 4001 può essere utilizzato in compensazione.
Quali sono le sanzioni per il mancato pagamento del codice tributo 4001?
Il mancato pagamento del saldo IRPEF con il codice 4001 entro i termini previsti comporta l’applicazione di una sanzione ordinaria pari al 25% dell’importo non versato.
Dove riportare il codice tributo 4001 nella dichiarazione 730?
4001 è il codice tributo da utilizzare nel modello F24 per il pagamento del saldo IRPEF, non nel 730.
A cosa corrisponde il codice tributo 4001 e quando si utilizza?
Il codice tributo 4001 si usa nel modello F24 per provvedere al pagamento del saldo dell’IRPEF.
Chi deve usare il codice tributo 4001?
A usare il codice tributo 4001 sono i lavoratori autonomi e liberi professionisti titolari di partita IVA con regime ordinario, i lavoratori dipendenti, i pensionati, i soci d’impresa, le ditte individuali e le società di persone e capitali.
Come si fa a riportare in contabilità il codice tributo 4001 se viene compensato con un credito?
In questo caso la registrazione contabile prevede di addebitare i debiti tributari e accreditare i crediti tributari.
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