La ditta individuale è la forma d’impresa più semplice da costituire, ma gli imprenditori devono comunque mantenere una gestione accorta.

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La ditta individuale è il tipo di attività più semplice previsto dall’ordinamento giuridico italiano. 

Nonostante non preveda tutte le complicazioni burocratiche richieste da altri tipi d’impresa, l’azienda individuale ha anche degli svantaggi - tipici di tutte quelle forme d’impresa che non prevedono una distinzione tra la persona fisica e l’attività. 

In questo articolo forniremo tutte le informazioni utili su questa forma giuridica. 

Cos’è una ditta individuale?

La ditta individuale è la forma giuridica più semplice esistente, e per questa ragione è il tipo di attività più comune in Italia. Secondo i dati Istat, nel 2020 le imprese costituite da persone fisiche risultavano essere il 72,2% del totale, contro il 3,4% di imprese costituite da società di persone e il 21% di imprese costituite da società di capitali. 

Le caratteristiche di questo tipo di attività garantiscono agli imprenditori alcuni vantaggi: 

  • Libertà decisionale: essendo l’unico responsabile, l'imprenditore non deve confrontarsi con altri per prendere decisioni relative all’attività;
  • Costituzione in totale autonomia - non è infatti necessario l’aiuto di professionisti quali il commercialista e il notaio (anche se è sempre consigliabile, specialmente per sciogliere eventuali dubbi legati all’attività);
  • Mancanza di complessità burocratiche - come vedremo, è sufficiente la compilazione di un unico documento per avviare una ditta individuale.

Il maggiore svantaggio della ditta individuale è invece la mancanza di distinzione tra il patrimonio dell’imprenditore e quello dell’attività: eventuali creditori potrebbero infatti rifarsi sul patrimonio personale dell’imprenditore - eventualità che invece non si presenta con le società di capitali, come la società per azioni o la Srl

Nonostante si chiami “ditta individuale”, questo tipo di azienda può essere costituita anche da più persone: anche nel caso di un’impresa coniugale si può infatti parlare di ditta individuale, così come nei casi di molte imprese familiari - a patto che a partecipare alla gestione dell’impresa vi siano individui fino a un certo grado di parentela. La definizione rimane ancora pertinente perché, anche in questi casi, il responsabile rimane comunque il titolare - i familiari o il coniuge vengono considerati collaboratori, non titolari.

Il fatto che la gestione e i rischi della ditta individuale ricadano su un singolo individuo rende quasi necessario l’intervento di terzi per semplificare la gestione dell’attività ed evitare di commettere errori: spesso, poiché non esiste l’obbligo, gli imprenditori individuali non si affidano a professionisti, anche per riservare il budget dell’impresa ai costi necessari.

Ma Finom ha trovato una soluzione a questo, creando una piattaforma che riesce a mettere insieme le competenze di più professionisti, un’assistenza rapida ed efficiente, e costi contenuti. 

Con l’account Business, gli imprenditori non avranno a disposizione solo il sistema di fatturazione più semplice d’Europa, ma anche un luogo in cui poter gestire contabilità, conti bancari, automatizzare gran parte delle operazioni legate a un’attività economica e persino risparmiare denaro utile - grazie alle percentuali di cashback. 

Come aprire una ditta individuale

Dal 2010 il procedimento per l’apertura di una ditta individuale è estremamente semplice: mentre prima bisognava comunicare i dati utili all’apertura dell’impresa a ogni singolo organo competente, con la nascita della ComUnica - Comunicazione Unica -  è necessario compilare un unico documento. L’imprenditore può farlo autonomamente o affidarsi a intermediari e professionisti. Grazie a questo documento si ottengono: 

  • Codice Ateco, che identifica l’attività economica secondo standard che poi rendono più semplice la collocazione dell’attività ai fini fiscali e contributivi;
  • Numero di partita IVA dall’Agenzia delle Entrate;
  • Iscrizione dell’attività al Registro delle Imprese (Camera di Commercio);
  • Iscrizione all’INPS;
  • Iscrizione all’INAIL;
  • Segnalazione SCIA per le attività che necessitano di questo ulteriore documento.

La Comunicazione Unica sancisce a tutti gli effetti l’inizio della nuova attività. 

Cosa serve per aprire una ditta individuale

Come si evince dalle sezioni precedenti, l’apertura di una ditta individuale non prevede particolari adempimenti, ma l’imprenditore deve comunque essere provvisto di certi documenti e strumenti:

  • Innanzitutto, i propri documenti - d’identità e fiscale - in corso di validità;
  • Indirizzo di posta elettronica certificata (PEC), necessario prima di compilare la Comunicazione Unica per ottenere le comunicazioni ufficiali;
  • Firma digitale, che costituisce l’equivalente di una firma autografa;
  • SPID, ormai necessario in Italia per comunicare con la pubblica amministrazione;
  • Eventuali attestati e licenze, soprattutto quando si tratta di attività che richiedono la SCIA - come quelle relative alla somministrazione di cibi e bevande.

Quanto costa aprire e mantenere una ditta individuale

È complesso calcolare i costi di apertura di una ditta individuale, poiché si tratta per la maggior parte di costi variabili. Ma possiamo specificare che non sono necessari costi notarili, e che si può risparmiare sui costi del commercialista. Non è inoltre necessario disporre di un capitale minimo. 

Tra i costi che vanno invece necessariamente affrontati per l’apertura di un’impresa individuale troviamo: 

  • Costo dell’indirizzo di posta elettronica certificata;
  • Costo della firma digitale;
  • Costo dello SPID - qualora non si decidesse di affidarsi a un fornitore gratuito;
  • Iscrizione dell’impresa alla Camera di Commercio - tra diritti di segreteria, camerale e imposta di bollo non si superano i 100 €.

Va inoltre considerato che la ditta individuale è compatibile con il regime fiscale forfettario - ex regime dei minimi. Questo significa che il pagamento delle imposte viene reso più agevole da un’aliquota al 15% - che diventa del 5% se la partita IVA a regime forfettario rispetta certi requisiti, come per esempio quello che non vuole che l’imprenditore abbia precedentemente fatto parte di un’azienda dello stesso settore in qualità di dipendente, evitando così che la ditta diventi un semplice prolungamento del lavoro dipendente. 

Nulla vieta all’imprenditore di passare ad altri regimi fiscali, come il regime ordinario, che si potrebbero rivelare anzi più convenienti qualora l’imprenditore trovasse più proficuo approfittare di detrazioni e deduzioni. 

Infatti, nonostante la ditta individuale sia semplice da aprire, non bisogna sottovalutare gli aspetti che vanno considerati per ottimizzarne la gestione. Si tratta infatti sempre di un’attività economica, e un business plan può aiutare senza dubbio gli imprenditori a valutare i costi in modo oggettivo. 

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Conclusioni

In questo articolo abbiamo trattato la ditta individuale, una forma giuridica estremamente comune tra le attività d’impresa italiane. 

Abbiamo inoltre parlato di Finom, una piattaforma che agevola gli imprenditori - soprattutto gli imprenditori autonomi - offrendo loro un’intera squadra di professionisti e un’assistenza eccellente a costi contenuti. 

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