Le tasse in Partita IVA rappresentano una preoccupazione per molti imprenditori e liberi professionisti. Scopri a quanto ammontano in base al tuo regime fiscale, come si effettua il calcolo e le relative scadenze.

Contenuti

Quali sono i regimi fiscali della Partita IVA?

Quando si apre una Partita IVA, è essenziale scegliere il regime fiscale più adatto. In Italia, i due principali sono il regime ordinario e il regime forfettario, che differiscono per tassazione e obblighi contabili.

Regime ordinario

Il regime ordinario è obbligatorio per le società di capitali e per redditi oltre i limiti del forfettario.

Tassazione IRPEF, IRES e IRAP

Nel regime ordinario, la tassazione varia in base alla forma giuridica dell’attività:

  • IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche): applicata tra le tasse di una ditta individuale e ai liberi professionisti con aliquote progressive in base agli scaglioni di reddito;
  • IRES (Imposta sul Reddito delle Società): applicata alle società di capitali, con un’aliquota fissa del 24%;
  • IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive): applicata a società e ad alcune attività imprenditoriali, con aliquota standard del 3,9% (variabile in base alla Regione).

Oltre a queste imposte, è necessario versare i contributi previdenziali all’INPS o alla propria cassa di riferimento.

Obblighi di registrazione e dichiarazione dei redditi

Le Partite IVA in regime ordinario devono rispettare diversi obblighi contabili, tra cui:

  • Registrazione di tutte le operazioni contabili (fatture emesse e ricevute);
  • Liquidazione periodica IVA (mensile o trimestrale);
  • Dichiarazione dei redditi annuale con saldo e acconti IRPEF/IRES;
  • Versamento dell’IVA tramite F24;
  • Tenuta della contabilità ordinaria, con obbligo di bilancio per le società di capitali.

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Regime forfettario

Il regime forfettario, destinato a professionisti e piccoli imprenditori con determinati limiti di fatturato, offre una tassazione semplificata e meno obblighi contabili.

Aliquota agevolata 15% (o del 5% per le nuove attività)

Chi rientra nel regime forfettario paga un’unica imposta sostitutiva che sostituisce IRPEF, IRAP e addizionali comunali/regionali:

  • 5% per i primi 5 anni di attività, se si tratta di una nuova impresa;
  • 15% dal sesto anno in poi.

La base imponibile si calcola applicando il coefficiente di redditività al fatturato annuo, sottraendo solo i contributi previdenziali versati.

Limiti di fatturato e condizioni di accesso

Per accedere al regime forfettario, bisogna rispettare i seguenti requisiti:

  • Fatturato annuo inferiore a 85.000 €;
  • Spese per collaboratori e dipendenti sotto i 20.000 € annui;
  • Non essere socio di società di persone o di capitali che esercitano il controllo;
  • Non svolgere attività riconducibile a un precedente lavoro dipendente.

Oltre ai vantaggi fiscali, chi è in forfettario non applica IVA sulle fatture e non è soggetto a ritenuta d’acconto.

Come calcolare le tasse della Partita IVA

Il calcolo delle tasse per una Partita IVA varia in base al regime fiscale, ordinario o forfettario, ciascuno con delle regole specifiche su base imponibile e aliquote.

Calcolo delle tasse Partita IVA nel regime ordinario

Nel regime ordinario, il reddito imponibile si calcola sottraendo dalle entrate le spese deducibili e i contributi previdenziali versati. L'IRPEF si applica, quindi, con un sistema di scaglioni progressivi.

Reddito Imponibile (€)Aliquota IRPEFImposta Dovuta
Fino a 28.00023%23% sulla parte di reddito fino a 28.000 €
Da 28.000,01 a 50.00035%6.440 € + 35% sulla parte eccedente i 28.000€
Oltre 50.00043%14.140 € + 43% sulla parte eccedente i 50.000 €

Supponiamo che un professionista abbia un reddito imponibile di 40.000 €, il calcolo delle tasse da pagare sarà:

  1. 23% sui primi 28.000 € → 6.440 €;
  2. 35% sui restanti 12.000 € → 4.200 € (35% di 12.000 €).

Totale IRPEF dovuta: 10.640 € (6.440 € + 4.200 €).

A questa cifra vanno aggiunti i contributi previdenziali e sottratte eventuali detrazioni.

Calcolo delle tasse per Partita IVA nel regime forfettario

Nel regime forfettario, il reddito imponibile non si calcola sottraendo le spese effettive, ma applicando un coefficiente di redditività al fatturato. Su questa base imponibile si applica, quindi, un'imposta sostitutiva del 5% per i primi 5 anni e del 15% successivamente.

Ogni categoria professionale ha un proprio coefficiente di redditività specifico, stabilito dall'Agenzia delle Entrate. Ecco alcuni esempi:

AttivitàCodice ATECOCoefficiente di Redditività
Libero professionista78%78%
Commerciante40%40%
Artigiano e produzione67%67%

Se un copywriter in regime forfettario ha fatturato 30.000 € in un anno e ha un coefficiente di redditività del 78%, il suo reddito imponibile sarà: 30.000 € × 78% = 23.400 €

Se ha versato 3.000 € di contributi previdenziali, il reddito imponibile finale sarà: 23.400 € - 3.000 € = 20.400 €

A questo punto, si applica l’imposta sostitutiva:

  • 5% per i primi 5 anni → 1.020 € di tasse;
  • 15% dal sesto anno in poi → 3.060 € di tasse.

Quando e come si pagano le tasse della Partita IVA

Gestire correttamente le scadenze fiscali della Partita IVA è essenziale per evitare sanzioni e problemi con l’Agenzia delle Entrate.

Le principali scadenze fiscali del 2025

Le Partite IVA versano le tasse in due date principali: 30 giugno (saldo anno precedente e primo acconto) e 30 novembre (secondo acconto). Il versamento delle imposte può slittare al 30 luglio con una maggiorazione dello 0,4%.

Acconti e saldi per IRPEF, IRES e IRAP

Nel regime ordinario, le imposte si versano in due rate:

  • Saldo IRPEF/IRES/IRAP → Entro il 30 giugno (anno precedente);
  • Acconti IRPEF/IRES/IRAP →
    • Primo acconto (40%) → Entro il 30 giugno;
    • Secondo acconto (60%) → Entro il 30 novembre.

Gli acconti si calcolano con il metodo storico (tasse dell’anno precedente) o previsionale (reddito stimato). Se l’importo totale è inferiore a 258,23 €, si può versare in un'unica soluzione entro il 30 novembre.

Scadenze specifiche per il regime forfettario

Chi aderisce al regime forfettario segue le stesse scadenze previste per l’IRPEF nel regime ordinario, ma con una tassazione semplificata:

  1. Saldo imposta sostitutiva (5% o 15%) → Entro il 30 giugno;
  2. Acconti imposta sostitutiva → Stesso schema del regime ordinario:
    • Primo acconto (40%) entro il 30 giugno;
    • Secondo acconto (60%) entro il 30 novembre.

Modalità di pagamento delle tasse Partita IVA

Le imposte si versano utilizzando il modello F24, uno strumento che consente di pagare diverse imposte con un unico modulo.

F24: cos’è e come si usa

Il modello F24 è il modulo ufficiale utilizzato per il pagamento di:

  • IRPEF, IRES, IRAP;
  • Contributi previdenziali INPS;
  • IVA;
  • Altre imposte e tributi.

Il modulo deve essere compilato con attenzione inserendo:

  • Codice tributo (specifico per ogni imposta);
  • Periodo di riferimento (anno fiscale a cui si riferisce il pagamento);
  • Importo da versare.

Pagamento telematico e altre opzioni disponibili

Le Partite IVA possono pagare le imposte online tramite:

  • Home banking → Sezione F24 del conto corrente;
  • Sito dell’Agenzia delle Entrate → Servizio "F24 Web" con addebito diretto;
  • Commercialista o intermediario fiscale;
  • Banca o posta → Solo per chi non ha obbligo telematico (es. privati senza compensazioni).

Chi ha crediti d’imposta o compensazioni deve necessariamente usare i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate.

Tasse in Partita IVA: come gestire le imposte per evitare sanzioni e ottimizzare i costi

Gestire le tasse della Partita IVA con una pianificazione aiuta a evitare sanzioni e a ottimizzare il carico fiscale, rispettando le scadenze e sfruttando deduzioni, oltre che agevolazioni.

Strategie per rispettare le scadenze fiscali

Per evitare sanzioni e gestire al meglio le scadenze fiscali:

  1. Metti da parte ogni mese una percentuale dei guadagni per coprire imposte e contributi previdenziali;
  2. Annota le scadenze principali (30 giugno e 30 novembre) e imposta dei promemoria per evitare dimenticanze;
  3. Se il reddito previsto per l’anno in corso è inferiore a quello precedente, puoi versare un acconto più basso e migliorare il cash flow;
  4. In alcuni casi, è possibile rateizzare il saldo delle imposte per diluire il peso fiscale nel tempo;
  5. Un esperto può semplificare la gestione delle tasse, riducendo il rischio di errori e ottimizzando le detrazioni disponibili.

Consigli per massimizzare le deduzioni e le agevolazioni

Ridurre l’imponibile significa sfruttare al massimo deduzioni e agevolazioni disponibili in base al regime fiscale scelto.

Regime ordinario: spese deducibili

Il reddito imponibile si ottiene sottraendo le spese professionali dai ricavi. Le principali spese deducibili sono:

  • Contributi previdenziali → Interamente deducibili;
  • Spese per ufficio/studio → Affitto, utenze e manutenzione;
  • Attrezzature e software → PC, macchinari, strumenti di lavoro;
  • Formazione → Corsi, master, libri professionali;
  • Auto e carburante → Deducibile fino al 20% (100% per mezzi strumentali);
  • Viaggi e trasferte → Vitto, alloggio e trasporti;
  • Assicurazioni professionali → Integralmente deducibili.

Regime forfettario: agevolazioni fiscali

Nel regime forfettario le spese non sono deducibili singolarmente, ma incluse nel coefficiente di redditività. Tuttavia, alcune voci riducono comunque il carico fiscale:

  • Contributi previdenziali → Dedotti interamente dall’imponibile;
  • Beni strumentali → Se gli investimenti sono elevati, può convenire il regime ordinario;
  • Bonus fiscali → Accesso a detrazioni statali (es. ecobonus, bonus ristrutturazioni).

Cosa succede se chiudi la Partita IVA?

La chiusura della Partita IVA non annulla automaticamente gli obblighi fiscali e contributivi. Dopo la chiusura, restano alcuni adempimenti:

  • Dichiarazione dei redditi finale → Necessaria per dichiarare i ricavi fino alla cessazione;
  • Ultimo versamento IVA (solo per regime ordinario) → Presentazione della dichiarazione IVA e gestione di eventuali crediti;
  • Saldo e acconti IRPEF, IRES, IRAP → Il saldo dell’anno precedente va pagato, mentre gli acconti possono essere ridotti con il metodo previsionale;
  • Contributi INPS → Versati fino alla data di cessazione, con possibilità di riduzione proporzionale;
  • Comunicazione all’Agenzia delle Entrate → Entro 30 giorni tramite il modello AA9/12 (ditte individuali e professionisti) o AA7/10 (società).

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