Dopo la più profonda recessione nella storia dell'Unione europea registrata nel primo semestre di quest’anno e una ripresa molto forte in estate, l’economia europea ha subito una nuova frenata, a causa della seconda ondata del virus Covid-19. Così gli Stati europei hanno dovuto adottare nuove misure economiche, dal valore di diversi miliardi, per poter aiutare famiglie, imprese e partite IVA in questo momento drammatico.

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Ogni Stato ha adottato misure economiche e fiscali diverse: ad esempio, se un lavoratore autonomo francese ha potuto beneficiare di un sussidio mensile fino a 1.500 euro più un aiuto successivo fino a 10mila euro in base alla riduzione del fatturato, gli autonomi tedeschi, invece, hanno avuto a disposizione un sussidio una tantum fino a 9mila euro a fondo perduto, in funzione del danno subito e a patto di dimostrare l‘effettivo impatto negativo del lockdown.

L’Italia, invece, a inizio pandemia ha supportato gli autonomi con due bonus mensili da 600 euro ciascuno. Sono poi arrivate altre due mensilità di bonus da 1000 euro (con molti requisiti) per le categorie più colpite (ad esempio, i lavoratori del mondo spettacolo e palestre), contributi a fondo perduto in base al calo del fatturato registrato rispetto al 2019 e prestiti con garanzia statale.

Vediamo ora come Francia, Germania e Italia hanno supportato il mondo dei liberi professionisti e delle partite IVA.

Francia

Per quest’anno, la Francia ha mobilitato 470 miliardi di cui 64 di spesa effettiva, inclusi circa 31 miliardi per il finanziamento della cassa integrazione e 8 miliardi per il fondo di solidarietà destinato alle piccole e medie imprese.

Il governo ha poi garantito 327 miliardi di prestiti e ha fortemente potenziato gli ammortizzatori sociali soprattutto nelle aree del coprifuoco, con misure ad hoc per le aziende con meno di 50 dipendenti. Come in Italia sono stati offerti alle imprese e agli autonomi con almeno otto anni di attività dei prestiti garantiti (fra il 70 e il 90%) dallo Stato, richiedibili fino al 30 giugno 2021. Per le piccole imprese e i professionisti è stato previsto un aiuto fino a 1.500 euro, grazie al fondo finanziato da Stato e Regioni per il periodo marzo-maggio, più un aiuto successivo fra i 2mila e i 10mila euro, in funzione del numero di dipendenti, del fatturato e della perdita di ricavi causata dalla pandemia.

Germania

In Germania, il governo ha risposto alla crisi fornendo già a marzo, in piena ondata pandemica, garanzie alle imprese per contrarre prestiti, espandendo la versione tedesca della cassa integrazione e fornendo trasferimenti diretti di denaro ai lavoratori autonomi e alle piccole imprese in tempi molto celeri.

La Germania, stando anche a quanto emerge da un recente studio italiano della CGIA di Mestre, è lo Stato europeo che finora ha erogato più fondi a sostegno soprattutto di lavoratori autonomi, imprese, scuola e trasporti. La Germania ha messo sul piatto circa 470 miliardi. Con particolare riferimento alle misure erogate alle aziende, spiccano i 100 miliardi di euro destinati all’acquisto di partecipazioni di società colpite dalla crisi e i 18 miliardi di euro destinati alle ditte individuali e alle microimprese. Significativi sono stati anche i 25 miliardi che sono stati spesi per "riavviare" le aziende che hanno subito un calo dei ricavi di oltre il 60% rispetto al 2019. Queste realtà produttive hanno ricevuto una compensazione fino al 70% dei costi fissi sostenuti.

In Germania i ristori consistono in un contributo una tantum a fondo perduto per 3 mesi, fino a 9.000 euro per imprese con massimo 5 dipendenti (equivalenti a tempo pieno) e fino a 15.000 per imprese con massimo 10 dipendenti (equivalenti a tempo pieno). Ancora, dal 3 aprile il Ministero federale dell’Economia e dell’Energia finanzia al 100% consulenze professionali per PMI colpite dalla crisi da Coronavirus, per un valore che può arrivare a 4.000 euro. I costi sostenuti dallo Stato comprendono la consulenza, gli onorari, costi di viaggio, ma non l’IVA.

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Italia

In Italia, infine, le principali misure introdotte per le imprese hanno riguardato i contributi a fondo perduto a favore dei soggetti che hanno subito riduzioni del fatturato (7,3 miliardi di euro con i provvedimenti iniziali), la cancellazione dell’IRAP (saldo 2019 e prima rata acconto 2020 per un totale di quasi 4 miliardi di euro), i provvedimenti di rilancio del turismo/cultura (1 miliardo di euro); agevolazioni fiscali per sanificazioni/canoni-locazioni immobili strumentali per 1,7 miliardi di euro e altri 1,7 miliardi di euro previsti per il tax credit vacanze. A queste principali misure vanno aggiunte le indennità  una tantum erogate ai lavoratori autonomi e le nuove misure introdotte dai Decreti Ristori Bis, Ter e Quater, con i quali il Governo ha deciso di iniettare nuova liquidità per dare ossigeno alle tante imprese in serie difficoltà economiche. A queste misure economiche sono state affiancate anche misure di natura fiscale, come la sospensione fino a fine anno dei principali appuntamenti mensili con il Fisco. 

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