Il codice tributo 3848 è utilizzato per il versamento del saldo dell’addizionale comunale IRPEF da parte del datore di lavoro. In questa guida vedremo cos’è, a cosa si riferisce, quando si versa e come gestire eventuali ritardi attraverso il ravvedimento operoso.

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Cos’è il codice tributo 3848 e a cosa si riferisce?

Il codice tributo 3848 serve per versare il saldo dell’addizionale comunale IRPEF, un’imposta locale applicata dal Comune di residenza e trattenuta direttamente dallo stipendio del lavoratore. A occuparsene è il sostituto d’imposta, solitamente il datore di lavoro.

Questo codice si utilizza per pagare la quota finale dell’imposta, calcolata sul reddito complessivo annuale del dipendente. L’aliquota non è fissa, ma viene stabilita ogni anno da ciascun Comune con apposita delibera.

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Codice tributo 3848 e sanzioni per l’addizionale comunale

Se il versamento con il codice tributo 3848 non avviene nei tempi previsti o viene effettuato in modo incompleto, il sostituto d’imposta può incorrere in sanzioni.

Queste penalità variano in base al ritardo e possono essere ridotte con il ravvedimento operoso. A dover effettuare il pagamento è sempre chi ha trattenuto l’importo in busta paga, cioè il datore di lavoro, non il dipendente.

Codici tributo 3848 e 3847: differenze e scadenze

È bene non confondere il codice tributo 3848 con il 3847. Quest’ultimo, infatti, si usa per versare l’acconto dell’addizionale comunale IRPEF, trattenuto in busta paga durante i primi mesi dell’anno.

La differenza principale tra i due identificativi riguarda, quindi, il momento del loro versamento: il 3847 si riferisce all’acconto (pari al 30% dell’imposta), mentre il 3848 al saldo finale (il restante 70%), che viene generalmente versato in 11 rate da gennaio a novembre dell’anno successivo.

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Compilazione dell’F24 con il codice tributo 3848: sezione IMU

Per il corretto pagamento dell’addizionale comunale IRPEF con il codice tributo 3848, bisogna compilare il modello F24 alla sezione “IMU e altri tributi locali” indicando:

  • il codice catastale del Comune di residenza del contribuente
  • la rateizzazione (es. 0101 per un’unica soluzione o 0211 per la seconda rata di 11)
  • l’importo a debito da versare

Gli altri campi del documento, invece, devono restare vuoti.

Compilazione dell’F24 con il codice tributo 3848

Nel modello F24, oltre al codice tributo 3848, possono comparire anche altri codici tributi F24, come il codice tributo 3801 per l’addizionale regionale e il codice tributo 3843 per l’autotassazione dell’addizionale comunale.

Ravvedimento operoso per il codice tributo 3848

In caso di errore od omissione nel versamento del codice tributo 3848, è possibile regolarizzare la posizione con il ravvedimento operoso, cioè un pagamento spontaneo che consente di sanare la situazione evitando sanzioni più pesanti.

Ci si può avvalere dell’agevolazione solo se l’Agenzia delle Entrate non ha ancora notificato l’irregolarità. Il datore di lavoro dovrà, quindi, versare: l’imposta omessa con il codice tributo 3848, la sanzione ridotta con il codice tributo 8926 e gli interessi con il codice tributo 1998.

Le sanzioni variano in base al ritardo accumulato (per violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024):

  • fino a 14 giorni 0,083% per ogni giorno di ritardo
  • da 15 a 30 giorni 1,25%
  • da 31 a 90 giorni 1,39%
  • da 91 giorni a un anno 3,125%
  • oltre un anno 3,57%

Gli interessi legali si calcolano in base al tasso in vigore, che per il 2025 è pari al 2% annuo. Il calcolo viene rapportato sempre ai giorni di ritardo.

Esempio di calcolo del ravvedimento operoso con il codice tributo 3848

Se un datore di lavoro dimentica di versare 500 € di addizionale comunale per i propri dipendenti con scadenza 31 marzo e se ne accorge il 20 aprile (20 giorni di ritardo), potrà ravvedersi versando: 500 € (imposta), 6,25 € (1,25% di sanzione) e circa 0,55 € di interessi (2% annuo, nel 2025, su 500 € per 20 giorni).

Scadenze e adempimenti da rispettare per il codice tributo 3848

Il saldo dell’addizionale comunale IRPEF deve essere versato entro l’anno successivo a quello di riferimento, solitamente a partire da gennaio e in più rate mensili, secondo quanto previsto dal conguaglio fiscale di dicembre.

Per rispettare gli adempimenti, è fondamentale seguire le scadenze stabilite e controllare eventuali aggiornamenti da parte dei vari Comuni. In caso di irregolarità, è comunque possibile sanare l’errore spontaneamente sfruttando gli strumenti previsti dalla normativa.

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