L’ammortamento serve a distribuire il costo di un bene per gli anni di vita utile del bene stesso. In questo articolo parleremo in modo dettagliato delle caratteristiche di un piano di ammortamento e di come si calcola.

Contenuti

Cosa sono gli ammortamenti?

L’ammortamento è un piano che serve a distribuire nel corso più anni - esercizi - il costo di un bene che perde valore nel tempo. In questo modo, i creditori e gli investitori possono avere una visione più chiara delle finanze dell’azienda e della sua capacità di generare profitti. Il piano di ammortamento ha inizio quando il bene viene acquistato, e termina quando tale bene smette di essere utilizzato. 

La funzione principale dell’ammortamento civilistico è quella di rappresentare in modo veritiero e corretto la perdita di valore di un bene nei bilanci aziendali. Man mano che un bene diminuisce il proprio valore a causa dell’usura, di un guasto o di qualunque altra condizione che ne limiti il funzionamento, quella perdita di valore viene registrata in contabilità e diventa deducibile, totalmente o in parte. 

Ci si può servire dell’ammortamento per quei beni che fanno parte del patrimonio aziendale e che hanno durata limitata nel tempo, ma che comunque hanno una durata pluriennale. Questo tipo di beni possono essere immobilizzazioni materiali - dunque i beni tangibili, come i macchinari - o immobilizzazioni immateriali - quindi quelli intangibili, come ad esempio i brevetti. Vengono definiti “immobilizzazioni” proprio perché si tratta di beni dai quali non è facile trarre liquidità nel breve periodo. 

Va inoltre considerata la differenza tra ammortamento civilistico - che viene utilizzato per rappresentare l’effettivo valore dei beni in bilancio - e ammortamento fiscale - che invece prevede dei costi deducibili per le aziende, in modo da ottenere sgravi fiscali.

Quali sono i criteri da valutare per il calcolo delle quote di un ammortamento?

Le quote di ammortamento rappresentano la parte del costo di un bene strumentale imputata a ciascun esercizio. Non sono necessariamente una quantità fissa: possono essere costanti, decrescenti o variabili, a seconda del metodo di calcolo adottato.

Al fine del calcolo di quota di ammortamento e piano di ammortamento, è necessario prendere in considerazione: 

  • Il costo del bene, ossia quanto hai pagato per acquistarlo;
  • Il valore del bene alla fine del periodo di vita utile: dato che il valore diminuisce nel tempo, solitamente il valore residuo alla fine del piano di ammortamento è uguale a zero;
  • Il valore soggetto ad ammortamento: questo calcolo si effettua sottraendo il valore del bene al termine di vita - solitamente 0 - al costo del bene, dunque il valore da ammortizzare corrisponde solitamente al 100% del costo del bene stesso;
  • La durata della vita del bene, ossia per quanti anni si prevede di utilizzare quel bene. Per fare un calcolo adeguato della vita del bene bisognerà tenere conto di fattori quali il livello tecnologico del bene, l’intensità con cui quel bene viene utilizzato e le politiche aziendali relative al mantenimento dei beni;
  • Il metodo utilizzato per calcolare le rate di ammortamento, che può essere di tre tipi diversi, come vedremo nella sezione seguente.

È bene considerare che un piano di ammortamento può e deve essere modificato nel corso del tempo per rispecchiare il valore effettivo del bene, qualora si verifichino situazioni - come una rivalutazione - che devono essere registrate; non è infatti considerato legale dare dei valori predefiniti alle quote di ammortamento solo per favorire le esigenze aziendali. 

Come si calcola l’ammortamento?

Passiamo ora ai calcoli, in modo che possa trarre il giusto vantaggio fiscale dalle risorse della vostra azienda. 

Innanzitutto, i metodi per calcolare il piano di ammortamento possono essere tre: 

  • Quote costanti: si usa questo metodo quando si considera che l’uso del bene sarà costante nel corso degli anni, e pertanto si calcolano le rate dividendo il costo del bene per gli anni di vita utile;
  • Quote decrescenti: quando un bene viene usato di più durante il primo periodo di vita, e poi viene usato sempre meno, allora si usa questo metodo, stabilendo le rate secondo formule preimpostate, e le quote diminuiscono progressivamente;
  • Quote variabili: si usa questo metodo quando l’uso del bene varia a seconda del periodo, e per calcolare le rate sarà necessario definire delle unità di misura per il calcolo - come, per esempio, le ore di lavoro.

In ogni caso l’ammortamento segue la regola della competenza economica, un principio contabile secondo il quale i costi di un’azienda vanno registrati contestualmente ai relativi ricavi. Dunque, se un bene viene usato per più anni per ottenere dei ricavi, i costi sostenuti per quel bene vanno registrati per più anni, e quei costi possono essere costanti (se si fa un uso costante del bene), decrescenti (se quel bene viene usato sempre meno e se ne traggono sempre meno ricavi), o variabili (se l’uso è discontinuo). 

I calcoli delle rate vengono stabiliti in base a un coefficiente di ammortamento, predeterminato in base alla vita utile e alla tipologia del bene, e che consiste in una percentuale da applicare ogni anno sul costo del bene.

Quali sono le formule dell’ammortamento?

Le formule per calcolare le quote di ammortamento annue dipendono dal metodo utilizzato:

  • Ammortamento costante, Quota annua = Costo del bene / Anni di vita utile
  • Ammortamento decrescente, Quota annua = Valore contabile residuo x Coefficiente di ammortamento
  • Ammortamento a quote variabili, Quota annua = Costo del bene x (Unità di utilizzo del periodo / Unità totali stimate di utilizzo)

Esempio di ammortamento

Un esempio di ammortamento a quote costanti potrebbe essere il caso di un’azienda che acquista un macchinario per 100.000 euro e che prevede di utilizzarlo per cinque anni. La vita utile prevista del macchinario è quindi di cinque anni.

Per calcolare le quote di ammortamento, l’azienda può utilizzare un tasso di ammortamento del 20%. Ciò significa che il valore del macchinario verrà ridotto del 20% ogni anno.

La prima quota di ammortamento sarebbe di 20.000 euro (100.000 euro x 20%), ovvero il 20% del valore totale del macchinario.

Nel secondo anno, la seconda quota di ammortamento sarebbe di 16.000 euro (80.000 euro x 20%), ovvero il 20% del valore residuo del macchinario.

Questo processo continua fino a che il valore del macchinario non viene completamente ammortizzato alla fine del quinto anno.

In questo esempio, le quote di ammortamento aiutano l’azienda a rappresentare il costo del macchinario come una spesa per l’azienda ogni anno, e queste quote possono essere utilizzate per calcolare le detrazioni fiscali a cui l’azienda ha diritto.

Ammortamenti e costi deducibili

I costi deducibili variano a seconda che si tratti di beni materiali o immateriali. 

I beni materiali sono deducibili secondo coefficienti predeterminati, che vengono dimezzati nell’anno di entrata in funzione del bene. La deducibilità è totale qualora il costo del bene non superi i €516,46. 

La deducibilità dei beni immateriali è disciplinata dall’art. 103 del TUIR e varia in base alla tipologia:

  • Le quote di ammortamento di diritti d’autore, brevetti, processi e know-how sono deducibili fino al 50% del costo.
  • Quelle relative ai marchi d’impresa e all’avviamento non possono superare un diciottesimo del costo annuo.
  • Per i diritti di concessione e altri diritti iscritti in bilancio, la deducibilità corrisponde alla durata di utilizzazione prevista dal contratto o dalla legge.

Ammortamenti e contabilità

Anche il modo di tenere la contabilità varia a seconda della natura dei beni. 

Nel caso di beni immateriali si usa solitamente l’ammortamento diretto, che prevede la sottrazione della quota dal relativo conto patrimoniale - quello che registra il valore delle risorse di un’impresa. 

Nel caso dei beni materiali si utilizza solitamente l’ammortamento indiretto, che consiste in una rettifica del costo pluriennale del bene. Le quote stanziate confluiscono nel fondo ammortamento, una voce rettificativa dell’attivo nello stato patrimoniale, che evidenzia il valore già ammortizzato del bene.

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FAQ

Che cos’è l’ammortamento dei macchinari?

L’ammortamento dei macchinari è un procedimento contabile che ripartisce il loro costo d’acquisto su più esercizi. La durata della ripartizione segue la vita utile prevista per il bene.

Come si effettua il calcolo dell’ammortamento dei macchinari?

Si prende il costo del macchinario (al netto dell’IVA detraibile) e si applica il coefficiente fiscale previsto, in genere 20% l’anno. Nel primo anno la quota è ridotta della metà, poi si prosegue a quota piena fino a completare l’ammortamento.

In quanti anni si ammortizzano i macchinari?

I macchinari si ammortizzano generalmente in 5 anni, con un coefficiente di ammortamento fiscale del 20% annuo. Questo significa che ogni anno si può dedurre il 20% del costo dal reddito imponibile, fino alla completa deduzione in 5 esercizi.

Che cos’è l’ammortamento dei beni strumentali?

L’ammortamento dei beni strumentali è un procedimento contabile e fiscale che ripartisce il loro costo su più esercizi. Si applica ai beni utilizzati a lungo termine nell’attività d’impresa o professionale.

Come si effettua il calcolo dell’ammortamento dei beni strumentali?

Si prende il costo del bene (al netto dell’IVA detraibile) e si applica la percentuale prevista dalla normativa per quella specifica tipologia. Ad esempio, con un coefficiente del 20% il bene viene ammortizzato in 5 anni.

Cos’è la quota di ammortamento?

È la somma che ogni anno viene registrata come costo per ripartire nel tempo il valore di un bene strumentale. Si ottiene applicando al costo del bene la percentuale di ammortamento prevista dalla normativa.

Qual è un esempio di ammortamento fiscale?

Se acquisti degli arredi per ufficio dal valore di 30.000 €, con coefficiente di ammortamento del 12% annuo, potrai dedurre 3.600 € all’anno per otto anni e la quota residua di 1.200 € al nono anno.

Che cos’è l’ammortamento di un investimento?

È il processo con cui il costo di un investimento viene ripartito su più anni. Ogni anno si imputano quote a bilancio per rifletterne l’uso e ridurne progressivamente il valore contabile.

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