Le dimissioni per giusta causa sono una tipologia di interruzione del contratto di lavoro che può essere presentata da un dipendente al proprio datore di lavoro. Scopri quando si possono configurare e la procedura da seguire per darle.

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Cosa sono le dimissioni per giusta causa?

Le dimissioni per giusta causa rappresentano una particolare forma di cessazione del rapporto lavorativo, disciplinata dall'articolo 2119 del Codice Civile italiano. Si verificano quando il lavoratore, a causa di gravi inadempienze o comportamenti scorretti del datore di lavoro, decide di interrompere immediatamente la propria attività, senza rispettare il periodo di preavviso generalmente previsto per le dimissioni ordinarie.

Questa tipologia di dimissioni è caratterizzata dall'impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo in modo sereno e costruttivo, a causa di circostanze che compromettono il legame di fiducia tra le parti.

Una volta rescisso il rapporto di lavoro, il lavoratore può rimettersi in gioco provando a concretizzare le proprie idee imprenditoriali oppure vedendo come guadagnare online da casa nel 2024.

Definizione legale di giusta causa

La giusta causa si configura come un evento o una condotta talmente grave da rendere impossibile la prosecuzione, anche temporanea, del rapporto di lavoro.

In altre parole, si tratta di una situazione eccezionale in cui il comportamento del datore di lavoro, o altri fattori legati all'ambiente lavorativo, causano un danno significativo al lavoratore, tanto da giustificare l’interruzione immediata del rapporto senza alcun preavviso.

Quando si configurano le dimissioni per giusta causa?

Vediamo alcune delle principali casistiche che caratterizzano le dimissioni per giusta causa.

Dimissioni per mancato pagamento dello stipendio

Una delle cause più frequenti è il mancato pagamento della retribuzione. Questa situazione si verifica quando il datore di lavoro non corrisponde gli stipendi dovuti, compromettendo la stabilità economica del lavoratore. In questo caso, la legge riconosce al dipendente il diritto di interrompere il rapporto di lavoro immediatamente, poiché il mancato pagamento costituisce una grave violazione contrattuale.

Dimissioni per mobbing

Il mobbing rappresenta un insieme di comportamenti vessatori e reiterati che compromettono l’integrità psicologica e fisica del lavoratore. Quando tali condotte rendono impossibile svolgere la propria mansione in modo sereno, il dipendente ha il diritto di dimettersi per giusta causa.

Cosa significa mobbing?

Il mobbing è una forma di abuso psicologico che si manifesta attraverso degli atteggiamenti ostili, denigratori o di esclusione nei confronti di un lavoratore. Tale comportamento scorretto può essere praticato da superiori, colleghi o subordinati, e spesso comporta isolamento, minacce, critiche ingiustificate o imposizione di condizioni lavorative umilianti.

Dimissioni per molestie sessuali

Le molestie sessuali sul luogo di lavoro rappresentano una grave violazione della dignità del lavoratore. Comportamenti inappropriati o avances non richieste, sia da parte di colleghi che di superiori, configurano una giusta causa per dimettersi dalla propria posizione senza alcun preavviso.

Dimissioni per comportamento ingiurioso del superiore

Insulti, umiliazioni pubbliche o atteggiamenti autoritari e offensivi da parte di un superiore configurano un comportamento ingiurioso. Questi episodi non solo ledono la dignità del lavoratore, ma minano il rapporto di fiducia tra le parti, giustificando le dimissioni per giusta causa.

Dimissioni per mancato versamento dei contributi

Il mancato versamento dei contributi previdenziali da parte del datore di lavoro rappresenta una grave inadempienza contrattuale, in quanto compromette i diritti previdenziali futuri del dipendente. Anche in questo caso, il lavoratore può recedere dal contratto con effetto immediato.

Dimissioni per trasferimento non giustificato

Se il datore di lavoro trasferisce il dipendente in una sede lontana senza delle comprovate esigenze tecniche, organizzative o produttive, come previsto dall’articolo 2103 del Codice Civile, il lavoratore può considerare tale decisione come una violazione del contratto e presentare le dimissioni per giusta causa.

Dimissioni per peggioramento delle condizioni lavorative

Il demansionamento ingiustificato o il peggioramento delle condizioni lavorative, come, ad esempio, una riduzione significativa delle mansioni o un ambiente di lavoro degradante, configurano un'altra giusta causa per le dimissioni. Questi comportamenti, infatti, spesso violano la normativa sul diritto alla tutela della dignità professionale del lavoratore.

Dimissioni per variazioni contrattuali dopo cessione azienda

In caso di cessione aziendale, il nuovo datore di lavoro deve rispettare gli accordi contrattuali preesistenti. Qualora vengano apportate delle modifiche peggiorative, il lavoratore può dimettersi per giusta causa, poiché le nuove condizioni non rispettano gli impegni precedentemente stabiliti tra le parti.

Dimissioni per giusta causa per motivi personali

Sebbene le dimissioni per giusta causa siano generalmente attribuibili a comportamenti scorretti del datore di lavoro, esistono anche delle situazioni eccezionali in cui alcuni motivi personali di particolare gravità, come dei problemi di salute personali o familiari, possono configurare una giusta causa. Tuttavia, tali motivazioni devono essere adeguatamente documentate, dimostrando l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo.

Come presentare le dimissioni per giusta causa

Per presentare le dimissioni per giusta causa è necessario seguire una procedura specifica, stabilita dal Jobs Act (articolo 26 del D.Lgs. 151/2015), al fine di garantirne la validità.

Raccolta delle prove per supportare la giusta causa

Prima di rassegnare le dimissioni per giusta causa, è essenziale documentare accuratamente i motivi che giustificano la cessazione immediata del rapporto di lavoro.

Queste prove possono comprendere:

  • Documenti ufficiali, come lettere che attestino il mancato pagamento dello stipendio, delle comunicazioni aziendali riguardanti dei trasferimenti non giustificati o delle modifiche contrattuali peggiorative.
  • Testimonianze, ad esempio dichiarazioni di colleghi o persone che hanno assistito a episodi di mobbing, molestie o comportamenti ingiuriosi.
  • Rapporti medici, ossia documenti che certifichino dei danni psicofisici derivanti da mobbing o da altre condizioni lavorative nocive.
  • Diffide formali, ovvero delle richieste scritte inviate al datore di lavoro per sollecitare la risoluzione delle problematiche riscontrate.

Invio tramite piattaforma telematica del Ministero

Dal 12 marzo 2016, le dimissioni per giusta causa devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica tramite il portale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

La procedura prevede i seguenti passaggi:

  1. Utilizzare le credenziali SPID o la Carta d’Identità Elettronica (CIE) per accedere al portale dedicato del Ministero.
  2. Inserire i dati richiesti, come il codice fiscale del datore di lavoro, l’indirizzo della sede lavorativa, la data di decorrenza delle dimissioni e selezionare l’opzione “Dimissioni per giusta causa”. Se richiesto, specificare i motivi delle dimissioni in modo sintetico, ma comunque chiaro.
  3. Caricare eventuali documenti di supporto (es. diffide o rapporti medici), qualora venga richiesto dal sistema.
  4. Una volta completata la compilazione, effettuare l'invio del modulo che verrà trasmesso automaticamente alla PEC del datore di lavoro e all’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Dopo aver presentato le dimissioni per giusta causa, il lavoratore ha la possibilità di revocare la comunicazione entro 7 giorni dalla data di invio, utilizzando lo stesso portale telematico.

Dimissioni per giusta causa e preavviso

Le dimissioni per giusta causa rappresentano un’eccezione rispetto alla regola generale che impone al lavoratore di rispettare un periodo di preavviso.

Quando non è richiesto il preavviso

Il preavviso non è richiesto in caso di dimissioni per giusta causa, poiché la natura stessa delle situazioni che le determinano rende impossibile proseguire il rapporto anche solo temporaneamente.

Conseguenze di un mancato preavviso non giustificato

Se le dimissioni non rientrano nella giusta causa e il lavoratore lascia l’impiego senza rispettare il preavviso previsto dal contratto o dal CCNL, potrebbe dover pagare al datore di lavoro un’indennità risarcitoria pari alla retribuzione del periodo di preavviso non rispettato.

Inoltre, il datore potrebbe trattenere tale importo dalle spettanze finali, come il TFR o le mensilità aggiuntive, e negare alcune tutele economiche, come l’indennità sostitutiva del preavviso.

Effetti delle dimissioni per giusta causa

Le dimissioni per giusta causa comportano delle conseguenze significative sia per il lavoratore che per il datore di lavoro.

Diritti del lavoratore che si dimette per giusta causa

Con le dimissioni per giusta causa, il lavoratore ha diritto a una serie di agevolazioni, che possono variare in base alla tipologia contrattuale e alle specifiche circostanze.

Indennità di disoccupazione (NASpI)

Tra i principali diritti del lavoratore che si dimette per giusta causa vi è la possibilità di accedere alla NASpI (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego). Questa indennità è riconosciuta poiché le dimissioni per giusta causa, pur essendo un atto volontario, derivano da circostanze gravi e non imputabili al lavoratore.

Liquidazione del TFR e altre spettanze

Il lavoratore dimissionario per giusta causa ha diritto al trattamento di fine rapporto (TFR), insieme a tutte le spettanze economiche maturate durante il rapporto di lavoro, tra cui:

  • Retribuzioni non percepite;
  • Ferie e permessi non goduti;
  • Mensilità aggiuntive (tredicesima e quattordicesima, se previste dal contratto);
  • Indennità compensativa per il preavviso, equivalente alla retribuzione che il lavoratore avrebbe maturato nel corso del periodo di preavviso.

Rischi e sfide nel dimettersi per giusta causa

Le dimissioni per giusta causa possono presentare anche alcune difficoltà per il lavoratore, soprattutto nel caso in cui il datore di lavoro ne contesti la validità.

Il datore di lavoro può rifiutare le dimissioni per giusta causa?

Il datore di lavoro non può rifiutare formalmente le dimissioni per giusta causa, poiché si tratta di un atto unilaterale. Tuttavia, può contestarne la motivazione, trattandole come delle dimissioni volontarie. In tal caso, il datore potrebbe negare il pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso e di altre spettanze correlate.

Ricorso al sindacato o a un avvocato del lavoro

Se il datore di lavoro contesta le dimissioni per giusta causa, il dipendente ha la possibilità di:

  1. Rivolgersi a un sindacato: i sindacati offrono assistenza legale e consulenza gratuita o a costo ridotto, aiutando il lavoratore a intraprendere le azioni necessarie per far valere la propria posizione.
  2. Contattare un avvocato specializzato: un esperto in diritto del lavoro può valutare la situazione e avviare un procedimento legale al fine di ottenere il riconoscimento della giusta causa, il pagamento delle spettanze dovute o l’accesso alla NASpI.

Esempi pratici di dimissioni per giusta causa

Vediamo alcuni esempi pratici e dei suggerimenti su come affrontare le situazioni che configurano la giusta causa per le dimissioni.

Dimissioni per mancato pagamento dello stipendio: come agire

Quando il datore di lavoro non adempie all'obbligo fondamentale di retribuire i dipendenti, la legge consente al lavoratore di interrompere immediatamente il rapporto.

Prima di procedere, è opportuno inviare una diffida scritta al datore, indicando con chiarezza le retribuzioni che non sono state corrisposte. Se la situazione non viene risolta, il lavoratore può, a questo punto, presentare le dimissioni tramite la piattaforma telematica, specificando il mancato pagamento delle retribuzioni come giusta causa.

Dimissioni per mobbing: casi frequenti e prove necessarie

Il lavoratore vittima di mobbing deve raccogliere delle prove concrete, come testimonianze di colleghi o documentazione scritta che certifichi gli episodi subiti. Consigliamo, inoltre, di conservare eventuali certificati medici in grado di dimostrare il disagio psicofisico derivante dalla negativa situazione lavorativa.

Una volta acquisiti questi elementi, il lavoratore può procedere con le dimissioni per giusta causa, seguendo la procedura telematica per la presentazione. In caso di contestazione da parte del datore di lavoro, le prove raccolte saranno essenziali per confermare la validità dell'interruzione del rapporto di lavoro.

Dimissioni per molestie sessuali: tutela legale

Nel caso in cui il lavoratore sia vittima di molestie sessuali, è importante documentare accuratamente ogni episodio, conservando messaggi o altre comunicazioni che dimostrino i comportamenti subiti.

Il lavoratore può, quindi, segnalare formalmente l'accaduto al datore di lavoro o al responsabile delle risorse umane e, se le molestie persistono, presentare le dimissioni per giusta causa.

Altri esempi di dimissioni valide per giusta causa

Esistono diversi altri casi in cui il lavoratore può dimettersi per giusta causa, come un demansionamento ingiustificato, un trasferimento immotivato, il mancato versamento dei contributi previdenziali o delle variazioni contrattuali peggiorative dopo una cessione aziendale. In tutte queste circostanze, è fondamentale seguire le procedure previste dalla normativa in modo da tutelare pienamente i propri diritti.

Cosa fare dopo le dimissioni per giusta causa

Le dimissioni per giusta causa rappresentano una scelta difficile ma, in molti casi, necessaria per tutelare i propri diritti e la propria dignità lavorativa. Vediamo, quindi, alcuni consigli su cosa fare una volta interrotto il rapporto di lavoro.

Trovare un nuovo lavoro

Dopo aver rassegnato le dimissioni per giusta causa, il primo passo è valutare le opportunità professionali disponibili sul mercato. Per agevolare la ricerca, è fondamentale aggiornare il curriculum vitae (CV) e redigere una lettera di presentazione che valorizzi le tue competenze e le esperienze più rilevanti.

L’utilizzo di piattaforme online specializzate, come LinkedIn o siti dedicati alle offerte di lavoro, può essere molto utile per individuare nuove opportunità professionali.

Ti consigliamo, inoltre, di partecipare a eventi di networking o di contattare direttamente le aziende che operano nel settore di tuo interesse. I centri per l’impiego locali, infine, possono fornire un supporto prezioso per il reinserimento lavorativo, offrendo dei corsi di formazione e facilitando il contatto con i potenziali datori di lavoro.

Come richiedere la NASpI

Se hai interrotto il rapporto di lavoro per giusta causa, puoi richiedere la NASpI, l’indennità di disoccupazione, che costituisce un supporto economico essenziale durante il periodo di ricerca di un nuovo impiego.

La procedura per la richiesta è molto semplice: accedi al sito dell’INPS utilizzando le tue credenziali SPID, CIE o CNS, quindi compila il modulo per la domanda NASpI, specificando la motivazione delle dimissioni e allegando la documentazione richiesta, come la lettera di dimissioni e le eventuali prove della giusta causa.

Una volta presentata la domanda, l’INPS valuterà la tua posizione e, in caso di esito positivo, erogherà l’indennità mensilmente per un periodo variabile, in base ai contributi da te maturati.

Consigli per gestire al meglio il periodo di transizione

Il periodo successivo alle dimissioni per giusta causa può risultare emotivamente e finanziariamente impegnativo, ma può anche rappresentare un’occasione per riflettere sulle proprie priorità professionali.

È fondamentale adottare un atteggiamento proattivo, organizzando le giornate con attività utili, come l’aggiornamento delle competenze attraverso dei corsi di formazione online o l’esplorazione di nuovi settori lavorativi.

Una gestione oculata delle risorse finanziarie è altrettanto fondamentale: controlla con attenzione le spese che devi sostenere e utilizza l’indennità NASpI per far fronte alle necessità essenziali.

Riserva, inoltre, del tempo a momenti di pausa per gestire lo stress e ritrovare l’equilibrio psicofisico, dedicandoti a hobby o ad attività che ti appassionano. Questo approccio ti aiuterà ad affrontare con maggiore serenità le sfide del cambiamento e a prepararti al meglio per il prossimo capitolo della tua carriera.

Domande frequenti

Quanti stipendi non pagati servono per poter richiedere le dimissioni per giusta causa?

Non esiste un numero minimo di stipendi non pagati per richiedere le dimissioni per giusta causa. Anche un solo mancato pagamento può giustificare le dimissioni, purché rappresenti una grave inadempienza contrattuale e sia comprovato dalla dovuta documentazione. Tuttavia, la gravità della situazione deve essere valutata caso per caso.

Quali sono le differenze tra dimissioni volontarie e per giusta causa?

Le dimissioni volontarie derivano da una scelta personale del lavoratore e richiedono il rispetto del preavviso previsto dal contratto. Le dimissioni per giusta causa, invece, si verificano in presenza di gravi inadempienze da parte del datore di lavoro e consentono di interrompere il rapporto con effetto immediato, senza preavviso. Inoltre, le dimissioni per giusta causa danno diritto all'indennità di disoccupazione NASpI.

È obbligatorio avvisare il datore di lavoro per dimissioni per giusta causa?

No, non è obbligatorio avvisare il datore di lavoro in anticipo. Le dimissioni per giusta causa hanno effetto immediato, senza necessità di preavviso. Tuttavia, è essenziale seguire la procedura telematica per la loro presentazione e specificare chiaramente la motivazione.

Le dimissioni per giusta causa possono essere revocate?

Sì, il lavoratore ha il diritto di revocare le dimissioni per giusta causa entro 7 giorni dalla trasmissione della comunicazione telematica. La revoca deve essere effettuata utilizzando la stessa piattaforma e procedura adottata per l’invio delle dimissioni.

Come calcolare il periodo di mancato pagamento per dimissioni per giusta causa?

Il periodo di mancato pagamento per le dimissioni per giusta causa si calcola verificando le scadenze previste dal contratto o dal CCNL e confrontandole con le retribuzioni effettivamente ricevute. Anche un solo stipendio non pagato può giustificare le dimissioni, se rappresenta una grave inadempienza. Abbi cura di documentare il mancato pagamento tramite buste paga ed estratti conto in modo da supportare la tua posizione.

Quali sono i rischi legali per il datore di lavoro in caso di dimissioni per giusta causa?

Un datore di lavoro che causa le dimissioni per giusta causa rischia di dover corrispondere l'indennità sostitutiva del preavviso, un eventuale risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale, e le spettanze economiche dovute al lavoratore (stipendi, ferie non godute, TFR). Inoltre, nei casi più gravi, può essere oggetto di sanzioni o denunce per condotte lesive, come mobbing o molestie.

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