Le spese di rappresentanza sono costi sostenuti per migliorare l’immagine aziendale e rafforzare i rapporti commerciali. In questo articolo scoprirai cosa sono, come funzionano e quali sono le novità fiscali introdotte nel 2025.

Contenuti

Cosa sono le spese di rappresentanza?

Le spese di rappresentanza comprendono costi finalizzati a migliorare l’immagine aziendale e a consolidare le relazioni d’affari. Non portano benefici immediati, ma favoriscono il posizionamento dell’azienda sul mercato e il rafforzamento dei rapporti commerciali.

Esempi comuni:

  • Cene istituzionali con clienti;
  • Regali aziendali di valore moderato come gadget, bottiglie di vino, agende personalizzate;
  • Visite guidate alla sede per partner e clienti;
  • Sponsorizzazioni culturali o eventi locali senza scopi pubblicitari diretti;
  • Offerta di servizi gratuiti (es. visite aziendali, degustazioni) per favorire i rapporti istituzionali.

È importante che tutte queste spese abbiano finalità rappresentative e siano proporzionate all’attività economica svolta.

Cosa è cambiato nella legge nel 2025

Dal 2025, le nuove disposizioni hanno introdotto l’obbligo di tracciabilità bancaria per la deducibilità delle spese di rappresentanza.

Questa novità riguarda esclusivamente le imprese che producono reddito d’impresa.

I professionisti che producono reddito da lavoro autonomo non sono soggetti a quest’obbligo di tracciabilità, ma devono comunque rispettare i criteri di inerenza e congruità.

Inoltre, l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli documentali: occorre conservare una prova chiara che giustifichi la natura e la finalità istituzionale della spesa, come chiarito dalla “Circolare 34/E 2022”.

Queste spese rientrano tra i costi deducibili solo se rispettano criteri di inerenza, congruità e documentazione tracciabile.

Chi può sostenere spese di rappresentanza?

Le spese di rappresentanza possono essere sostenute da:

  • Imprese individuali;
  • Società di persone o capitali (S.r.l., S.p.A.);
  • Professionisti e lavoratori autonomi.

Anche i professionisti possono dedurre tali spese, purché siano strettamente correlate all’attività svolta.

Ad esempio, un consulente che offre una cena di rappresentanza a potenziali clienti o un avvocato che regala un libro di Diritto durante un evento istituzionale rientrano tra le spese di rappresentanza dei professionisti.

In questo contesto, è importante ricordare che anche l’applicazione dell’IVA in Italia segue regole specifiche, soprattutto per quanto riguarda le modalità di detrazione e i limiti previsti per le diverse tipologie di spesa.

Tipologie di spese di rappresentanza

Le principali tipologie di spese di rappresentanza ammesse in deduzione, sempre nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dalla legge, includono una vasta gamma di costi sostenuti per finalità promozionali e relazionali. Tra le più comuni troviamo:

  • Regali aziendali: questa categoria include beni dati in omaggio a clienti o fornitori, come gadget di basso valore (penne, calendari), cesti natalizi, bottiglie di vino o articoli personalizzati. È essenziale rispettare il concetto di “modico valore”, da valutare in base alla dimensione e al settore dell’azienda.
  • Eventi aziendali: rientrano in questa tipologia i costi sostenuti per l’organizzazione e la realizzazione di eventi quali inaugurazioni di nuove sedi, open day per clienti e fornitori, convegni, seminari, meeting, cene sociali o fiere di settore non finalizzate alla vendita diretta ma alla promozione dell’immagine aziendale e al networking.
  • Ospitalità clienti: comprende le spese relative all’accoglienza di clienti, potenziali clienti o partner commerciali, come pranzi, cene, coffee break, colazioni di lavoro o soggiorni brevi in hotel in occasione di incontri d’affari, trattative commerciali, visite aziendali o partecipazione congiunta a eventi esterni.
  • Sponsorizzazioni culturali, artistiche o sportive: si tratta del supporto economico a eventi culturali, mostre d’arte, concerti, manifestazioni sportive o iniziative benefiche che contribuiscono a migliorare l’immagine e la reputazione dell’azienda, senza un ritorno pubblicitario diretto e immediato.

Spese di rappresentanza ad esempio che richiedono un’attenta valutazione e documentazione includono:

  • Omaggi offerti al pubblico indistinto o a specifiche categorie di persone durante conferenze, seminari, workshop di settore o eventi promozionali.
  • Biglietti gratuiti per eventi sportivi, spettacoli teatrali, concerti o manifestazioni culturali destinati a clienti o partner istituzionali.

Tutti questi esempi, per essere ammessi in deduzione, devono essere giustificati da una chiara finalità rappresentativa, documentati in modo preciso e conservati per eventuali controlli.

In alcune situazioni, anche le spese di viaggio sostenute per accogliere clienti o partecipare a eventi istituzionali possono essere considerate spese di rappresentanza, purché documentate e in linea con l’attività svolta.

Differenza rispetto alle spese di pubblicità

Le spese di pubblicità sono finalizzate direttamente a incentivare la vendita di prodotti o servizi.

Le spese di rappresentanza mirano invece a consolidare rapporti, costruire l’immagine istituzionale e migliorare la percezione aziendale, senza ritorni immediati o misurabili in termini di vendite.

Limiti e percentuali di deducibilità delle spese di rappresentanza

La deducibilità delle spese di rappresentanza è disciplinata dall’art. 108 TUIR e dal D.M. 19 novembre 2008: l’importo complessivo non può superare le soglie progressive calcolate sui ricavi (e altri proventi) dell’esercizio:

Fascia di ricavi annuiPercentuale massima deducibile
fino a 10 milioni €1,5%
quota eccedente 10 mln € e fino a 50 mln €0,6%
quota oltre 50 mln €0,4%

Esempio pratico:

se un’impresa fattura 12.000.000 €, potrà dedurre:

 • 1,5% di 10.000.000 € = 150.000 €

 • 0,6% di 2.000.000 € = 12.000 €

Totale massimo deducibile: 150.000 € + 12.000 € = 162.000 €

Il limite di deducibilità delle spese di rappresentanza assicura proporzionalità tra oneri sostenuti e dimensione aziendale, evitando abusi.

Precisazione sulla “spese di rappresentanza deducibilità 75%”

Talvolta si parla di spese di rappresentanza deducibilità 75%: in realtà non esiste un taglio forfettario al 75% per queste spese. L’onere è integralmente deducibile entro i limiti progressivi appena indicati, se inerenza e congruità sono dimostrate. La percentuale 75% riguarda invece il vitto-alloggio dei professionisti (art. 54 TUIR), che è una fattispecie diversa.

Per l’Iva sulle spese di rappresentanza vale la regola generale dell’indetraibilità (art. 19-bis 1, lett. h-bis, DPR 633/72).

Fanno eccezione:

  • Omaggi di modico valore ≤ 50 €: l’IVA è interamente detraibile. Gli omaggi di modico valore (≤ 50 €) consentono la detrazione integrale dell’IVA. In caso di omaggi composti da più beni (es. cesti natalizi), il limite dei 50 € si applica al valore complessivo dell’omaggio. Se il valore totale supera i 50 €, l’IVA non è interamente detraibile.
  • Spese di vitto e alloggio per ospiti o dipendenti collegate all’evento rappresentativo: detraibilità limitata al 50% (queste voci rientrano più propriamente tra i Costi deducibili ma seguono regole IVA diverse).

Ricorda che la detrazione è sempre subordinata alla corretta documentazione e al rispetto dell’inerenza con l’attività d’impresa. In caso di controlli, l’indetraibilità comporta il recupero dell’imposta, oltre a sanzioni.

Come avviene la deduzione delle spese di rappresentanza

Per dedurre correttamente le spese di rappresentanza è necessario:

  • Conservare fatture dettagliate che indichino la natura della spesa;
  • Allegare inviti ufficiali, lettere, fotografie dell’evento rappresentativo;
  • Registrare correttamente ogni spesa nei registri contabili aziendali (Costi deducibili).

È importante documentare anche eventuali spese di viaggio associate, come biglietti ferroviari o spese di soggiorno, che siano strettamente correlate a eventi di rappresentanza.

Errori da evitare:

  • Sostenere spese troppo elevate rispetto ai ricavi;
  • Mancanza di prove del nesso tra evento e attività aziendale;
  • Confondere spese di rappresentanza con spese promozionali.

Un’adeguata organizzazione documentale riduce sensibilmente il rischio di rilievi da parte degli organi di controllo.

FAQ

Le spese di rappresentanza possono essere dedotte al 100%?

Sì, possono essere dedotte integralmente, ma solo entro i limiti percentuali progressivi fissati dal D.M. 19 novembre 2008 (1,5% fino a 10 milioni € di ricavi, 0,6% sulla quota 10–50 milioni €, 0,4% oltre).

Qual è il limite di deducibilità delle spese di rappresentanza?

Il limite complessivo è calcolato applicando le percentuali 1,5% – 0,6% – 0,4% sui ricavi (e altri proventi) dell’esercizio. Esempio: con 500.000 € di ricavi, il tetto massimo deducibile è 7.500 € (1,5%).

Quali sono alcuni esempi di spese di rappresentanza?

 Alcuni esempi di spese di rappresentanza esempio includono:

  • Cene istituzionali con clienti;
  • Regali aziendali di valore modesto;
  • Sponsorizzazioni culturali senza finalità pubblicitaria immediata.

Cosa succede se si superano i limiti di deducibilità?

L’eccedenza è indeducibile ai fini IRES/IRPEF e IRAP. In caso di documentazione carente, l’Agenzia delle Entrate può recuperare l’imposta e applicare sanzioni fino al 240% dell’imposta accertata.

Leggi gli altri articoli:

Ultimi articoli