Scopri tutto su Resto al Sud 2025: requisiti, attività finanziabili, vantaggi e come presentare domanda per ottenere il finanziamento.

Contenuti

Resto al Sud 2025: requisiti e agevolazioni 

Resto al Sud è un incentivo pubblico destinato a sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno, tra cui Calabria, Campania, Molise, Puglia, Abruzzo, Basilicata, Sardegna e Sicilia, oltre ad alcune aree dell’Italia Centrale. 

Gestito da Invitalia, il programma offre un finanziamento composto da un contributo a fondo perduto e un finanziamento agevolato, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo economico delle zone coinvolte. 

Possono usufruire di questo servizio giovani e adulti fino ai 55 anni che vogliono avviare un’attività nei settori della produzione, dei servizi, del turismo e del commercio. 

Il finanziamento copre fino al 100% delle spese ammissibili, comprese l'acquisto di attrezzature, la ristrutturazione e i costi di gestione. Ovviamente, per accedere all’incentivo, è necessario avere una partita IVA attiva.

Resto al Sud 2025: novità e vantaggi

Tra le novità del 2025, c’è sicuramente la platea ampliata dei settori ammissibili, con un’attenzione maggiore ai progetti innovativi e sostenibili. Ulteriori vantaggi saranno dati dalle procedure di accesso semplificate e dai tempi di valutazione più veloci, che permettono ai nuovi imprenditori di ottenere finanziamenti in tempi più brevi.

Requisiti e ammissibilità a Resto al Sud 2025

Per accedere al finanziamento di Resto al Sud 2025, i candidati devono rispettare dei requisiti specifici, che riguardano l’età, la residenza e la situazione lavorativa. 

Chi può fare domanda a Resto del Sud?

Questo finanziamento è riservato a diversi tipi di soggetti, sia individui singoli che gruppi di persone interessate ad aprire un’attività. Nello specifico, possono effettuare la presentazione della domanda:

  • Persone fisiche: persone che intendono avviare un’attività imprenditoriale partendo da zero;
  • Imprese costituite dopo il 21 giugno 2017: per usufruire del finanziamento, queste imprese sono obbligate ad avere sede in una delle regioni ammissibili, come: Sicilia, Calabria, Sardegna, Basilicata, Campania, Puglia, Molise, Abruzzo, le isole minori del Centro-Nord Italia e 116 comuni delle aree del cratere sismico del Centro Italia, che includono alcune zone di Lazio, Marche e Umbria.
  • Società di persone, cooperative e società di capitali: a patto che la maggioranza delle quote e il controllo dell’impresa siano nelle mani di soggetti che rispettano i requisiti e residenza previsti dalla legge.

Un aspetto importante riguarda i professionisti:

  • Resto al Sud consente l'accesso sia ai professionisti individuali che a quelli organizzati in forma societaria, a condizione che non abbiano avuto una partita IVA attiva per attività analoga nei 12 mesi precedenti la domanda.
  • Sono escluse le attività libero-professionali solo se esercitate in forma individuale e con partita IVA attiva nel periodo indicato.

Tutti gli aspiranti imprenditori possono richiedere il finanziamento anche se quando presentano la domanda non hanno ancora costituito l’impresa. Tuttavia, le persone che trasferiscono la loro residenza, sono obbligate a farlo entro 60 giorni dall’approvazione della richiesta (120 giorni se residenti all’estero). 

Resto al Sud 2025: attività finanziabili

Resto al Sud finanzia una vasta gamma di attività imprenditoriali nei settori della produzione, dei servizi, del turismo e del commercio. I settori principali che possono ottenere il finanziamento sono i seguenti:

  • Produzione e artigianato: sono incluse aziende manifatturiere, officine artigianali, i laboratori di produzione alimentare, pesca e acquacoltura. Per fare qualche esempio, rientrano in questa categoria la lavorazione del legno e la ceramica artistica;
  • Servizi alle imprese e alle persone: ovvero le imprese che offrono consulenza aziendale, servizi digitali, marketing e assistenza alla persona (come asili privati o servizi per anziani);
  • Turismo e ristorazione: vengono finanziati anche gli agriturismi, i Bed & Breakfast, le case vacanza, le agenzie di turismo e i ristoranti che valorizzano i prodotti tipici locali; 
  • Commercio innovativo: il commercio al dettaglio tradizionale non è ammesso, ma si possono ottenere finanziamenti per i progetti che hanno un alto livello di innovazione, come gli e-commerce specializzati o le piattaforme digitali usate per la vendita di prodotti artigianali o agroalimentari. 

In questi ultimi anni, è stata data un’attenzione particolare ai progetti legati alla sostenibilità ambientale, come le aziende che operano nel settore delle energie rinnovabili, del riciclo o della mobilità sostenibile. 

Attività escluse da Resto al Sud 

Dal momento che questo programma ha lo scopo di favorire la creazione di imprese che generano valore economico e sociale sul territorio, non tutte le attività imprenditoriali possono accedere al finanziamento.

Le attività escluse dal finanziamento includono: 

  • Professioni in forma individuale: come medici, avvocati, commercialisti e liberi professionisti che operano senza una struttura societaria; 
  • Commercio tradizionale: ovvero negozi di abbigliamento, di alimentari o di elettronica senza elementi di innovazione tecnologica o digitale; 
  • Settore finanziario e assicurativo: banche, agenzie di prestiti e servizi assicurativi; 
  • Attività legate al gioco d’azzardo e scommesse: sono escluse le sale giochi, i centri scommesse e i bar con slot machine, in modo da evitare il sostegno ai settori considerati a rischio sociale; 
  • Attività estrattive e cave: la produzione di materiali come ghiaia, sabbia e pietre da costruzione non rispetta i principi di sviluppo sostenibile del programma. 

Finanziamenti e agevolazioni Resto al Sud

Il programma offre diversi tipi di spese per garantire agli imprenditori tutti gli strumenti necessari per avviare un’attività di successo. 

Cosa finanzia Resto al Sud 2025?

Resto al Sud prevede la copertura di diverse spese fondamentali per l’inizio di un’attività. 

Le spese ammissibili includono: 

  • L’acquisto di beni strumentali e attrezzature: ovvero macchinari, impianti, arredi, strumenti tecnologici e software indispensabili per il giusto svolgimento dell’attività; 
  • La ristrutturazione e l’adeguamento dei locali: le spese per gli interventi di manutenzione, ampliamento o riqualificazione di tutti gli immobili destinati all’attività sono coperti fino al 30% dell’impresa; 
  • L’acquisto di materie prime e di materiali di consumo: sono inclusi inoltre i beni necessari per la produzione, come stoffe per un laboratorio tessile o materiali edili per un’impresa di costruzioni; 
  • Gli investimenti in innovazione e digitalizzazione: sono incluse le spese legate allo sviluppo di piattaforme e-commerce, la creazione di applicazioni, gli strumenti per il miglioramento dell’efficienza o per l’automazione aziendale. 

Resto al Sud prevede la copertura fino al 100% delle spese ammissibili, suddivise come segue:

  • 50% contributo a fondo perduto: una quota che non deve essere restituita;
  • 50% finanziamento agevolato: un prestito bancario a tasso agevolato, garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi su questo prestito sono interamente coperti da Invitalia.

Questa suddivisione permette di ridurre il rischio imprenditoriale, favorendo lo sviluppo economico nelle aree ammesse.

Quanto si può ottenere con Resto al Sud? 

L’importo massimo del finanziamento varia in base al numero di soci e alla tipologia di impresa:

  • Per ogni richiedente: il finanziamento massimo è di 50,000 €
  • Per le imprese in forma individuale: il finanziamento massimo è di 60,000 €;
  • Per le società con più soci: il finanziamento può arrivare fino a 200,000 €.

Inoltre, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:

  • Di 15,000 € per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale; 
  • Fino a un massimo di 40.000 € per le società.

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Come presentare domanda per Resto al Sud 2025

Per accedere ai finanziamenti di Resto al Sud 2025 si deve seguire una procedura che prevede la presentazione di un progetto valido e dettagliato. Questo processo, gestito da Invitalia, è digitale. 

Guida passo passo alla domanda Resto al Sud

Ecco quali sono i principali passaggi:

  • Registrazione sul portale Invitalia: accedi al sito ufficiale di Invitalia, crea un account personale con SPID, CNS o CIE, in modo da garantire la sicurezza dell’identità; 
  • Compilazione della domanda: inserisci i tuoi dati anagrafici e quelli relativi all’impresa, specifica la tipologia dell’attività, e descrivi il progetto imprenditoriale evidenziando il mercato di riferimento, il modello di business e le potenzialità di sviluppo; 
  • Preparazione e caricamento dei documenti: per completare la domanda si devono allegare un business plan dettagliato, i preventivi di spesa, i programmi di spesa, un documento d’identità, il codice fiscale, la dichiarazione di residenza, l’atto costitutivo e lo statuto; 
  • Invio della domanda e attesa: dopo aver caricato tutti i documenti, non resta che inviare la domanda, di cui poi verrà comunicato l’esito via e-mail. 

Tempistiche Resto al Sud

Uno degli aspetti più importanti è sicuramente conoscere i tempi di valutazione e di erogazione dei fondi.

Tempi di valutazione della domanda

Dopo l’invio della domanda, Invitalia impiega circa 60 giorni per esaminare il progetto e rispondere. Fermo restando, però, che durante questo periodo i candidati possono essere contattati per chiarimenti sul business plan o l'integrazione documentale. 

Tempi di erogazione del finanziamento

Se viene approvata la domanda, il finanziamento avviene in due tranche:

  • Prima tranche: serve per avviare le prime spese e viene erogata subito dopo la firma del contratto; 
  • Seconda tranche: viene rilasciata solo dopo aver dimostrato l’avanzamento del progetto, che deve essere dimostrato attraverso fatture e documenti delle spese effettuate. 

Grazie alla digitalizzazione delle procedure e la semplificazione introdotta negli ultimi anni, i tempi di attesa sono stati ridotti rispetto al passato, rendendo così molto più veloce l’accesso ai fondi.

Casi di successo Resto al Sud: impara dalle migliori esperienze

Il programma Resto al Sud ha aiutato migliaia di nuovi imprenditori a trasformare le loro idee in attività di successo. Scopriamo quali sono alcune di queste storie di successo e quali sono le strategie da adottare.

Storie di successo Resto al Sud

Ecco un paio esempi concreti: 

  • Dal laboratorio artigianale all’e-commerce internazionale: un giovane imprenditore in Calabria ha usufruito dei fondi di Resto al Sud per avviare un laboratorio di ceramica artistica. Investendo in macchinari e in un e-commerce specializzato, adesso riesce a esportare i suoi prodotti in tutta Europa; 
  • Agricoltura innovativa in Sicilia: una giovane imprenditrice siciliana ha avviato una coltivazione di frutti esotici biologici, sfruttando il clima della regione. Questo finanziamento le ha dato l’opportunità di comprare attrezzature necessarie e di avviare una buona strategia di vendita tramite canali digitali, riducendo i costi di intermediazione.

Lezione dai casi di successo

Ecco quali sono le strategie che si devono adottare per avere successo:

  • Innovazione e digitalizzazione: l’innovazione digitale permette di ampliare il mercato e ottimizzare i processi produttivi; 
  • Valorizzazione del territorio: molti progetti riescono ad avere successo perché combinano tradizione e modernità, puntando su prodotti locali, artigianato e turismo; 
  • Sostenibilità e attenzione all’ambiente: le aziende che integrano soluzioni eco-friendly ottengono un grande riscontro, che sia nei finanziamenti o nell’apprezzamento da parte del mercato; 
  • Marketing e comunicazione digitale: la capacità di promuovere al meglio il brand è fondamentale. Avere una forte presenza online permette di raggiungere clienti oltre il proprio territorio; 
  • Networking e collaborazioni: le imprese che stringono partnership con altre aziende locali, enti pubblici o associazioni hanno beneficiato di un supporto maggiore. 

Resto al Sud: pro e contro

Come tutti gli incentivi pubblici, anche Resto al Sud presenta i suoi vantaggi e svantaggi. Vediamo quali sono nel dettaglio. 

Vantaggi del Resto al Sud

Il programma offre molti benefici, tra cui:

  • Accesso a un finanziamento agevolato: questo incentivo prevede fino al 75% di contributi a fondo perduto, riducendo così il rischio di investimento per i nuovi imprenditori;
  • Copertura si diverse spese: Resto al Sud finanzia beni strumentali, ristrutturazioni, materie prime, consulenze e digitalizzazione; 
  • Incentivo per le aree svantaggiate: crea un'opportunità di sviluppo e favorisce la crescita del Mezzogiorno e delle altre zone ammesse; 
  • Supporto: Invitalia, per tutta la durata del finanziamento, offre supporto nella presenza della domanda e fornisce consulenze per lo sviluppo di un business plan; 
  • Flessibilità: la suddivisione in due tranche permette di gestire al meglio il finanziamento; 
  • Opportunità: essere un beneficiario di Resto al Sud permette di entrare in contatto con altre startup e PMI, creando così collaborazioni utili alla crescita dell’attività e favorendo il lavoro a tempo indeterminato. 

Svantaggi del Resto al Sud

Nonostante i numerosi vantaggi, Resto al Sud presenta anche qualche svantaggio, ovvero:

  • Burocrazia e tempi di attesa: la domanda richiede un business plan che può risultare difficile da preparare. Inoltre, i tempi di attesa sono generalmente di 60 giorni, ma l’operazione può richiedere fino a 6 mesi; 
  • Esclusione di alcuni settori: alcuni settori, come il commercio al dettaglio e i settori non innovativi sono esclusi dal finanziamento; 
  • Necessità di co-finanziamenti e sostenibilità nel lungo periodo: una quota è costituita da un prestito bancario da restituire. Inoltre, i costi del personale non sono coperti, portando a problemi legati al pagamento dei dipendenti e al completamento del programma; 
  • Limitazioni geografiche: il programma è destinato a determinate regioni e province d’Italia, escludendo così chi vorrebbe avviare un’attività in un’altra parte del Paese. 

Domande frequenti

Quali sono i requisiti di età e residenza per partecipare a Resto al Sud 2025?

Possono partecipare le persone tra i 18 e i 55 anni delle zone interessate. Chi non è residente deve trasferirsi in una delle aree entro 60 giorni, 120 se residente all’estero.

Quali documenti sono necessari per fare domanda per Resto al Sud 2025?

I documenti necessari sono un business plan dettagliato, i preventivi di spesa, un documento d’identità, il codice fiscale, la dichiarazione di residenza o impegno a trasferirsi, l’atto costitutivo e lo statuto.

Quanto tempo serve per ottenere il finanziamento di Resto al Sud 2025?

Generalmente, la valutazione della domanda richiede circa 60 giorni. L’intero processo, però, può richiedere dai 3 ai 6 mesi.

Cosa succede se non utilizzo tutti i fondi di Resto al Sud 2025?

Se non vengono utilizzati tutti i fondi forniti, si rischia una revoca parziale o totale del finanziamento con obbligo di restituzione dell'importo ricevuto. 

Posso richiedere un finanziamento di Resto al Sud 2025 anche se ho già un’attività?

Si può richiedere un finanziamento solo se l’attività già esistente è stata costituita dopo il 21 giugno 2017.

Come si calcola l’importo del finanziamento di Resto al Sud 2025?

L’importo del finanziamento di Resto al Sud 2025 varia in base al tipo di impresa e al numero dei suoi soci. Questo finanziamento copre una parte delle spese a fondo perduto, mentre il resto viene concesso come prestito agevolato.

Chi posso contattare per assistenza su Resto al Sud 2025?

Per avere informazioni e ricevere supporto, si può consultare il sito ufficiale di Invitalia, chiamare il numero verde o consultare gli sportelli informativi locali nelle regioni ammesse. 

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