Il codice tributo 2501 è importante per il pagamento dell’imposta di bollo su libri e documenti fiscali. In questa guida scoprirai cos’è questo codice, quando utilizzarlo e come compilare correttamente il modulo F24 per evitare errori e sanzioni.

Contenuti

Codice tributo 2501: cos’è e a cosa serve?

Il codice tributo 2501 è l’identificativo utilizzato per il versamento dell’imposta di bollo su libri, registri e altri documenti fiscalmente rilevanti tenuti in formato elettronico.

È stato introdotto con il Decreto del 17 giugno 2014, che ha consentito di effettuare il pagamento del bollo in modo virtuale, tramite modello F24, senza dover applicare fisicamente la marca da bollo.

Questo codice va utilizzato ogni volta che i documenti contabili non sono redatti in formato cartaceo, ma gestiti digitalmente. In questi casi, infatti, l’imposta di bollo è calcolata in ragione di 16 € per ogni 2.500 registrazioni o frazione di esse, e deve essere versata annualmente in un’unica soluzione.

Ambito di applicazione

Il codice tributo 2501 si applica quando l’imposta di bollo è dovuta su documenti informatici fiscalmente rilevanti, ossia quei file che, secondo la normativa, devono essere conservati digitalmente a fini fiscali o contabili.

Tra questi rientrano in particolare:

  • il libro giornale, che registra in modo cronologico tutte le operazioni contabili di un’impresa
  • i registri IVA, come il registro delle fatture emesse o ricevute, obbligatori per chi è soggetto a IVA
  • altri libri e registri contabili previsti dalla legge, come il libro degli inventari, il libro dei cespiti ammortizzabili, ecc., purché gestiti in formato elettronico

Al contrario, il codice 2501 non si usa per i documenti in formato cartaceo. In questi casi, infatti, l’imposta di bollo si assolve in modo tradizionale, con marche da bollo o bollatura presso la Camera di Commercio.

L’identificativo non viene utilizzato nemmeno per i file digitali che non hanno rilevanza tributaria, ovvero che non rientrano tra quelli che la legge richiede di conservare ai fini fiscali (es. note interne, bozze, documenti non ufficiali).

Differenze rispetto ad altri codici tributo collegati all’imposta di bollo

Accanto al 2501 esistono altri due codici da utilizzare in situazioni specifiche delineati dalla Risoluzione n. 32/E del 23 marzo 2015:

  • il 2502 per il pagamento delle sanzioni legate al ritardo o all’omissione del versamento del codice tributo 2501
  • il 2503 per il versamento degli interessi in caso di regolarizzazione tardiva del medesimo tributo

Questi codici si usano, ad esempio, quando si deve procedere con un ravvedimento operoso, cioè quando il pagamento viene effettuato dopo la scadenza, ma in modo spontaneo.

Chi deve utilizzare il codice tributo 2501?

Sono tenuti a utilizzare il codice tributo 2501 tutti i soggetti che gestiscono la contabilità in formato digitale e che sono obbligati alla tenuta di libri nonché di registri ai fini fiscali.

Tra questi rientrano:

  • i liberi professionisti con Partita IVA, come avvocati, medici, architetti o consulenti
  • le società di persone, ad esempio una S.n.c. o una S.a.s.
  • le società di capitali, come una S.r.l., una S.p.A. o una S.a.p.a.
  • gli enti pubblici e privati, comprese cooperative, fondazioni, studi associati e intermediari finanziari

Codice tributo 2501: normativa di riferimento

L’utilizzo del codice tributo 2501 per il versamento dell’imposta di bollo sui documenti informatici è regolato da una serie di fonti normative.

Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 17 giugno 2014 - Articolo 6

All’articolo 6 del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 17 giugno 2014 viene stabilito che l’imposta di bollo su libri, registri e altri documenti fiscalmente rilevanti in formato digitale deve essere versata:

  • esclusivamente in modalità telematica
  • mediante modello F24
  • in un’unica soluzione
  • entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio cui si riferiscono i documenti

Il pagamento avviene secondo le regole previste dall’art. 17 del D.Lgs. 241/1997, che disciplina i versamenti unitari tramite F24.

Articolo 2215 del Codice Civile

Dal punto di vista civilistico, l’art. 2215 stabilisce che i libri contabili devono essere:

  • numerati progressivamente in ogni pagina
  • bollati solo se richiesto da leggi speciali

Nel contesto dei documenti informatici, questa norma serve a inquadrare l’obbligo in modo complementare. Se il documento è rilevante a fini fiscali e viene tenuto in formato digitale, si applica l’imposta di bollo non fisicamente, ma tramite il versamento elettronico usando il codice 2501.

Risoluzione n. 106/E del 2 dicembre 2014 - Agenzia delle Entrate

Con la risoluzione n. 106/E del 2 dicembre 2014, l’Agenzia delle Entrate ha istituito ufficialmente il codice tributo 2501, fornendo le istruzioni per la sua corretta compilazione all’interno del modello F24.

Nel documento viene specificato che il codice va inserito alla sezione “Erario”, in corrispondenza dell’importo da versare, e che il pagamento deve seguire le modalità nonché le scadenze previste dal decreto ministeriale.

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L’anno di riferimento e il codice tributo 2501

Quando si effettua il versamento dell’imposta di bollo utilizzando il codice tributo 2501, uno degli elementi fondamentali da indicare correttamente nel modello F24 è l’anno di riferimento.

Come indicare correttamente l’anno di riferimento?

L’anno di riferimento rappresenta l’anno d’imposta a cui si riferisce il versamento dell’imposta di bollo. Va inserito nel formato AAAA (ad esempio: 2025) e posizionato nella sezione “Erario” del modello F24, nella colonna specifica dedicata all’“Anno di riferimento”.

Attenzione: l’anno da indicare non è quello in cui si effettua materialmente il pagamento, ma quello a cui si riferiscono i documenti contabili o le registrazioni elettroniche per cui è dovuta l’imposta di bollo.

Per esempio, se si stanno versando i bolli relativi all’esercizio chiuso al 31 dicembre 2024, anche se il pagamento avviene nel 2025 (entro il 30 aprile), l’anno da inserire sarà 2024.

Errori più comuni da evitare

Per evitare che il modulo F24 venga respinto, tieni a mente questi errori comuni:

  • Utilizzare un formato scorretto. Il campo deve contenere esattamente quattro cifre (es. 2025). Non sono ammessi altri formati, come “25”, “2024/25” o “2025.00”.
  • Omettere l’anno del tutto. In alcuni casi, il contribuente dimentica di compilare il campo. Anche se può sembrare un dettaglio minore, l’omissione può rendere il pagamento non riconducibile all’imposta dovuta e quindi non valido.
  • Indicare un anno sbagliato per errore di digitazione. Un semplice refuso può trasformare un versamento corretto in una comunicazione errata. È importante, quindi, verificare sempre i dati prima di procedere con l’invio.

La compilazione del modello F24 con il codice tributo 2501

In base alle informazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, la compilazione del modello F24 quando si deve utilizzare il codice tributo 2501 è abbastanza semplice:

1. All’interno della sezione “Erario” nel campo “Codice tributo” inserisci l’identificativo 2501.

Come compilare il modello F24 con codice tributo  2501?

2. Il campo “Rateazione/regione/prov./mese rif.” deve essere lasciato vuoto.

3. Nel campo “Anno di riferimento” indica l’anno di imposta per cui stai effettuando il pagamento (es. “2025”).

Come compilare il modello F24 con codice tributo  2501?

4. Alla voce “Importi a debito versati” va inserito l’importo a debito da versare (es. “1000”).

Come compilare il modello F24 con codice tributo  2501?

5. La colonna “Importi a credito compensati” non deve essere compilata se non sono presenti degli importi da portare in compensazione.

6. Nel campo “Totale A” e “B” vanno inserite le somme degli importi a debito e a credito della sezione.

7. Nel campo “+/-” bisogna indicare il segno - se il Totale A è minore del Totale B altrimenti si deve inserire il segno +.

8. Alla voce “Saldo (A-B)” va indicato il saldo, ossia Totale A - Totale B.

Come compilare il modello F24 con codice tributo  2501?

9. Il campo “Codice ufficio” e “Codice atto” devono essere lasciati vuoti.

Esempio pratico di compilazione

Immaginiamo che una Srl debba versare l’imposta di bollo per l’anno 2024, relativa ai propri libri contabili informatici. L’importo da pagare è di 64 €.

Nel modello F24, la compilazione corretta sarà la seguente:

SezioneCampoValore
ErarioCodice tributo2501
Rateazione/regione/prov/mese[vuoto]
Anno di riferimento2024
Importi a debito versati64,00
Importi a credito compensati[vuoto]
Totale A64,00
Totale B[vuoto]
Segno+
Saldo (A – B)64,00
Codice ufficio / Codice atto[vuoti]

Ecco una rappresentazione visiva di come apparirebbe nel modulo:

Come compilare il modello F24 con codice tributo  2501?
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Pagamento e gestione del codice tributo 2501

Il pagamento dell’imposta di bollo deve essere eseguito entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio di riferimento (quindi, per esempio, il 30 aprile dell’anno successivo per gli esercizi solari).

Sono ammessi diversi canali per effettuare il versamento:

  • i servizi online dell’Agenzia delle Entrate (F24 web)
  • l’home banking attraverso la propria banca
  • gli intermediari abilitati, come commercialisti o consulenti fiscali

Il pagamento in contanti o per mezzo di moduli cartacei non è consentito per i titolari di Partita IVA.

Cosa succede in caso di ritardo o errori di pagamento?

Se l’imposta di bollo non viene versata entro i termini previsti, l’Agenzia delle Entrate può richiederne la regolarizzazione, applicando la sanzione ordinaria del 25% dell’importo non pagato.

Il contribuente, però, ha la possibilità di sanare spontaneamente l’irregolarità ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso. Attraverso questo meccanismo è, infatti, possibile effettuare il versamento tardivo con sanzioni ridotte e applicando gli interessi legali calcolati in base ai giorni effettivi di ritardo.

Errori più comuni

Gli errori più comuni che generano dei problemi nel pagamento dell’F24 con codice tributo 2501 sono:

  • l’inserimento errato del codice tributo o la compilazione della sezione errata nell’F24
  • un importo non corrispondente a quello dovuto (ad esempio, in caso di registrazioni parziali)
  • il mancato rispetto della scadenza annuale
  • la compilazione errata dell’“anno di riferimento”, che può rendere il pagamento non riconducibile all’imposta dovuta

Ravvedimento operoso e codice tributo 2501

Il ravvedimento operoso è uno strumento previsto dalla normativa fiscale italiana che permette di rimediare spontaneamente a errori o ritardi nei pagamenti dei tributi, beneficiando di sanzioni ridotte.

In sostanza, se un contribuente non versa l’imposta entro la scadenza prevista, può regolarizzare la propria posizione senza attendere un accertamento dell’Agenzia delle Entrate, evitando così l’applicazione delle sanzioni a pieno importo.

Cos’è il ravvedimento operoso e come funziona per il codice tributo 2501?

Il ravvedimento operoso, disciplinato dall’articolo 13 del Decreto Legislativo n. 472/1997, come modificato dal D.Lgs. 87/2024, consente al contribuente di regolarizzare un versamento tardivo pagando l’imposta dovuta, una sanzione ridotta in base ai giorni di effettivo ritardo e gli interessi legali calcolati sul periodo di mora.

Nel caso del codice tributo 2501, il versamento avviene sempre tramite il modello F24, utilizzando gli identificativi:

  • 2501 per l’imposta principale
  • 2502 per le sanzioni
  • 2503 per gli interessi

È importante ricordare che la regolarizzazione può avvenire solo finché l’Agenzia delle Entrate non ha notificato un atto di accertamento o di contestazione.

Termini e modalità di regolarizzazione

Per accedere al ravvedimento operoso, il contribuente deve calcolare correttamente la sanzione e gli interessi in base al periodo trascorso dalla scadenza del versamento.

Gli interessi legali si calcolano giorno per giorno, applicando il tasso vigente stabilito annualmente dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (pari al 2% per il 2025 - Decreto del MEF del 10.12.2024).

Ecco l’elenco dei passaggi operativi da effettuare:

  1. calcolare l’imposta di bollo dovuta
  2. determinare il numero di giorni di ritardo rispetto alla scadenza
  3. applicare la sanzione ridotta corrispondente alla fascia di ritardo
  4. calcolare gli interessi legali giornalieri
  5. versare il tributo, la sanzione e gli interessi con il modello F24

Differenze tra ravvedimento breve, medio e lungo

La sanzione varia in base al numero di giorni effettivamente trascorsi dalla scadenza originaria. Più tempestivo è il pagamento, quindi, più basso sarà l’importo della sanzione.

Ecco un riepilogo delle principali sanzioni di ravvedimento applicabili per violazioni successive al 1º settembre 2024:

Tipologia di ravvedimentoTermine di regolarizzazioneSanzione ridotta
Ravvedimento sprintEntro 14 giorni0,0833% al giorno (fino a 1,166% al 14° giorno)
Ravvedimento breveDal 15° al 30° giorno1,25% fisso
Ravvedimento intermedioDal 31° al 90° giorno1,39% fisso
Ravvedimento lungoDal 91° giorno a 1 anno3,12% fisso
Ravvedimento biennaleTra 1 e 2 anni3,57% fisso

Esempio pratico

Immaginiamo che una Srl debba versare 64 € di imposta di bollo per i registri contabili informatici relativi all’esercizio 2024. La scadenza è fissata al 30 aprile 2025, ma il pagamento viene effettuato in ritardo, il 20 maggio 2025 (quindi dopo 20 giorni dalla scadenza).

In questo caso si applica:

  • una sanzione fissa dell’1,25%
  • gli interessi legali calcolati giornalmente al tasso del 2% annuo

Il calcolo avverrà nel seguente modo:

VoceCalcoloImporto (€)
Imposta di bollo-64,00 €
Sanzione (1,25%)64 × 1,25%0,80 €
Interessi (20 giorni)64 × 0,02 × (20 ÷ 365)0,07 €
Totale da versare-64,87 €

Nel modello F24, sezione “Erario”, il contribuente dovrà, quindi, indicare:

  • Codice tributo 2501 → per l’imposta di bollo: 64,00 €
  • Codice tributo 2502 → per la sanzione: 0,80 €
  • Codice tributo 2503 → per gli interessi: 0,07 €
Come compilare il modello F24 con codice tributo  2501?

Tutti gli importi devono essere versati in un’unica soluzione e l’anno di riferimento da indicare nel campo apposito sarà 2024.

FAQ

Il codice tributo 2501 può essere usato anche dalle società estere con partita IVA italiana?

Sì. Il codice tributo 2501 può essere utilizzato anche dalle società estere con Partita IVA italiana, purché tengano i propri libri e registri contabili in formato elettronico e siano soggette agli stessi obblighi fiscali previsti per i contribuenti residenti.

In quali casi il codice tributo 2501 non deve essere utilizzato?

Il codice tributo 2501 non deve essere utilizzato quando i libri e i registri contabili sono tenuti in formato cartaceo o quando si versa un’imposta di bollo diversa da quella sui documenti informatici fiscalmente rilevanti.

Il codice tributo 2501 riguarda anche i professionisti senza partita IVA?

No. Il codice tributo 2501 riguarda solo i soggetti con Partita IVA obbligati alla tenuta di registri contabili. I professionisti senza Partita IVA non sono tenuti a versare l’imposta di bollo tramite questo codice.

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