Il codice doganale è essenziale per classificare correttamente le merci, calcolare la tariffa doganale ed evitare potenziali sanzioni. Scopri le differenze tra HS, CN e TARIC, come funziona il sistema e dove è possibile trovare gli identificativi.

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Cosa sono i codici doganali?

I codici doganali rappresentano delle sequenze numeriche che permettono di identificare con precisione ogni tipo di merce che transita negli scambi internazionali. Grazie a questi codici identificativi, le autorità doganali possono determinare immediatamente di quale prodotto si tratta, quali tariffe doganali applicare e se sono previste restrizioni, licenze obbligatorie o eventuali agevolazioni.

In altre parole, i codici doganali sono una sorta di “carta d’identità” della merce: indicano la categoria di appartenenza, la composizione, l’uso previsto e altri dettagli fondamentali per le operazioni di importazione ed esportazione.

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Come funzionano i codici doganali?

Una volta inserito nella dichiarazione doganale, il codice doganale consente al sistema di individuare tutte le misure da applicare alla merce: dazi, aliquote IVA, eventuali regimi agevolati, obblighi documentali o certificazioni richieste. L’identificativo attiva, quindi, un insieme di controlli automatici che variano in base alla tipologia del prodotto, al Paese di origine o destinazione e alla normativa in vigore.

Il processo è standardizzato e digitalizzato, ma richiede la massima precisione. Anche una lieve incongruenza, infatti, può generare errori nell’applicazione delle tariffe o nella verifica dei requisiti, con il rischio di blocchi in dogana, ritardi o sanzioni.

Per questo è fondamentale individuare correttamente il codice già in fase di pianificazione dell’operazione doganale, soprattutto per evitare complicazioni in ambito IVA in Italia, dove la corretta classificazione è strettamente legata all’applicazione dell’imposta e alla tracciabilità fiscale dei beni.

Com’è strutturato un codice doganale? HS e TARIC

Un codice doganale è composto da una sequenza numerica che può arrivare fino a 10 cifre. Ogni cifra (o gruppo di cifre) ha un significato ben preciso e contribuisce a descrivere nel dettaglio il prodotto a cui fa riferimento.

Prendiamo, ad esempio, l’identificativo 6206 9010 90:

  • Le prime 6 cifre (620690) rappresentano il Sistema Armonizzato (HS Code), riconosciuto a livello mondiale. In questo caso, identificano una camicetta da donna in lino.
  • La 7ª e 8ª cifra (10) fanno parte della Nomenclatura Combinata (CN), usata nell’Unione europea per definire con più precisione la categoria merceologica e per fini statistici.
  • La 9ª e 10ª cifra (90) costituiscono il codice doganale TARIC, cioè la Tariffa Integrata Comunitaria che aggiunge informazioni su eventuali misure supplementari, come i dazi antidumping, i contingenti tariffari, le agevolazioni e le restrizioni all’importazione o all’esportazione.

Questo sistema consente una classificazione estremamente precisa e condivisa tra tutti gli Stati membri dell’Ue e, nei primi sei numeri, anche a livello internazionale.

È importante, però, non confondere i tre livelli. Il codice doganale HS (o Sistema Armonizzato) è la base comune a tutti i Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale delle Dogane. La Nomenclatura Combinata (CN) è lo strumento che permette all’Unione europea di monitorare e regolamentare il proprio commercio interno ed esterno. Infine, il codice TARIC aggiunge degli ulteriori elementi giuridici e fiscali specifici per il territorio europeo.

In alcuni casi, al codice TARIC possono aggiungersi due o quattro cifre supplementari. Questi codici addizionali servono a indicare misure specifiche (come dazi antidumping, sospensioni tariffarie, preferenze commerciali o restrizioni particolari) previste da normative europee o nazionali.

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Come trovare il codice doganale corretto per le tue merci?

Il primo punto di riferimento in Italia per individuare il codice doganale corretto è il portale AIDA (Automazione Integrata Dogane Accise), gestito dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. All’interno del sito è, infatti, disponibile una sezione dedicata alla Tariffa Doganale TARIC, accessibile liberamente, con l’elenco dei codici doganali e pensata per supportare aziende e operatori economici nella classificazione delle merci.

La ricerca può essere effettuata in vari modi: navigando tra le varie sezioni merceologiche, inserendo le prime cifre di un codice già noto oppure digitando una parola chiave che descriva il prodotto.

Ad esempio, per trovare il codice relativo a una borraccia in acciaio, è sufficiente digitare “borraccia” o “acciaio” per visualizzare tutte le opzioni disponibili. Il sistema guida l’utente nella selezione del codice più adatto, indicando anche eventuali dazi, restrizioni o documenti da allegare alla dichiarazione doganale.

È bene ricordare che la scelta del codice doganale incide sulle aliquote IVA all’importazione, sui dazi applicabili e su eventuali agevolazioni, esenzioni o misure restrittive. Il trattamento IVA varia a seconda del tipo di operazione: nelle importazioni extra-Ue l’imposta si assolve in dogana secondo l’aliquota determinata dal codice TARIC, mentre negli acquisti intracomunitari (dove si utilizza la Nomenclatura Combinata ma non vi sono formalità doganali) opera il meccanismo del reverse charge.

La corretta classificazione è fondamentale anche per le imprese in contabilità semplificata, che devono registrare le operazioni nei registri IVA integrati, annotando l’IVA all’importazione e i dazi secondo quanto indicato nella bolletta doganale.

Il portale Access2Markets della Commissione europea

Un altro strumento utile è il portale Access2Markets della Commissione europea, particolarmente indicato per operazioni con Paesi extra-Ue. Questo database consente di incrociare il codice doganale con il Paese di origine o di destinazione, restituendo informazioni aggiornate sui dazi applicabili, gli accordi preferenziali, la documentazione necessaria e le statistiche sugli scambi commerciali.

L’aggiornamento con la pubblicazione della Nomenclatura Combinata

Entrambi i portali vengono aggiornati periodicamente, ma il momento più rilevante è la pubblicazione annuale della nuova Nomenclatura Combinata da parte della Commissione europea.

Solitamente tale aggiornamento avviene entro la fine del mese di ottobre, con entrata in vigore dal 1° gennaio successivo. La modifica può introdurre nuovi codici, variare le descrizioni di quelli già esistenti o eliminare gli identificativi non più validi.

Per le aziende, ciò significa che un valore utilizzato l’anno precedente potrebbe non essere più corretto o addirittura non esistere più nell’anno successivo. Per questo è fondamentale verificare sempre la validità del codice al momento in cui si effettua una determinata operazione.

Errori comuni con il codice doganale: cosa evitare?

Un errore piuttosto comune è considerare la descrizione riportata in fattura sufficiente per definire il codice doganale. In realtà, quel tipo di documento ha una funzione diversa e, se usato da solo, non garantisce una classificazione corretta. Per assegnare il codice giusto servono delle informazioni tecniche dettagliate, come la composizione, la funzione d’uso e la destinazione del prodotto.

Un altro aspetto spesso trascurato riguarda gli aggiornamenti normativi. La Nomenclatura Combinata viene rivista ogni anno, e non tenere conto delle modifiche può portare a usare dei codici superati e non più validi.

Le conseguenze? Classificare male una merce può significare pagare più del dovuto, incorrere in sanzioni o vedere la spedizione bloccata in dogana, con conseguenti costi aggiuntivi e ritardi nelle operazioni.

Codici doganali nella pratica: come si usano davvero?

I codici doganali sono uno strumento operativo che incide direttamente sulla gestione delle spedizioni, sulla pianificazione dei costi e sulla conformità delle procedure doganali.

Come utilizzare il codice doganale per calcolare le tariffe di import ed export?

Una volta individuato il codice corretto, è possibile determinare con precisione la tariffa doganale applicabile alla merce. Il codice, infatti, consente di conoscere l’aliquota del dazio, eventuali agevolazioni o esenzioni previste da accordi commerciali e le restrizioni legate al Paese di origine o destinazione.

Durante l’importazione, il codice permette di stabilire il dazio dovuto e di verificare la documentazione richiesta dalle autorità doganali. In fase di esportazione, invece, aiuta a identificare le misure da applicare nel Paese di destinazione e a prevedere eventuali agevolazioni derivanti da accordi preferenziali.

L’utilizzo corretto del codice doganale è, quindi, indispensabile per evitare errori di calcolo, blocchi in dogana o sanzioni, ma anche per pianificare in modo accurato costi e margini operativi.

Cos’è l’ITV e perché conviene richiederla?

Quando il prodotto da classificare presenta delle caratteristiche particolari o non è immediatamente riconducibile a una voce doganale ben precisa, può essere utile richiedere un’Informazione Tariffaria Vincolante (ITV).

L’ITV è una decisione formale, rilasciata dall’autorità doganale competente, che attribuisce a una specifica merce un codice doganale ufficiale. Ha validità per tre anni in tutti gli Stati membri dell’Ue ed è vincolante sia per l’autorità che l’ha emessa, sia per l’operatore economico.

Oltre a offrire una certezza giuridica, l’ITV tutela anche l’azienda da possibili contestazioni e semplifica la gestione doganale, soprattutto in caso di successivi controlli. Si tratta, quindi, di uno strumento particolarmente vantaggioso per le imprese che trattano regolarmente gli stessi prodotti o che esportano dei beni innovativi, personalizzati oppure difficili da classificare.

La richiesta può essere presentata online, senza costi, e rappresenta una misura preventiva intelligente per evitare spiacevoli imprevisti, garantendo una maggiore trasparenza e affidabilità nella relazione con le autorità doganali.

Differenze tra operazioni intra-Ue e con Paesi extra-Ue

Negli scambi intra-Ue, l’unione doganale elimina dazi e controlli alle frontiere, consentendo la libera circolazione delle merci tra gli Stati membri. Tuttavia, la Nomenclatura Combinata (CN) a otto cifre resta necessaria per la compilazione degli elenchi Intrastat, per fini statistici e per garantire la tracciabilità dei beni ai fini fiscali nei singoli Paesi.

Negli scambi con Paesi extra-Ue, invece, il codice doganale assume un ruolo decisivo. Da esso dipendono il calcolo dei dazi, la verifica di eventuali restrizioni o licenze e l’applicazione di misure commerciali specifiche, come i dazi anti-dumping o le agevolazioni derivanti da accordi preferenziali.

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