L’IVA in Italia è un’imposta che incide significativamente sul mercato sia per le aziende che per i consumatori finali. In questo articolo scoprirai cos’è l'IVA, a cosa serve, quali sono le aliquote attuali e come applicarle correttamente nel 2025.

Contenuti

Cos’è l’IVA in Italia?

L’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) è un’imposta indiretta che si applica sulla cessione di beni e servizi in tutte le fasi della produzione e della distribuzione, fino al consumatore finale, che ne sostiene interamente il costo. Introdotta con il D.P.R. 633/1972, ha sostituito l’Imposta Generale sulle Entrate (IGE) con l’obiettivo di uniformare il prelievo fiscale sui consumi e garantire una maggiore trasparenza nel sistema tributario.

A differenza delle imposte dirette, come l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) e l’IRES (Imposta sul Reddito delle Società), l’IVA non si calcola sul reddito, ma sui consumi. Ogni soggetto economico che partecipa al ciclo produttivo versa l’IVA solo sul valore aggiunto che ha creato, fino a quando il prodotto o servizio viene acquistato dal consumatore finale, il quale si fa carico dell'intero importo dell'imposta.

L’IVA si applica alla maggior parte delle operazioni economiche e segue un meccanismo di detrazione lungo la filiera produttiva:

  1. Produzione – Un’azienda acquista delle materie prime e paga l’IVA sull’acquisto. Nel momento in cui vende il prodotto finito, applica l’IVA sulla vendita, ma può detrarre l'imposta già pagata sulle materie prime.
  2. Distribuzione – Un distributore acquista il prodotto dall’azienda e paga l’IVA, che poi addebita ai commercianti. Anche il distributore può detrarre l’imposta già pagata.
  3. Vendita al consumatore finale – Il commerciante applica l’IVA sul prezzo di vendita. Il consumatore finale paga l’imposta, senza poterla portare in detrazione.

Riassumiamo, di seguito, il processo con un esempio pratico:

FasePrezzo nettoIVA (22%)Prezzo totale
Materia prima venduta dal fornitore100 €22 €122 €
Prodotto lavorato dal produttore200 €44 €244 €
Vendita al distributore300 €66 €366 €
Vendita al consumatore finale500 €110 €610 €

L’IVA pagata lungo la catena di produzione viene detratta dagli operatori economici, tranne che per il consumatore finale, il quale ne paga l’intero importo.

A cosa serve l’IVA?

L’IVA è una delle principali fonti di entrate fiscali per lo Stato italiano e ha un ruolo fondamentale nel finanziamento della spesa pubblica. Grazie alla sua applicazione su quasi tutte le transazioni economiche, permette di garantire delle entrate costanti e distribuite, sostenendo i servizi essenziali e gli investimenti pubblici.

L’IVA contribuisce al finanziamento di diverse aree cruciali per il funzionamento del nostro Paese, tra cui:

  1. Sanità pubblica
    • Copertura dei costi di ospedali pubblici, pronto soccorso e ambulatori
    • Finanziamento per cure mediche gratuite o a tariffa agevolata per i cittadini
    • Acquisto di strumentazioni sanitarie, farmaci e tecnologie mediche
    • Sostegno alla ricerca medica e alla prevenzione sanitaria
  2. Istruzione e formazione
    • Finanziamento di scuole pubbliche, università e istituti di formazione professionale
    • Stipendi per insegnanti e personale scolastico
    • Programmi di sostegno agli studenti, come borse di studio e libri di testo gratuiti
    • Costruzione e manutenzione degli edifici scolastici
  3. Infrastrutture e trasporti
    • Manutenzione e sviluppo di strade, autostrade, ponti e gallerie
    • Investimenti in ferrovie, metropolitane, autobus e sistemi di trasporto pubblico locale
    • Modernizzazione di stazioni ferroviarie, aeroporti e porti
    • Finanziamenti per la mobilità sostenibile e la riduzione dell’impatto ambientale
  4. Sicurezza e ordine pubblico
    • Finanziamento delle Forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza)
    • Sostegno a Protezione Civile, Vigili del Fuoco e interventi di emergenza
    • Manutenzione e costruzione di caserme, tribunali e carceri
    • Sistemi di sorveglianza per la sicurezza urbana e la lotta alla criminalità
  5. Servizi sociali e welfare
    • Sostegno alle famiglie e ai cittadini in difficoltà con bonus e agevolazioni
    • Finanziamenti per pensioni e assistenza sanitaria agli anziani
    • Aiuti per la disoccupazione e programmi di inserimento lavorativo
    • Sussidi per l’assistenza ai disabili e ai soggetti fragili
  6. Difesa e sicurezza nazionale
    • Budget per Forze Armate, missioni di pace e operazioni internazionali
    • Acquisto di mezzi militari e di strumenti tecnologici per la sicurezza nazionale
    • Protezione delle infrastrutture strategiche e operazioni di cyber-security
  7. Cultura e turismo
    • Finanziamento di musei, teatri, cinema e siti archeologici
    • Promozione del turismo nazionale e sostegno agli eventi culturali
    • Conservazione del patrimonio artistico e architettonico italiano

L’IVA è considerata un’imposta efficiente perché consente allo Stato di raccogliere entrate in modo graduale e costante. Essendo applicata a ogni fase della produzione e distribuzione, questa imposta permette di garantire un flusso continuo di risorse finanziarie. Consente, inoltre, di evitare le concentrazioni di carico fiscale in un unico momento.

Un altro aspetto fondamentale è la sua capacità di distribuire l’onere tra imprese e consumatori, evitando che il peso dell’imposta ricada solo su una categoria di contribuenti. Grazie al meccanismo di detrazione, inoltre, ogni operatore economico è incentivato a richiedere le fatture per poter recuperare l’IVA sugli acquisti, contribuendo così a contrastare l’evasione fiscale e garantendo una maggiore trasparenza nelle transazioni economiche.

Chi deve pagarla?

L’IVA viene pagata da tutti coloro che acquistano beni o servizi, ma il modo in cui viene gestita varia in base al soggetto economico coinvolto.

Consumatori finali

I consumatori finali pagano l’IVA direttamente al momento dell’acquisto. L’imposta è già inclusa nel prezzo di vendita del prodotto o servizio acquistato e non è detraibile.

Aziende e professionisti

Le imprese e i liberi professionisti hanno un ruolo sia di riscossione che di versamento dell’IVA. Questi soggetti, infatti, devono:

  1. Addebitare l’IVA ai clienti sulle vendite di beni o servizi.
  2. Detrarre l’IVA sugli acquisti effettuati per la loro attività.
  3. Versare al fisco la differenza tra l’IVA incassata sulle vendite e quella pagata sugli acquisti.

A seconda del regime fiscale adottato, la gestione dell’IVA cambia in modo significativo. Nel regime ordinario, l’IVA deve essere applicata su ogni vendita o prestazione di servizi e successivamente versata allo Stato secondo delle scadenze periodiche, generalmente mensili o trimestrali. Le imprese e i professionisti che rientrano in questo regime sono tenuti a registrare tutte le operazioni soggette a IVA, a presentare la dichiarazione annuale e a versare l’imposta dovuta al netto dell’IVA pagata sugli acquisti.

Diversamente, nel regime forfettario, riservato a piccoli imprenditori e professionisti con ricavi annui inferiori a una determinata cifra, l’IVA non viene applicata sulle fatture emesse e, di conseguenza, il contribuente non è tenuto né a versare né a detrarre l'imposta sugli acquisti. Questo semplifica notevolmente la gestione contabile, riducendo gli obblighi burocratici e agevolando le attività di piccole dimensioni.

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Tipologie di operazioni soggette a IVA

Le operazioni economiche si dividono in tre categorie principali in base alla loro relazione con l’IVA: imponibili, esenti e non imponibili.

Le operazioni imponibili sono quelle soggette all’IVA, il cui importo varia in base alla tipologia del bene o servizio. In questo caso, chi effettua la vendita applica l’IVA sulla fattura e la versa allo Stato, ma può detrarre l’IVA pagata sugli acquisti relativi alla propria attività. Rientrano in questa categoria la maggior parte delle vendite di beni e servizi effettuate sul territorio nazionale, come la cessione di prodotti commerciali, le prestazioni professionali e le forniture di beni di consumo.

Le operazioni esenti, invece, non prevedono l’applicazione dell’IVA sul prezzo finale, ma chi le effettua non può detrarre l’IVA sugli acquisti effettuati per l’attività. Questo vale, ad esempio, per servizi essenziali come quelli sanitari, educativi, bancari, finanziari e assicurativi. Sebbene il consumatore finale non paghi l’IVA su queste transazioni, chi eroga il servizio non può recuperare l’imposta sugli acquisti connessi, rendendo l’attività potenzialmente più costosa dal punto di vista fiscale.

Infine, le operazioni non imponibili riguardano transazioni che, pur essendo commerciali, non rientrano nel campo di applicazione dell’IVA italiana. Questo accade, ad esempio, per le esportazioni, ossia delle vendite destinate a clienti fuori dall’Unione europea e per le cessioni intracomunitarie, ovvero vendite di beni verso altri Paesi dell’UE a soggetti con partita IVA. In questi casi, l’IVA non viene applicata in Italia, ma il compratore è tenuto a versarla nel proprio Paese secondo la normativa locale.

Quanto è l'IVA in Italia

L’IVA in Italia viene applicata con diverse aliquote, che variano in base alla tipologia di beni e servizi acquistati.

Attualmente, le principali aliquote sono:

  • 22%: aliquota ordinaria, applicata alla maggior parte dei beni e servizi
  • 10%: aliquota ridotta, riservata a settori come il turismo, l'edilizia e alcuni generi alimentari
  • 5%: aliquota ridotta speciale per servizi sociali e beni di interesse pubblico
  • 4%: aliquota minima, applicata ai beni di prima necessità come prodotti alimentari di base e farmaci

Aliquota ordinaria (22%)

L’aliquota ordinaria del 22% è quella standard e viene applicata su tutti i beni e servizi che non rientrano nelle categorie agevolate. Questa percentuale è la più comune nel sistema fiscale italiano ed è quella che si applica di default ai beni di consumo non essenziali.

Esempi di beni e servizi soggetti al 22%

Alcuni esempi di beni e servizi soggetti all'IVA al 22% sono:

  • Elettronica: smartphone, computer, televisori, elettrodomestici
  • Abbigliamento e calzature: vestiti, scarpe, accessori di moda
  • Automobili e motocicli: veicoli nuovi e usati venduti da concessionari
  • Mobili e arredamento: divani, letti, tavoli, complementi d'arredo
  • Cosmetici e prodotti per la cura della persona: trucchi, profumi, creme di bellezza
  • Servizi professionali: consulenze di avvocati, commercialisti, architetti
  • Spettacoli e intrattenimento: cinema, concerti, eventi sportivi

Aliquote ridotte (10% e 5%)

Le aliquote ridotte sono applicate a beni e servizi considerati di rilevanza sociale o economica, al fine di ridurre l’impatto fiscale per i consumatori.

Settori di applicazione dell’aliquota al 10%

L’IVA al 10% si applica a diversi settori strategici, tra cui:

  • Turismo
    • Pernottamenti in hotel, B&B e strutture ricettive
    • Ristoranti, bar e servizi di catering
    • Biglietti per spettacoli teatrali ed eventi culturali
  • Edilizia
    • Ristrutturazioni di immobili residenziali
    • Manutenzioni ordinarie e straordinarie per abitazioni private
    • Fornitura di gas ed energia elettrica per uso domestico
  • Prodotti alimentari specifici
    • Carne, pesce, uova e latte conservato
    • Acqua minerale e bevande analcoliche
    • Birra e alcuni vini.

Settori di applicazione dell’aliquota al 5%

L’IVA al 5% è destinata a servizi e beni di interesse pubblico, tra cui:

  • Servizi sociali
    • Cooperative sociali che forniscono assistenza a persone disabili o svantaggiate
    • Servizi domiciliari per anziani e soggetti fragili
  • Beni di interesse pubblico
    • Prodotti per l’igiene femminile riutilizzabili (es. coppette mestruali)
    • Trasporto pubblico urbano su acqua (es. vaporetti a Venezia)
    • Tartufi freschi o refrigerati

Aliquota minima (4%)

L’IVA al 4% è l’aliquota più bassa e viene applicata ai beni essenziali per la vita quotidiana.

Quando si applica l’aliquota al 4%

L'IVA al 4% viene applicata alle seguenti tipologie di prodotti e servizi:

  • Generi alimentari di prima necessità
    • Pane, pasta, latte fresco, riso
    • Frutta e verdura fresca, cotta o surgelata
  • Farmaci e prodotti sanitari
    • Farmaci di uso comune e prodotti per neonati
    • Dispositivi medici essenziali
  • Libri e giornali
    • Libri cartacei e digitali
    • Quotidiani e riviste
  • Strumenti per persone con disabilità
    • Protesi, ausili per la mobilità, strumenti per la comunicazione

Come si calcola l’IVA attuale in Italia?

Il calcolo dell’IVA è un’operazione essenziale per imprese, professionisti e consumatori finali. Esso permette, infatti, di determinare l’importo dell’imposta da aggiungere ai prezzi di vendita o da scorporare quando si vuole conoscere il valore netto di un bene o di un servizio.

L’IVA può essere calcolata in due modi principali:

  • Aggiunta dell’IVA: per ottenere il prezzo finale di un prodotto o servizio
  • Scorporo dell’IVA: per determinare il prezzo al netto dell’imposta quando si ha già il totale comprensivo di IVA

Calcolo dell’IVA in fattura

Per calcolare l’IVA da applicare su un prezzo netto, si utilizza la seguente formula:

IVA = Prezzo netto × (Aliquota IVA ÷ 100)

Prezzo totale = Prezzo netto + IVA

Ad esempio, nel caso di un prodotto che ha un prezzo netto di 100 € e di aliquota al 22%, avremo:

  • IVA: 100 × (22 ÷ 100) = 22 €
  • Prezzo finale: 100 + 22 = 122 €

Per le fatture emesse da professionisti e aziende, l’IVA deve essere sempre indicata chiaramente all'interno del documento, distinguendo prezzo netto, IVA e prezzo totale.

Scorporo dell’IVA

Lo scorporo dell’IVA serve per calcolare il prezzo al netto dell’imposta quando si conosce solo il prezzo finale (comprensivo di IVA). Ciò è utile in contabilità per separare il valore imponibile dall’imposta dovuta.

La formula per lo scorporo è: Prezzo netto = Prezzo totale / (1+ (Aliquota IVA ÷ 100))

Ad esempio, nel caso di un prodotto il cui prezzo finale è di 122 € e di aliquota al 22%, avremo:

  • Prezzo netto: 122 ÷ 1,22 = 100 €
  • IVA scorporata: 122 − 100 = 22 €

Lo scorporo è particolarmente utile per aziende e liberi professionisti che devono calcolare l’IVA da versare o da detrarre.

Strumenti per calcolare l’IVA online

Per semplificare il calcolo dell'IVA, esistono diversi strumenti online gratuiti e applicazioni mobili che permettono di ottenere rapidamente il valore dell'imposta:

Calcolatori online

  • Learnn – Calcolatore Scorporo IVA: questo strumento consente di calcolare facilmente l'IVA scorporata da un importo. È utile per determinare sia l'importo dell'IVA inclusa in un prezzo sia il prezzo netto senza IVA.

App per smartphone

  • Calcolo IVA Facile: disponibile per Android e iOS, questa app permette di calcolare rapidamente l'IVA da aggiungere o scorporare.
  • IVA Calculator: un'app semplice e intuitiva per calcolare l'IVA su diversi importi, supportando varie tipologie di aliquote.
  • Finom: questa applicazione aiuta nella gestione della fatturazione e del calcolo dell'IVA, il che la rende ideale per liberi professionisti e piccole imprese.

Normative sull'aliquota IVA in Italia

L'Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) è disciplinata da un ampio quadro normativo che ne regola l’applicazione, le aliquote e gli obblighi per imprese e professionisti.

Riferimenti legislativi principali

L'IVA è stata introdotta in Italia con il D.P.R. 633/1972, andando a sostituire l'Imposta Generale sulle Entrate (IGE). Questo decreto ha definito il funzionamento dell’IVA, stabilendo le aliquote, le modalità di applicazione e gli obblighi per imprese e professionisti.

Il decreto disciplina:

  • Le operazioni imponibili, esenti e non imponibili, specificando quali transazioni sono soggette a IVA e quali ne sono escluse.
  • La fatturazione e la registrazione dell’IVA, regolando la corretta emissione delle fatture e la tenuta dei registri obbligatori.
  • La dichiarazione e il versamento dell’IVA, stabilendo scadenze e modalità di pagamento per imprese e professionisti.

Nel corso degli anni, il D.P.R. 633/1972 ha subito diverse modifiche con l'obiettivo di adeguarsi alle direttive dell’Unione europea e ai cambiamenti del sistema fiscale italiano.

D. Lgs. 18 dicembre 1997, n. 471 – Riforma del sistema sanzionatorio IVA

Il D. Lgs. 18 dicembre 1997 n.471 ha ridefinito il sistema delle sanzioni amministrative per le violazioni in materia di IVA, introducendo:

  • Sanzioni proporzionali all’importo evaso, con un’aliquota variabile dal 30% al 240% dell’IVA non versata.
  • Maggiori controlli sulle dichiarazioni per ridurre il fenomeno delle false detrazioni e delle frodi fiscali.
  • Semplificazioni per il ravvedimento operoso, permettendo ai contribuenti di sanare errori con penalità ridotte in caso di pagamenti effettuati in ritardo.

Legge di Bilancio 2020 – Obbligo di fatturazione elettronica per il regime forfettario

Dal 1° gennaio 2020, con la Legge di Bilancio 2020 la fatturazione elettronica è diventata obbligatoria anche per le imprese e i professionisti con partita IVA in regime forfettario.

Le principali novità introdotte sono:

  • Obbligo di emissione delle fatture elettroniche tramite il Sistema di Interscambio (SDI) dell’Agenzia delle Entrate.
  • Eliminazione della fattura cartacea, con registrazione digitale di tutte le operazioni.
  • Controllo automatizzato delle transazioni, facilitando la verifica della corretta applicazione dell’IVA e delle detrazioni.

L’estensione della fatturazione elettronica ha permesso una riduzione dell’evasione IVA e una maggiore efficienza nella gestione contabile delle imprese.

Legge di Bilancio 2023 – Modifiche alle aliquote ridotte

Con la Legge di Bilancio 2023, il governo ha aggiornato le aliquote ridotte per alcuni beni e servizi:

  • IVA ridotta al 5% per prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile, come latte in polvere, pannolini e assorbenti.
  • Aliquota al 10% per specifici beni agricoli e servizi turistici, al fine di sostenere dei settori strategici.
  • Esenzioni IVA per alcuni servizi sanitari, con una maggiore regolamentazione dei rimborsi per i farmaci.

Queste modifiche rientrano in un piano di adeguamento alla normativa UE, che mira a garantire un’applicazione uniforme dell’IVA tra gli Stati membri e a ridurre il peso fiscale sui beni di prima necessità.

Novità e aggiornamenti del 2025

Per l’anno 2025, sono stati introdotti alcuni aggiornamenti nei modelli di dichiarazione IVA, tra cui:

  • Scadenza prorogata: la dichiarazione IVA dovrà essere presentata tra il 1° febbraio e il 30 aprile 2025.
  • Semplificazione dei quadri: le sezioni relative al reverse charge e ai crediti d’imposta sono state ottimizzate per ridurre la complessità della compilazione.
  • Maggiori controlli telematici: è stata confermata la trasmissione telematica obbligatoria, con l’integrazione di nuovi controlli al fine di prevenire eventuali errori e incongruenze nei dati dichiarati.

Tra le altre novità, l’aliquota ridotta al 5% è stata estesa a specifici corsi sportivi e servizi di logistica, con l’obiettivo di incentivare questi settori strategici per l’economia del Paese.

Confronto con altri Paesi UE

L’IVA è un’imposta armonizzata a livello dell’Unione europea, ma ogni Stato membro ha una certa libertà nell’impostazione delle proprie aliquote e delle modalità di applicazione. Questo porta a delle differenze significative tra i vari Paesi, sia per quanto riguarda l’aliquota ordinaria, sia per le aliquote ridotte che per le esenzioni.

Vediamo nel dettaglio le principali differenze tra il sistema IVA italiano e quello di alcuni altri Stati membri dell’UE.

Aliquota ordinaria: come varia nei diversi Paesi della UE?

L’aliquota ordinaria è quella che si applica alla maggior parte dei beni e servizi. In Italia, è attualmente fissata al 22%, un valore in linea con molti altri Paesi europei, sebbene con alcune differenze:

  • Germania: 19%
  • Francia: 20%
  • Spagna: 21%
  • Paesi Bassi: 21%

Come si può notare, l’aliquota italiana è superiore a quella della Germania, che, con il 19%, applica uno dei tassi più bassi tra le principali economie europee. Tuttavia, ci sono anche Paesi che applicano delle aliquote ancora più alte: l’Ungheria, ad esempio, detiene il record con il 27%, mentre Danimarca e Svezia applicano un’aliquota del 25%.

Le differenze tra le aliquote ordinarie derivano dalle diverse strategie fiscali adottate dai governi. Alcuni Paesi preferiscono mantenere un'aliquota più bassa per incentivare i consumi, compensando con una tassazione maggiore su altri settori. Altri, invece, scelgono di raccogliere più entrate attraverso l’IVA, riducendo la pressione su imposte di diversa natura.

Aliquote ridotte: agevolazioni per specifici settori

Ogni Stato membro può applicare una o più aliquote ridotte per determinati beni e servizi considerati essenziali, come prodotti alimentari, farmaci, libri, trasporti pubblici ed energia.

In Italia, le aliquote ridotte sono:

  • 10%: per ristorazione, turismo, forniture di energia e gas per uso domestico
  • 5%: per alcuni beni e servizi di interesse pubblico, come le cooperative sociali e alcuni dispositivi sanitari
  • 4%: per generi alimentari di base, farmaci essenziali, libri e giornali

Se confrontiamo questo quadro con altri Paesi UE, troviamo notevoli differenze:

  • Francia:
    • 10%: per ristorazione, hotel e trasporti a lunga percorrenza
    • 5,5%: per alimenti di base e trasporti pubblici
    • 2,1%: per giornali, farmaci rimborsabili dal servizio sanitario e alcuni eventi culturali
  • Germania:
    • 7%: per generi alimentari, libri e trasporti pubblici
  • Spagna:
    • 10%: per trasporti, hotel, ristoranti e cultura
    • 4%: per alimenti essenziali, libri e farmaci

Si può notare come alcuni Paesi abbiano adottato aliquote più basse rispetto all’Italia per specifiche categorie di beni e servizi. Ad esempio, in Francia, giornali e farmaci essenziali beneficiano di un’aliquota ridotta del 2,1%, nettamente inferiore rispetto a quella applicata in Italia. In Germania, invece, gli alimenti e il trasporto pubblico sono soggetti a un’aliquota agevolata del 7%, più vantaggiosa rispetto al 10% previsto dal sistema fiscale italiano.

Regole sul reverse charge: un’applicazione differente nei vari Paesi

Il reverse charge (o inversione contabile) è un meccanismo che trasferisce l’obbligo di versare l’IVA dal venditore all’acquirente ed è spesso utilizzato al fine di combattere le frodi fiscali.

In Italia, si applica principalmente a:

  • Settore edilizio
  • Vendita di elettronica (ad es. smartphone e tablet)
  • Servizi di logistica

In altri Paesi europei l’inversione contabile risulta estesa a un numero maggiore di settori. In particolare:

  • In Germania viene applicato anche alla fornitura di beni e servizi tra imprese B2B per importi elevati.
  • In Francia è incluso anche il commercio di prodotti soggetti ad accise, come il tabacco e gli alcolici.
  • In Spagna viene utilizzato anche per operazioni immobiliari e per il settore della pubblicità.

L’Italia ha, quindi, un’applicazione più ristretta del reverse charge rispetto ad altri Paesi UE, limitando tale procedura a pochi settori, mentre in Germania e Francia viene usato più ampiamente al fine di ridurre il rischio di evasione.

Soglie di esenzione IVA per le piccole imprese

Un altro elemento di differenziazione tra i Paesi UE è la soglia di esenzione IVA per le piccole imprese. Alcuni Stati permettono ai lavoratori autonomi e alle microimprese di non applicare l’IVA se il loro fatturato annuo è inferiore a un certo limite. Tale soglia varia notevolmente da Stato a Stato:

  • Italia: 85.000 € (regime forfettario)
  • Germania: 22.000 €
  • Francia: 36.800 € per le prestazioni di servizi
  • Spagna: nessuna soglia, tutti i professionisti devono applicare l’IVA

In Italia, il regime forfettario consente alle piccole imprese e ai liberi professionisti con un fatturato inferiore a 85.000 € annui di non applicare l’IVA sulle proprie fatture, riducendo così la burocrazia e i costi amministrativi. Questo limite è più alto rispetto a quello tedesco (22.000 €) e francese (36.800 € per i servizi). La Spagna, invece, non prevede soglie di esenzione IVA, quindi tutti i professionisti e le imprese devono applicare l’IVA fin dal primo euro di fatturato.

Tipi di IVA per imprese e professionisti

L’IVA è un’imposta che incide sulle transazioni commerciali di imprese e professionisti, con obblighi fiscali diversi a seconda del regime fiscale adottato. Mentre le aziende e i liberi professionisti in regime ordinario sono tenuti alla liquidazione periodica dell’IVA, coloro che operano in regime forfettario sono esenti dal versamento e dalla detrazione dell’imposta.

Obblighi fiscali

Tutte le imprese e i professionisti che operano in regime ordinario o in regime semplificato sono tenuti a raccogliere l’IVA dai propri clienti e a versarla allo Stato attraverso la presentazione di dichiarazioni periodiche.

Quando e come presentare la dichiarazione IVA

La dichiarazione IVA deve essere presentata annualmente, in modalità telematica attraverso i servizi online messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate.

Gli aspetti chiave per la presentazione della dichiarazione sono:

  • Periodo di presentazione: dal 1° febbraio al 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento.
  • Obbligo di invio telematico: le dichiarazioni devono essere trasmesse esclusivamente per via elettronica, tramite il software dell’Agenzia delle Entrate o avvalendosi di intermediari abilitati (commercialisti, CAF, consulenti fiscali).
  • Dati richiesti: devono essere riportati i dettagli sulle operazioni imponibili, sulle detrazioni, sulle compensazioni e sugli eventuali crediti IVA maturati.

Scadenze per il pagamento dell’IVA

Il versamento dell’IVA può avvenire con cadenza mensile o trimestrale, a seconda del volume d’affari del contribuente. Di seguito, le modalità e le relative scadenze:

  • Versamento mensile: deve essere effettuato entro il 16 del mese successivo al periodo di riferimento (ad es. l’IVA di gennaio va versata entro il 16 febbraio).
  • Versamento trimestrale: riservato ai contribuenti con un volume d’affari annuo inferiore a 500.000 € per i servizi e 800.000 € per la vendita di beni. Le scadenze previste sono:
    • 16 maggio (primo trimestre)
    • 16 agosto (secondo trimestre)
    • 16 novembre (terzo trimestre)
    • 16 marzo dell’anno successivo (quarto trimestre, in sede di dichiarazione annuale)

I contribuenti trimestrali sono inoltre tenuti a versare un interesse dell’1% sugli importi dovuti.

Detrazione IVA e IVA a credito

Le imprese e i professionisti possono detrarre l’IVA sugli acquisti effettuati per l’attività lavorativa, andando così a ridurre l'importo dell’imposta da versare allo Stato.

Il principio della detrazione si basa sulla differenza tra IVA a debito (incassata sulle vendite) e IVA a credito (pagata sugli acquisti). A seconda del rapporto tra questi due importi, si possono verificare due situazioni:

  • Se l’IVA a debito è superiore all’IVA a credito, la differenza deve essere versata all’Agenzia delle Entrate.
  • Se l’IVA a credito supera l’IVA a debito, il contribuente può utilizzare l’eccedenza come credito d’imposta o richiederne il rimborso.

Vediamo un esempio pratico:

  • Un’azienda vende un prodotto a 1.220 € (1.000 € + 22% di IVA), incassando 220 € di IVA a debito.
  • Nello stesso periodo acquista beni per 610 € (500 € + 22% di IVA), maturando 110 € di IVA a credito.
  • L’IVA da versare sarà, quindi, pari a: 220 € - 110 € = 110 €.

I crediti IVA possono essere compensati con altre imposte (IRAP, contributi INPS) oppure richiesti a rimborso se superiori a 2.582,28 €.

IVA nel regime forfettario

Il regime forfettario è un regime fiscale riservato a professionisti e imprese con un fatturato annuo inferiore a 85.000 €. Chi aderisce a questo regime non è soggetto all’IVA, il che comporta alcuni vantaggi e svantaggi:

VantaggiSvantaggi
  • Non si applica l’IVA sulle fatture emesse.
  • Nessun obbligo di liquidazione IVA e dichiarazione annuale.
  • Contabilità semplificata rispetto al regime ordinario.
  • Non si può detrarre l’IVA sugli acquisti di beni e servizi.
  • Non si può recuperare l’IVA a credito.

Vediamo un esempio concreto per comprendere meglio la differenza tra regime forfettario e ordinario a riguardo dell'applicazione dell'IVA:

  • Un professionista in regime ordinario che acquista un computer da 1.220 € (1.000 € + 22% di IVA) può scaricare i 220 € di IVA.
  • Un professionista in regime forfettario, invece, non può detrarre l’IVA, quindi il costo effettivo del computer sarà di 1.220 € senza alcun recupero fiscale.

L’esenzione dall’IVA nel regime forfettario può rappresentare un vantaggio o uno svantaggio a seconda della tipologia di attività svolta. Da un lato, è particolarmente conveniente per chi ha spese ridotte e lavora prevalentemente con clienti privati, poiché l’assenza di IVA sulle fatture permette di rendere i prezzi più competitivi senza la necessità di applicare un’imposta aggiuntiva. 

Dall’altro lato, il regime forfettario può risultare meno conveniente per chi ha alti costi operativi, come, ad esempio, chi acquista frequentemente materiali, attrezzature o servizi da fornitori soggetti a IVA. In questi casi, l’impossibilità di detrarre l’imposta sugli acquisti comporta un aumento del costo effettivo delle spese, andando di conseguenza a ridurre i margini di guadagno rispetto a chi opera nel regime ordinario e può compensare l’IVA pagata con quella incassata dalle vendite.

Domande frequenti

Quali beni e servizi sono esenti da IVA in Italia?

In Italia, sono esenti dall'applicazione dell'IVA i servizi sanitari, educativi, culturali, finanziari, assicurativi, gli affitti abitativi, le attività no-profit e i giochi/scommesse. L’elenco completo dei beni e servizi esenti è disciplinato dal D.P.R. 633/1972.

Come si registra un'azienda per l'IVA in Italia?

Per registrare un'azienda ai fini IVA in Italia, è necessario aprire la Partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, indicando il codice ATECO corrispondente all’attività svolta e scegliendo il regime fiscale più adatto tra forfettario e ordinario. Successivamente, è obbligatoria l’iscrizione alla Camera di Commercio, oltre all’attivazione delle posizioni previdenziali e assicurative presso INPS e, se richiesto, INAIL. L’IVA deve essere applicata fin dalla prima fattura emessa, secondo le regole del regime fiscale scelto.

Quali documenti sono necessari per dichiarare l'IVA?

Per dichiarare l'IVA in Italia, è necessario disporre di tutta la documentazione fiscale relativa alle operazioni effettuate. In particolare, servono le fatture emesse e ricevute, i registri IVA relativi ad acquisti, vendite e corrispettivi, i modelli F24 per il versamento dell'imposta dovuta e le eventuali comunicazioni periodiche richieste dalla normativa. La dichiarazione IVA deve essere presentata online attraverso il portale dell’Agenzia delle Entrate, rispettando le scadenze previste dalla legge.

Cosa succede se non si paga l’IVA in tempo?

Il mancato pagamento dell’IVA entro le scadenze previste comporta l’applicazione di sanzioni variabili dal 30% al 240% dell’imposta dovuta, oltre agli interessi di mora calcolati in base ai giorni di ritardo. Tuttavia, è possibile regolarizzare la situazione tramite il ravvedimento operoso, operazione che consente di ridurre le sanzioni in proporzione al tempo trascorso dalla scadenza, a condizione che il versamento venga effettuato spontaneamente prima di eventuali accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Come funziona l'IVA per le transazioni internazionali?

Per le operazioni B2B (business-to-business) intra-UE, si applica il reverse charge (inversione contabile), che trasferisce l’obbligo di versamento dell’IVA al destinatario del servizio o bene acquistato. Nel caso di vendite B2C (business-to-consumer) intra-UE, invece, l’IVA viene applicata secondo le regole del Paese del venditore, salvo l’adesione al regime OSS/IOSS, che prevede il versamento dell’IVA nel Paese del consumatore finale. Le esportazioni verso Paesi extra-UE sono esenti da IVA, mentre le importazioni in Italia sono soggette all’IVA italiana, che deve essere versata in dogana o attraverso il meccanismo dell’integrazione contabile.

Cos’è il meccanismo del reverse charge in Italia?

Il reverse charge (inversione contabile) è un meccanismo che trasferisce l’obbligo di versare l’IVA dal fornitore al cliente. In Italia si applica a specifici settori, come edilizia, elettronica e logistica, con l'obiettivo di contrastare l’evasione fiscale.

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