Leggi il nostro articolo e scopri come variare o chiudere la tua Partita IVA, con focus su tempi, costi e adempimenti.

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Come chiudere la partita IVA

Per poter chiudere la partita IVA, ovvero un codice identificativo fiscale che serve per registrare un’attività economica, devi sapere quali sono gli obblighi contributivi da rispettare.

Principali elementi da considerare quando si vuole chiudere la partita IVA

Se anni fa hai attivato una partita IVA solo per poter aprire un'attività che ora desideri chiudere, gli elementi da rispettare per chiudere anche la partita IVA sono i seguenti:

Gli adempimenti contributivi

Quando decidi di chiudere la partita IVA, devi assicurarti di rispettare tutti gli obblighi contributivi necessari. Per esempio, devi assicurarti di pagare gli eventuali contributi previdenziali e assistenziali da versare fino alla fine dell’attività, utilizzando il tuo codice fiscale. Dovrai anche comunicare la chiusura della partita IVA all’Agenzia delle Entrate e la chiusura di una possibile attività alla Camera di Commercio tramite PEC.

Verificare la cessazione dell’attività

Un’altra cosa importante da verificare è l’effettiva cessazione dell’attività. Questo viene fatto perché può portare alla chiusura dei conti bancari aziendali, alla risoluzione dei contratti, e alla comunicazione di chiusura dell’attività a tutti i clienti e fornitori. Ricorda che devi comunicare la chiusura entro 30 giorni per evitare sanzioni.

Quanto costa chiudere la partita IVA

Effettuare la chiusura della partita IVA comporta dei costi molto importanti da considerare. Per chiudere la partita IVA, i costi variano a seconda della situazione e delle procedure, ma generalmente includono spese amministrative, consulenze professionali, e altri costi legati alla cessazione delle attività. 

il costo della chiusura della partita IVA dipende dal tipo di attività svolto: 

  • Libero professionista: se sei un libero professionista, chiudere la partita IVA non richiede alcun costo;
  • Ditta individuale: se sei una ditta individuale, invece, devi pagare € 35,50 alla Camera di Commercio, divisi così: € 18 per i diritti di segreteria e € 17,50 per la marca da bollo. 

Indennizzo per chi è iscritto alla gestione commercianti dell’INPS

Se sei iscritto alla gestione commercianti dell’INPS, ricevi un indennizzo di € 525, 38 ogni mese fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia. 

Per avere questo indennizzo, devi rispettare specifici requisiti, ovvero: 

  • Essere iscritto alla cassa previdenziale da almeno 5 anni; 
  • Almeno 62 anni se sei un uomo e 57 se sei una donna; 
  • Devi avere le prove di aver chiuso definitivamente l’attività. 

Eventuali spese burocratiche

Le spese burocratiche includono: 

  • I costi amministrativi: i costi amministrativi comprendono le spese per la compilazione e la presentazione dei moduli all’Agenzia delle Entrate;
  • Le consulenze professionali: potresti avere bisogno di una consulenza professionale, e quindi devi calcolare i costi necessari in base alla natura della situazione; 
  • La chiusura dei conti bancari aziendali: potrebbero esserci dei costi associati alla chiusura dei tuoi conti;
  • La risoluzione dei contratti: se hai dei contratti in corso, potrebbero esserci dei costi per la loro risoluzione.
  • Spese deducibili: alcune di queste, però, possono essere considerate spese deducibili nella tua dichiarazione dei redditi, quindi verifica quali spese puoi recuperare fiscalmente.

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Chiudere la partita IVA: passaggi necessari

Chiudere la partita IVA richiede una serie di passaggi. In questo paragrafo, vedrai quando è necessaria la variazione della partita IVA, il ruolo del codice ATECO, e tutte le tempistiche che devi rispettare.

Passaggi necessari per chiudere la partita IVA

I passaggi dipendono dal tipo di ditta o professione scelta. Vediamo quali sono:

Ditta individuale

Se hai una ditta individuale, le pratiche sono diverse in base all’anno. Se hai iniziato l’attività prima del 2010, devi compilare il modello AA9/12, che sia cartaceo o virtuale. Se hai iniziato l’attività dopo il 2010, invece, puoi usare ComUnica, modello che ti fa chiudere sia partita IVA che posizione. 

Libero professionista

Se sei un libero professionista non iscritto ad un albo professionale, ti basta compilare il modello AA9/12, indicare la data di chiusura della partita IVA, e infine inviarlo telematicamente, tramite posta, o direttamente a mano.

Se sei iscritto ad un albo, invece, devi comunicare al tuo ordine e alla cassa previdenziale di riferimento la chiusura della tua partita IVA. 

Quando è necessaria la chiusura o la variazione della partita IVA?

Esistono diverse situazioni in cui la chiusura o la modifica della tua Partita IVA è un passo obbligatorio. Di seguito vediamo i principali casi in cui questa operazione è richiesta: 

  • Cessazione dell’attività: Se smetti di svolgere la tua attività, dovrai chiudere la tua Partita IVA. In questo caso, la chiusura è obbligatoria, poiché non sarà più necessario un codice fiscale per l'attività non più operativa.
  • Modifiche importanti: se hai intenzione di modificare in modo significativo la tua attività, dovrai chiudere la partita IVA che già hai e aprirne una nuova. Ad esempio, se cambi il codice ATECO o se cambi la struttura legale della tua attività (ad esempio, passando da ditta individuale a società), dovrai aprire una nuova Partita IVA.
  • Inattività: l’Agenzia delle Entrate può procedere con la sua chiusura se la partita IVA non è attiva per oltre 3 anni. A chi risulta essere inattivo, viene inviata una comunicazione di chiusura della Partita IVA tramite lettera raccomandata. Se non sei d’accordo, puoi rivolgerti all'Agenzia delle Entrate entro 60 giorni per contestare la decisione.
  • Debiti: in caso di debiti non saldati, potrebbe essere necessario chiudere la tua partita IVA, in modo tale da regolare i debiti. Tuttavia, la chiusura della Partita IVA non è obbligatoria per la risoluzione dei debiti fiscali. La chiusura può essere parte di una procedura di liquidazione, ma non è sempre necessaria.

Il codice ATECO e la variazione della partita IVA

Il codice ATECO è fondamentale e identifica in modo univoco l’attività economica svolta da un lavoratore autonomo o da un'impresa. Di seguito vediamo quando è necessario cambiarlo e quando invece non è necessario.

Non è necessario modificare questo codice se le modifiche alla tua attività sono di natura minore. Ad esempio, potrebbe trattarsi di un cambiamento del nome o dell'indirizzo.

Se invece decidi di cambiare sostanzialmente la natura della tua attività, dovrai modificare anche il codice ATECO. Ad esempio, dovrai farlo se cambiano i prodotti e i servizi offerti, oppure se passi da un'attività di lavoro autonomo a una commerciale.

Tempistiche per la variazione della partita IVA

Se decidi di modificare la tua Partita IVA, è importante comunicare tempestivamente questa informazione all'Agenzia delle Entrate. Il termine per la comunicazione è di 30 giorni dalla modifica della tua attività o dal cambiamento della tua Partita IVA.

Il contribuente che non rispetta questo termine sarà sanzionato con una multa da 500 a 2000 euro (secondo l'articolo 5, comma 6 del Decreto Legislativo 471/97). La sanzione può essere ridotta fino a un quinto del minimo se l'obbligato provvede alla regolarizzazione della dichiarazione presentata entro trenta giorni dall'invito dell'ufficio.

Chiusura della partita IVA in regime forfettario

La cessazione della partita IVA in regime forfettario ha alcune specificità da considerare.

Nel regime forfettario, l’autofattura per autoconsumo è un aspetto molto importante da considerare. Essa implica la creazione di una fattura per i beni che vengono usati dal titolare dell’attività. Lo scopo di questo processo è quello di valorizzare i beni a prezzo di mercato e calcolare l’IVA come se fossero venduti ad altre persone. Ricorda che queste operazioni devono essere registrate in modo tale che vengano dichiarate e tassate nel modo giusto.

La gestione della merce residua, invece, è fondamentale. Quando la partita IVA viene chiusa, è necessario prendere una decisione sui beni rimasti in magazzino. Bisogna scegliere se venderli, donarli o utilizzarli come persona fisica. Anche qui le operazioni devono essere documentate per garantire trasparenza e conformità fiscale. Con la vendita dei tuoi beni potrai generare un reddito in più, mentre con le donazioni potrai offrire benefici fiscali. 

Chiusura d’ufficio della partita IVA inattiva

La chiusura d’ufficio è un procedimento avviato dalle autorità quando è necessario chiudere una partita IVA inattiva. Questo è un processo che prevede la verifica dell'attività e la notifica al titolare della partita IVA. Se la partita IVA viene lasciata inattiva per 3 anni, viene chiusa automaticamente dall’Agenzia delle Entrate senza sanzioni.

Esclusione dal VIES quando la partita IVA viene chiusa d’ufficio

Quando una partita IVA viene chiusa seguendo il procedimento della chiusura d’ufficio, l’attività viene direttamente esclusa dal VIES, che comporta l’impossibilità di effettuare operazioni intracomunitarie.

Limite alle compensazioni di una partita IVA inattiva

Se la tua partita IVA risulta inattiva, avrà dei limiti alle compensazioni. Questo vuol dire che non ti sarà più possibile utilizzare i crediti d’imposta usati per compensare i debiti fiscali.

Come verificare la cessazione dell’attività

Verificare la cessazione dell’attività è fondamentale se vuoi assicurarti che la partita IVA sia andata a buon fine. Per farlo, devi seguire due passaggi, ovvero:

  • Agenzia delle Entrate: devi accedere alla sezione dedicata alla verifica della partita IVA che fa parte dell’Agenzia delle Entrate per assicurarti che la cessazione sia stata registrata nel modo giusto.
  • Codice di cessazione: dopo aver completato questa procedura, riceverai un codice di cessazione, usato come indicatore per confermare la chiusura della tua attività. Ricordati di controllare e conservare questo codice, perché potrebbe servirti per eventuali verifiche future.

Quali sono le sanzioni per la mancata chiusura della partita IVA?

La mancata chiusura della partita IVA porta a delle sanzioni, che sono:

Sanzioni pecuniarie per la mancata chiusura della partita IVA

Le sanzioni pecuniarie variano in base alla gravità dell’infrazione. Generalmente, la mancata comunicazione porta a una sanzione che varia dai 516 € ai 2,065 €. La sanzione viene ridotta a ⅓ del minimo, e quindi a 172 €, se il pagamento viene effettuato entro 30 giorni dalla data di emissione della comunicazione dell’Agenzia delle Entrate.

Sanzioni per omesso versamento delle imposte

La mancata chiusura della partita IVA può portare anche a delle sanzioni per omesso versamento delle imposte. Questo significa quindi che potresti essere tenuto a pagare degli interessi di mora o altre penalità dovute alle imposte non versate entro i termini.

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