La PEC per Partite IVA è ormai uno strumento indispensabile per chi gestisce un’attività in Italia. Permette, infatti, di comunicare in modo ufficiale con enti pubblici, clienti e professionisti, garantendo valore legale e maggiore sicurezza rispetto a una semplice mail.
In questa guida scoprirai cos’è la PEC, quando è obbligatoria, quanto costa e come attivarla o recuperarla in pochi passaggi.
Che cos’è la PEC?
La PEC (Posta Elettronica Certificata) è una casella mail che consente di inviare e ricevere messaggi con valore legale, proprio come una raccomandata con ricevuta di ritorno. A differenza di una mail tradizionale, essa certifica data, ora e contenuto della comunicazione, garantendo che il messaggio arrivi al destinatario senza modifiche.
Quando invii una PEC, ricevi una ricevuta di accettazione e una ricevuta di consegna, entrambe con pieno valore probatorio in caso di controversie.
In Italia, la sua validità è riconosciuta dal DPR n. 68/2005 e dal D.Lgs. 82/2005 (Codice dell’Amministrazione Digitale), che la considera uno strumento ufficiale per le comunicazioni tra cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione.
Scopri il nostro conto businessPartita IVA e PEC: cosa dice la legge?
Secondo la normativa italiana, chi apre un’attività professionale o imprenditoriale deve dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata per ricevere comunicazioni ufficiali da enti pubblici e clienti.
L’obbligo è stato introdotto dall’art. 16 del Decreto Legge n. 185/2008, successivamente ampliato dall'art. 5 del D.L. n. 179/2012 e rafforzato dall'art. 37 del D.L. n. 76/2020. Oggi riguarda:
- liberi professionisti iscritti a un albo professionale (come avvocati, medici o architetti)
- imprese individuali e società di persone o di capitali iscritte al Registro delle Imprese
- enti della Pubblica Amministrazione
La PEC obbligatoria per Partita IVA: chi deve averla?
La PEC obbligatoria per Partita IVA riguarda ormai la maggior parte delle attività. Oggi quasi ogni nuova apertura di Partita IVA, sia come libero professionista che come impresa, deve essere accompagnata da un indirizzo di posta elettronica certificata valido e attivo.
Le società e le ditte individuali iscritte alla Camera di Commercio sono obbligate a comunicarla al momento della registrazione. Lo stesso vale per i professionisti iscritti a un ordine, che devono fornire la PEC al proprio Albo, pena la sospensione.
Chi, invece, opera in regime forfettario senza iscrizione né a un albo né al Registro Imprese non è soggetto all’obbligo, ma avere una PEC resta fortemente consigliato per semplificare le comunicazioni con clienti e Pubblica Amministrazione.
Il Registro delle Imprese verifica automaticamente la presenza della PEC: se assente o scaduta, applica sanzioni da 60 a 412 € e assegna d'ufficio un indirizzo tipo email protected.
PEC e fatturazione elettronica
Oltre alle comunicazioni ufficiali, la PEC è molto utile anche per gestire la fatturazione elettronica. Chi emette documenti verso la Pubblica Amministrazione deve utilizzare il formato Fattura PA, che può essere inviato direttamente via PEC all’indirizzo dello SdI.
Per i lavoratori autonomi e le imprese in regime agevolato, la fatturazione elettronica per forfettari è ormai un obbligo. In questi casi, la PEC rappresenta una soluzione pratica e sicura per trasmettere le fatture in formato XML, mantenendo tutte le comunicazioni tracciate e con valore legale.
Scopri il servizio di fatturazione gratuitoPer aprire la Partita IVA serve la PEC?
Sì, nella maggior parte dei casi per aprire la Partita IVA serve la PEC. Quando si avvia un’attività, infatti, l'indirizzo di posta elettronica certificata deve essere comunicato già in fase di registrazione alla Camera di Commercio o al proprio Ordine professionale, se si tratta di un libero professionista.
Chi apre una ditta individuale ha l'obbligo di indicare l’indirizzo PEC nei moduli ComUnica o SUAP, insieme agli altri dati dell’attività. Senza questo passaggio, infatti, la pratica di iscrizione non può essere completata.
Solo chi opera con una Partita IVA in regime forfettario e non è iscritto né a un albo né al Registro delle Imprese può procedere senza PEC.
Prima di iniziare il processo, può essere utile informarsi anche su quanto costa aprire una Partita IVA, così da avere un quadro completo dei costi iniziali e degli adempimenti fiscali da rispettare.
Quanto costa la PEC?
In media, una casella PEC base ha un costo annuale compreso tra 5 e 15 €, a seconda del gestore scelto e dello spazio di archiviazione offerto. È possibile anche acquistare dei pacchetti della durata pluriennale.
Tra i provider più conosciuti ci sono Aruba, Legalmail, PosteCert, Register e Namirial, tutti accreditati presso l’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Alcuni gestori offrono anche dei servizi accessori con spazio aggiuntivo, funzioni di sicurezza avanzate o la firma digitale integrata.
Ti consigliamo di monitorare i siti web dei diversi gestori PEC italiani, in modo da verificare i servizi offerti e le eventuali offerte proposte, così da scegliere la migliore alternativa in base alle tue esigenze.
Esistono, in aggiunta, delle versioni di PEC gratuita per un periodo limitato, utili al fine di testare il servizio.
Scopri di più su FinomIstruzioni per la PEC: come si attiva passo dopo passo
Attivare una casella PEC è semplice e si può fare completamente online. Per prima cosa, è bene scegliere un gestore accreditato AgID e il piano più adatto alle proprie esigenze.
Dopo aver individuato il provider, bisognerà compilare il modulo di registrazione, allegando un documento d’identità e il codice fiscale. Una volta verificati i dati, il gestore invierà un’e-mail con le credenziali di accesso e le istruzioni per impostare la password, oltre che per l'attivazione della casella.
Quando l’account sarà attivo, la PEC potrà essere collegata ai portali fiscali principali per ricevere notifiche ufficiali e gestire più facilmente gli adempimenti legati alla propria Partita IVA.
A cosa serve la PEC per Partite IVA?
La PEC serve per inviare o ricevere comunicazioni ufficiali che hanno lo stesso valore legale di una raccomandata, ma con tempi di consegna infinitamente più rapidi. Con la posta certificata, infatti, puoi spedire fatture elettroniche, ricevere notifiche fiscali, partecipare a bandi pubblici o firmare contratti con clienti e fornitori senza doverti muovere dall’ufficio.
Oggi la PEC è il canale privilegiato di comunicazione per enti come INPS, Agenzia delle Entrate e Camere di Commercio, che la utilizzano per recapitare documenti e avvisi ufficiali.
In caso di controversie, inoltre, le e-mail inviate tramite PEC diventano una prova legale a tutti gli effetti, perché attestano con precisione data, ora e contenuto del messaggio. In aggiunta, rappresentano un vero e proprio domicilio digitale aziendale.
Trovare un indirizzo PEC a partire dalla Partita IVA: come verificare la PEC di un’impresa?
Il modo più semplice e affidabile per trovare la PEC partendo da una Partita IVA è utilizzare l’Indice INI-PEC, il registro pubblico nazionale istituito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. All’interno del portale è possibile cercare la casella PEC di qualsiasi impresa o professionista semplicemente inserendo la Partita IVA o la ragione sociale.
Un’alternativa è il Registro delle Imprese, che consente di consultare i dati aziendali e verificare la PEC comunicata alla Camera di Commercio.
È buona norma controllare periodicamente che la casella sia ancora valida e funzionante. Una PEC scaduta o disattivata, infatti, equivale (anche dal punto di vista legale) a una comunicazione mai avvenuta. Meglio quindi accertarsi che tutto sia aggiornato e operativo, soprattutto se la si usa per rapporti con enti pubblici o clienti.
Recupero PEC da Partita IVA
Può capitare di dimenticare l’indirizzo o le credenziali della propria PEC collegata alla Partita IVA. In questo caso, la soluzione più semplice è accedere al portale pubblico INI-PEC e digitare il numero di Partita IVA o il nome dell’impresa: il sistema mostrerà la PEC registrata ufficialmente al Registro delle Imprese o all’Albo professionale.
Se, invece, la casella risulta scaduta o non più attiva, bisogna contattare direttamente il gestore del servizio (ad esempio Aruba, Legalmail o PosteCert) per richiederne la riattivazione o la creazione di un nuovo indirizzo. In genere il provider chiede di inviare un documento d’identità aggiornato e di confermare i dati dell’intestatario.
Nel caso in cui si cambi fornitore o indirizzo PEC, è fondamentale aggiornare subito i dati presso la Camera di Commercio tramite la procedura online del Registro delle Imprese. Questo passaggio serve a mantenere il domicilio digitale valido e riconosciuto, evitando potenziali problemi con notifiche ufficiali o comunicazioni legali.
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