Partita IVA e INPS: si posees una Partita IVA, debes pagar los impuestos al INPS. En este artículo, exploraremos los detalles para los profesionales de diferentes categorías.
INPS e Partita IVA: chi è obbligato a pagare i contributi?
Quando apri una partita IVA, devi versare dei contributi previdenziali all’INPS. L’INPS, o Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, gestisce il sistema pensionistico italiano e garantisce la copertura previdenziale per il lavoratore autonomo. Tra i lavoratori ci sono gli artigiani, commercianti, e liberi professionisti.
Il versamento dei contributi è obbligatorio per chi gestisce un’attività economica autonoma in modo continuativo, generando un reddito. Tra questi lavoratori ci sono artigiani, commercianti, e professionisti non iscritti all’albo.
Questo sistema di contributi varia in base alla gestione di appartenenza, quindi artigiani e commercianti si devono iscrivere alla gestione commercianti. I professionisti non iscritti all’albo, invece, si devono iscrivere alla Gestione separata INPS.
Tra le modalità di pagamento ci sono i contributi fissi annuali, che possono essere pagati a rate, e i contributi che sono proporzionati al reddito che è stato dichiarato nella dichiarazione annuale dei redditi.
Ovviamente, questi importi e la loro frequenza di pagamento variano in base al reddito generato e alle normative vigenti.
Ma chi è obbligato a versare i contributi? E in quali modalità?
A seconda dell'attività professionale, chi ha una partita IVA rientra in diverse categorie contributive. Vediamo quali sono le principali categorie:
Gestione Separata INPS
La Gestione Separata INPS è sia un regime previdenziale che un regime fiscale per tutti i lavoratori autonomi senza una specifica cassa previdenziale. Di questa categoria fanno parte i liberi professionisti non iscritti a un albo, i freelance, i collaboratori coordinati e continuativi, e i lavoratori autonomi occasionali che superano una certa soglia di reddito.
In questo caso non serve un contributo fisso minimo e si paga solo in base ai guadagni effettivi.
Artigiani INPS
Gli artigiani con partita IVA devono iscriversi alla gestione previdenziale e versare i contributi INPS. Questa categoria include le attività come parrucchieri, falegnami, idraulici, sarti, e altri lavoratori che realizzano prodotti o offrono servizi artigianali.
Il pagamento dei contributi avviene con una parte di quota fissa annuale a cui si aggiunge un’aliquota variabile applicata ai redditi che superano una soglia specifica.
Commercianti INPS
Infine, anche i commercianti iscritti alla gestione dedicata devono pagare i contributi. In questa categoria rientra la Partita IVA per la ditta individuale, come i negozianti, i ristoratori, i venditori ambulanti, e chiunque abbia un’attività di compravendita.
Anche in questo caso i contributi sono composti da una quota fissa e una parte di reddito per ogni anno, e danno diritto a una pensione e ad altre prestazioni come malattia, maternità, e assegni familiari.
Quanto pagare e come calcolare i contributi INPS per la Partita IVA
I principali fattori che influenzano il calcolo dell’importo dei contributi da versare alla gestione separata sono:
- Il reddito dichiarato;
- L’aliquota contributiva prevista per la gestione di appartenenza;
- L’eventuale presenza di un contributo minimo fisso.
Gestione Separata INPS: calcolo dei contributi
Per chi è iscritto alla Gestione Separata, il calcolo si basa solo sul reddito imponibile dichiarato, mentre l’aliquota varia a seconda che il contribuente abbia o meno un altro tipo di contributo previdenziale. Vediamo i calcoli per i contributi fissi:
Esempio di calcolo
Se un libero professionista dichiara un reddito annuo imponibile di 30,000 €, i contributi si calcolano applicando l’aliquota prevista (che equivale al 26,07%).
30,000 € x 26,07% = 7,821 € di contributi annui
Artigiani INPS: calcolo dei contributi
Gli artigiani devono versare un contributo fisso minimo e una percentuale aggiuntiva sugli utili che superano una soglia specifica.
Esempio di calcolo
Per esempio, un artigiano con un reddito annuo di 25,000 € deve pagare:
- Un contributo fisso annuo (per esempio, 4,200 €);
- Un’aliquota aggiuntiva (per esempio 24%) sulla parte di reddito che supera la soglia minima (ipotizziamo 18,000 € come soglia)
Contributo aggiuntivo: (25,000 € - 18,000 €) x 24% = 1,680 €
Totale contributi da versare: 4,200 € + 1,680 € = 5,880 € annui
Commercianti INPS: calcolo dei contributi
Infine, per i commercianti il calcolo dei contributi è lo stesso che viene effettuato per gli artigiani.
Esempio di calcolo
Per fare un esempio, se un artigiano con uno stipendio annuo di 35,000 € paga la stessa somma di contributo fisso minimo e di aliquota aggiuntiva di un artigiano, il calcolo viene fatto così:
Contributo aggiuntivo: (35,000 € - 18,000 €) x 24% = 4,080 €
Totale contributi da versare: 4,200 € + 4,080 € = 8,280 € annui
Alternative all’INPS per i titolari di Partita IVA
Non tutti i professionisti che hanno una partita IVA devono iscriversi all’INPS, poiché alcuni possono aderire ad una Cassa Previdenziale Privata legata al proprio ordine professionale.
Le casse funzionano come fondi previdenziali autonomi e gestiscono la pensione e le prestazioni assistenziali dei loro iscritti, così da offrire spesso servizi aggiuntivi come la formazione professionale, supporto legale e agevolazioni fiscali.
Questi servizi aggiuntivi possono essere considerati particolarmente vantaggiosi per i lavoratori che desiderano una copertura previdenziale più personalizzata e adatta alle proprie esigenze professionali.
Vediamo come funzionano e quali sono le differenze.
Cos’è una Cassa Previdenziale Privata?
Le Casse Previdenziali Private sono degli enti autonomi che gestiscono la previdenza di determinate categorie professionali e tipi di società. Ogni cassa ha le proprie regole per il versamento, per l’accesso alla pensione e per le prestazioni assistenziali.
Ecco alcuni esempi:
- Cassa Forense, per avvocati;
- ENPAM, per medici e odontoiatri;
- INARCASSA, per ingegneri e architetti;
- CNPADC, per dottori commercialisti;
- ENPAP, per psicologi.
Quindi, chi è iscritto a una di queste casse non deve effettuare il versamento dei contributi all’INPS, ma segue invece il sistema previdenziale della cassa di appartenenza.
Differenze tra INPS e Casse Previdenziali Private
Le principali differenze tra INPS e Casse Previdenziali Private sono le seguenti:
CARATTERISTICA | INPS | CASSE PREVIDENZIALI PRIVATE |
A chi si rivolge | Lavoratori autonomi senza albo | Professionisti iscritti a un ordine o albo |
Come si pagano i contributi | Percentuale sul reddito o quota fissa + variabile | Contributo minimo obbligatorio + percentuale sul reddito |
Aliquote contributive | Variano dal 24% al 26% | Dipendono dalla cassa di appartenenza, ma sono più basse rispetto a quelle dell’INPS |
Minimo da versare | Solo per artigiani e commercianti, ma non per la Gestione Separata | Ogni cassa ha una soglia minima di contribuzione |
Pensione | Basata sul sistema contributivo | Alcune casse prevedono il sistema retributivo o misto |
Prestazioni extra | Malattia, maternità, assegni familiari, pensione di invalidità | Possono essere inclusi sussidi per formazione, supporto al reddito, fondi per assistenza sanitaria |
Flessibilità | Più rigido, regolato dalle norme statali | Più autonomia nella gestione dei fondi e delle prestazioni |
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Quale conviene di più?
La scelta tra INPS e Cassa Previdenziale Privata dipende dalla professione e dalle esigenze del singolo individuo.
Le casse spesso offrono dei servizi aggiuntivi, come fondi per la formazione e l’assistenza sanitaria, però richiedono il pagamento di un contributo minimo obbligatorio.
L’INPS, invece, è più flessibile per chi ha redditi variabili, specialmente nella Gestione Separata.
Per quanto riguarda i liberi professionisti senza albo, l’INPS è l’unica opzione disponibile. Se sei iscritto ad un albo professionale, invece, devi necessariamente aderire alla relativa cassa previdenziale.
Le Casse Previdenziali Private, conosciute anche come casse di categoria, possono offrire vantaggi che variano in base al tipo di professione svolta. Tra questi vantaggi ci sono l’accesso privilegiato all’assistenza, agevolazioni fiscali e una maggiore possibilità di personalizzazione delle prestazioni pensionistiche.
Questi benefici, però, richiedono costi aggiuntivi più elevati rispetto ai contributi dell’INPS.
L’INPS invece mette a disposizione una maggiore flessibilità per chi ha redditi discontinui o variabili, in modo tale da adeguare i contributi in base alle variazioni del reddito annuale.
Quando si pagano i contributi INPS per la Partita IVA
Per evitare sanzioni, come interessi di mora, penalità amministrative, sospensione delle prestazioni e recupero coattivo, è importante conoscere le scadenze per i pagamenti all’INPS in modo da sapere quando dovrai versarli, tali pagamenti devono essere effettuati ogni 3 mesi. Vediamo le scadenze per il 2025/2026, annunciate nella Circolare numero 38 del 07-02-2025 pubblicata sul portale INPS:
- Primo trimestre: 16 maggio 2025
- Secondo trimestre: 20 agosto 2025
- Terzo trimestre: 17 novembre 2025
- Quarto trimestre: 16 febbraio 2026
Agevolazioni per i pagamenti all’INPS per la Partita IVA
Devi essere a conoscenza di molte agevolazioni che servono a ridurre i pagamenti all’INPS, che variano in base alla situazione del contribuente. Ecco quali sono la principali agevolazioni disponibili:
- Riduzione dei contributi per i giovani professionisti: i professionisti che hanno meno di 35 anni e che hanno aperto una nuova attività, possono usufruire di uno sconto sui contributi previdenziali.
- Regime forfettario: per i titolari di partita IVA che hanno aderito al regime forfettario sarà possibile usufruire di aliquote contributive agevolate.
- Incentivi per le donne imprenditrici: se sei una donna e svolgi un’attività nuova, potrai usufruire di agevolazioni contributive.
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