Gli oneri finanziari sono una voce chiave nella gestione economica di ogni impresa. Conoscerne il significato, le modalità di determinazione e il corretto inserimento nel bilancio di esercizio è fondamentale per valutare la solidità finanziaria di un’azienda.
In questa guida scopriremo nel dettaglio cosa sono gli oneri finanziari, come si determinano, dove si collocano nel conto economico e come interpretarli attraverso indicatori importanti come il rapporto tra MOL e oneri finanziari o l’indice di sostenibilità.
Oneri finanziari: significato e definizione
Gli oneri finanziari sono tutti quei costi che un’azienda deve sostenere per accedere al capitale di terzi. In altre parole, sono le spese legate ai finanziamenti ottenuti dalle banche, dagli istituti di credito o da altri soggetti.
A differenza dei costi aziendali operativi o commerciali, che derivano direttamente dall’attività produttiva o di vendita, un onere finanziario nasce dall’indebitamento e dall’uso di risorse esterne per sostenere il proprio business.
Un esempio di oneri finanziari sono gli interessi sui mutui aziendali, le commissioni bancarie sui prestiti, gli interessi di mora per pagamenti in ritardo, le perdite sui cambi o le minusvalenze legate alla cessione di titoli. Tutti elementi che, se non gestiti con attenzione, possono incidere in modo significativo sulla redditività e sulla stabilità di un’impresa.
Scopri il nostro conto businessProventi e oneri finanziari nel conto economico
Nel bilancio d’esercizio, gli oneri finanziari sono inseriti insieme ai proventi finanziari nella sezione C del conto economico, come previsto dall’articolo 2425 del Codice civile. Questa voce raccoglie tutte le entrate e le uscite legate all’attività finanziaria dell’azienda, quindi non collegate alla produzione o alla vendita di beni e servizi.
I principi contabili internazionali (IAS/IFRS) forniscono una disciplina articolata degli oneri finanziari: lo IAS 23, ad esempio, definisce quelli capitalizzabili come “oneri finanziari direttamente imputabili all’acquisizione, costruzione o produzione di un bene”, mentre quelli non capitalizzabili sono generalmente rilevati come costi dell’esercizio.
Questa classificazione è fondamentale per valutare l’impatto dell’indebitamento sulla redditività aziendale e analizzare indicatori come il rapporto tra oneri finanziari e margine operativo lordo (MOL). Per rendere questa analisi ancora più chiara, in alcuni casi può essere utile procedere anche alla riclassificazione del conto economico, così da distinguere meglio i costi e i proventi.
Calcolo degli oneri finanziari
Il calcolo degli oneri finanziari si basa su tutte le spese legate al debito aziendale. Generalmente, la determinazione viene effettuata su base annua, sommando gli importi maturati nel periodo di riferimento. In caso di rilevazioni più frequenti, è possibile calcolare il costo mensile, che è utile per monitorare l’andamento del flusso di cassa e l’incidenza degli interessi sui conti aziendali.
Dal punto di vista contabile, gli oneri finanziari sono registrati seguendo il principio di competenza: vanno imputati all’esercizio in cui maturano, anche se il pagamento avviene in un periodo successivo.
Scopri il servizio di fatturazione gratuitoOneri finanziari in bilancio: trattamento e rappresentazione
Gli oneri finanziari trovano spazio nel conto economico, nella sezione dedicata proprio ai proventi e agli oneri finanziari. Questa collocazione permette di evidenziare l’impatto dei costi del debito sul risultato d’esercizio, separandoli dai costi operativi.
La capitalizzazione degli oneri finanziari può essere applicata quando tali costi sono direttamente collegati alla produzione o alla costruzione di un bene, come accade per le grandi opere o per le immobilizzazioni materiali. In questo caso, si parla di oneri finanziari capitalizzati e gli interessi vengono sommati al costo del bene anziché registrati tra le spese correnti, seguendo quanto previsto dai principi contabili.
Infine, è utile distinguere tra oneri finanziari reali, cioè quelli effettivamente sostenuti dall’impresa, e gli oneri figurativi, che rappresentano una stima teorica del costo opportunità relativo al capitale investito. Questa differenza è importante per le analisi interne e per valutare la redditività dei diversi progetti.
MOL e oneri finanziari: il rapporto di sostenibilità
Il MOL (Margine Operativo Lordo) indica la capacità di un’azienda di generare risorse dalla gestione caratteristica, prima dell’applicazione di interessi, imposte e ammortamenti. È un indicatore chiave per valutare la solidità operativa e la capacità di autofinanziamento di un’attività.
Il rapporto tra MOL e oneri finanziari misura quante volte il margine operativo copre i costi del debito. Un valore elevato indica che l’impresa riesce a sostenere facilmente gli oneri finanziari con i flussi derivanti dall’attività principale; al contrario, un rapporto basso può segnalare un rischio di eccessivo indebitamento.
Per interpretare la sostenibilità, si utilizza anche l’indice di copertura degli oneri finanziari, calcolato dividendo il MOL per gli interessi passivi. Le soglie di riferimento e la capacità di sostenibilità variano significativamente in base al settore di attività e alle caratteristiche specifiche dell’impresa. Per fare qualche esempio, il settore manifatturiero ha una marginalità operativa tipica tra l’8 e il 12% del fatturato, mentre il settore energia e combustibili presenta una marginalità più contenuta (3-4%).
Un altro indicatore spesso analizzato in questo contesto è la posizione finanziaria netta, che misura il livello complessivo di indebitamento al netto delle disponibilità liquide. Con l’entrata in vigore del nuovo Codice della Crisi d’impresa (D.Lgs. 14/2019, aggiornato dal D.Lgs. 83/2022), particolare rilevanza assume il DSCR (Debt Service Coverage Ratio), utilizzato per valutare la capacità prospettica dell’azienda di onorare il servizio del debito nei prossimi 6 mesi.
Come migliorare la gestione degli oneri finanziari?
Ridurre il peso degli oneri finanziari è fondamentale per mantenere una buona liquidità e per migliorare la solidità aziendale. Una delle strategie più efficaci consiste nel negoziare delle condizioni migliori con le banche, ad esempio dei tassi d’interesse più bassi o dei piani di ammortamento più sostenibili.
Anche il rifinanziamento dei debiti può essere una soluzione vantaggiosa, soprattutto quando è possibile sostituire dei prestiti costosi con altri a condizioni più favorevoli. Parallelamente, è importante ottimizzare il capitale circolante, riducendo i tempi di incasso e gestendo al meglio le scadenze dei pagamenti.
Gestire correttamente gli oneri finanziari ha un impatto diretto anche sull’accesso al credito: banche e istituti di credito, infatti, valutano attentamente l’incidenza di questi costi sul bilancio aziendale prima di concedere nuovi finanziamenti. Un buon equilibrio, quindi, non solo migliora la redditività, ma rafforza anche la capacità dell’impresa di ottenere risorse per crescere nel tempo.
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