Le scritture di assestamento servono ad allineare contabilità e realtà economica a fine anno. In questa guida vedremo esattamente cosa sono le scritture di assestamento, perché sono fondamentali per imprese e professionisti, e quando vanno effettuate.
Che cosa sono le scritture di assestamento
Le scritture di assestamento sono registrazioni contabili che permettono di attribuire correttamente costi e ricavi all’esercizio di competenza, anche quando la loro manifestazione finanziaria (come incassi o pagamenti) avviene in un momento diverso.
Vengono effettuate nel libro giornale e servono a integrare, rettificare o completare i dati già presenti, assicurando che il bilancio rifletta fedelmente l’andamento dell’attività.
Perché servono le scritture di assestamento
La funzione principale delle scritture di assestamento è garantire che il bilancio di esercizio rappresenti fedelmente l’andamento dell’impresa. Inoltre, sono indispensabili per evitare errori fiscali, incomprensioni con i soci e problemi in caso di controlli.
Le scritture di rettifica e assestamento, ad esempio, correggono voci come ammortamenti, costi anticipati o ratei passivi. Mentre altre, come quelle di integrazione, aggiungono ricavi o costi che non erano stati ancora registrati, pur essendo di competenza dell’anno.
Quando si fanno le scritture di assestamento
Le scritture di assestamento vengono eseguite alla chiusura dell’esercizio, prima della redazione del bilancio. In genere, si effettuano tra gennaio e marzo, quando si chiudono i conti dell’anno precedente.
In quel momento, il commercialista o l’impresa stessa (se gestisce internamente la contabilità) analizza tutte le voci registrate e valuta se servono:
- integrazioni (es. fatture non ancora ricevute),
- rettifiche (es. quote di costi pagati in anticipo),
- o calcoli per l’ammortamento scritture di assestamento, come nel caso di beni strumentali.
Una voce particolarmente frequente riguarda i ratei e risconti, che servono a spostare una parte di costo o ricavo all’anno corretto.
Le scritture di assestamento sono quindi un passaggio tecnico ma indispensabile per garantire chiarezza, legalità e trasparenza nei conti. Nel prossimo paragrafo vedremo alcuni esempi pratici di scritture di assestamento e i loro vari tipi, per capirne il funzionamento concreto.
Scopri il nostro conto businessLe principali tipologie di scritture di assestamento
Capire cosa sono le scritture di assestamento significa anche distinguere le diverse categorie previste dalla normativa contabile italiana. Ogni tipo ha una funzione specifica nel garantire che i conti dell’azienda riflettano in modo corretto e completo la sua situazione economica e patrimoniale al termine dell’esercizio.
1. Scritture di completamento
Le scritture di completamento servono a completare la rilevazione di operazioni già maturate, ma non ancora registrate per ragioni legate alla tempistica documentale. In pratica, il fatto economico è avvenuto, ma manca ancora la fattura, il bonifico, o altri documenti formali per registrarlo.
Un caso tipico riguarda gli interessi passivi su mutui bancari maturati fino al 31 dicembre, che però saranno pagati nei primi mesi dell’anno successivo. Anche se il pagamento non è avvenuto, il costo è già di competenza e va contabilizzato nell’esercizio che si chiude.
Oppure pensa a un fornitore che ha concluso un lavoro entro dicembre, ma la fattura arriva solo a gennaio: le spese vanno completate nel bilancio corrente, altrimenti sottostimi i costi e sovrastimi l’utile.
Sono fondamentali per chi lavora con pagamenti posticipati o fatturazioni differite, molto comuni nei settori professionali, edilizi e consulenziali.
2. Scritture di integrazione
Le scritture di integrazione hanno un ruolo speculare: servono a integrare componenti economici che non sono stati registrati durante l’anno, ma che sono comunque di competenza dell’esercizio.
Un esempio: i contributi previdenziali INPS o i premi assicurativi maturati nel periodo, ma non ancora contabilizzati. Anche i crediti per interessi attivi da parte di clienti, non ancora incassati, rientrano in questa categoria.
Chi lavora con fatturazione posticipata, o eroga servizi continuativi durante l’anno (es. hosting, software-as-a-service, consulenze annuali), ha spesso bisogno di integrare ricavi che maturano nel tempo, anche se formalmente non ancora incassati.
In contabilità ordinaria, questi movimenti sono inseriti nel libro giornale e ti aiutano a non perdere valore economico utile a migliorare la marginalità apparente.
3. Scritture di rettifica
Le scritture di rettifica e assestamento sono tra le più note e utilizzate. Servono a correggere voci già registrate, perché solo una parte del valore si riferisce all’esercizio in chiusura. La restante parte va spostata agli esercizi successivi.
Il caso più ricorrente: l’affitto anticipato. Se paghi 6.000 € il 1° novembre per un affitto che copre sei mesi, solo due mensilità (novembre e dicembre) sono di competenza dell’anno in corso. I restanti quattro mesi vanno registrati come risconti attivi, cioè rinviati all’anno successivo.
Questa logica si applica anche agli abbonamenti, alle licenze software, ai servizi annuali e a tutte le spese anticipate. Le rettifiche permettono di mantenere una corrispondenza chiara tra quando un costo viene sostenuto e quando produce i suoi effetti reali, aiutando nella gestione del cashflow.
4. Scritture di ammortamento
Infine, troviamo le scritture di ammortamento, fondamentali per chi gestisce beni durevoli e investimenti in cespiti aziendali. Ogni volta che acquisti un bene strumentale (es. un PC, un macchinario, un furgone), la spesa viene “spalmata” nel tempo in base alla vita utile del bene.
Questo processo prende il nome di ammortamento e va registrato a fine esercizio con una scrittura specifica. Il principio contabile OIC 16, aggiornato a marzo 2024, stabilisce i criteri e impone che l’ammortamento sia effettuato in modo sistematico in relazione alla vita utile stimata del bene.
Ecco perché si parla di ammortamento nelle scritture di assestamento: non è solo una voce contabile, ma un vero e proprio meccanismo per distribuire il costo di un bene nel tempo, riducendone progressivamente il valore a bilancio.
Scritture di assestamento: esempi pratici
Passiamo ora ad alcuni esempi di scritture di assestamento, per aiutarti a capire come si applicano nella vita reale. Sono utili per chi tiene la contabilità in autonomia o vuole collaborare in modo più consapevole con il proprio commercialista.
Rettifica su spese anticipate – affitto
Hai pagato il 1° ottobre un affitto annuale di 12.000 €, ma il bilancio si chiude il 31 dicembre. Solo 3 mesi (ottobre, novembre, dicembre) sono di competenza, pari a 3.000 €. I restanti 9.000 € vanno registrati come risconto attivo.
Scrittura contabile:
- Dare: risconti attivi 9.000 €
- Avere: spese per affitti 9.000 €
In questo modo, il costo dell’affitto viene correttamente ripartito tra due esercizi.
Integrazione su interessi attivi maturati
Sei un consulente e hai concesso a un cliente un pagamento dilazionato. Il 31 dicembre sono maturati 500 € di interessi, che però saranno incassati nel nuovo anno.
Scrittura contabile:
- Dare: crediti per interessi 500 €
- Avere: interessi attivi 500 €
Senza questa scrittura, quei ricavi andrebbero persi nel bilancio dell’anno in corso.
Ammortamento di un macchinario aziendale
Hai acquistato un’attrezzatura da 10.000 € con una vita utile di 5 anni. Ogni anno registri un ammortamento di 2.000 €, da imputare ai costi di esercizio.
Scrittura contabile:
- Dare: ammortamento attrezzature 2.000 €
- Avere: fondo ammortamento 2.000 €
La quota si ripete ogni anno, e a fine periodo il bene avrà un valore contabile pari a zero.
In sintesi, conoscere e applicare le scritture di assestamento è essenziale per chiunque voglia avere un bilancio ordinato, affidabile e in linea con i principi contabili. Dalla semplice rettifica di un affitto pagato in anticipo, fino all’ammortamento nelle scritture di assestamento per cespiti pluriennali, ogni voce racconta una parte della storia economica della tua attività. Imparare a gestirle (o almeno a riconoscerle) ti aiuta a comunicare meglio con il tuo commercialista, pianificare con più lucidità e magari ottenere una valutazione più solida da parte di investitori o banche.
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