Il regime forfettario offre una soluzione fiscale semplificata per imprenditori e liberi professionisti. In questa guida scoprirai come funziona, i requisiti per accedervi, le regole di tassazione e le novità introdotte per il 2025.

Contenuti

Cos'è e come funziona il regime forfettario?

Il regime forfettario è un regime fiscale agevolato riservato alle piccole attività economiche con fatturato limitato. Questo regime è stato introdotto per semplificare la fiscalità dei piccoli imprenditori, professionisti e freelance che operano come persone fisiche.

È stato introdotto nel 2015, riuscendo a semplificare notevolmente gli obblighi fiscali per milioni di contribuenti italiani e non residenti. Nel corso degli anni sono state introdotte diverse modifiche per renderlo ancora più accessibile e vantaggioso.

Per accedere al regime forfettario è necessario rispettare specifici requisiti, tra cui un limite massimo di fatturato annuo pari a 85.000 €. Il regime è riservato esclusivamente a persone fisiche che operano in forma individuale, escludendo società, associazioni e forme societarie.

Significato e vantaggi del regime forfettario per le partite IVA

Il regime forfettario rappresenta la soluzione fiscale ideale per professionisti, freelance e piccoli imprenditori che operano in forma individuale. Questo regime fiscale agevolato offre vantaggi concreti in diverse aree, tra cui:

  • Tassazione agevolata (flat tax): le nuove attività che rispettano i requisiti previsti dalla legge beneficiano di un'aliquota ridotta del 5% per i primi cinque anni. Dal sesto anno l'aliquota sale al 15%, rimanendo comunque molto inferiore al regime ordinario. Questo vantaggio è particolarmente significativo per le nuove attività individuali che nei primi anni affrontano costi elevati e ricavi contenuti, spesso sostenute direttamente dall’imprenditore o dai suoi familiari.
  • Esenzione IVA: le partite IVA in regime forfettario non devono addebitare IVA nelle fatture, rendendo i prezzi più competitivi per i clienti privati senza ridurre il margine del professionista. Si eliminano completamente le dichiarazioni IVA trimestrali o annuali, riducendo il rischio di errori e sanzioni e alleggerendo notevolmente il carico burocratico.
  • Contabilità semplificata: non sono necessari i registri IVA, il libro giornale o gli inventari obbligatori nel regime ordinario. Per la dichiarazione dei redditi basta il modello "Redditi PF" invece dei molteplici adempimenti tradizionali, con conseguente risparmio significativo sulle spese di commercialista e sulla gestione delle fatture elettroniche.
  • Contributi INPS ridotti: i contributi sono calcolati su una percentuale inferiore del reddito rispetto al regime ordinario, particolarmente vantaggioso per attività costituite da solo lavoro professionale. Questo genera un risparmio tangibile di centinaia o migliaia di euro annualmente sulle corrisposte per le prestazioni, lasciando una percentuale superiore del guadagno effettivo a parità di fatturato.

Questo insieme di agevolazioni rende il regime forfettario la scelta più vantaggiosa per chi vuole ottimizzare la propria posizione fiscale mantenendo la semplicità gestionale.

Come funziona il regime forfettario?

Il regime forfettario opera attraverso un meccanismo semplificato che si differenzia completamente dal sistema fiscale ordinario. Invece di tassare i ricavi effettivi dell'attività, questo regime utilizza un approccio "a forfait" che presume il reddito sulla base di parametri prestabiliti dalla normativa.

Il funzionamento si basa sul concetto di redditività presunta: l'Agenzia delle Entrate ha stabilito per ogni settore di attività specifici coefficienti di redditività (Allegato 2 della Legge n. 145/2018) che rappresentano la percentuale di guadagno tipica di quel settore. Questi coefficienti, che variano dal 40% all'86% a seconda del codice ATECO dell'attività, vengono applicati al fatturato totale per determinare automaticamente il reddito imponibile.

A differenza del regime ordinario, dove è necessario documentare e giustificare ogni spesa per ottenere detrazioni fiscali, il regime forfettario considera già inclusi tutti i costi operativi nel coefficiente di redditività. Questo significa che non è richiesta la tenuta di registri dettagliati delle spese né la conservazione di scontrini e fatture per finalità fiscali, semplificando drasticamente la gestione amministrativa quotidiana.

Il sistema prevede inoltre un'unica imposta sostitutiva che elimina la frammentazione tipica del regime ordinario. Non ci sono dichiarazioni separate per diverse tipologie di tasse, liquidazioni periodiche o acconti da versare durante l'anno. L'intero carico fiscale viene gestito attraverso un'unica procedura annuale, riducendo significativamente il tempo dedicato agli adempimenti burocratici.

Una volta inquadrata l'attività nel regime forfettario, il sistema opera in modo quasi automatico: basta registrare i ricavi annuali e applicare il coefficiente prestabilito per determinare la base imponibile. Questo elimina l'incertezza interpretativa e riduce il rischio di errori di calcolo che potrebbero generare sanzioni o contenziosi con l'amministrazione finanziaria, rendendo la gestione fiscale accessibile anche a chi non ha competenze contabili specifiche.

Differenze tra regime forfettario e regime ordinario

Ecco una tabella chiara e sintetica che confronta le principali differenze tra regime forfettario e regime ordinario:

CaratteristicaRegime ForfettarioRegime Ordinario
Tassazione15% (5% startup primi 5 anni) su imponibile forfettarioIRPEF (23%-43%) o IRES (24%) su reddito reale
IVANon si applica (senza addebito né detrazione)Obbligatoria (debito/credito)
ContabilitàSemplificata (no deduzioni fiscali)Completa (registrazione spese e ricavi)
Limiti di redditoRicavi/compensi fino a 85.000 euro annuiNessun limite
Contributi INPSCalcolati su reddito forfettario, con possibile riduzione del 35% per artigiani e commercianti (su richiesta)Aliquote standard (variano per attività)
FatturazioneElettronica B2B senza IVAElettronica B2B con IVA
Detrazione speseNo (tranne rari casi)Sì (tutte le spese documentate)
Obblighi dichiarativiModello Unico semplificatoModello Unico/730, liquidazioni IVA, ecc.
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Requisiti e limiti per accedere al regime forfettario

Per aprire una partita IVA in regime forfettario dovete rispettare specifici requisiti pensati per riservare i benefici fiscali alle piccole attività economiche e ai professionisti con volumi d'affari contenuti. La normativa italiana stabilisce chiari criteri di accesso basati principalmente su limiti economici e alcune esclusioni specifiche.

Requisiti di accesso

Il regime forfettario è riservato alle persone fisiche che esercitano attività d'impresa, arte o professione. Per potervi accedere, nell’anno precedente è necessario:

Se si percepiscono redditi da lavoro dipendente o pensione superiori a 35.000 euro lordi, non si può accedere al regime (causa di esclusione). Il limite sui redditi da lavoro dipendente non si applica in caso di cessazione del rapporto di lavoro nell'anno precedente, purché non abbiate percepito altri redditi da lavoro dipendente o pensione nello stesso anno.

Possono accedere al regime tutti i professionisti, compresi quelli iscritti ad albi e ordini (avvocati, architetti, commercialisti, medici, ingegneri, ecc.). È necessario essere residenti in Italia o, se residenti in UE/Spazio Economico Europeo, produrre almeno il 75% del reddito in Italia.

Molti imprenditori si trovano a dover scegliere tra ditta individualeSRL quando avviano la propria attività, ma solo chi opta per la forma individuale può beneficiare del regime forfettario.

Cause di esclusione

Alcune situazioni comportano l'esclusione automatica dal regime forfettario, indipendentemente dal rispetto dei limiti economici:

Superamento limiti di fatturato:

Forme giuridiche e partecipazioni escluse:

  • Società di capitali (Srl, Spa) e società di persone (Snc, Sas);
  • Associazioni professionali;
  • Partecipazione a società di persone o controllo di società con attività simili.

Attività e situazioni specifiche:

  • Compravendita prevalente di immobili o terreni edificabili;
  • Applicazione di regimi IVA speciali o altri regimi forfettari;
  • Attività svolta prevalentemente verso ex datori di lavoro degli ultimi due anni;
  • Attività notarile e altre categorie specificamente escluse dalla normativa.

Regime forfettario: come si calcola la tassazione

Il regime forfettario è stato implementato per offrire vantaggi concreti sia in termini di riduzione del carico fiscale che di semplificazione degli adempimenti fiscali rispetto al regime ordinario. Tuttavia, per applicarlo correttamente è importante comprendere come scegliere il coefficiente di redditività appropriato per la propria attività. Ecco i nostri consigli su come calcolare le tasse nel regime forfettario.

Metodologia di calcolo dell'imposta

La tassazione nel regime forfettario rappresenta uno dei principali vantaggi di questo sistema fiscale agevolato. A differenza del regime ordinario con aliquote IRPEF progressive (23%, 35% e 43%), la tassazione forfettaria prevede un'imposta sostitutiva unica del 15% (o 5% per nuove attività) che semplifica il calcolo delle imposte. Il sistema si basa su coefficienti di redditività predeterminati per settore, eliminando la necessità di documentare analiticamente ogni costo sostenuto.

Come calcolare il proprio reddito imponibile e le relative imposte? Il processo segue questi precisi passaggi:

  1. Calcolo del reddito imponibile: partite dal fatturato annuale incassato e applicate il coefficiente di redditività del vostro codice ATECO (es. 40% per il commercio, 78% per le professioni intellettuali, 67% per servizi alla persona).
  2. Deduzione dei contributi INPS: dal reddito imponibile ottenuto, sottraete i contributi INPS versati nell'anno. Questi variano secondo la gestione di appartenenza. Per la Gestione Separata l'aliquota è del 26,07% del reddito imponibile. Gli artigiani e commercianti pagano contributi fissi più un'aliquota variabile. Dal 2025 possono beneficiare di due diverse riduzioni: la riduzione del 35% (disponibile per tutti i forfettari su richiesta annuale entro il 28 febbraio) oppure la nuova riduzione del 50% riservata a chi si iscrive per la prima volta nel 2025 (valida per 36 mesi, alternativa alla precedente). I professionisti con casse specifiche seguono le aliquote della propria cassa di appartenenza.
  3. Calcolo dell'imposta sostitutiva: sul reddito imponibile al netto dei contributi INPS, applicate l'aliquota del 5% per i primi 5 anni se avete una nuova attività con requisiti specifici, altrimenti del 15% per tutte le altre situazioni.
  4. Totale da versare: la somma di imposta sostitutiva e contributi INPS rappresenta il vostro carico fiscale complessivo annuale.

Esempio di calcolo del regime forfettario

Ecco un esempio pratico di calcolo dell'imposta nel regime forfettario per un consulente grafico freelance iscritto alla Gestione Separata INPS, con un fatturato lordo di €30.000 annui. Il consulente svolge attività di consulenza grafica (professione intellettuale) con coefficiente di redditività del 78%, è iscritto alla Gestione Separata INPS con aliquota contributiva del 26,07% e applica il regime forfettario ordinario con aliquota del 15%.

Per calcolare le imposte e contributi da versare nel regime forfettario seguiamo questi passaggi:

  1. Calcolo del reddito imponibile: moltiplichiamo il fatturato per il coefficiente di redditività → €30.000 × 78% = €23.400
  2. Calcolo dei contributi INPS: applichiamo l'aliquota contributiva sul reddito imponibile → €23.400 × 26,07%  €6.100
  3. Calcolo della base imponibile per imposta sostitutiva: sottraiamo i contributi INPS dal reddito imponibile → €23.400 - €6.100 = €17.300
  4. Calcolo dell'imposta sostitutiva: applichiamo l'aliquota del 15% sulla base imponibile → €17.300 × 15% = €2.595
  5. Totale imposte e contributi da versare: sommiamo imposta sostitutiva e contributi INPS → €2.595 + €6.100 = €8.695
  6. Calcolo del netto annuo: sottraiamo il totale dal fatturato → €30.000 - €8.695 = €21.305

Il consulente avrà quindi un netto mensile medio di €1.775 (€21.305 / 12) con un carico fiscale effettivo del 29% (€8.695 / €30.000) sul fatturato.

Questo esempio dimostra come nel regime forfettario il calcolo sia semplificato, permettendo di conoscere esattamente quanto versare basandosi solo sul fatturato e sul coefficiente di redditività della propria attività.

Adempimenti contabili nel regime forfettario

Il calcolo semplificato delle imposte nel regime forfettario è possibile proprio grazie agli obblighi contabili ridotti. A differenza del regime ordinario, dove è necessario registrare analiticamente tutte le spese per dedurle, nel forfettario gli adempimenti sono limitati ma precisi:

  • Fatturazione elettronica: obbligatoria dal 2024 per tutte le operazioni B2B con assolvimento virtuale dell'imposta di bollo;
  • Conservazione documenti per 10 anni: tutte le fatture di acquisto e vendita, anche se le spese non sono fiscalmente deducibili;
  • Registrazione dei corrispettivi: conservare scontrini e ricevute per operazioni con consumatori finali, senza obbligo di registrazione in partita doppia;
  • Dichiarazione annuale: compilare il quadro LM del modello Redditi PF entro il 31 ottobre per comunicare ricavi e calcolare l'imposta sostitutiva;
  • Versamenti fiscali: pagare l'imposta sostitutiva del 15% (o 5% per nuove attività) in due rate il 30 giugno e 30 novembre;
  • Contributi INPS: calcolare e versare i contributi in base alla propria gestione previdenziale (Separata, Artigiani/Commercianti, o casse professionali).

Questa semplificazione elimina registri IVA, liquidazioni periodiche e dichiarazioni complesse, permettendo di calcolare le tasse applicando solo il coefficiente di redditività al fatturato come nell'esempio precedente dove €30.000 di ricavi diventano automaticamente €23.400 di reddito imponibile senza dover documentare ogni spesa.

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Novità previste per il regime forfettario nel 2025

Il 2025 ha introdotto importanti aggiornamenti al regime forfettario, frutto di un processo di riforme volte ad ampliare l'accessibilità e semplificare la gestione fiscale. Le modifiche rispondono alle esigenze del tessuto imprenditoriale italiano, interessando principalmente i requisiti di accesso, gli obblighi di fatturazione e nuove forme contrattuali.

Cambiamenti nei limiti di accesso

La principale novità riguarda l'ampliamento della platea dei beneficiari attraverso l'innalzamento della soglia di reddito da lavoro dipendente da €30.000 a €35.000 annui. Questo cambiamento permette a più lavoratori dipendenti e pensionati di aprire contemporaneamente una partita IVA forfettaria.

Parallelamente, l'introduzione dei contratti misti rappresenta un'innovazione significativa. I professionisti iscritti ad albi possono ora mantenere il regime forfettario anche svolgendo attività in misura prevalente per ex datori di lavoro, purché il contratto subordinato sia part-time (minimo 40% del tempo pieno) presso aziende con oltre 250 dipendenti e certificato secondo normativa.

I limiti di fatturato rimangono invariati: accesso fino a €85.000 annui ed esclusione immediata oltre €100.000. Nel 2025 sono disponibili due diverse riduzioni contributive per artigiani e commercianti in regime forfettario:

  • La riduzione del 35% sui contributi (esistente dal 2015) continua ad essere disponibile per tutti i forfettari iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti, su richiesta entro il 28 febbraio di ogni anno;
  • La nuova riduzione del 50% è riservata esclusivamente a chi si iscrive per la prima volta nel 2025 alla Gestione Artigiani o Commercianti, valida per i primi 36 mesi di attività. Questa agevolazione è alternativa alla riduzione del 35% e deve essere richiesta tramite apposita comunicazione all'INPS.

Obblighi di fatturazione elettronica

A partire dal 1° gennaio 2025 sono operative importanti semplificazioni nella fatturazione elettronica per i contribuenti forfettari. La principale novità riguarda la possibilità di emettere fatture semplificate anche per importi superiori a €400, eliminando il precedente limite.

Questa semplificazione presenta alcune eccezioni: non si applica alle cessioni intracomunitarie e nei casi di mancanza del requisito di territorialità. L'obbligo di fatturazione elettronica rimane in vigore per tutte le operazioni B2B, con assolvimento virtuale dell'imposta di bollo direttamente sul portale dell'Agenzia delle Entrate.

Esclusione dal Concordato Preventivo Biennale (CPB)

A differenza di altre categorie di contribuenti, i forfettari sono stati esclusi dal Concordato Preventivo Biennale per il periodo 2025-2026. Questa esclusione è stata confermata dal decreto correttivo approvato dal Consiglio dei Ministri il 4 giugno 2025, che ha terminato la sperimentazione avviata nel 2024. I forfettari devono quindi continuare a operare secondo le regole standard del regime, senza possibilità di concordare preventivamente i ricavi con l'Agenzia delle Entrate.

Come accedere o uscire dal regime forfettario

La gestione del passaggio dal regime ordinario a quello forfettario richiede particolare attenzione, poiché coinvolge aspetti fiscali, contributivi e amministrativi rilevanti. La normativa prevede procedure specifiche sia per l'adesione iniziale che per l'eventuale recesso, con tempistiche e modalità che, per evitare sanzioni o problematiche con l'Amministrazione finanziaria, è fondamentale rispettare.

Attivazione della Partita IVA forfettaria

L'apertura di una partita IVA in regime forfettario richiede una comunicazione specifica all'Agenzia delle Entrate tramite il modello AA9/12, da presentare entro 30 giorni dall'inizio dell'attività utilizzando i servizi telematici.

La procedura consiste nell'indicare esplicitamente la volontà di optare per il regime forfettario nel quadro B del modello (codice regime "2"), specificare il codice ATECO corretto corrispondente alla propria attività e richiedere l'attribuzione del numero di partita IVA. I costi complessivi sono generalmente contenuti entro una soglia tra i 100 e i 150 euro, marche da bollo e onorari professionali inclusi.

Per chi è già titolare di partita IVA e rispetta i requisiti, il regime forfettario si applica automaticamente come "regime naturale" senza necessità di comunicazioni specifiche, purché nell'anno precedente siano stati rispettati tutti i limiti previsti.

Transizione al regime ordinario

L'uscita dal regime forfettario può avvenire in modo volontario o automatico e comporta importanti conseguenze fiscali: il soggetto viene automaticamente inserito nel regime ordinario con l'applicazione dell'IVA ordinaria, l'applicazione dell'IRPEF secondo gli scaglioni progressivi e l'obbligo di tenere una contabilità completa.

Ecco due possibili casistiche:

  • Uscita volontaria: non è richiesta alcuna comunicazione preventiva all'Agenzia delle Entrate. È sufficiente presentare la dichiarazione dei redditi ordinaria nell'anno in cui si intende abbandonare il regime forfettario, applicando le regole del regime ordinario;
  • Uscita automatica: avviene quando si superano i limiti normativi: ricavi €85.000 - €100.000 (uscita dall'anno successivo), ricavi oltre €100.000 (uscita immediata con IVA sulle operazioni che causano lo sforamento), spese per personale oltre €20.000 o redditi da lavoro dipendente oltre €35.000 nell'anno precedente.

Una volta usciti dal regime forfettario, è necessario rispettare tutti gli obblighi del regime ordinario, inclusa la tenuta dei registri IVA, le liquidazioni periodiche e la dichiarazione dei redditi completa con tutte le relative complessità amministrative.

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Domande Frequenti (FAQ)

Come certificare i corrispettivi nel regime forfettario?

Non è obbligatorio tenere un registro dei corrispettivi, ma devi conservare per 10 anni tutte le prove dei pagamenti: fatture, ricevute, estratti conto e movimenti POS. Le fatture elettroniche devono riportare "Regime forfettario - IVA non dovuta" e rispettare la conservazione digitale obbligatoria.

Chi deve fare la Certificazione Unica nel regime forfettario?

Come forfettario non emetti CU per la tua attività (no ritenute d'acconto), ma ricevi CU se hai altri redditi da lavoro dipendente o pensione. La CU ricevuta va utilizzata per compilare correttamente la dichiarazione dei redditi nel modello Redditi PF.

Quanto si paga di INPS nel regime forfettario?

Gli importi variano per gestione:

  • Gestione Separata: 26,07% del reddito imponibile;
  • Artigiani: 24% con contributi minimi €4.461, riduzione 35% su richiesta;
  • Commercianti: 24,48% con contributi minimi €4.550, riduzione 35% su richiesta;
  • Casse professionali: Importi specifici della cassa di appartenenza.

Quanti anni dura il regime forfettario?

Non esiste un limite temporale. Puoi rimanere nel regime indefinitamente purché rispetti i requisiti: fatturato sotto €85.000, spese per il personale sotto €20.000, redditi da lavoro dipendente sotto €35.000 e assenza di cause di esclusione previste dalla legge.

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