La nota integrativa accompagna il bilancio d’esercizio, offrendo approfondimenti indispensabili a comprendere i dati economico-finanziari dell’impresa. In questa guida vedremo cos’è la nota integrativa, come si redige, e quali sono le indicazioni previste dal Codice civile, dagli OIC e dalla normativa.
Cos’è la nota integrativa
La nota integrativa è una relazione obbligatoria che, insieme a stato patrimoniale e conto economico, compone il bilancio d'esercizio. Ha la finalità di spiegare, dettagliare e motivare le voci di bilancio, chiarendo i criteri di valutazione, le politiche contabili adottate – incluse quelle relative al principio di competenza – e gli elementi rilevanti nella gestione aziendale.
Completa le informazioni del libro degli inventari e delle altre registrazioni contabili, garantendo a soci, finanziatori, investitori e creditori la trasparenza necessaria per comprendere il reale andamento economico e patrimoniale dell'impresa e prendere decisioni informate.
Riferimenti normativi
La redazione della nota integrativa è disciplinata in primo luogo dall’articolo 2427 del Codice civile, ma trova supporto anche nei principi contabili OIC, in particolare nell’OIC 34, che stabilisce i criteri da seguire per la redazione del bilancio, compresi gli obblighi informativi.
Scopri il nostro conto businessNota integrativa e bilancio: come sono collegati
Bilancio e nota integrativa formano un tutt’uno inscindibile nella rendicontazione aziendale. Non sono documenti separati, ma parti complementari di una fotografia completa dell’attività aziendale. Se conto economico e stato patrimoniale mostrano i dati numerici, la nota integrativa di bilancio aggiunge contesto e spiega le scelte contabili.
La nota integrativa come strumento di trasparenza contabile
La nota integrativa è uno strumento fondamentale del bilancio d’esercizio, richiesto dall’articolo 2423 del Codice civile per un bilancio “veritiero e corretto”. L’obbligo vale anche per i bilanci abbreviati. L’OIC 12 ne rafforza il ruolo esplicativo, mentre l’OIC 34 ne disciplina le informazioni sui ricavi, specialmente per i contratti complessi.
Contenuto obbligatorio della nota integrativa abbreviata
La nota integrativa abbreviata è una semplificazione per le piccole imprese italiane, con contenuto ridotto rispetto alla versione ordinaria, ma utile per alleggerire il carico amministrativo mantenendo trasparenza. L’ambito e le informazioni obbligatorie sono regolati dal Codice civile.
Questo documento consente quindi di:
- adattare il bilancio alle effettive esigenze informative dell’impresa
- semplificare la redazione, risparmiando tempo e risorse
- rispettare comunque gli obblighi normativi minimi e i principi contabili fondamentali.
Contenuto obbligatorio della nota integrativa abbreviata secondo il Codice civile
Possono redigere la nota integrativa abbreviata le società di capitali che, per due esercizi consecutivi, non superano almeno due dei seguenti tre limiti:
- 5.500.000 € di totale attivo dello stato patrimoniale
- 11.000.000 € di ricavi netti delle vendite e prestazioni
- 50 dipendenti occupati in media durante l’esercizio
I nuovi limiti dimensionali, stabiliti dal D.Lgs. 125/2024, si applicano agli esercizi finanziari con inizio dal 1° gennaio 2024.
Non confondere l’agevolazione prevista per la nota integrativa abbreviata con quella per le microimprese, regolata dall’art. 2435-ter c.c. Le microimprese, infatti, possono essere esentate dalla redazione della nota integrativa, ma solo se non superano, per due esercizi consecutivi, almeno due dei seguenti tre limiti (aggiornati dal D.Lgs. 125/2024):
- 220.000 € di totale attivo dello stato patrimoniale
- 440.000 € di ricavi netti delle vendite e prestazioni
- 5 dipendenti occupati in media durante l’esercizio
Le imprese che redigono un bilancio abbreviato, invece, devono sempre presentare la nota integrativa, seppur con contenuto ridotto.
Il contenuto obbligatorio della nota integrativa abbreviata secondo il Codice civile (art. 2427 con deroghe ex art. 2435-bis) comprende:
- criteri di valutazione delle principali voci
- variazioni patrimonio netto
- composizione immobilizzazioni
- crediti e debiti per scadenza (entro/oltre 12 mesi)
- compensi amministratori e sindaci
- informazioni strumenti finanziari derivati
- esposizione sintetica garanzie, impegni e passività potenziali
Codice civile e nota integrativa: gli articoli di riferimento
La redazione della nota integrativa non è un’opzione, ma un obbligo per la maggior parte delle società italiane. A stabilirlo è il Codice civile, che dedica un intero impianto normativo alla struttura e ai contenuti del bilancio d’esercizio.
Obblighi normativi e contenuti richiesti
L’articolo 2427 del Codice civile, relativo alla nota integrativa, elenca in modo dettagliato le informazioni che devono essere incluse nella nota integrativa di bilancio. Tra queste:
- criteri di valutazione per voci di bilancio
- dettaglio immobilizzazioni materiali e immateriali
- suddivisione crediti e debiti per natura e scadenza
- ammontare e composizione capitale proprio (nota integrativa relativa al patrimonio netto)
- impegni e garanzie fuori stato patrimoniale
- operazioni con parti correlate
- compensi amministratori e sindaci
- riconciliazione utile civilistico/imponibile fiscale, se necessario.
In base al principio generale stabilito dall’art. 2423, la nota integrativa deve sempre garantire:
- trasparenza, offrendo informazioni comprensibili e complete
- chiarezza, con un linguaggio accessibile anche ai non tecnici
- veridicità, grazie a dati attendibili e verificabili.
Nota integrativa del patrimonio netto
Il patrimonio netto rappresenta la riserva finanziaria dell'azienda: mostra quanto valore è rimasto dopo aver pagato tutti i debiti. È cruciale nel bilancio perché indica la stabilità finanziaria e quanto spetta ai proprietari. Ogni cambiamento in questo “salvadanaio” – che sia per nuovi investimenti, divisione dei profitti, copertura di perdite o accantonamenti – deve essere registrato con grande trasparenza, perché è un’informazione vitale per soci, revisori e chiunque voglia investire.
Come devono essere indicati i movimenti nel patrimonio netto
La nota integrativa, ex art. 2427 C.C., deve dettagliare il patrimonio netto (capitale sociale, riserve, utili/perdite) con valori iniziali, finali e variazioni annuali, attraverso un prospetto delle variazioni. È necessario spiegare le cause delle modifiche (es. aumenti di capitale, dividendi, destinazione risultati) e specificare le riserve non distribuibili e i relativi vincoli. Si consiglia una tabella per maggiore chiarezza, illustrando inoltre l'impatto delle operazioni sul capitale. Queste disposizioni valgono per bilanci ordinari e abbreviati, garantendo tracciabilità e completezza.
Scopri di più su FinomNota integrativa delle immobilizzazioni
Gli investimenti a lungo termine (beni, diritti e costi destinati a permanere in azienda per diversi anni) richiedono un’attenta valutazione nella redazione del bilancio. La nota integrativa è essenziale per dettagliarne natura, valore, criteri di valutazione e modifiche annuali. Senza tali informazioni, lo stato patrimoniale potrebbe non rappresentare fedelmente la situazione aziendale.
Cosa deve includere la nota integrativa sulle immobilizzazioni
La nota integrativa relativa alle immobilizzazioni deve presentare un quadro completo e dettagliato di tutte le immobilizzazioni iscritte a bilancio.
È fondamentale operare una chiara distinzione tra:
- immobilizzazioni materiali: fabbricati, impianti, attrezzature (OIC 16)
- immobilizzazioni immateriali: brevetti, licenze, costi sviluppo, avviamento (OIC 24)
- immobilizzazioni finanziarie: partecipazioni, crediti a lungo termine
Per ciascuna categoria, è necessario indicare:
- il valore iniziale all’apertura dell’esercizio
- gli incrementi (nuovi acquisti, rivalutazioni)
- i decrementi (cessioni, dismissioni, svalutazioni)
- il valore finale a bilancio
La nota deve dettagliare i criteri di valutazione (costo storico, valore di mercato, ammortamento), rivalutazioni, svalutazioni o rettifiche straordinarie, e i relativi principi contabili. Vanno illustrati i criteri di ammortamento (metodo, durata, modifiche) e, in caso di svalutazioni, cause e impatto. È fondamentale per chiarezza e trasparenza, anche per il bilancio abbreviato, richiedere i principali movimenti e criteri, seppur sinteticamente.
CPB in nota integrativa
CPB è l’acronimo di Costo della Produzione di Beni. È un valore che sintetizza quanto è costato all’impresa produrre beni o servizi durante l’anno. Questo costo include non solo le materie prime, ma anche il lavoro diretto, gli ammortamenti, i costi generali di produzione e altri oneri accessori.
Il CPB è un indicatore cruciale per misurare l’efficienza produttiva e la redditività dell’impresa. Più è contenuto rispetto ai ricavi, più margine ha l’azienda. Per questo motivo, deve essere descritto chiaramente nella nota integrativa, soprattutto se rappresenta una delle voci principali del conto economico.
Dove compare e cosa spiega il CPB nella nota integrativa
Il CPB nella nota integrativa viene generalmente rappresentato all’interno delle sezioni dedicate al conto economico, e in particolare tra le voci della produzione (A) e dei costi (B) secondo lo schema previsto dall’art. 2425 del Codice civile.
Nella nota integrativa, il CPB va spiegato evidenziando:
- la composizione dei costi diretti (materie prime, manodopera, energia)
- le quote di ammortamento e svalutazione imputate al periodo
- eventuali variazioni nelle rimanenze di prodotti in corso o finiti
- altri costi accessori che incidono sulla produzione
Questo dettaglio permette a chi legge il bilancio di:
- comprendere come l’azienda costruisce il proprio margine operativo lordo (EBITDA)
- valutare l’efficienza dei processi produttivi
- identificare anomalie rispetto all’anno precedente o al settore di riferimento
Come si fa la nota integrativa
La corretta stesura della nota integrativa è un elemento chiave nella chiusura del bilancio d’esercizio. Va oltre il semplice adempimento formale: è un racconto trasparente dell’andamento economico-finanziario dell’impresa. Una nota integrativa ben fatta consente ai soci di comprendere meglio i dati, facilita il lavoro del revisore e rafforza la credibilità aziendale verso banche, investitori e fornitori.
Padroneggiare la nota integrativa significa conoscere non solo le normative, ma anche le migliori pratiche operative e gli strumenti che ne semplificano la redazione.
Fasi di redazione, strumenti utili e responsabilità
La redazione della nota integrativa prevede tre fasi principali:
- Raccolta dati da bilancio, conto economico, libro giornale, libro degli inventari, report gestionali e prospetti di dettaglio.
- Stesura seguendo l’art. 2427 del Codice civile, con ordine delle voci, criteri di valutazione e informazioni obbligatorie.
- Controllo e approvazione da parte dell’organo amministrativo, responsabile della correttezza dei dati.
L’uso di software gestionali come TeamSystem Bilancio, Wolters Kluwer Genya, Datev Koinos e Bilancio Europeo aiuta a velocizzare la compilazione, ridurre gli errori e garantire la conformità normativa.
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