La cassa previdenziale è l’ente a cui i liberi professionisti versano i contributi per accedere a prestazioni previdenziali. In questa guida vediamo come funziona il sistema, chi deve iscriversi, quali sono i contributi da versare e cosa indicare in fattura.
Cos’è la cassa previdenziale?
La cassa previdenziale è l’ente che raccoglie i contributi previdenziali obbligatori versati dai liberi professionisti per garantire loro una copertura pensionistica e assistenziale. Ogni cassa è legata a una specifica categoria professionale, come ad esempio gli avvocati, gli architetti o gli psicologi, e stabilisce delle proprie regole su iscrizione, versamenti e prestazioni.
Attenzione, la cassa previdenziale non è da confondere con il fondo pensione: la prima è obbligatoria e rappresenta il pilastro fondamentale del sistema pensionistico, il secondo, invece, è complementare e serve ad accumulare una pensione aggiuntiva su base volontaria.
Scopri il nostro conto businessCome funziona la cassa previdenziale?
L’iscrizione a una cassa previdenziale è obbligatoria per tutti i professionisti iscritti a un albo che prevede una propria cassa dedicata. In genere, l’iscrizione avviene contestualmente all’avvio dell’attività e va formalizzata per via telematica, seguendo le istruzioni presenti sul sito dell’ente di riferimento.
Ogni cassa stabilisce i propri contributi minimi da versare ogni anno, anche in assenza di reddito. Essi si dividono in:
- contributo soggettivo, legato al reddito e destinato alla pensione
- contributo integrativo, calcolato sulle fatture e versato dal cliente
- contributo di maternità, quota fissa annuale a sostegno delle professioniste con figli
Le prestazioni previste includono la pensione di vecchiaia, l’invalidità, l’inabilità al lavoro, l’assegno di maternità o paternità, e in alcuni casi anche i contributi assistenziali o il welfare integrato.
Cassa previdenziale: obbligatoria o complementare?
L’iscrizione a una cassa di previdenza obbligatoria è prevista per chi esercita una professione regolamentata da un albo. In questi casi, la cassa è parte integrante dell’attività e non ci si può rifiutare di aderire né di versare i relativi contributi.
Se, invece, si svolge un’attività autonoma senza albo professionale, come nel caso di un copywriter o di un consulente digitale, ci si dovrà iscrivere alla Gestione Separata INPS. Lo stesso vale se non si possiedono i requisiti per accedere alla cassa della propria specifica categoria.
Le aliquote contributive per la Gestione Separata INPS variano tra il 26,07% e il 35,03% a seconda della situazione previdenziale del professionista, con versamenti che seguono il sistema del saldo e acconti.
La previdenza complementare, invece, è facoltativa. Rappresenta una forma integrativa rispetto alla pensione obbligatoria e può essere utile per chi desidera una maggiore stabilità economica una volta raggiunta l’età pensionabile. È particolarmente indicata per chi ha una carriera discontinua o un reddito non costante, perché consente di pianificare con maggiore precisione il proprio futuro previdenziale.
Scopri il servizio di fatturazione gratuitoCassa previdenziale in fattura: attenzione a questi dettagli
Quando si parla di cassa previdenziale in fattura, ci si riferisce alla rivalsa previdenziale: una voce aggiuntiva che il professionista può inserire all’interno del documento per far pagare al cliente una parte dei contributi dovuti alla propria cassa. Non si tratta di un guadagno aggiuntivo, ma di un importo che verrà poi versato direttamente all’ente previdenziale.
Rivalsa nel regime ordinario e forfettario
Nel regime ordinario, questa rivalsa è obbligatoria e va indicata in fattura. La percentuale da applicare varia a seconda della categoria: ad esempio, 4% per la Gestione Separata, 5% per i geometri (4% solo per prestazioni verso la Pubblica Amministrazione) e 2% per i veterinari. Tale importo serve a coprire il contributo integrativo e non incide sul calcolo dell’IVA.
Nel regime forfettario, invece, la rivalsa non è obbligatoria. Alcuni professionisti scelgono comunque di inserire la cassa previdenziale nella fattura elettronica per forfettari per motivi di trasparenza o per uniformare la struttura dei documenti fiscali, ma si tratta comunque di una scelta facoltativa.
È importante ricordare che, anche se si tratta di una rivalsa, questo importo va comunque dichiarato come reddito imponibile.
Non bisogna, però, confonderla con il contributo integrativo che deve essere addebitato obbligatoriamente in fattura anche nel caso di un libero professionista iscritto a una cassa privata. In tale situazione, però, essendo obbligatorio per legge, l'importo non concorre alla formazione del reddito.
Esempio pratico
Per comprendere meglio, vediamo un esempio pratico. Un architetto che emette una fattura da 1.000 € può aggiungere la rivalsa del 4%, ovvero 40 €, per un totale di 1.040 €. Il cliente pagherà, quindi, l’intero importo, ma solo 1.000 € rappresentano il compenso vero e proprio del professionista. I 40 € saranno trattenuti e poi versati alla cassa previdenziale come contributo integrativo.
Casse previdenziali per professione
In Italia esistono diverse casse previdenziali professionali, ognuna dedicata a una specifica categoria di professionisti iscritti a un albo.
Ad esempio, un geometra o uno psicologo dovranno rispettivamente iscriversi alla cassa previdenziale geometri o alla cassa previdenziale psicologi, rispettando le regole specifiche di ciascun ente.
Di seguito riportiamo un elenco delle principali casse previdenziali in Italia con le rispettive sigle ufficiali.
Tabella casse previdenziali per professione
Professione | Cassa Previdenziale | Sigla ufficiale |
Avvocati | Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense | Cassa Forense |
Dottori Commercialisti | Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Dottori Commercialisti | CNPADC |
Ragionieri e Periti Commerciali | Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza a favore dei Ragionieri e Periti Commerciali | CNPR |
Geometri | Cassa Italiana di Previdenza e Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti | CIPAG |
Ingegneri e Architetti | Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti | INARCASSA |
Medici e Odontoiatri | Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Medici | ENPAM |
Psicologi | Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Psicologi | ENPAP |
Infermieri | Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza della Professione Infermieristica | ENPAPI |
Veterinari | Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Veterinari | ENPAV |
Notai | Cassa Nazionale del Notariato | Cassa Notariato |
Farmacisti | Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza dei Farmacisti | ENPAF |
In caso di dubbi, è sempre utile effettuare una verifica direttamente con il proprio ordine professionale o consultare il sito ufficiale della specifica cassa.
Scopri di più su FinomChecklist essenziale per la cassa previdenziale: come metterti in regola subito?
Gestire correttamente la propria cassa previdenziale è fondamentale per evitare errori e sanzioni:
- Innanzitutto, bisogna verificare qual è la propria cassa di riferimento in base alla professione svolta. Se si è iscritti a un albo, l’appartenenza a una cassa è obbligatoria. In caso contrario, ci si deve iscrivere alla Gestione Separata INPS.
- L’iscrizione va effettuata nei tempi stabiliti dalla cassa o dall’INPS, spesso già al momento dell’apertura della Partita IVA.
- Bisogna assicurarsi di compilare correttamente le fatture con la rivalsa previdenziale, se prevista. Si tratta, infatti, di un dettaglio spesso trascurato, ma necessario per essere in regola con i versamenti.
- È bene, inoltre, valutare l’adesione a un fondo pensione complementare, soprattutto se si prevedono delle entrate irregolari o una carriera con molte variazioni. Ciò può, infatti, essere d’aiuto nel costruire una pensione più stabile nel tempo.
- Verifica annualmente gli importi aggiornati: i contributi minimi e le aliquote vengono rivalutati ogni anno secondo le variazioni ISTAT, quindi controlla sempre sul sito della tua cassa i valori correnti per evitare errori nei versamenti.
FAQ
Chi è tenuto a pagare la cassa previdenziale in fattura?
Chi è tenuto a pagare la cassa previdenziale in fattura è il cliente del professionista, nei casi in cui è prevista la rivalsa previdenziale. Il professionista la indica come voce separata all’interno della fattura e poi la versa direttamente alla propria cassa. Non è sempre obbligatoria: dipende dal tipo di attività e dal regime fiscale adottato.
Chi si iscrive alla cassa previdenziale?
Deve iscriversi alla cassa previdenziale chi esercita una professione regolamentata da un albo che prevede una cassa dedicata, come ad esempio avvocati, architetti, psicologi o medici. Se non esiste una cassa per la propria attività, si rientra, invece, nella Gestione Separata INPS.
Cos’è la cassa previdenziale 4%?
La cassa previdenziale 4% è la rivalsa previdenziale che molti professionisti addebitano al cliente in fattura, calcolata come il 4% del compenso. Non rappresenta un guadagno, ma un importo da versare alla propria cassa come contributo integrativo.
Come vedere la propria cassa previdenziale?
È possibile verificare la propria cassa previdenziale controllando l’albo o l’ordine professionale a cui si è iscritti: ogni categoria ha una propria cassa specifica. Se non si aderisce ad alcun un albo, molto probabilmente si rientra nella Gestione Separata INPS.
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