Bottom-up e top-down sono metodi di gestione aziendale utilizzati nel mondo economico moderno, in cui è essenziale raggiungere la massima efficienza. Descriveremo vantaggi e sfide dei due metodi, che possono influenzare significativamente i risultati di un’azienda e il suo successo.
Approccio top-down e bottom-up: panoramica
Gli approcci top-down e bottom-up sono due strategie di gestione aziendale che operano in maniera completamente opposta: nella strategia top-down le decisioni vengono prese dall’alto, da un concetto generale, e arrivano al dettaglio. L’approccio bottom-up invece parte dal dettaglio per poi arrivare alla visione generale.
Stai pensando di aprire un’attività? Allora è importante capire quale approccio gestionale fa al caso tuo.
Le aziende che utilizzano l'approccio top-down:
- Goldman Sachs: la direzione definisce la strategia macroeconomica, le linee di investimento e la politica aziendale;
- Apple: adotta un modello gerarchico rigido, soprattutto nella gestione strategica dei prodotti e del design;
- Ferrari: la direzione definisce le linee di sviluppo, mentre i team di ingegneri e designer le implementano.
Che cos’è l’approccio top-down?
In questo modello organizzativo, i manager definiscono le decisioni e le trasmettono ai team seguendo una gerarchia strutturata.
Gli elementi chiave dell’approccio top-down al management sono:
- Un approccio altamente strutturato, in cui i ruoli sono ben definiti e ognuno sa qual è il suo compito;
- Visione e obiettivi che provengono dal management aziendale, che vengono poi diffusi in tutta l’azienda in modo che ogni dipendente ne sia al corrente;
- Tempistiche definite per ciascun dipendente, con compiti specifici diretti dal proprio superiore, in modo che ognuno sappia cosa deve fare e quando.
È un approccio rigido ma preciso, che, se ben gestito, garantisce il controllo sul lavoro.
Come funziona la gestione top-down?
Una gestione top-down comprende una serie di analisi specifiche, che servono per impostare le strategie aziendali:
- Analisi complessa delle condizioni macroeconomiche del mercato di riferimento.
- Analisi di stato e prospettive delle varie asset class: i tipi di investimento, come l’azionario, l’obbligazionario, il valutario, le materie prime ecc.
- Analisi più specifica: analisi delle macroregioni e dei settori globali, ad esempio i Paesi con economie emergenti o le industrie in crescita, al fine di identificare le opportunità di investimento.
- Analisi settoriale: si analizzano i settori che sembrano più avvantaggiati dal contesto e dalle relative attese.
Quando usare l’approccio top-down
L’approccio top-down è più rigido e strutturato e quindi adatto a team con più sotto-team. Viene di conseguenza spesso utilizzato in aziende molto grandi in cui uno schema gerarchico ben preciso è essenziale per poter monitorare il tutto.
I vantaggi dell’approccio top-down
L’approccio top-down presenta sicuramente una serie di vantaggi:
- Conferisce una visione e una direzione chiara dell’organizzazione aziendale;
- Porta a un miglioramento della comunicazione tra manager e dipendenti;
- Si traduce in una riduzione della complessità del lavoro;
- Porta a maggiore responsabilità;
- Si tratta di uno stile di gestione ben conosciuto, e perciò di più semplice comprensione e attuazione;
- Richiede tempi di implementazione più rapidi.
Svantaggi della gestione top-down
Allo stesso tempo, però, come qualunque approccio, l’approccio top-down presenta anche dei lati negativi:
- La dirigenza è sottoposta a maggior stress, in quanto tutte le decisioni dipendono da essa;
- I processi sono caratterizzati da una minor creatività;
- Vi è una sorta di distacco da parte del team;
- Si crea maggiore distanza tra le persone che lavorano per prendere le decisioni e le decisioni stesse.
Che cos’è l’approccio bottom-up?
L’approccio di gestione bottom-up (dal basso verso l’alto), invece, implica che gli obiettivi, i progetti e i processi aziendali siano definiti in gran parte dal feedback ricevuto dai dipendenti e dalle loro idee per il business, anziché dai manager aziendali, o da chi detiene il potere.
Gli elementi chiave dell’approccio bottom-up sono:
- Una pianificazione guidata dai dipendenti, anziché dal management;
- Leader aziendali che incoraggiano l’iniziativa, la creatività e le idee imprenditoriali a tutti i livelli;
- Maggiore flessibilità oraria e nelle priorità di lavoro.
Le aziende che utilizzano l'approccio bottom-up:
- Google: incoraggia i dipendenti a proporre idee e consente agli ingegneri di dedicare tempo a progetti personali. Gmail è nato da un'idea sviluppata durante il "20% time";
- Spotify: adotta il metodo Agile e utilizza team cross-funzionali;
- Olivetti: ha storicamente promosso l’innovazione dando spazio alla creatività dei suoi ingegneri e designer.
Come funziona l’approccio bottom-up?
Nell’approccio bottom-up, il team collabora a tutti i livelli per determinare quali passaggi seguire per raggiungere gli obiettivi generali. Le caratteristiche di questo approccio possono essere così elencate:
- Si parte dal particolare per arrivare all’universale, anziché il contrario;
- Si guardano i cosiddetti “fondamentali” del titolo, la qualità della componente gestionale, le attese sugli utili, ecc;
- Si valuta se il titolo ha valore superiore o inferiore rispetto alla media del settore o alla concorrenza;
- Si ragiona su rapporti di diverso genere (come EV/EBITDA, P/E, Dividend Yield, ROE, ROS e così via);
- Si guarda anche alla solidità delle imprese in questione, analizzando ratio patrimoniali o anche il patrimonio netto per azione, o il flusso di cassa;
- Altre scelte sono collegate alle precedenti e conseguenti ad esse.
Esempi di gestione bottom-up
Tra i vari generi di gestione bottom-up, ne elenchiamo tre che vengono spesso preferite:
- OKR ibridi: a livello aziendale vengono definiti gli obiettivi più ampi, mentre i risultati chiave (KR) sono definiti dai team e dai dipendenti.
- Team Scrum: viene organizzata una riunione rapida quotidiana che include tutto il team, la quale serve per lavorare coordinati.
- Gestione democratica: come chiarito dal nome, si tratta di un approccio in cui vi è moltissima collaborazione, anche e soprattutto a livello decisionale, e le decisioni vengono prese a livello democratico.
Quando usare l’approccio bottom-up
L’approccio bottom-up è maggiormente utilizzato in aziende moderne e innovative, che vedono proprio la rottura degli schemi come uno degli obiettivi aziendali. Per questo motivo, non avrebbe senso per questo tipo di imprese utilizzare un approccio top-down, con decisioni prese dall’alto.
I vantaggi dell’approccio bottom-up
Anche l’approccio bottom-up presenta una lunga serie di vantaggi:
- È caratterizzato da maggiore innovazione;
- Richiede un maggiore coinvolgimento dei dipendenti e di conseguenza può portare a un morale del team più alto;
- Si basa su maggiore flessibilità, reattività e creatività;
- Porta a un miglioramento della risoluzione dei problemi;
- Necessita di una comprensione approfondita e fa quindi sì che vengano prese decisioni più informate;
- Porta a una distribuzione del processo decisionale;
- Si traduce in una migliore gestione dei rischi.
Svantaggi della gestione bottom-up
Allo stesso tempo, questo approccio presenta anche alcuni aspetti negativi, che possono renderlo problematico:
- Maggior inerzia decisionale: spesso quando troppe persone sono coinvolte nel processo decisionale, è difficile trovare una soluzione che piaccia a tutti;
- Cambiamento delle dinamiche del team: alcuni dipendenti potrebbero non sentirsi a proprio agio nel presentare le proprie idee ai superiori;
- Mancanza di approfondimenti a livello generale: le decisioni prese dal basso spesso sono prese da persone che, per via del loro ruolo aziendale, non hanno piena conoscenza di una parte dei processi che vengono influenzati dalle decisioni stesse. Di conseguenza, spesso i lavoratori di uno specifico progetto non sono in grado di valutare al meglio la situazione generale e prendere una decisione adeguata.
L’approccio misto
Se si vuole riuscire a gestire la propria azienda con uno stile di management del tutto efficace, l’ideale sarebbe utilizzare entrambi gli approcci, per quanto possibile. La decisione migliore, in relazione alla propria azienda e alle sue caratteristiche, sarebbe creare un approccio di tipo top-down, ma con i vantaggi legati alla collaborazione e alla creatività derivanti da un lavoro in team.
Le aziende che utilizzano un approccio misto:
- Amazon: il top management definisce la strategia, ma le decisioni su specifiche innovazioni possono emergere a livelli inferiori;
- Netflix: definisce strategie aziendali a livello dirigenziale, ma consente ai team creativi di avere autonomia nella produzione dei contenuti e nello sviluppo tecnologico;
- Ferrero: la direzione prende le decisioni strategiche chiave, mentre i dipendenti propongono innovazioni.
Suggerimenti per la gestione di team interfunzionali
Per avere un approccio funzionale, la strategia migliore riguarda l’investimento sia nei processi che nelle persone. Gli svantaggi di un approccio top-down vengono ridotti se a capo vi sono persone competenti che sanno quello che stanno facendo. Di seguito elenchiamo alcuni consigli che possono esservi utili in tale senso:
- Creare relazioni al di fuori del team dirigenziale: questo aiuta a semplificare situazioni in cui non vi sono rapporti o quasi tra la dirigenza e il team, il che porta a difficoltà gestionali di vario genere;
- Agevolazione della comunicazione tra team: trovare nuovi metodi per stimolare la creatività e agevolare la comunicazione tra i vari reparti;
- Integrazione di forme aggiuntive di feedback: una buona idea è aumentare le modalità grazie alle quali i dipendenti più in basso nella scala gerarchica possano proporre consigli, idee o suggerimenti ai manager;
- Una gestione di alta qualità dipende dall’equilibrio: tutti i migliori approcci si basano su un equilibrio tra due approcci opposti. Per questo motivo, è utile unire diversi stili gestionali per riuscire a trovare quello perfetto per la propria azienda.
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