Il bilancio di sostenibilità è uno strumento essenziale per comunicare in modo trasparente gli impatti ambientali, sociali ed economici di un’organizzazione. Sempre più aziende adottano questo strumento al fine di dimostrare il loro impegno verso la sostenibilità e per rispondere alle crescenti aspettative di stakeholder, investitori, nonché delle normative.
In questa guida analizzeremo cos’è il bilancio di sostenibilità, gli obblighi e i criteri per redigerlo in modo conforme agli standard, con esempi pratici.
Cos’è il bilancio di sostenibilità?
Il bilancio di sostenibilità è lo strumento attraverso cui un’azienda rendiconta in modo strutturato e trasparente gli impatti generati dalle proprie attività in ambito ambientale, sociale ed economico. Non si limita a descrivere cosa fa l’impresa, ma approfondisce come opera evidenziandone i valori, gli obiettivi strategici e i risultati misurabili.
A differenza del bilancio d’esercizio, incentrato su indicatori economico-finanziari come lo stato patrimoniale, il cash flow e le passività correnti, il bilancio di sostenibilità offre una visione più ampia del modello di business, orientata alla creazione di valore nel lungo periodo.
In un contesto in cui la sostenibilità è sempre più centrale, sono molte le aziende che scelgono di adottare questo strumento per rafforzare la fiducia, migliorare la propria reputazione e dimostrare, con dati concreti, il proprio contributo a uno sviluppo più responsabile.
Scopri il nostro conto businessBilancio di sostenibilità obbligatorio: chi è tenuto a redigerlo?
Negli ultimi anni, il bilancio di sostenibilità è passato da una scelta puramente volontaria a un obbligo normativo per molte aziende.
Sono, infatti, tenute alla sua redazione tutte le aziende che rispondono ad almeno due di questi criteri: oltre 250 dipendenti, più di 50 milioni di fatturato o un totale attivo superiore a 25 milioni di euro. Dal 1º gennaio 2028 (con pubblicazione nel 2029) toccherà anche alle PMI quotate (dopo il rinvio di due anni in seguito alla Direttiva UE 2025/794), mentre le grandi imprese non quotate dovranno conformarsi dal 1º gennaio 2027 (con pubblicazione nel 2028).
Le aziende obbligate devono includere il bilancio di sostenibilità nella relazione sulla gestione, pena sanzioni amministrative e il rischio di perdita di credibilità verso stakeholder e investitori.
Normativa di riferimento del bilancio di sostenibilità
Il bilancio di sostenibilità si basa su un quadro normativo sempre più solido e condiviso, sia a livello europeo che nazionale. La base è la Direttiva europea sul CSRD (la 2022/2464), che ha ampliato in modo significativo gli obblighi di rendicontazione rispetto alla precedente NFRD. In Italia, il recepimento della CSRD è avvenuto con il D.Lgs. 125/2024.
Al fine di garantire uniformità e comparabilità, le aziende devono seguire precisi standard di rendicontazione, come i GRI Standards (Global Reporting Initiative), gli ESRS elaborati da EFRAG per la CSRD e le linee guida ISO 26000 per la responsabilità sociale.
Questi strumenti aiutano le imprese a rendere il bilancio coerente con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030, facilitando così il dialogo con stakeholder e istituzioni su temi cruciali come il clima, i diritti umani, l’inclusione e il consumo responsabile.
Scopri il servizio di fatturazione gratuitoCome redigere un bilancio di sostenibilità?
La redazione di un bilancio di sostenibilità parte da un passaggio fondamentale: l’analisi di materialità. Questo processo serve a identificare i temi ambientali, sociali e di governance (ESG) più rilevanti sia per l’azienda che per i suoi stakeholder, come clienti, dipendenti, fornitori e comunità locali.
Una volta definiti i temi prioritari, si procede con il coinvolgimento attivo delle parti interessate e la raccolta strutturata dei dati quantitativi e qualitativi relativi all’impatto delle attività aziendali.
Il documento finale segue una struttura articolata, le cui sezioni principali includono:
- una presentazione dell’azienda
- la strategia di sostenibilità adottata
- i risultati ottenuti nelle tre dimensioni ESG (Environmental, Social, Governance)
- gli obiettivi futuri e il collegamento con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs)
Nel caso di bilanci soggetti a obblighi normativi, è necessario includere anche degli indicatori standardizzati secondo i principali framework internazionali.
Per agevolare l’intero processo, molte imprese si affidano a software specializzati, che supportano l’elaborazione della doppia materialità, l’organizzazione dei KPI di sostenibilità e la generazione del documento finale.
Infine, è essenziale curare la comunicazione: il bilancio deve essere chiaro, accessibile e visivamente efficace. L’integrazione di grafici, tabelle e infografiche ne facilita la lettura, mentre la pubblicazione online (ad esempio sul sito aziendale) garantisce la massima trasparenza e diffusione.
Esempio pratico di bilancio di sostenibilità
Un esempio concreto di bilancio di sostenibilità ben strutturato è quello del Lavazza Group, che ogni anno pubblica (finora su base volontaria) un report dettagliato e accessibile, redatto secondo gli standard GRI e allineato agli SDGs. Il documento racconta in modo trasparente le azioni intraprese per ridurre le emissioni di CO₂, per promuovere l’inclusione sociale, garantire il benessere dei dipendenti e per migliorare la governance aziendale.
La forza del bilancio Lavazza sta nell’approccio narrativo: i dati sono accompagnati da storie, testimonianze e infografiche intuitive, che aiutano il lettore a comprendere l’impatto delle iniziative. Tra le buone pratiche spiccano l’uso esclusivo di energia elettrica da fonti rinnovabili negli stabilimenti, il 96% del caffè proveniente da fornitori valutati sulla base di criteri etici e il forte impegno in progetti educativi e ambientali nelle comunità produttrici.
Questo modello dimostra come il bilancio di sostenibilità possa diventare uno strumento efficace per comunicare i valori dell’azienda, misurare i risultati e costruire fiducia con tutti gli stakeholder.
Scopri di più su FinomDifferenza tra report e bilancio di sostenibilità
Spesso usati come sinonimi, report di sostenibilità e bilancio di sostenibilità indicano in realtà due strumenti diversi per finalità e struttura.
Il report di sostenibilità è uno strumento comunicativo più agile, pensato per raccontare l’impegno dell’azienda in modo narrativo e personalizzato, spesso con finalità divulgative o reputazionali. Può essere redatto in modo libero, senza necessariamente aderire a standard internazionali.
Il bilancio di sostenibilità, invece, risponde a criteri più formali e strutturati. È regolato da norme precise, richiede l’utilizzo di indicatori verificabili e, in molti casi, deve essere pubblicato secondo delle tempistiche e dei requisiti specifici.
Scegliere tra report e bilancio dipende dagli obiettivi dell’impresa: il primo è utile per comunicare in modo volontario e diretto, il secondo è indispensabile quando si vogliono (o devono) garantire tracciabilità e accountability a un pubblico più ampio e istituzionale.
Benefici del bilancio di sostenibilità per le aziende
Integrare il bilancio di sostenibilità nella gestione aziendale porta a numerosi vantaggi. Consente di monitorare con maggiore precisione le aree di impatto, favorendo decisioni più consapevoli e mirate. Inoltre, rende più semplice individuare eventuali inefficienze operative o criticità nei processi, aprendo la strada a interventi migliorativi.
Dal punto di vista organizzativo, promuove una maggiore coerenza tra strategie, valori aziendali e obiettivi a lungo termine. Rafforza il coinvolgimento delle persone, stimolando una cultura aziendale più responsabile e orientata all’innovazione.
Infine, il bilancio rappresenta un valido supporto nelle relazioni con partner istituzionali, enti pubblici e realtà del territorio, facilitando l’accesso a bandi, certificazioni e opportunità di collaborazione nel campo della sostenibilità.
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