Aprire un negozio di alimentari può essere un’idea imprenditoriale di successo, ma per farlo è necessario soddisfare alcuni requisiti personali e professionali. In questo articolo spieghiamo qual è la procedura necessaria per avviare un’attività e i costi ad essa associati.
Aprire un negozio di alimentari: requisiti necessari
I requisiti necessari per aprire un’attività di questo tipo in Italia si dividono in:
Requisiti legali per registrare l’attività
- Aprire una partita IVA e definire la posizione fiscale
- Aprire la posizione contributiva INPS, necessaria per accumulare contributi
- Aprire la posizione INAIL per gli infortuni sul lavoro
- Effettuare l’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.
- Presentare la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) al Comune per segnalare l’apertura al pubblico. Questo passaggio serve a verificare i requisiti soggettivi, morali e professionali, nonché a verificare che tutto sia in regola dal punto di vista urbanistico, edilizio, igienico e ambientale.
Permessi e approvazioni legati a sicurezza e salute
- Frequenza di un corso professionale per il commercio, la preparazione o la somministrazione dei prodotti alimentari;
- Iscrizione al registro esercenti per il commercio per l’attività di somministrazione alimenti e bevande o per l’attività di vendita dei gruppi merceologici individuati dalle lettere A, B e C dell’articolo 12 del decreto ministeriale numero 375 del 4 agosto 1988;
- Superamento dell’esame di idoneità all’esercizio dell’attività di somministrazione di alimenti e bevande.
Chi non può aprire un negozio di alimentari
L’art. 71 del D. Lgs. 26 marzo 2010, n. 59 stabilisce i criteri in base ai quali a una persona non è consentito aprire un negozio di alimentari. Non è permesso aprire un’attività commerciale a:
- chi è stato dichiarato delinquente abituale;
- chi ha ricevuto una condanna superiore a 3 anni;
- chi ha ricevuto una condanna per reati fiscali;
- chi ha ricevuto una condanna per reati contro l’igiene e la sanità pubblica;
- chi ha ricevuto due o più condanne per delitti legati alla preparazione degli alimenti.
Aprire un negozio di alimentari: spazio e allestimenti
Una volta soddisfatti tutti i requisiti, è necessario cercare lo spazio adeguato, ma soprattutto allestirlo in maniera corretta.
Arredamento e macchinari
In primo luogo è fondamentale arredare il negozio, acquistando ed installando banconi, scaffali, espositori, vetrine, frigoriferi e freezer, e strumentazioni come le affettatrici.
Bisogna poi fornire il negozio di tutti gli strumenti legati ai pagamenti elettronici o in contanti, perciò cassa e POS. Possono essere necessari anche altri strumenti tecnologici come le telecamere.
Un altro passaggio fondamentale è quello di rendere la zona di pagamento e check out il più agevole possibile, aggiungendo un tappeto trasportatore vicino alla cassa, se necessario, e della segnaletica. Questi elementi saranno legati alle dimensioni del negozio e non sempre necessari.
Un ultimo aspetto molto importante, a cui spesso non si pensa, è la disposizione dei prodotti e l’allestimento degli scaffali. Il modo in cui gli articoli vengono presentati è determinante per attirare i clienti. Si tende in genere a presentare i prodotti che si cerca maggiormente di vendere in luoghi facilmente visibili, in modo che vengano notati mentre il cliente cerca il suo prodotto preferito.
Come aprire un negozio di alimentari
Per aprire un alimentari è necessario seguire alcuni passaggi specifici:
Sviluppare un’idea di business
In primo luogo bisogna decidere il formato di negozio che si intende aprire:
- un minimarket: si tratta di un piccolo supermercato in cui si possono trovare i beni alimentari di base
- un negozio specializzato in frutta e verdura
- un panificio: questo può essere associato a un servizio di pasticceria, e a volte nello stesso negozio possono essere venduti beni alimentari di base, come latte e affettati.
A quel punto bisogna fare un’analisi dettagliata del target a cui ci si vuole rivolgere e soprattutto della concorrenza. È molto utile studiare quali tipi di negozi simili sono presenti nella stessa zona e quali sono i loro punti di forza e debolezza, per poter prendere decisioni che portino a farsi spazio tra i competitor.
Infine è necessario scegliere un concept da seguire: bisogna perciò stabilire a quale categoria di prodotti ci si vuole dedicare. Si può scegliere di vendere solo cibo biologico, o articoli locali, prodotti freschi o di alta gamma, per fare solo alcuni esempi.
Creare un business plan
Una volta definita l’idea di partenza, è buona norma stilare un business plan. Al suo interno vengono effettuate delle analisi specifiche:
- Viene fatto un calcolo ben approfondito di tutti i costi necessari per aprire l’attività, e delle spese fisse mensili che bisognerà affrontare una volta che il negozio sarà avviato;
- Bisogna prevedere i possibili ricavi e guadagni, e il punto di pareggio, cioè il momento in cui le entrate si allineano con le spese;
- Infine è necessario mettere a fuoco i principali rischi e trovare delle strategie e modalità per poterli ridurre al minimo.
La creazione di un business plan è molto utile anche nel momento in cui si desidera chiedere un finanziamento, in quanto dà una chiara idea sui costi necessari all’avvio di un’attività.
L'apertura e la gestione di un negozio di alimentari sono state facilitate da una piattaforma speciale di Finom per PMI, imprenditori e aziende soggette a registrazione.
Scegliere una forma legale
Come abbiamo già visto in precedenza, per aprire un’attività legalmente bisogna:
- Aprire la partita IVA con costi zero, che può essere fatto comodamente dal sito web dell’Agenzia delle entrate;
- Stabilire la forma giuridica, scegliendo tra ditta individuale e società di persone o a responsabilità limitata. La scelta è legata al tipo di responsabilità di cui ci si vuole far carico:
Opzioni disponibili | Pro | Contro |
Ditta individuale |
|
|
Società |
|
|
- in una ditta individuale, il titolare è l’unico responsabile, e di conseguenza anche l’unica persona che deve sostenere tutti gli oneri legati all’attività;
in una società invece, la responsabilità è divisa tra tutti i soci, e di conseguenza anche tutte le spese; - Registrarsi presso l’INPS, l’INAIL e il Registro delle imprese, per essere in regola sotto l’aspetto fiscale e previdenziale;
In caso di azienda con dipendenti, il datore di lavoro deve chiedere all’INPS l’apertura di una posizione contributiva, per poter versare i contributi previdenziali e assistenziali dei propri dipendenti.
Si ha l’obbligo di iscriversi all’INAIL in caso di lavoro considerato a rischio infortunio o malattia. Al momento dell’avvio dell’attività, il datore di lavoro deve presentare all’Inail la denuncia dei lavori (denuncia di esercizio o di iscrizione) per la valutazione dei rischi ed il calcolo del premio di assicurazione.
Per quanto riguarda il registro delle imprese, esistono due sezioni a cui iscriversi: nella sezione ordinaria si iscrivono le società e le aziende individuali di grandi dimensioni, mentre le società semplici, tra professionisti o i piccoli imprenditori dovranno iscriversi alla sezione speciale. - Scegliere il codice ATECO riferito alla propria attività: quello per i negozi di alimentari è 47.11.40: “Minimercati ed altri esercizi non specializzati di alimentari vari”.
Tassazione
L’ultima scelta da effettuare è quella relativa al pagamento delle imposte. Bisogna quindi stabilire se si vuole aderire al regime contabile o contributivo. Entrambi i regimi impongono l’utilizzo della fatturazione elettronica.
Il regime contabile
Il regime contabile forfetario è disponibile per le ditte individuali che non superano gli 85.000 euro di ricavi. Questo permette di pagare un’imposta sostitutiva del 5% per i primi 5 anni e del 15% per gli anni successivi.
In genere, però, un alimentari supera tale soglia e si può quindi scegliere tra regime ordinario e semplificato. In entrambi i casi vanno pagate: IVA (imposta sul valore aggiunto), IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche), IRAP (imposta regionale sulle attività produttive) e altre spese regionali e comunali.
Regime contributivo
Per pagare i contributi previdenziali è necessario iscriversi alla Gestione Commercianti INPS.
La legge impone che chi ha un reddito che non supera i 16.243 euro deve pagare un fisso di 3.983,73 euro, ma chi supera tale soglia deve pagare una percentuale sulla parte che supera i 16.243 euro, pari a:
- 24,48% per chi ha più di 21 anni;
- 23,28% per chi ha meno di 21 anni.
Se si è scelto di adottare il regime forfettario si può chiedere una riduzione del 35% sul totale dei contributi da versare all’INPS.
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Costi e ricavi di un negozio di alimentari
Un negozio di alimentari, sia in fase di apertura che di gestione, implica dei costi che vanno tenuti in considerazione. Se l’attività è proficua e gestita nel migliore dei modi, porta a dei ricavi importanti.
Costi iniziali
Per avviare il tuo negozio di alimentari ci sono diverse voci di costo da considerare. Ecco le principali:
- Affitto e costi di caparra: 2.000 - 5.000 euro. Questa spesa può lievitare se si decide di acquistare le mura del locale, anziché prenderlo in affitto;
- Iter burocratico: comprende partita Iva, iscrizione a INPS, INAIL, Registro delle Imprese. Da 1.000 a 5.000 euro;
- Consulenze e servizi: a volte è necessario affidarsi a un consulente per essere certi di non commettere errori soprattutto legati alla documentazione. Da 1.500 a 3.000 euro;
- Licenze e permessi: inclusi corsi e attestati necessari alla vendita di alimentari. Da 500 a 2.000 euro;
- Prima fornitura: a seconda del tipo di prodotti che si decide di vendere e delle dimensioni del negozio, il prezzo può variare anche di molto. È necessario in ogni caso rifornire il negozio di tutti i prodotti che si desidera mettere in vendita. Da 5.000 a 20.000 euro;
- Arredamento: include banconi, scaffali, espositori, vetrine, frigoriferi e simili. Da 2.000 a 10.000 euro o più, in relazione alle dimensioni del negozio e delle attrezzature necessarie;
- Assicurazioni: valgono per il negozio e il suo proprietario, per i dipendenti e i prodotti da vendere. Da 500 a 2.000 euro;
- Pubblicità: che sia effettuata in modalità standard o online, include dei costi che variano in relazione al servizio prescelto. Da 1.000 a 5.000 euro o più;
Le spese totali per avviare un negozio di alimentari si aggirano quindi nel range che va dai 30.000 ai 60.000 euro.
A queste spese vanno aggiunte quelle che costituiscono un fisso mensile, in seguito all’apertura del negozio:
- Affitto locale: 1.200-5.000 euro, in relazione al luogo in cui si trova il negozio e alle sue dimensioni.
- Spese per il personale: 800 euro per un dipendente part-time
- Fornitori: 5.000 euro
- Utenze: 400 euro
- Marketing e pubblicità: 100 euro
- Altri costi: 300 euro
Il totale si aggira tra i 7.000 e gli 8.000 euro, a cui vanno aggiunte le imposte da versare mensilmente.
Finom offre una soluzione completa per la gestione delle spese personali e di squadra, dalla emissione di carte all'esportazione di dati pronti per la contabilità.
Ricavi potenziali
I ricavi potenziali per un negozio di alimentari possono variare nettamente in relazione al negozio, alle sue dimensioni, al luogo in cui si trova, alla clientela e a numerosi altri fattori.
Secondo alcune analisi, il fatturato medio di un negozio di alimentari è pari a:
- Negozio di piccole dimensioni: 100.000 - 300.000 euro di fatturato annuo;
- Negozio di medie dimensioni: 300.000 - 700.000 euro;
- Grande negozio o supermercato: ricavi annui che possono superare i 700.000 euro o addirittura il milione di euro.
Considerate le spese mensili elencate prima, si stabilisce che per arrivare in pari, e raggiungere un punto di pareggio (break even point), un negozio debba ricavare almeno 15.000 euro mensili per non avere delle perdite. Il quantitativo che supera tale cifra (o in generale, l’ammontare delle spese) è il guadagno mensile.
Come aumentare la profittabilità
Per avere successo con il tuo negozio di alimentari esistono molte strategie, e qui ne elenchiamo alcune possibili:
- Modifica l’esposizione dei prodotti, dando maggiore visibilità a quelli che vengono acquistati meno, o che semplicemente desideri vendere di più. Dover cercare un prodotto, porta il cliente a vederne molti altri;
- Abbina prodotti diversi: crea offerte in cui un prodotto che generalmente non viene acquistato molto possa essere fornito scontato se acquistato insieme a un altro;
- Rendi l’ingresso del negozio colorato e gradevole alla vista, per attirare la clientela;
- Crea sezioni dedicate a prodotti specifici, che si adattino al tipo di acquisto che viene effettuato: crea zone tranquille per vendere prodotti più costosi, che richiedono più tempo per ponderare l’acquisto.
Finanziamenti e agevolazioni
Se non sei in possesso del denaro necessario ad aprire un’attività, tieni presente che ci sono diversi modi per richiedere e ottenere fondi che possono esserti d’aiuto. In particolare sono attivi due incentivi interessanti:
- ON - OLTRE NUOVE IMPRESE A TASSO ZERO: rivolto a giovani e donne residenti in Italia, prevede una parte di finanziamento a tasso zero e una parte a fondo perduto.
- RESTO AL SUD: specifico per coloro che vogliono avviare attività nel Centro-Sud Italia, l’incentivo copre fino al 100% delle spese, ed è erogato in parte a fondo perduto e in parte mediante finanziamento a tasso zero.
Ci si può rivolgere a un consulente che venga in aiuto nella scelta degli incentivi migliori o di eventuali finanziamenti.
Scegliere il formato del negozio di alimentari: marchio indipendente o franchising
Quando si decide di aprire un negozio di alimentari si può scegliere se avviare un’attività nuova, o avvalersi di un servizio di franchising.
Aprire un negozio di alimentari in franchising, vantaggi e svantaggi
Andiamo ad elencare vantaggi e svantaggi di una soluzione in franchising.
Vantaggi:
- marchio già conosciuto
- strategie di vendita provenienti dall’alto
- arredi forniti dal marchio
- prodotti forniti e selezionati dalla casa madre
- spese iniziali molto più basse
Svantaggi:
- pagamento mensile da effettuare
- scarsa libertà operativa
Aprire un negozio di alimentari ex novo, vantaggi e svantaggi
Vediamo ora vantaggi e svantaggi di un’apertura partendo da zero.
Vantaggi:
- maggiore libertà imprenditoriale
- scelta su quali prodotti vendere
- prezzi stabiliti dal gestore
- nessuna spesa mensile per il servizio di franchising
Svantaggi:
- necessità di acquisire e fidelizzare clientela
- nessuna direzione dall’alto
- spese iniziali più elevate
Aprire un negozio di alimentari: sfide possibili
Aprire un negozio di alimentari pone di fronte a molte sfide che possono essere difficili da superare:
- Organizzazione del team: quando si decide di assumere personale, si rischia che questo non sia all’altezza. È una buona prassi fare un’accurata selezione e scegliere persone che abbiano un buon approccio con il prossimo, in quanto il servizio clienti in un negozio è fondamentale. Inoltre risulta molto utile formare i propri dipendenti anche attraverso training dedicati alla professione specifica.
- Gestione delle scorte e del magazzino: questo aspetto, se non curato nel dettaglio, diventa molto difficile da gestire. È necessario avere sempre sotto controllo le scorte per comprendere quali prodotti sono più richiesti e quali invece non vengono venduti molto. Per gestire al meglio le scorte e il magazzino esistono programmi gestionali studiati apposta che possono alleggerire di molto il carico di lavoro.
- Strategie di marketing e fidelizzazione dei clienti: far sì che la clientela sia fedele e torni volentieri nel nostro negozio non è così scontato, data l’enorme concorrenza. È consigliabile creare strategie di marketing che attirino nuovi clienti e offerte e promozioni che aiutino a mantenere la clientela nel lungo periodo. Anche i programmi fedeltà sono molto utili in questo senso.
Domande frequenti
Cosa serve per aprire un negozio di alimentari?
È necessario scegliere un locale e arredarlo, aprire una partita IVA e iscriversi al Registro delle imprese, a INPS e INAIL, per il pagamento delle imposte e l’aspetto contributivo. Infine bisogna rifornire il negozio dei prodotti che si desidera vendere, fare pubblicità e aprire.
Quali sono i requisiti necessari per aprire un negozio di alimentari?
È necessario rispettare requisiti personali, professionali e burocratici. In primo luogo bisogna essere maggiorenni e non essere un delinquente. A questo si aggiunge la necessità di non aver subito condanne relative ad ambiti fiscali e sanitari.
Quanti soldi servono per aprire un negozio di alimentari?
Se si apre un negozio da zero, il totale dei costi di avvio si aggirano intorno ai 50.000 euro per un negozio di piccole dimensioni, inclusi il locale, gli arredi, la prima fornitura e costi di marketing.
Quanto costa aprire un minimarket?
I costi per aprire un minimarket sono gli stessi di un negozio di piccole dimensioni, e possono partire da 30.000 euro.
Quanto guadagna un piccolo negozio di alimentari?
I guadagni di un negozio di alimentari di piccole dimensioni possono variare molto, ma se i ricavi si aggirano intorno ai 20.000 euro mensili, si possono ottenere guadagni personali di circa 2.000 euro al mese.
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