La tassazione dei premi di produzione è disciplinata da regole aggiornate e confermate dalla Legge di Bilancio 2025. Scopriamo di seguito come funziona, quali sono le nuove soglie di esenzione e come calcolare correttamente l’importo netto in busta paga.

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Cos’è il premio di produzione e come funziona

Capire cos’è il premio di produzione è il punto di partenza per comprendere anche la sua tassazione.

Si tratta di un incentivo economico riconosciuto ai dipendenti per aver raggiunto determinati risultati misurabili in termini di produttività, redditività, qualità o efficienza. È un elemento della retribuzione variabile, collegato a indicatori di performance (KPI) contrattuali.

A differenza dei bonus una tantum, il premio di produzione nasce da parametri oggettivi e verificabili, fissati in accordi sindacali depositati presso l’Ispettorato Territoriale del Lavoro.

Quando rispetta determinati requisiti, il premio beneficia di una tassazione agevolata rispetto a quella prevista per il regime ordinario dei redditi da lavoro dipendente.

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Normativa di riferimento sulla tassazione del premio di produzione

La tassazione del premio di produzione nel 2025 è regolata dall’art. 1, comma 182 della Legge n. 208/2015, prorogata fino al 31 dicembre 2027 dalla Legge di Bilancio 2025 (art. 1, comma 385, L. n. 207/2024).

In particolare è stata confermata l’aliquota agevolata del 5% prevista per il 2025, applicabile agli importi fino a 3.000 € lordi annui; in caso di coinvolgimento paritetico dei lavoratori, il limite può salire fino a 4.000 €.

Per ottenere l’agevolazione:

  • il premio deve essere previsto da contratti collettivi aziendali o territoriali regolarmente depositati (presso l'Ispettorato Territoriale del Lavoro entro 30 giorni dalla sottoscrizione)
  • gli indicatori di performance devono essere misurabili e documentabili
  • il reddito da lavoro dipendente del beneficiario non deve superare 80.000 € nell’anno precedente

Il datore di lavoro applica direttamente la ritenuta del 5% in busta paga, senza ulteriori adempimenti fiscali per il dipendente.

Aliquota per la tassazione del premio di produzione

L’aliquota per la tassazione del premio di produzione è fissata al 5% per importi fino a 3.000 € lordi annui.

Si tratta di un’imposta sostitutiva di IRPEF e addizionali locali, che rende più semplice la gestione fiscale per imprese e lavoratori. 

Ecco come funziona il calcolo della tassazione del premio di produzione: un premio di 3.000 € viene tassato al 5%, quindi il lavoratore riceve un netto di 2.850 €, contro i 2.310 € che otterrebbe con la tassazione IRPEF ordinaria (scaglione 23%).

Inoltre, il premio rimane interamente deducibile per l’azienda come costo del personale, creando un vantaggio reciproco, ad esempio in merito alle tasse per una ditta individuale.

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Tassazione del premio di produzione oltre 3.000 euro

La normativa stabilisce che l’agevolazione sulla tassazione del premio di produzione oltre 3.000 € si applica solo in casi particolari.

Il limite standard è infatti di 3.000 €, ma può salire a 4.000 € se l’impresa adotta forme di coinvolgimento paritetico dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro, ad esempio tramite gruppi di miglioramento o comitati interni. 

Oltre questo importo, la parte eccedente viene tassata con le aliquote IRPEF progressive (23%, 35%, 43%).

Questa distinzione premia le aziende che promuovono modelli partecipativi e una cultura della produttività condivisa, in linea con gli obiettivi di sostenibilità sociale ed economica sostenuti dal Governo.

Tassazione del premio di produzione oltre 4.000 euro

Quando l’importo supera i limiti di agevolazione, vale a dire oltre 3.000 € o, in ipotesi particolari, fino a 4.000 €, la quota eccedente viene tassata secondo le aliquote IRPEF ordinarie.

In questo caso, il premio entra a far parte del reddito complessivo del lavoratore e incide sullo scaglione IRPEF personale.

Molte aziende preferiscono combinare la parte monetaria con forme di welfare aziendale, come buoni pasto elettronici, abbonamenti ai trasporti, contributi previdenziali o rimborsi scolastici.

Questi benefit restano esenti da imposte e contributi entro i limiti fissati dalla normativa.

Un commercialista può aiutare a trovare l’equilibrio più vantaggioso tra premio in denaro e strumenti di welfare, in base al reddito, alla politica retributiva dell’impresa e al regime fiscale applicabile (comprese le eventuali tasse in Partita IVA).

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Tassazione del premio di produzione oltre 5.000 euro

Non esistono soglie ufficiali da 5.000 € previste dalla legge, ma nella pratica alcuni premi possono superare tale valore, per esempio nei casi di risultati eccezionali o di riconoscimenti cumulativi riferiti a più anni di lavoro.

In queste situazioni l’imposta sostitutiva del 5% non si applica più e il premio oltre la base di 3.000 € è tassato in base agli scaglioni IRPEF. Per attenuare l’impatto fiscale, l’impresa può distribuire il premio su più anni o convertire parte dell’importo in welfare aziendale.

Questa soluzione consente di ridurre la pressione fiscale complessiva e, allo stesso tempo, di mantenere un incentivo netto più alto per il lavoratore.

Tassazione del premio di produzione oltre 10.000 euro

Nel caso in cui il premio superi i 10.000 €, l'importo oltre i 3.000 € rientra nel reddito imponibile e viene tassato integramente con le aliquote IRPEF ordinarie. 

Si tratta di una situazione ipotetica che serve solo a illustrare come cresce la tassazione con l’aumentare del reddito.

In presenza di premi di importo elevato, molte aziende scelgono di dilazionare l’erogazione su più esercizi fiscali o di utilizzare strumenti di welfare aziendale, come contributi alla previdenza complementare, buoni digitali o servizi per la mobilità sostenibile. 

Premio di produzione, tassazione e welfare aziendale

Si intuisce dunque che la combinazione tra premio di produzione e welfare aziendale rappresenta una delle strategie più efficaci per ottimizzare la fiscalità nel 2025.

La normativa consente di sostituire, in tutto o in parte, il premio monetario con beni e servizi di welfare, mantenendo la piena esenzione fiscale e contributiva entro i limiti previsti.

Si tratta di una forma di retribuzione flessibile che porta vantaggi a entrambe le parti: il dipendente riceve un valore netto più alto, e l’azienda deduce integralmente la spesa come costo. 

Tra i benefit più diffusi figurano i buoni spesa digitali, i rimborsi delle spese scolastiche, i contributi ai fondi pensione e i servizi per la mobilità sostenibile. 

Molte imprese, anche di piccole dimensioni, hanno scelto questa soluzione per fidelizzare i dipendenti e migliorarne la relativa produttività.

Esempio di tassazione del premio di produzione

Vediamo un esempio di tassazione del premio di produzione aggiornato al 2025.

Un lavoratore riceve un premio lordo di 5.000 €. Sui primi 3.000 € si applica l’imposta sostitutiva agevolata al 5% prevista dalla Legge di Bilancio 2025, ottenendo un’imposta di 150 €, mentre i 2.000 € eccedenti sono soggetti alla tassazione ordinaria IRPEF (se pari al 23%, l’imposta sarà di 460 €).

Il netto complessivo sarà quindi di 4.390 €, contro i 3.850 € che si otterrebbero se l’intero premio fosse tassato in modo ordinario.

È importante sottolineare che il calcolo non considera eventuali addizionali (1-2.5%) né i contributi.

Tassazione del premio di produzione 2025: cosa cambia rispetto agli anni precedenti

La tassazione del premio di produzione 2025 conferma l’aliquota agevolata del 5% già prevista, prorogandone l’applicazione con la Legge di Bilancio 2025.

Restano invariati i limiti di reddito (80.000 €) e i requisiti contrattuali, e la riduzione dell’aliquota sostitutiva rende più vantaggioso distribuire premi anche in realtà medio-piccole.

Inoltre, la circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 4/E del 2025 chiarisce che la detassazione si applica anche ai premi differiti, purché collegati a obiettivi di produttività verificabili.

Nel complesso, la tassazione del premio di produzione nel 2025 favorisce una maggiore partecipazione dei lavoratori ai risultati aziendali.

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