Spieghiamo chi è un libero professionista in Italia, cosa fa, come si differenzia dal lavoratore autonomo e quali tasse deve pagare.

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Il libero professionista è un particolare tipo di lavoratore autonomo

In questo articolo tratteremo tutte le informazioni utili su questa categoria di lavoratori,  specificando anche le ragioni per le quali i lavoratori autonomi e liberi professionisti non sono la stessa cosa.

Chi sono i liberi professionisti? 

Per dare una definizione di libero professionista è importante chiarire che non si tratta di un lavoratore dipendente: non ha infatti datori di lavoro ai quali prestare costantemente la propria attività, ed è proprio per questa ragione che spesso si fa fatica a distinguerlo dal lavoratore autonomo.

Altro aspetto fondamentale, che chiarisce il significato di libero professionista, è che questo tipo di lavoratori svolge professioni liberali: queste non devono essere necessariamente professioni ordinistiche, ma hanno in comune il loro carattere intellettuale.

Possiamo dunque definire il libero professionista come un lavoratore autonomo che presta la sua attività intellettuale a terzi dietro un compenso.

Per lo Stato italiano, un libero professionista è identificato come una persona fisica con una propria partita IVA e un proprio codice fiscale.

In Italia, per legge, le professioni intellettuali sono professioni che richiedono l'iscrizione in appositi albi o elenchi di ordini (o collegi) professionali e un esame di stato dopo il conseguimento della laurea. Si tratta di professioni ordinistiche o regolamentate (le cosiddette professioni "protette").

Possono rientrare in questa categoria lavoratori quali medici, avvocati, giornalisti, ecc. I liberi professionisti hanno l’obbligo di iscriversi all’albo professionale di appartenenza per poter svolgere il proprio mestiere, se questo rientra nelle professioni ordinistiche. 

Qualora non vi fosse un albo, e si trattasse dunque di una professione non ordinistica, il lavoratore dovrebbe comunque iscriversi a specifiche associazioni di categoria: questo avviene soprattutto perché questo tipo di lavoratore ha bisogno di restare costantemente aggiornato sul proprio mestiere, nonostante abbia maturato la propria conoscenza con anni di studi specifici.

I liberi professionisti si distinguono inoltre in professionisti con cassa - ossia tutti coloro che svolgono professioni che prevedono una cassa previdenziale riservata - e professionisti senza cassa - che non hanno casse previdenziali specifiche e dovranno dunque iscriversi alla gestione separata INPS. 

Come vedremo, questa distinzione sarà fondamentale per emettere fatture corrette. 

In che modo Finom semplifica la vita dei liberi professionisti?

Per semplificare la vita dei liberi professionisti, che devono stare bene attenti a inserire i compensi e i contributi addebitati ai clienti correttamente, Finom ha creato il sistema di fatturazione più rapido e semplice d’Europa: per evitare errori, il libero professionista potrà inserire dei dati, sia in fase di registrazione che nelle impostazioni delle fatture, per fare in modo che a ogni nuova fattura la maggior parte dei campi sia precompilata. 

L’account business dà inoltre accesso a servizi home banking e cashback che vi permetteranno di gestire tutti i conti dell’attività su un’unica piattaforma. 

La differenza tra un libero professionista e un lavoratore autonomo

Si crea spesso confusione quando si parla di lavoratori autonomi e liberi professionisti, ma nonostante gli aspetti in comune si tratta di categorie differenti - soprattutto da un punto di vista burocratico e fiscale. 

Innanzitutto, mentre i liberi professionisti devono necessariamente iscriversi a un albo o ad associazioni di categoria, i lavoratori autonomi in generale non hanno alcun obbligo al riguardo. 

Inoltre, mentre i liberi professionisti svolgono lavori di natura intellettuale, tutti gli altri lavoratori autonomi possono esercitare professioni di altro tipo - come gli artigiani e i commercianti.

I liberi professionisti devono inoltre rispettare le norme deontologiche previste per le loro attività specifiche, siano esse ingegneri, notai, avvocati, medici, architetti o psicologi. Un libero professionista non deve violare le regole stabilite per una determinata attività intellettuale. È il caso, ad esempio, dell'obbligo di seguire corsi di aggiornamento sotto la minaccia di sanzioni per la professione specifica.

Un’altra distinzione fondamentale è che i liberi professionisti hanno obbligazioni di mezzi, non di risultato: per fare un esempio pratico, mentre un muratore deve garantire che costruirà una casa, un avvocato può garantire che farà del suo meglio per farvi vincere una causa - ma non è detto che la vinciate. 

In altri termini, non si può considerare valido il lavoro di un libero professionista solo in caso di negligenza, ma non in base al risultato ottenuto. 

Adempimenti e questioni fiscali relative ai liberi professionisti

A livello fiscale, un libero professionista dovrà - come ogni altro lavoratore autonomo - aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate - gratuitamente o a pagamento qualora il lavoratore si affidasse a un servizio apposito: contrariamente da quanto accade per i lavoratori dipendenti, i liberi professionisti e lavoratori autonomi in generale devono provvedere agli obblighi fiscali in modo indipendente, e la partita IVA è il modo per farlo. 

Anche i liberi professionisti devono utilizzare il corretto codice ATECO al momento dell’apertura della partita IVA, in modo da specificare chiaramente il settore di appartenenza, e la denominazione corrisponderà al nome del professionista. 

L’apertura andrà effettuata entro 30 giorni dall’inizio dell’attività, a patto che si svolga un’attività continuativa. In caso contrario, anziché la fattura da libero professionista il lavoratore potrà rilasciare ricevuta con ritenuta d’acconto occasionale. 

La ritenuta d’acconto - ossia la percentuale di IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche) - viene comunque inserita in fattura dal libero professionista, ma si calcolerà diversamente a seconda che si tratti di professionisti con o senza cassa:

  • I professionisti che non possono iscriversi a casse previdenziali specifiche per quella categoria di lavoratore potranno addebitare al cliente la rivalsa INPS, che ammonta al 4% del compenso: sia il compenso che la rivalsa INPS dovranno essere considerati per calcolare l’ammontare dell’imponibile;
  • I professionisti iscritti all'albo professionale con cassa previdenziale autonoma, invece, dovranno inserire in fattura un contributo integrativo, che varia a seconda della categoria, e che non viene calcolato come base dell’imponibile per la ritenuta d’acconto. 

La tassazione dell’attività lavorativa non presenta differenze con quella del lavoratore autonomo: anche il libero professionista sarà soggetto a regime forfettariosemplificatoordinario, esattamente come un lavoratore autonomo con ditta individuale. Saranno dunque il regime fiscale e i guadagni a determinare le tasse che un professionista dovrà pagare ogni anno. 

In base ai guadagni e ai contributi previdenziali il professionista sarà in grado di calcolare la propria pensione, e del versamento si occuperanno o la cassa previdenziale specifica o il sistema statale. 

Conclusioni

In questo articolo abbiamo voluto parlarti dei liberi professionisti, cercando soprattutto di fare chiarezza riguardo alla distinzione tra libero professionista e lavoratore autonomo.

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