La riserva legale è un accantonamento obbligatorio previsto per legge che ogni società deve inserire all’interno del proprio bilancio. Scopri cos’è, come funziona, come si calcola e quali obblighi comporta per le imprese italiane.
Cos’è la riserva legale obbligatoria?
La riserva legale obbligatoria è una quota degli utili netti che ogni anno le società di capitali devono accantonare per legge, come stabilito dall’art. 2430 del Codice Civile.
Lo scopo di questo accantonamento è quello di creare un fondo di sicurezza per proteggere il capitale sociale da eventuali perdite future. In questo modo, la società può contare su una base patrimoniale più solida offrendo una maggiore garanzia ai creditori.
Dimensioni e calcolo percentuale della riserva legale
La riserva legale è soggetta a delle regole ben precise in termini di dimensioni e di percentuali di accantonamento. Nelle società a responsabilità limitata (SRL) e nelle società per azioni (SPA), ogni anno deve essere accantonato almeno il 5% degli utili netti fino a quando la riserva non raggiunge il 20% del valore del capitale sociale.
Nel caso delle SRLS, invece, la legge prevede un meccanismo diverso: l’accantonamento, infatti, deve essere pari ad almeno il 20% degli utili netti annuali e va effettuato fino a quando la somma tra riserva legale e capitale sociale non arrivi a 10.000 €.
È importante sottolineare che l’accantonamento alla riserva legale avviene solo se la società chiude l’esercizio con un utile. In assenza di un profitto, non sorge alcun obbligo.
Esempio pratico
Supponiamo che una SRL abbia un capitale sociale di 100.000 € e che chiuda l’esercizio con 20.000 € di utile netto. Se la riserva legale già accantonata ammonta a 15.000 €, la soglia del 20% da raggiungere è pari a 20.000 €. In questo caso, l’importo minimo da accantonare per l’anno in corso sarà il 5% dell’utile, quindi 1.000 €.
Dopo l’accantonamento, la riserva legale raggiungerà i 16.000 €. L’obbligo di accantonare proseguirà negli anni successivi fino al raggiungimento della soglia massima, oltre la quale la società non sarà più tenuta a destinare una parte degli utili a questo fondo.
Riserva legale SRL: specifiche e obblighi
Nelle società a responsabilità limitata (SRL), la riserva legale va accantonata ogni anno in presenza di utili, seguendo le regole previste dalla legge. Ciò che distingue la SRL da altre forme societarie, come le SRLS, è soprattutto il limite massimo più elevato per la riserva legale e la maggiore libertà gestionale una volta raggiunta la soglia prevista.
Nelle SRL, infatti, dopo aver adempiuto all’obbligo previsto dalla legge, i soci sono liberi di scegliere come destinare l’ulteriore utile residuo. Possono, ad esempio, distribuirlo sotto forma di dividendi oppure destinarlo ad altre riserve facoltative, come le riserve statutarie (previste dallo statuto societario) o le riserve straordinarie, in modo da rafforzare ulteriormente il patrimonio aziendale o fronteggiare future esigenze operative.
Riserva legale SRLS: semplificazioni e regole
Nel caso delle società a responsabilità limitata semplificata (SRLS), la disciplina della riserva legale presenta alcune particolarità rispetto a una SRL ordinaria. Si tratta, infatti, di una forma societaria pensata per ridurre al minimo i costi di costituzione e di gestione, motivo per cui la legge ha previsto un sistema di accantonamento più rigido, ma anche più semplice.
La principale differenza sta nella soglia da raggiungere: mentre nelle SRL il limite è legato al capitale sociale, nelle SRLS si prende come riferimento un valore fisso, pari a 10.000 €, considerando insieme sia il capitale sociale che la riserva. Questo rende il meccanismo più lineare, soprattutto nelle fasi iniziali, quando il capitale versato può essere anche simbolico.
Accantonamento riserva legale: modalità e tempi
Il processo di accantonamento della riserva legale avviene ogni anno in fase di approvazione del bilancio, ossia nel momento in cui vengono definiti gli utili dell’esercizio e la loro destinazione.
L’operazione non richiede un versamento fisico di denaro, ma una semplice scrittura contabile che sposta una parte dell’utile netto all’interno del patrimonio netto, sotto la voce “Riserva legale”. Si tratta, quindi, di una movimentazione interna, che non incide direttamente sulla liquidità dell’impresa, ma che ne rafforza la struttura patrimoniale.
Dal punto di vista contabile, l’accantonamento viene registrato nello stato patrimoniale del bilancio d’esercizio, all’interno del passivo, ed esattamente tra le riserve.
Questa registrazione va effettuata contestualmente all’approvazione del bilancio da parte dell’assemblea, che di norma avviene entro 120 giorni dalla chiusura dell’esercizio. Il termine può essere esteso a 180 giorni solo in presenza di particolari esigenze operative e se previsto dallo statuto.
Destinazione utile a riserva legale: limiti e possibilità
Una volta approvato il bilancio e determinato l’utile dell’esercizio, la società è tenuta a destinarne una parte alla riserva legale, in base a quanto previsto dalla normativa. Questa operazione ha priorità rispetto ad altre destinazioni, come, ad esempio, la distribuzione di dividendi o l’accantonamento all’interno di riserve facoltative.
Il vincolo resta attivo fino al raggiungimento del limite massimo previsto dalla legge, oltre il quale l’accantonamento non è più obbligatorio. Tuttavia, nulla vieta all’assemblea dei soci di continuare a destinare parte degli utili alla riserva, su base volontaria, in modo da rafforzare ulteriormente il patrimonio aziendale.
Una volta raggiunto il limite, la riserva legale diventa indisponibile alla distribuzione tra i soci, ma può essere utilizzata per coprire eventuali perdite o per aumenti gratuiti del capitale sociale.
In caso di accantonamenti eccedenti il limite, la parte in eccesso non rientra più tra gli obblighi legali e può essere trattata come una riserva libera, eventualmente utilizzabile in base alle decisioni dell’assemblea.
Riserva legale obbligatoria e perdita di esercizio
Nel momento in cui una società chiude l’anno con una perdita d’esercizio, la riserva legale può diventare uno strumento fondamentale per assorbire il disavanzo senza dover intaccare direttamente il capitale sociale. In questi casi, infatti, la legge consente di utilizzare la riserva per coprire le perdite, ma solo dopo aver esaurito eventuali altre riserve disponibili o statutarie.
L’utilizzo della riserva legale è, quindi, subordinato a un ordine ben preciso, volto a tutelare il patrimonio societario in modo graduale. Se viene effettivamente utilizzata, negli esercizi successivi sarà necessario reintegrarla, riprendendo l’accantonamento annuale degli utili fino al raggiungimento del limite previsto dalla normativa.
FAQ
Qual è la differenza tra riserva legale e riserve statutarie?
La riserva legale è obbligatoria per legge e deve essere accantonata ogni anno fino al raggiungimento di un certo limite. Le riserve statutarie, invece, sono previste dallo statuto della società e vengono create su decisione dei soci.
Esistono sanzioni per la mancata costituzione della riserva legale?
Non sono previste delle sanzioni amministrative dirette, ma la mancata costituzione della riserva legale comporta l’illegittimità della delibera di distribuzione degli utili.
Cosa succede alla riserva legale in caso di liquidazione della società?
In caso di liquidazione della società, la riserva legale perde il suo vincolo e può essere utilizzata per coprire i debiti o per distribuire l’attivo residuo tra i soci, una volta soddisfatti tutti i creditori.
Come si contabilizza la riserva legale nel bilancio d’esercizio? In quale sezione specifica?
La riserva legale viene registrata nel bilancio d’esercizio all’interno dello stato patrimoniale, precisamente nella sezione del passivo, alla voce Patrimonio Netto. Al suo interno compare tra le riserve da utili, accanto ad altre riserve come quella straordinaria o statutaria.
Cosa si intende per “riserva legale indisponibile”?
Per riserva legale indisponibile si intende che le somme accantonate non possono essere distribuite ai soci né utilizzate liberamente. Possono essere impiegate solo per coprire delle perdite o, in alcuni casi, per aumentare il capitale sociale.
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