Il principio di competenza è alla base della contabilità ordinaria come uno strumento essenziale per avere una fotografia fedele della situazione economica dell’impresa. Adottarlo correttamente ti consente di evitare errori di valutazione, pianificare al meglio il cash flow e presentarti con più credibilità di fronte a un commercialista, a un partner finanziario o in fase di richiesta di un fido bancario. Leggete questo articolo per sapere come funziona esattamente.
Principio di competenza economica: cos’è e cosa prevede
La definizione di principio di competenza economica prevede che ogni componente positivo o negativo di reddito venga registrato nell’esercizio in cui è maturato, e non in quello in cui è stato effettivamente incassato o pagato. Ad esempio, se emetti una fattura il 20 dicembre 2025 e il pagamento avviene a gennaio 2026, il ricavo andrà attribuito al 2025.
Questo principio consente di valutare correttamente la redditività di un esercizio e di costruire scritture contabili coerenti, capaci di supportare un bilancio di esercizio affidabile.
È regolato dal Codice Civile (art. 2423-bis) e adottato obbligatoriamente dalle imprese che utilizzano il metodo della contabilità a partita doppia. La sua corretta applicazione impatta direttamente su stato patrimoniale, conto economico, imposte e decisioni strategiche.
Perché è fondamentale per la tua impresa
Applicare il principio di competenza ti aiuta a:
- avere indicatori affidabili sull’andamento della tua attività
- prevedere in modo accurato utili e imposte
- gestire meglio le relazioni bancarie e finanziarie (es. per un prestito infruttifero o un fido bancario)
- redigere documenti come libro degli inventari, libro giornale, registro dei corrispettivi e Modello F24
Inoltre, se la tua attività è in crescita o stai per superare i limiti del regime forfettario, capire come funziona il principio di competenza è essenziale per affrontare il passaggio alla contabilità ordinaria in modo fluido.
Scopri il nostro conto businessPrincipio di competenza e principio di cassa: differenze
Cosa cambia fra il principio di competenza e quello di cassa? Vediamoli nel dettaglio.
Contabilità per competenza: vantaggi e svantaggi
Con la contabilità per competenza registri costi e ricavi quando si formano, non quando avviene la transazione finanziaria.
Vantaggi principali:
- Fotografia reale della performance dell’impresa
- Migliore pianificazione fiscale e finanziaria
- Maggiore affidabilità nei rapporti con banche e investitori
Svantaggi principali:
- Maggiore complessità e bisogno di supporto contabile
- Rischio di squilibrio tra utile contabile e cash flow
- Richiede attenzione nell’identificare ratei e risconti
Questo approccio è richiesto a tutte le imprese in contabilità ordinaria, incluse SRL, SPA, PMI che superano i limiti della contabilità semplificata.
Contabilità per cassa: vantaggi e svantaggi
Nel metodo per cassa, costi e ricavi si registrano solo al momento del pagamento o incasso. È adottabile solo da chi rientra nei regimi agevolati, come il regime forfettario o appunto la contabilità semplificata per cassa.
Vantaggi principali:
- Maggiore semplicità operativa
- Allineamento tra risultati contabili e disponibilità di cassa
- Ideale per freelance, professionisti e microimprese
Svantaggi principali:
- Rappresentazione meno realistica della performance aziendale
- Difficoltà a pianificare i redditi d’impresa nel medio termine
- Minore attendibilità del margine di contribuzione
Se sei in dubbio su quale regime adottare, valuta con il tuo commercialista in base al tipo di attività, ricavi e struttura dei costi.
Principio di competenza economica: esempio pratico
In questo contesto è sempre utile ricorrere ad alcuni esempi concreti. Vediamo i singoli casi.
Riconoscimento dei ricavi
Immagina di vendere un servizio a dicembre 2025, per il quale emetti fattura nello stesso mese ma ricevi il bonifico a gennaio 2026. Secondo il principio di competenza economica, quel ricavo deve essere imputato al 2025, perché è allora che il servizio è stato effettivamente erogato.
Lo stesso vale se emetti una fattura anticipata: se la prestazione avviene nel 2026, il ricavo verrà registrato solo in quell’anno, tramite un risconto passivo.
Riconoscimento dei costi
Hai una polizza assicurativa pagata a inizio anno per la copertura da gennaio a dicembre. Anche se il pagamento è stato effettuato in un’unica soluzione, il costo verrà “spalmato” sull’intero esercizio tramite risconti attivi.
Stessa logica per i ratei attivi e passivi, che servono a registrare componenti economiche maturate nell’anno ma non ancora incassate o pagate.
Principio della correlazione costi-ricavi
Un’altra regola fondamentale del principio di competenza economica è la correlazione tra costi e ricavi: un costo va registrato nello stesso periodo in cui produce ricavi. Se vendi un prodotto a dicembre, anche il costo di acquisto della merce va imputato a dicembre, anche se lo pagherai a gennaio.
Questa logica ti permette di avere un bilancio di esercizio realistico e uno stato patrimoniale e un conto economico coerenti con le dinamiche dell’azienda.
Scopri il servizio di fatturazione gratuitoPrincipio di competenza del bilancio: come si applica nei documenti contabili
Applicare il principio di competenza nel bilancio di esercizio significa rappresentare in modo corretto la situazione economico-patrimoniale dell’impresa. Per farlo, è essenziale conoscere gli strumenti contabili che permettono questa allocazione: ratei, risconti, ammortamenti, rimanenze finali e altri aggiustamenti. Vediamoli nel dettaglio.
Il ruolo di ratei e risconti nel principio di competenza del bilancio
Per rispettare il principio di competenza economica, i costi e i ricavi devono essere attribuiti all’esercizio in cui sono maturati, anche se l’incasso o il pagamento avviene in un momento diverso.
Ecco perché si usano ratei e risconti, che sono rettifiche alle scritture contabili effettuate a fine anno per “riportare” i valori nel periodo giusto.
Ratei attivi e passivi:
- I ratei attivi rappresentano ricavi maturati nell’anno corrente, ma non ancora incassati o fatturati (es. interessi attivi su un prestito infruttifero con scadenza futura).
- I ratei passivi sono invece costi già maturati ma che saranno pagati o fatturati nell’anno successivo (es. stipendi di dicembre pagati a gennaio).
Risconti attivi e passivi:
- I risconti attivi spostano in avanti i costi già sostenuti ma relativi a periodi futuri (es. assicurazioni pagate in anticipo).
- I risconti passivi servono per differire ricavi già incassati ma non ancora maturati (es. abbonamenti ricevuti in anticipo).
Come si calcolano ratei e risconti: un esempio pratico
Supponiamo di pagare un’assicurazione da 1.200 € il 1° ottobre, valida fino al 30 settembre dell’anno successivo. Al 31 dicembre, solo 3 mesi sono di competenza dell’anno in corso (300 €), mentre i restanti 9 mesi (900 €) dovranno essere spostati nell’anno successivo come risconto attivo.
Questo meccanismo è fondamentale per mantenere allineati costi e ricavi in bilancio, soprattutto in settori dove la fatturazione anticipata o posticipata è frequente.
Altri elementi legati al principio di competenza
Oltre a ratei e risconti, il principio di competenza si applica ad altri elementi fondamentali della contabilità ordinaria:
- Ammortamenti: costi pluriennali (come attrezzature o software) vengono “spalmati” su più esercizi.
- Rimanenze finali: valorizzazione del magazzino alla fine dell’anno per adeguare il conto economico alla merce ancora invenduta.
- Fondi rischi e oneri: accantonamenti per spese future certe ma non ancora quantificate (es. contenziosi, garanzie post-vendita).
Anche qui, l’obiettivo è chiaro: far emergere la reale competenza economica del periodo, indipendentemente dai movimenti di cassa.
I tre corollari del principio di competenza economica
Il principio di competenza economica, oltre a essere una regola contabile, si fonda su tre corollari che guidano l’intera logica della registrazione aziendale.
1. Indipendenza dalle manifestazioni finanziarie
Il primo corollario stabilisce che i fatti economici vanno registrati quando maturano, e non quando avvengono effettivamente gli incassi o i pagamenti. È il cuore del principio: una prestazione resa a dicembre deve essere contabilizzata a dicembre, anche se il pagamento arriva a febbraio.
Questo vale anche per l’IVA, che in contabilità ordinaria viene rilevata al momento dell’emissione della fattura, secondo il principio di competenza.
2. Correlazione tra costi e ricavi
Il secondo corollario impone di collegare i costi ai ricavi che generano, nello stesso esercizio. Un classico esempio è il costo del venduto: i materiali acquistati per una commessa vanno registrati nello stesso periodo in cui si registrano i ricavi relativi a quella vendita.
Questa correlazione è centrale per la costruzione del margine di contribuzione, l’indicatore chiave per capire quanto ogni attività porta in termini di utile lordo.
3. Imputazione per competenza
Il terzo corollario riguarda l’effettiva imputazione temporale. Se ricevi una fattura per una consulenza ricevuta in due esercizi diversi, devi suddividerla in base ai mesi effettivi di lavoro svolto, applicando ratei o risconti a seconda del caso.
Scopri di più su FinomPrincipio di competenza economica e principio di competenza finanziaria: differenze
Quando si parla di contabilità, è fondamentale non confondere il principio di competenza economica con il principio di competenza finanziaria. Anche se i due concetti possono sembrare simili, si applicano in contesti diversi e rispondono a logiche distinte.
Competenze economiche vs. competenze finanziarie
Il principio di competenza economica è alla base della contabilità delle imprese private. Secondo questo principio, i ricavi e i costi devono essere imputati all’esercizio in cui si generano, ovvero nel momento in cui nasce il diritto a ricevere un corrispettivo o l’obbligo di sostenere un costo, anche se il relativo pagamento o incasso avverrà in un momento diverso.
Al contrario, il principio di competenza finanziaria è utilizzato principalmente nella contabilità pubblica, in particolare nei bilanci degli enti locali e delle amministrazioni pubbliche. Qui, l’accento è posto sul momento in cui l’ente assume un impegno di spesa o riscuote un’entrata, indipendentemente dal fatto che vi sia o meno una manifestazione economica corrispondente.
Applicazioni nei diversi contesti normativi
Nel mondo privato, seguire il principio di competenza economica è obbligatorio per chi adotta la contabilità ordinaria. Questo approccio garantisce una rappresentazione realistica di stato patrimoniale e conto economico, elementi centrali nel bilancio di esercizio. In ambito pubblico, invece, prevale l’interesse per la gestione degli stanziamenti e dei flussi di cassa effettivi, da cui deriva l’adozione del principio finanziario.
Rilevanza per enti pubblici e privati
Per un’azienda privata, applicare il principio finanziario al posto di quello economico può generare gravi distorsioni, portando a errori nella valutazione del risultato d’esercizio, delle imposte dovute e del cash flow. Il rischio? Avere un bilancio apparentemente in attivo, quando in realtà ci sono debiti non ancora contabilizzati. Il principio finanziario, invece, è perfettamente coerente con le logiche di programmazione del settore pubblico.
Chi deve applicare il principio di competenza economica
Principio di competenza economica significa rilevare costi e ricavi nel momento in cui si manifestano gli effetti economici, indipendentemente da quando avviene il pagamento o l’incasso. Non è una scelta soggettiva: la sua applicazione dipende dal regime contabile adottato.
Obbligo per soggetti in contabilità ordinaria
Se la tua attività è soggetta a contabilità ordinaria, allora sei obbligato ad applicare il principio di competenza. Questo vale per:
- SRL, SRLS e SPA
- Società di persone (SNC, SAS) che superano le soglie per la contabilità semplificata
- Imprese individuali con ricavi superiori ai limiti previsti dall’art. 18 del DPR 600/1973
In questi casi, ogni voce economica va imputata all’esercizio in cui ha avuto origine, anche se il denaro entra o esce in un altro periodo. L’obiettivo è ottenere un Bilancio di esercizio veritiero e confrontabile nel tempo.
Chi adotta la contabilità ordinaria deve gestire anche scritture contabili più articolate, come il libro giornale, il libro degli inventari, la prima nota, i mastrini e la registrazione di ratei e risconti. La complessità aumenta, ma cresce anche la qualità del reporting.
Esclusioni ed eccezioni per regimi agevolati
Al contrario, se operi in regime forfettario o in contabilità semplificata, non sei tenuto ad applicare il principio di competenza. In questi casi si adotta il principio di cassa, cioè rilevi i ricavi solo quando vengono incassati e i costi solo quando vengono pagati.
Tuttavia, esistono eccezioni. Anche nel regime semplificato, è possibile applicare la competenza in alcune situazioni, ad esempio nella gestione dei beni strumentali o per le spese pluriennali. Inoltre, alcuni contribuenti in semplificata possono optare per la registrazione per competenza attraverso un’apposita scelta nella dichiarazione dei redditi.
Quando è possibile optare per il principio di cassa
Alcune attività, pur potendo rientrare nella contabilità ordinaria, scelgono il principio di cassa per semplificare gli adempimenti e ridurre i costi del commercialista. Questa opzione è utile per freelance e professionisti con ricavi contenuti e operazioni poco complesse.
Tuttavia, rinunciare alla competenza significa anche avere una fotografia meno precisa del rendimento economico. Infatti, non considerare costi e ricavi maturati ma non ancora pagati può distorcere l’andamento effettivo del business e influire negativamente su analisi come il cash flow o il margine di contribuzione.
Principio di competenza economica: vantaggi, limiti e best practice
Adottare il principio di competenza può sembrare più impegnativo, ma offre vantaggi concreti nella gestione aziendale. Vediamo quali sono i principali benefici, i limiti da considerare e le migliori pratiche da seguire per evitare errori.
Vantaggi in termini di rappresentazione economica
Il primo vantaggio è la fedeltà del bilancio. Il principio di competenza ti permette di:
- rilevare i costi nel momento in cui contribuiscono a generare ricavi;
- distribuire spese e investimenti in modo coerente nel tempo;
- fare confronti attendibili tra periodi diversi;
- supportare meglio l’analisi di redditi d’impresa, utile per pianificare investimenti e spese fiscali.
In pratica, ottieni una visione più realistica e completa delle performance aziendali, utile anche se devi accedere a un prestito infruttifero o richiedere un fido bancario.
Sfide nella gestione della liquidità
Tuttavia, usare il principio di competenza significa separare l’aspetto economico da quello finanziario. Questo può creare problemi nella gestione della cassa. Per esempio, potresti dover pagare le tasse su ricavi ancora non incassati.
È qui che entra in gioco una corretta pianificazione del cash flow. Dovresti monitorare costantemente le scadenze di incasso e pagamento, distinguendo tra disponibilità immediate e partite maturate ma non ancora liquidate.
Best practice nei processi interni e nella reportistica
Per gestire al meglio la competenza:
- usa un software gestionale che supporti la registrazione automatica di ratei, risconti e ammortamenti;
- definisci procedure interne per la corretta imputazione temporale di fatture, stipendi, contratti pluriennali;
- coinvolgi il commercialista nei momenti chiave dell’anno (chiusura dell’esercizio, bilancio provvisorio, verifica delle scritture contabili).
Anche l’archiviazione corretta dei documenti, come F24 semplificato o ordinario, contratti e documenti di spesa, è fondamentale per dimostrare la corretta applicazione del principio.
Errori più comuni nell’applicazione del principio di competenza
Tra gli errori più frequenti troviamo:
- registrare le fatture in base alla data di pagamento e non di competenza;
- omettere la rilevazione di ricavi maturati ma non fatturati;
- non imputare correttamente i costi pluriennali, come le licenze software;
- dimenticare gli acconti e i pagamenti posticipati nei calcoli del risultato di esercizio.
Anche una bolla doganale può essere mal gestita se registrata tutta al momento della liquidazione, invece di scorporare dazi, IVA e trasporti nel periodo di competenza.
FAQ
Esistono sanzioni per una scorretta applicazione del principio di competenza?
Sì. Errori nella competenza possono portare a contestazioni fiscali e sanzioni per infedele dichiarazione o irregolarità nelle scritture contabili.
Il principio di competenza si applica anche agli ammortamenti?
Assolutamente sì. Gli ammortamenti permettono di distribuire nel tempo il costo di un bene strumentale in base alla sua utilità economica.
Come si calcola l’IVA secondo il principio di competenza?
L’IVA segue criteri diversi. Si applica il principio di esigibilità: va liquidata quando la fattura è emessa o incassata, a seconda del regime.
È possibile modificare un criterio di competenza dopo la chiusura del bilancio?
Solo in casi eccezionali. Qualsiasi modifica post-chiusura richiede una rettifica e una nota integrativa nel nuovo bilancio.
Quali documenti servono per dimostrare il rispetto del principio di competenza?
Contratti, fatture, ricevute, documenti di trasporto e qualsiasi elemento che provi la maturazione economica di costi e ricavi nell’anno di riferimento.
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