Il patrimonio netto è la ricchezza effettiva di un’impresa, cioè la parte del patrimonio aziendale che appartiene ai soci dopo aver sottratto le passività. In questa guida scoprirai cos’è il patrimonio netto, come si calcola, da cosa è composto e quali strategie puoi adottare per farlo aumentare in modo sostenibile.

Contenuti

Cos’è il patrimonio netto?

La definizione di patrimonio netto, in base all’OIC (Organismo Italiano di Contabilità), è il valore residuo delle attività aziendali dopo aver dedotto tutte le passività. Si tratta di una delle componenti principali dello stato patrimoniale.

Cos’è il patrimonio netto tangibile?

Quando si parla di patrimonio netto tangibile, ci si riferisce a una versione depurata del valore contabile: esclude gli elementi immateriali come avviamento, brevetti, software o licenze. È particolarmente utile per analizzare il valore “solido” dell’impresa, in ottica prudenziale o di fusione.

Patrimonio netto e capitale netto sono sinonimi?

Spesso vengono usati come equivalenti, ma tecnicamente il “capitale netto” può indicare solo una parte del patrimonio: ad esempio, il capitale sociale più gli utili accantonati. Nella redazione del bilancio di esercizio, meglio usare sempre il termine patrimonio netto, per evitare ambiguità.

Come si calcola il patrimonio netto: formula e metodo

Per calcolare il patrimonio netto, la formula standard è:

Patrimonio netto = Attività totali – Passività totali

Questa è la rappresentazione più semplice, usata anche per valutazioni rapide dello stato di salute finanziaria. Include tutto ciò che l’impresa possiede (beni, disponibilità liquide, crediti) e tutto ciò che deve (debiti verso fornitori, mutui, imposte).

Dove si trova il patrimonio netto nel bilancio?

Nel bilancio, il patrimonio netto si trova nella seconda sezione dello stato patrimoniale, dopo il passivo. Le voci principali che lo compongono sono:

  • Capitale sociale
  • Riserve (legali, statutarie, straordinarie)
  • Utile (o perdita) dell’esercizio
  • Eventuali altri conferimenti da parte dei soci

Il totale varia di anno in anno in base al risultato economico e ad altre operazioni sul capitale.

Differenza tra patrimonio netto e patrimonio lordo

Il patrimonio lordo rappresenta il valore complessivo di tutti i tuoi beni (immobili, conti, investimenti), prima di sottrarre eventuali debiti. Il patrimonio netto, invece, è ciò che possiedi realmente: si ottiene sottraendo passività e obbligazioni dal totale del patrimonio lordo. Conoscere la differenza tra questi due concetti è essenziale per valutare la solidità finanziaria della tua impresa o la tua situazione personale con maggiore lucidità.

Metodo del patrimonio netto: applicazione e vantaggi

Il metodo del patrimonio netto è usato per valutare partecipazioni in società collegate (cioè quando un’impresa detiene almeno il 20% di un’altra). In questo caso, il valore della partecipazione non resta fisso nel tempo, ma cresce o si riduce in base alla quota degli utili o delle perdite della partecipata.

Ad esempio: se la tua impresa possiede il 30% di una società che ha generato un utile di 100.000 €, il valore contabile della tua partecipazione aumenterà di 30.000 €. Se invece quella società ha registrato una perdita, il valore andrà ridotto in proporzione.

Il vantaggio di questo approccio è che fornisce una rappresentazione più fedele e dinamica dell’investimento.

Composizione del patrimonio netto: cosa include

Il patrimonio netto rappresenta la ricchezza dell’azienda generata nel tempo e comprende tre voci principali: il capitale sociale (cioè i conferimenti iniziali dei soci), le riserve (utili accantonati o apporti successivi) e gli utili o le perdite d’esercizio. Questi elementi variano nel tempo e riflettono la capacità dell’impresa di creare valore.

Il patrimonio netto può aumentare grazie agli utili o a nuovi apporti, e diminuire per perdite o distribuzioni di dividendi. Ogni variazione incide sulla solidità dell’impresa.

Il patrimonio netto nel bilancio è riportato nella sezione “Passivo” dello stato patrimoniale, secondo la convenzione contabile, anche se rappresenta una fonte interna di finanziamento.

Patrimonio netto negativo: cosa significa e conseguenze

Parliamo di patrimonio netto negativo quando le passività superano il valore delle attività aziendali. In termini pratici, significa che i debiti dell’impresa sono superiori a ciò che possiede. Si tratta di una condizione critica, visibile nello stato patrimoniale e potenzialmente sintomo di squilibrio economico e rischio di insolvenza.

Questa situazione può emergere per diversi motivi: perdite ricorrenti, eccessiva distribuzione di utili, svalutazione di beni o gestione inefficiente. Se non affrontata in tempo, può innescare segnalazioni obbligatorie per la crisi d’impresa.

Rischi legati a un patrimonio netto insufficiente

Un patrimonio netto negativo può compromettere la continuità aziendale. Le banche potrebbero non concedere finanziamenti, i fornitori potrebbero ridurre i termini di pagamento e anche il morale interno ne risente. Inoltre, secondo il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs 14/2019successive modifiche), alcune soglie di allerta (un indicatore da non sottovalutare è il DSCR – Debt Service Coverage Ratio – che misura la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni finanziari con i flussi di cassa generati) impongono all’imprenditore di intervenire attivamente per evitare l’aggravarsi della situazione.

Dal punto di vista giuridico, un capitale netto inferiore al minimo legale (ad esempio 50.000 € per le S.p.A.) può comportare l’obbligo di ricapitalizzazione o, nei casi più gravi, lo scioglimento della società. Bisogna sempre considerare che nell’ordinamento italiano ci sono anche società con un minimo legale bassissimo (ad esempio 1 € per le S.r.l.).

Come ricostituire il patrimonio netto in caso di perdita

Per riportare in equilibrio i conti, è possibile:

  • Aumentare il capitale sociale con nuovi conferimenti dei soci.
  • Rinunciare ai crediti da parte dei soci (conferimenti in conto capitale).
  • Trasformare le riserve disponibili in capitale (aumento gratuito).
  • Operare una gestione prudente con focus sul margine operativo e reinvestimento degli utili.

L’obiettivo è ristabilire un valore positivo e credibile a chiusura del bilancio, anche attraverso il supporto di un commercialista esperto.

Come aumentare il patrimonio netto: strategie aziendali

L’aumento di capitale sociale con nuovi conferimenti è la forma più immediata e strutturata per rafforzare il patrimonio netto. I soci versano nuove risorse, ricevendo in cambio quote o azioni aggiuntive. Questo rafforza la posizione patrimoniale e migliora il rapporto tra mezzi propri e debiti nel bilancio.

Spesso è una mossa utile anche per attrarre investitori esterni e migliorare il rating creditizio dell’impresa.

Aumento gratuito: trasformare le riserve

Quando l’azienda ha riserve disponibili (es. utili non distribuiti), può effettuare un aumento gratuito di capitale. In questo caso non c’è un flusso di cassa in ingresso, ma una riclassificazione contabile che rende più solido il patrimonio netto nel bilancio.

Si tratta di una scelta utile per rafforzare la fiducia verso terzi, in particolare in settori dove l’affidabilità patrimoniale è cruciale.

Aumento in conto capitale

Un’altra strategia è quella dei versamenti in conto futuro aumento di capitale. Si tratta di somme che i soci versano alla società in vista di un prossimo aumento di capitale sociale, ancora da deliberare. Questi fondi non sono ancora formalizzati e restano vincolati: se l’aumento di capitale non viene approvato, i soci hanno diritto alla restituzione. 

Attenzione: affinché abbiano effetto patrimoniale, devono essere iscritti correttamente nello stato patrimoniale, evitando confusione tra debiti e mezzi propri.

Utili d’esercizio reinvestiti

Una delle strategie più sostenibili nel lungo periodo è quella di reinvestire l’utile. Anziché distribuire dividendi, si accantona l’utile in riserva o lo si usa per finanziare nuovi investimenti, migliorando l’efficienza, la produttività e la resilienza aziendale.

Questa scelta, se costante, costruisce un patrimonio netto solido, senza ricorrere a capitali esterni, e migliora anche la capacità di autofinanziamento, elemento molto apprezzato da banche e stakeholder.

Migliorare il rating attraverso il patrimonio netto

Un’impresa con un buon patrimonio netto tangibile, in equilibrio tra capitali propri e debiti, risulta più affidabile per il sistema bancario. Questo può tradursi in accesso a linee di credito più vantaggiose, maggiore libertà operativa e credibilità sul mercato.

Cosa succede quando si fa un aumento di capitale

Ogni aumento di capitale prevede una serie di passaggi formali, con un iter procedurale ben definito:

  1. Delibera dell’assemblea dei soci.
  2. Eventuale modifica dello statuto.
  3. Sottoscrizione e versamento.
  4. Iscrizione presso il Registro delle Imprese con eventuale atto notarile, se richiesto dalla forma societaria.

Una volta completato, l’aumento di capitale incide direttamente sullo stato patrimoniale, aumentando la voce “Capitale sociale” o le relative riserve. Se i soci versano somme superiori al valore nominale, la differenza alimenta la “riserva sovrapprezzo”.

Effetti sulle quote dei soci

In caso di aumento con emissione di nuove quote, i soci che non aderiscono potrebbero vedere ridotta la propria percentuale di partecipazione. Questo meccanismo, detto “diluizione”, è importante da valutare in termini di governance e controllo.

Per evitare sorprese, è buona prassi stabilire eventuali diritti di opzione, dando la precedenza ai soci attuali.

Registrazione contabile e impatto sulla partita doppia

In contabilità, ogni aumento comporta una scrittura in partita doppia, che prevede un addebito al conto banca e un accredito al conto “Capitale sociale” (o riserva sovrapprezzo). Anche gli aumenti gratuiti o in conto capitale devono essere tracciati correttamente per garantire la trasparenza del bilancio di esercizio.

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