Un lavoratore autonomo è il tipo di lavoratore che non si trova in rapporto di subordinazione con un datore di lavoro. Scopri di più sull’argomento.

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Il lavoratore autonomo svolge la propria attività in modo assolutamente indipendente: questo ha sì dei vantaggi, ma richiede che il lavoratore sia autonomo anche dal punto di vista fiscale e burocratico. 

In questo articolo tratteremo le caratteristiche del lavoro autonomo e le diverse tipologie di lavoratore autonomo. 

Chi sono i lavoratori autonomi

I lavoratori autonomi sono lavoratori indipendenti senza vincolo di subordinazione nei confronti di un datore di lavoro. 

Questo significa che si differenziano dai lavoratori dipendenti, perché questi ultimi sono collaboratori coordinati e continuativi di imprese e attività private e pubbliche. 

Il lavoratore autonomo si distingue dunque dai lavoratori subordinati per certe caratteristiche: 

  • Non ha obblighi in termini di orario;
  • Può scegliere per chi lavorare con più flessibilità;
  • Può scegliere le modalità secondo le quali svolgere la propria attività lavorativa;
  • Non ha uno stipendio fisso e può scegliere a quali prezzi fornire i propri servizi;
  • Deve occuparsi autonomamente delle questioni fiscali e burocratiche - può sempre ricorrere al supporto di un professionista, ma non avrà una busta paga dalla quale verranno detratte tasse, imposte e contributi.

L’unico obbligo che un lavoratore autonomo ha nei confronti di un committente è quello di raggiungere gli obiettivi previsti nei contratti di lavoro. 

Per diventare lavoratore autonomo è necessario richiedere l’apertura di una partita IVA all’Agenzia delle Entrate, specificando quale sia la natura della propria attività - anche se, come vedremo, nell’ampia categoria del lavoro autonomo ci sono soggetti che non sono tenuti a rispettare questa procedura. 

Sarà necessario inoltre avere delle conoscenze specifiche sul come creare un lavoro autonomo, non necessariamente ottenute attraverso le istituzioni più tradizionali. 

In termini generali, ogni volta che si svolge un’attività lavorativa bisogna regolare la propria posizione fiscale e tenere conto di entrate e uscite per stabilire quale sia l’importo da versare allo stato. 

Per questa ragione, Finom ha pensato di semplificare l’attività di questi lavoratori, poiché gestendo il proprio business in modo autonomo hanno bisogno di risparmiare tempo e limitare i costi. 

Grazie al servizio di fatturazione i lavoratori autonomi possono fatturare creando ogni tipo di fattura in modo semplice e anche da dispositivo mobile, e con l’apertura del conto business si ottengono carte Finom gratuite - sia virtuali che fisiche - che danno accesso a percentuali di cashback fino al 3% sugli acquisti. 

Come si distinguono le varie categorie di lavoratori autonomi

La definizione di lavoro autonomo non aiuta a comprendere perché siano previste più tipologie di lavoratori. 

Per questa ragione analizzeremo le maggiori sottocategorie di lavoro autonomo per comprendere quali sono le maggiori differenze tra queste. 

Che differenza c’è tra lavoratore autonomo e libero professionista?

Il libero professionista può essere considerato un lavoratore autonomo con specifiche caratteristiche: 

  • La loro attività si concentra per lo più una professione intellettuale;
  • Certe categorie di liberi professionisti sono obbligate a iscriversi a specifici albi professionali;
  • Le professioni ordinistiche richiedono il versamento di contributi presso casse previdenziali di categoria.

Cosa distingue il lavoro autonomo dal lavoro autonomo occasionale

Cosa si intende per lavoro autonomo occasionale? Questo è un tipo di attività svolta senza continuità. 

La regolamentazione del lavoro occasionale è stata introdotta dalla legge n. 96 del 2017 e poi modificata da successivi decreti che hanno specificato che un lavoratore occasionale, per essere tale:

  • Non può lavorare per più di 30 giorni consecutivi per lo stesso committente;
  • Non può superare i 5.000 euro di guadagno.

Chi svolge prestazioni occasionali secondo questi criteri non ha alcuna necessità di aprire di una partita IVA.

Differenza tra lavoratore autonomo e ditta individuale

In questa sezione abbiamo voluto inserire anche questa differenza perché spesso si crede, erroneamente, che ditta individuale e lavoratore autonomo siano in qualche modo sinonimi, ma non è così: 

  • La ditta individuale è l’attività di quegli imprenditori individuali che si occupano dello scambio di beni e servizi, e che svolgono attività solitamente artigianali e commerciali;
  • Aprire una ditta individuale richiede maggiori costi e iter burocratici più complessi.

Le stesse valutazioni si fanno quando si tratta di acquisire uno status giuridico tra libero professionista o ditta individuale: non sarà una scelta, ma il tipo di status o forma giuridica sarà una conseguenza del tipo di attività svolta. 

Tassazione e gestione previdenziale del lavoro autonomo

L’apertura di una partita IVA fa sì che il lavoratore autonomo possa avere una posizione fiscale ben definita. 

I lavoratori autonomi possono essere soggetti a regimi fiscali diversi a seconda del fatturato: 

  • Coloro che fatturano meno di 65.000 € l’anno possono accedere al regime forfettario: per questo regime l’IVA rappresenta un costo e l’imponibile viene calcolato in base a specifici coefficienti di redditività;
  • I lavoratori autonomi che superano questa cifra saranno invece soggetti al regime ordinario: la gestione della contabilità sarà certo più complessa, poiché andranno attentamente valutate le spese ed eventuali detrazioni fiscali. Per questa ragione il regime ordinario è la scelta anche dei lavoratori che fatturano meno ma che hanno spese maggiori.

Per quanto riguarda la gestione previdenziale, invece, i lavoratori autonomi che non utilizzano casse previdenziali di categoria dovranno iscriversi alla gestione separata per versare i contributi INPS. 

Vantaggi e svantaggi del lavoro autonomo

Essere lavoratori autonomi ha senza dubbio un gran numero di vantaggi. 

All’inizio di questo articolo abbiamo evidenziato la mancanza di rapporto subordinato, che comporta - tra le altre cose - che il lavoratore autonomo non sia tenuto a dover rispettare gli orari di lavoro dei lavoratori dipendenti. Il lavoratore può dunque autonomamente gestire il proprio tempo, così come può gestire le proprie retribuzioni. 

Di contro, però, è vero che i lavoratori autonomi non usufruiscono delle stesse misure di protezione applicate al lavoro subordinato: il lavoratore autonomo non ha ferie o giorni di riposo, non è protetto a livello previdenziale a meno che non vi provveda da solo, e ha responsabilità illimitata nei confronti della propria attività. 

Anche le attività dei lavoratori autonomi, infatti, potrebbero fallire o non avere il successo sperato, e anche in questo caso il lavoratore autonomo dovrebbe far fronte a difficoltà ed eventuali creditori. 

Nonostante le maggiori difficoltà alle quali deve far fronte il lavoratore autonomo e il minor livello di protezione da parte dello stato, il lavoro autonomo resta comunque la scelta di chi preferisce affrontare i rischi ma mantenere la propria indipendenza lavorativa. 

Conclusioni

Definire il lavoro autonomo può essere un’impresa complessa: in questa categoria veramente ampia rientrano infatti tantissime tipologie di lavoratori, che nonostante i diversi obblighi fiscali e burocratici presentano differenze a volte minime tra loro. 

In questo articolo abbiamo voluto fornirti informazioni esaustive sull’argomento, prendendo in considerazione gli elementi che spesso confondono chi cerca di valutare quale sia la scelta migliore a livello lavorativo, così come i vantaggi e gli svantaggi del lavoro autonomo. 

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