Gli indici di bilancio permettono di valutare la redditività, la liquidità e la solidità di un’impresa. Sono strumenti chiave per interpretare i dati del bilancio di esercizio e per analizzare la gestione aziendale nel tempo. In questo articolo vedremo quali sono i principali indici di bilancio, come si calcolano e perché sono essenziali sia per gli imprenditori che per gli stakeholder.

Contenuti

Indici di bilancio: cosa sono e a cosa servono

Gli indici di bilancio sono strumenti che mettono in relazione diverse voci del bilancio d’esercizio al fine di fornire una visione sintetica, ma efficace, dell’andamento aziendale. Servono a valutare vari aspetti fondamentali come la redditività, la capacità di far fronte agli impegni finanziari nel breve termine e il livello di solidità patrimoniale.

L’analisi per indici di bilancio è utile perché trasforma dati complessi in informazioni facilmente interpretabili, aiutando imprenditori, consulenti e stakeholder a comprendere se un’impresa è in equilibrio o se sta attraversando una fase critica. Per leggere correttamente questi numeri, però, è essenziale considerarli in relazione al settore, al periodo oggetto di analisi e agli obiettivi strategici.

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Analisi degli indici di bilancio: quanti ne esistono e come si classificano

Esistono numerosi indici di bilancio che permettono di valutare diversi aspetti della gestione aziendale.

Per facilitarne l’interpretazione, tali indicatori vengono solitamente suddivisi in tre categorie in base alla funzione svolta: redditività, liquidità e struttura patrimoniale.

Gli indici di redditività misurano la capacità dell’impresa di generare utili, quelli di liquidità valutano l’equilibrio finanziario a breve termine, mentre gli indici di struttura patrimoniale analizzano il grado di autonomia e solidità finanziaria. Questa suddivisione consente di osservare l’azienda da più prospettive, rendendo l’analisi più completa e affidabile.

Indici di bilancio: i principali indicatori da conoscere

Entriamo ora più nel dettaglio di quali sono i principali indici di bilancio da conoscere e di come possono essere calcolati.

Indici di redditività

Gli indici di redditività valutano l’efficacia con cui l’azienda utilizza le risorse a disposizione per generare utili. Sono essenziali per analizzare il rendimento dell’attività operativa e la capacità di remunerare gli investitori.

ROI - Return on Investment

Il ROI (Return on Investment) misura la redditività complessiva della gestione operativa in relazione al capitale investito (mezzi propri + debiti finanziari). È uno degli indici più utilizzati per valutare se l’attività economica è efficiente e se produce un ritorno sufficiente rispetto agli investimenti effettuati. Un ROI superiore al costo del capitale è segno di una buona gestione.

ROI = (Reddito operativo / Capitale investito netto) x 100

ROE - Return on Equity

Il ROE (Return on Equity) misura la redditività del capitale proprio investito dai soci, indicando il profitto generato per ogni euro investito. Un valore elevato di ROE segnala generalmente una gestione efficace delle risorse proprie. Tuttavia, è importante valutare questo indicatore insieme al livello di indebitamento dell’azienda: un ROE elevato ottenuto grazie a un forte ricorso ai debiti, infatti, potrebbe mascherare dei potenziali rischi finanziari, rendendo necessaria un’analisi più approfondita.

ROE = (Utile netto / Patrimonio netto) x 100

ROS - Return on Sales

Il ROS (Return on Sales) indica quanti centesimi di utile operativo restano all’azienda per ogni euro di ricavi. Un valore elevato riflette un’efficace gestione dei costi operativi rispetto ai guadagni, mentre un valore basso suggerisce che i costi potrebbero essere eccessivi e lascia spazio a possibili miglioramenti.

Questo indicatore è particolarmente utile per confrontare l’efficienza di imprese appartenenti allo stesso settore e per valutare la loro capacità di generare profitti dalle vendite.

ROS = (Reddito operativo / Ricavi netti di vendita) x 100

ROA - Return on Assets

Il ROA (Return on Assets) esprime la capacità dell’azienda di generare reddito operativo utilizzando l’intero patrimonio aziendale, rappresentato dal totale degli attivi. Questo indicatore, indipendente dalla struttura finanziaria, permette di valutare l’efficienza con cui le risorse complessive vengono impiegate per ottenere profitti. Un valore elevato evidenzia un’ottima gestione degli investimenti e una buona redditività.

ROA = (Reddito operativo / Totale attivo) x 100

EBITDA ed EBIT

L’EBITDA (Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), o Margine Operativo Lordo, rappresenta la capacità dell’azienda di generare flussi di cassa operativi prima di considerare interessi, imposte, ammortamenti e svalutazioni. È spesso utilizzato per confronti tra aziende di settori o paesi diversi, poiché non tiene conto delle differenze nella struttura finanziaria e nelle politiche contabili sugli ammortamenti.

L’EBIT (Earnings Before Interest and Taxes), o Reddito Operativo, è, invece, un indicatore che si avvicina all’utile gestionale, perché considera anche gli ammortamenti e le svalutazioni, riflettendo così la redditività dell’attività operativa al netto delle uscite non monetarie legate al deprezzamento degli asset.

EBITDA = Utile netto + Interessi + Imposte + Ammortamenti

EBIT = Ricavi – Costi operativi

Utile Netto

L’utile netto rappresenta il risultato finale della redditività aziendale, ovvero ciò che resta dopo aver sottratto dai ricavi complessivi tutti i costi, gli oneri finanziari e le imposte sostenute nel corso dell’esercizio.

Si tratta di un indicatore fondamentale per valutare la reale capacità dell’impresa di generare profitto. Tuttavia, il dato può essere condizionato da componenti straordinari, politiche fiscali e da eventi occasionali: per questo motivo è sempre opportuno interpretarlo insieme ad altri indici di redditività, che permettono un’analisi più completa e affidabile dell’intera gestione.

Utile netto = Ricavi totali – Costi totali – Imposte – Interessi

Indici di liquidità

Gli indici di liquidità valutano la capacità dell’azienda di far fronte tempestivamente agli impegni finanziari a breve termine, analizzando se le risorse disponibili sono sufficienti per coprire i debiti in scadenza.

Questi indicatori assumono particolare rilievo nei periodi di instabilità o nelle fasi di espansione aziendale, quando la gestione della liquidità e dei flussi di cassa diventa essenziale per mantenere l’equilibrio finanziario e per prevenire possibili tensioni nella solvibilità operativa.

Indice di disponibilità (Current Ratio)

L’indice di disponibilità, noto anche come Current Ratio, misura la capacità dell’azienda di far fronte ai debiti a breve termine utilizzando le proprie attività correnti. Un valore superiore a 1,2 è solitamente ritenuto soddisfacente, ma il parametro ideale può variare a seconda del settore di appartenenza.

Valori troppo elevati potrebbero segnalare che una parte eccessiva delle risorse rimane immobilizzata in attività poco produttive, compromettendo di conseguenza l’efficienza globale della gestione.

Indice di disponibilità = Attivo circolante / Passività correnti

Indice di liquidità secca (Quick Ratio o Acid Test)

L’indice di liquidità secca, noto anche come Quick Ratio o Acid Test, valuta la capacità dell’azienda di far fronte tempestivamente agli impegni finanziari a breve termine, escludendo dal calcolo le rimanenze di magazzino (più difficili da convertire rapidamente in denaro).

Questo indicatore esprime la reale prontezza dell’impresa nel coprire i debiti imminenti utilizzando soltanto le disponibilità liquide e i crediti rapidamente esigibili. Un valore pari o superiore a 1 indica una situazione equilibrata e rassicurante sotto il profilo finanziario.

Indice di liquidità secca = (Crediti + Disponibilità liquide) / Passività correnti

IDC - Indice delle disponibilità correnti

L’Indice delle Disponibilità Correnti (IDC) misura la capacità dell’azienda di coprire i debiti a breve termine utilizzando tutte le attività a breve scadenza, compresi il magazzino, i crediti e i ratei attivi.

Tale parametro consente di valutare la solidità della gestione corrente e la possibilità di far fronte puntualmente agli impegni finanziari imminenti, riducendo il rischio di tensioni sulla liquidità aziendale. Generalmente, un valore superiore a 1 è considerato rassicurante, ma la soglia ottimale può variare in base alle caratteristiche e alle dinamiche del singolo settore.

IDC = Attivo corrente / Passività correnti

Indici di struttura finanziaria

Gli indici di struttura finanziaria valutano come l’azienda finanzia le proprie attività, misurando il peso relativo tra capitale proprio e debito. Questi indicatori sono fondamentali per comprendere la solidità e l’equilibrio finanziario nel lungo termine, poiché permettono di analizzare quanto l’impresa sia esposta a rischi legati all’indebitamento e quanto possa contare su risorse interne.

Indice di indebitamento (Leverage)

L’indice di indebitamento, o leverage, misura quanto l’azienda dipende dai capitali di terzi per finanziare le proprie attività. In pratica, confronta l’ammontare totale dei debiti con il patrimonio netto, evidenziando la quota di risorse finanziate tramite il debito rispetto a quelle apportate dai soci.

Un valore contenuto suggerisce una struttura finanziaria equilibrata e stabile, mentre un livello elevato può comportare un maggior rischio finanziario, soprattutto in periodi di incertezza economica. Tale situazione, infatti, aumenta la vulnerabilità dell’azienda a eventuali tensioni di liquidità o variazioni dei mercati creditizi.

Indice di indebitamento = Totale debiti / Patrimonio netto

IAF - Indice di Autonomia Finanziaria

L’Indice di Autonomia Finanziaria (IAF) misura la quota delle attività aziendali finanziata con capitale proprio, segnalando il grado di indipendenza rispetto ai capitali di terzi. Un valore elevato evidenzia una struttura patrimoniale solida e una bassa esposizione al debito.

IAF = Capitale proprio / Totale fonti di finanziamento

IDF - Indice di Dipendenza Finanziaria

L’Indice di Dipendenza Finanziaria (IDF) misura la percentuale delle attività aziendali che viene finanziata tramite il capitale di terzi, come i debiti bancari o altri finanziamenti esterni. 

Si tratta di un indicatore complementare rispetto all’Indice di Autonomia Finanziaria che consente di valutare il grado di dipendenza dell’impresa da soggetti esterni per il sostegno delle proprie operazioni.

IDF = Capitale di terzi / Totale attivo

RCT - Rapporto tra capitale proprio e di terzi

Il Rapporto tra Capitale Proprio e Capitale di Terzi (RCT) confronta le due principali fonti di finanziamento di un’azienda, evidenziando quanti euro di debito corrispondono a ogni euro di capitale proprio.

Questo indicatore permette di valutare la composizione della struttura finanziaria: un valore equilibrato indica una gestione stabile e bilanciata delle risorse, mentre un rapporto elevato, sbilanciato verso il capitale di terzi, può segnalare una maggiore esposizione al rischio finanziario.

RCT = Capitale di terzi / Capitale proprio

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Analisi per indici di bilancio: approccio statico e dinamico

L’analisi di bilancio per indici è una tecnica che permette di valutare la situazione economica, finanziaria e patrimoniale di un’impresa attraverso il calcolo di specifici indicatori. A differenza della semplice lettura del bilancio, questa metodologia consente di interpretare i dati in modo più mirato, rendendo visibili trend, squilibri o segnali di allerta che altrimenti potrebbero passare inosservati.

Esistono due approcci distinti: analisi statica e analisi dinamica. La prima si concentra su un singolo esercizio contabile e fotografa lo stato attuale dell’attività, senza considerare il suo andamento nel tempo. Questo tipo di valutazione è utile per comprendere se, in un dato momento, esiste un equilibrio tra le principali grandezze economiche e patrimoniali.

L’analisi dinamica, invece, mette a confronto gli indici su più esercizi consecutivi, evidenziando l’evoluzione delle performance aziendali nel tempo. Tale approccio è particolarmente utile per individuare tendenze, segnali di miglioramento o di progressivo deterioramento.

Tabella indici di bilancio: elenco e formule di calcolo

Dopo aver esaminato i principali indicatori singolarmente, è utile disporre di una panoramica sintetica che raccolga tutti gli indici di bilancio con le rispettive formule. La tabella seguente offre un riferimento pratico per consultare e applicare facilmente tali strumenti all’interno dell’analisi economico-finanziaria.

IndiceCategoriaFormulaSignificato
ROI - Return on InvestmentRedditivitàReddito operativo / Capitale investito netto × 100Redditività del capitale investito
ROE - Return on EquityRedditivitàUtile netto / Patrimonio netto × 100Redditività del capitale proprio
ROS - Return on SalesRedditivitàReddito operativo / Ricavi netti di vendita × 100Margine operativo sulle vendite
ROA - Return on AssetsRedditivitàReddito operativo / Totale attivo × 100Redditività complessiva delle risorse aziendali
EBITDARedditivitàUtile netto + Interessi + Imposte + AmmortamentiGenerazione di flussi operativi “lordi”
EBITRedditivitàRicavi - Costi operativiRedditività della gestione operativa
Utile NettoRedditivitàRicavi totali - Costi totali - Imposte - InteressiRisultato economico finale
Indice di disponibilità (Current Ratio)LiquiditàAttivo circolante / Passività correntiEquilibrio finanziario di breve periodo
Quick Ratio (Acid Test)Liquidità(Crediti + Disponibilità liquide) / Passività correntiProntezza della liquidità immediata
IDC - Indice disponibilità correntiLiquiditàAttivo corrente / Passività correntiCopertura dei debiti a breve con tutte le attività correnti
Indice di indebitamento (Leverage)Struttura finanziariaTotale debiti / Patrimonio nettoGrado di dipendenza dai capitali di terzi
IAF - Indice autonomia finanziariaStruttura finanziariaCapitale proprio / Totale fonti di finanziamentoIncidenza del capitale proprio sulle attività totali
IDF - Indice dipendenza finanziariaStruttura finanziariaCapitale di terzi / Totale attivoIncidenza dei capitali di terzi sulle attività totali
RCT - Capitale terzi vs capitale proprioStruttura finanziariaCapitale di terzi / Capitale proprioPeso relativo dei debiti rispetto al capitale proprio

Esempi pratici di calcolo degli indici di bilancio

Vediamo ora una serie di esempi pratici che illustrano come si calcolano i principali indici di bilancio, utili per interpretare facilmente lo stato patrimoniale e la performance operativa di un’azienda. I dati sono realistici, ma semplificati per rendere immediata la comprensione del calcolo assieme alla sua interpretazione.

Esempio ROI - Return on Investment

Immaginiamo che una società manifatturiera, la “Alfa Srl”, nel 2025 abbia generato un reddito operativo annuo di 120.000 €. La stessa impresa, per svolgere l’attività, ha investito in risorse (macchinari, impianti, magazzino, crediti commerciali ecc.) per un valore netto complessivo di 800.000 €.

Il calcolo del ROI sarà: ROI = (120.000 / 800.000) × 100 = 15%.

Questo significa che “Alfa Srl” ha ottenuto un rendimento del 15% su ogni euro impiegato nelle attività operative.

Esempio ROE - Return on Equity

Prendiamo il caso di una società di servizi, la “Beta Spa”. Alla fine dell’anno, l’utile netto risulta di 80.000 €, a fronte di un patrimonio netto di 500.000 €.

Il ROE si calcola nel seguente modo: ROE = (80.000 / 500.000) × 100 = 16%.

Il dato evidenzia, quindi, che, per ogni euro investito dai soci, "Beta Spa" ha generato 16 centesimi di utile.

Esempio Current Ratio (Indice di disponibilità)

Supponiamo che l’azienda “Gamma Srl” presenti, a fine anno, un attivo circolante composto da liquidità in cassa e banca, crediti verso clienti e magazzino per un totale di 450.000 €. Le sue passività correnti, invece, ammontano a 300.000 €.

Il calcolo dell’indice di disponibilità è il seguente: Current Ratio = 450.000 / 300.000 = 1,5.

Tale risultato indica che, per ogni euro di debiti a breve termine, “Gamma Srl” dispone di 1,5 € di attività rapidamente liquidabili.

Esempio Leverage (Indice di indebitamento)

Consideriamo la società “Delta Spa”, che ha un valore di debiti totali per 600.000 €, mentre il patrimonio netto è pari a 400.000 €.

L’indice di indebitamente può essere, quindi, calcolato come segue: Leverage = 600.000 / 400.000 = 1,5.

In questo caso, la struttura finanziaria di “Delta Spa” mostra che per ogni euro investito dai soci, sono stati contratti 1,5 € di debiti verso terzi.

Esempio IAF - Indice di Autonomia Finanziaria

Supponiamo, infine, il caso di “Epsilon Srl”, con un patrimonio netto di 500.000 € e attività totali, iscritte a bilancio, per 1.000.000 €.

L’indice di autonomia finanziaria è pari a: IAF = 500.000 / 1.000.000 = 0,5.

Un IAF del 50% significa che la metà degli investimenti dell’azienda è finanziata con mezzi propri, mentre l’altra metà è coperta facendo uso del capitale di terzi.

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Indici di bilancio e interpretazione dei risultati

Interpretare gli indici di bilancio è fondamentale per trasformare semplici valori numerici in preziosi strumenti di valutazione strategica. Tuttavia, questi dati non vanno letti singolarmente o in modo isolato. È importante, infatti, inserirli all’interno di un contesto più ampio, rapportandoli tra loro, analizzando l’andamento storico dell’azienda e confrontandoli con i parametri medi del settore.

Ad esempio, un ROE che si attesta intorno al 10% può rappresentare un buon risultato per una piccola-media impresa tradizionale, mentre per una startup innovativa potrebbe essere insufficiente, considerando l’aspettativa di rendimenti più elevati legata al maggiore rischio del settore.

Nel momento in cui si va a redigere un report di confronto dei vari dati presi in esame, è importante:

  • Definire con precisione l’obiettivo e il contesto in cui è stata svolta l’analisi.
  • Selezionare i principali indicatori di bilancio più rilevanti per l’azienda e per il settore di riferimento.
  • Raccogliere i dati dell’impresa e confrontarli con i benchmark di settore, nonché con i relativi valori storici.
  • Presentare i risultati in modo chiaro e accessibile, facendo uso di tabelle o di grafici esplicativi.
  • Accompagnare i dati con un commento critico che metta in evidenza i punti di forza, le criticità e le interpretazioni più rilevanti.
  • Formulare una sintesi conclusiva con una valutazione complessiva dello stato di salute aziendale.
  • Suggerire, se necessario, eventuali azioni correttive o potenziali strategie di miglioramento.

Indici di bilancio e indicatori di crisi d’impresa

Gli indici di bilancio non si limitano a valutare l’efficienza e la redditività di un’azienda, ma svolgono anche un ruolo molto importante nella prevenzione delle crisi. Alcuni indicatori, infatti, consentono di individuare per tempo possibili segnali di squilibrio, come un peggioramento della liquidità o un aumento delle difficoltà nell’assolvere agli obblighi finanziari.

Monitorare costantemente questi dati permette di rilevare potenziali situazioni critiche nella fase iniziale e di adottare tempestivamente le necessarie misure correttive.

Il Codice della Crisi d’Impresa sottolinea proprio l’importanza di un controllo regolare degli indicatori economico-finanziari al fine di preservare la continuità e la sostenibilità dell’attività aziendale.

Crisi d’impresa: quali segnali monitorare?

Analizziamo ora, quali sono gli indici più importanti da tenere sotto controllo al fine di prevenire o di intervenire in caso di crisi d’impresa.

DSCR - Debt Service Coverage Ratio

Il DSCR (Debt Service Coverage Ratio) misura la capacità di un’azienda di generare un livello di liquidità sufficiente a coprire le rate dei finanziamenti a breve termine in scadenza.

Quando il suo valore è inferiore a 1, significa che i flussi di cassa operativi non bastano a far fronte a questi impegni, segnalando un potenziale rischio finanziario che richiede una revisione tempestiva della pianificazione.

DSCR = Flusso di cassa operativo / Debiti finanziari a breve

Indice di sostenibilità degli oneri finanziari

L’indice di sostenibilità degli oneri finanziari mette in rapporto gli interessi passivi con i ricavi netti aziendali e permette di valutare quanto il costo del debito va a incidere sul fatturato. Un valore elevato indica che una quota significativa delle entrate viene destinata al pagamento degli interessi, riducendo di conseguenza le risorse disponibili per attività operative o investimenti.

Indice di sostenibilità degli oneri finanziari = Oneri finanziari / Ricavi netti

Indice di adeguatezza patrimoniale

L’indice di adeguatezza patrimoniale esprime quanto il patrimonio netto riesce a garantire la copertura dei debiti complessivi di un’azienda. Quando questo rapporto si mantiene su valori elevati, l’impresa può contare su una base patrimoniale solida e un minore ricorso a fonti di finanziamento esterne.

Viceversa, se l’indice risulta basso, significa che il peso dei debiti sul totale delle risorse disponibili è rilevante, esponendo l’attività a maggiori rischi, soprattutto se dovessero verificarsi delle flessioni nella redditività o nella generazione di cassa.

Indice di adeguatezza patrimoniale = Patrimonio netto / Totale debiti

Indice di capitalizzazione

L’indice di capitalizzazione indica in che misura il capitale proprio incide sul totale delle fonti di finanziamento aziendali. Se il valore è elevato, significa che l’impresa può fare affidamento principalmente su mezzi propri, mostrando una struttura patrimoniale robusta e meno vulnerabile agli shock esterni. Quando, invece, l’indice scende sotto il 25%, cresce la dipendenza dal debito: l’azienda risulta, quindi, più esposta a rischi finanziari, per esempio in caso di aumento dei costi di finanziamento o di una contrazione dei margini operativi.

Indice di capitalizzazione = (Patrimonio netto / Totale passivo) x 100

(Per “Totale passivo” si intende il totale delle fonti di finanziamento (patrimonio netto + debiti).

Indice di liquidità in situazione di allerta

Quando un’azienda sta attraversando una fase critica o si trova in situazione di allerta, è fondamentale verificare se dispone effettivamente di risorse liquide subito disponibili per onorare i debiti a breve scadenza.

In questi casi, l’indice di riferimento è il quick ratio (o acid test), che include solo le attività facilmente liquidabili ed esclude le rimanenze di magazzino. Un quick ratio inferiore a 1 segnala che l’impresa potrebbe presto incontrare delle difficoltà nel rispettare le scadenze a breve termine, aumentando il rischio di tensioni finanziarie e la necessità di interventi correttivi sul fronte della liquidità.

Indice di liquidità =(Crediti + Liquidità) / Passività correnti

Indice di indebitamento previdenziale e tributario

L’indice di indebitamento previdenziale e tributario indica quanto incidono i debiti verso l’erario e gli enti previdenziali rispetto al totale delle attività aziendali. Se questo valore risulta elevato, può segnalare delle potenziali difficoltà nel far fronte agli obblighi fiscali e contributivi. Si tratta di situazioni che spesso rappresentano i primi segnali di una crisi latente o di una crescente tensione finanziaria.

Il monitoraggio attento di questa voce è, quindi, fondamentale, perché il mancato versamento di imposte e contributi può rapidamente portare a sanzioni o misure restrittive, peggiorando ulteriormente la situazione patrimoniale dell’impresa.

Indice di indebitamento previdenziale e tributario = Debiti tributari e previdenziali / Totale attivo

FAQ

Come fare un commento sugli indici di bilancio?

Per commentare gli indici di bilancio occorre innanzitutto confrontare i risultati ottenuti con le performance degli anni precedenti e con i valori medi del settore, tenendo conto anche delle soglie considerate ottimali per ciascun indice. È utile analizzare come gli indicatori interagiscono tra loro, al fine di individuare i punti di forza e le aree di criticità. Infine, è importante motivare eventuali scostamenti rispetto ai parametri attesi, interpretando le cause in relazione al contesto e alle strategie aziendali.

Come interpretare gli indici EBITDA per leggere il bilancio?

Per interpretare l’EBITDA nel bilancio bisogna valutare la capacità dell’azienda di generare margini dalla gestione operativa, senza tener conto di interessi, imposte, ammortamenti e componenti straordinarie. Un valore di EBITDA elevato rispetto ai ricavi è segno di una buona redditività operativa e di una gestione efficiente dei costi. È fondamentale confrontare questo indicatore con i risultati degli anni precedenti e con i dati medi del settore, così da ottenere un quadro più chiaro sulla solidità e sulla competitività dell’organizzazione.

Come si calcola lo score quantitativo negli indici di bilancio?

Lo score quantitativo negli indici di bilancio si costruisce selezionando alcuni indicatori fondamentali, come quelli relativi a redditività, liquidità e indebitamento. A ciascun indice viene attribuito un punteggio in base alla distanza rispetto a determinate soglie di riferimento o alle medie del settore. I punteggi così ottenuti vengono poi sommati o ponderati, a seconda dell’importanza assegnata ai singoli indicatori. Si arriva, quindi, a uno score complessivo che riassume sinteticamente la solidità finanziaria dell’azienda.

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