Tasse regime forfettario è un tema centrale per chi lavora in proprio con partita IVA e vuole semplificare la gestione fiscale. In questo articolo trovi consigli utili su calcolo, aliquote e tasse per la ditta individuale, con particolare attenzione ai vantaggi per freelance e piccoli imprenditori.

Contenuti

Tassazione nel regime forfettario: come funziona?

Il regime forfettario è un regime fiscale tra i più vantaggiosi per i piccoli imprenditori, lavoratori freelance, liberi professionisti e molti altri piccoli contribuenti italiani. Questa opzione è ideale per chi ha deciso di aprire una partita IVA e desidera semplificare la gestione della propria contabilità e ridurre notevolmente il proprio carico fiscale.

Questo tipo di tassazione è stato introdotto per agevolare le micro e piccole imprese, comprese le nuove attività. Prevede un'imposta sostitutiva unica, l'esenzione dall'IVA e una contabilità semplificata rispetto al regime ordinario.

Principali vantaggi del regime forfettario

Il regime forfettario offre numerosi vantaggi, tra cui:

  • Contabilità semplificata: poiché l’imposta sostitutiva prende il posto dell’IRPEF e delle addizionali, e non c’è obbligo di tenere la contabilità IVA né di redigere un bilancio ordinario. Ciò riduce notevolmente i tempi e i costi amministrativi.
  • Fatturazione semplificata: le fatture possono essere emesse senza applicare l'IVA, rendendo il processo più rapido e snello.
  • Aliquote ridotte: si applica un'aliquota ridotta del 5%, a condizione che vengano rispettati determinati requisiti. In caso contrario, si applica da subito l'aliquota ordinaria del 15%.
  • Risparmio fiscale: le aliquote forfettarie sono notevolmente inferiori a quelle del regime ordinario, che possono raggiungere fino al 43% con l'IRPEF progressivo (imposta sul reddito delle persone fisiche).
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Come calcolare le tasse e il reddito imponibile nel regime forfettario

Come calcolare le tasse nel regime forfettario? Di seguito elenchiamo i passaggi necessari da seguire.

Fase 1: Identificazione del codice ATECO

Il primo passo per calcolare correttamente il reddito imponibile è identificare il codice ATECO corrispondente alla propria attività svolta. Il codice ATECO è una classificazione statistica delle attività economiche che determina il coefficiente di redditività da applicare.

Ogni professione o attività commerciale ha un codice specifico, consultabile sul sito dell’Agenzia delle Entrate o dell’ISTAT. È inoltre disponibile un elenco completo dei codici ATECO rilevanti nel 2025, utile per l’individuazione manuale del codice corretto.

Fase 2: Utilizzo del Coefficiente di Redditività

Una volta individuato il corretto codice ATECO, è possibile determinare il coefficiente di redditività da applicare. Questi coefficienti variano generalmente tra il 40% e l’86% a seconda del settore di attività (Allegato 2 della Legge n. 145/2018).

Per esempio:

  • I liberi professionisti (codici come 73.11.01 per ideazione campagne pubblicitarie) applicano solitamente un coefficiente del 78%.
  • I commercianti al dettaglio applicano un coefficiente del 40%.
  • Le attività di consulenza (codice 70.22.09) hanno un coefficiente del 67%.

Fase 3: Calcolo del reddito imponibile con il principio di cassa

Il reddito imponibile si calcola applicando il coefficiente di redditività ai ricavi incassati e compensi percepiti nell'anno stesso, secondo il principio di cassa. Ciò significa che nel reddito imponibile si considerano solo i compensi effettivamente percepiti, a prescindere dalla data di emissione della fattura.

Formula:

Reddito imponibile = Ricavi incassati × Coefficiente di redditività

Da questo reddito imponibile lordo si deducono poi i contributi INPS versati (che sono deducibili al 100%), ottenendo così il reddito imponibile netto su cui calcolare l'imposta sostitutiva.

Esempio pratico di tassazione regime forfettario

Vediamo un esempio pratico di calcolo nel regime forfettario. Un social media manager con codice ATECO 73.11.02 con €20.000 di fatturato e coefficiente di redditività del 78% avrà un reddito imponibile di:

€20.000 × 78% = €15.600

Su questo importo si applicano i contributi INPS (Gestione Separata) al 26,07%, interamente deducibili:

€15.600 × 26,07% = €4.067

L'imponibile fiscale sarà quindi:

€15.600 - €4.067 = €11.533

Su cui pagherà il 15% di tasse:

€11.533 × 15% = €1.730

Il totale da pagare (tasse + INPS) sarà:

€1.730 + €4.067 = €5.797

Lasciando un netto annuo di:

€20.000 - €5.797 = €14.203 (€1.184 al mese)

Se in regime agevolato (primi 5 anni sotto i €85.000), l'aliquota scende al 5%:

€11.533 × 5% = €577

Per un totale di tasse e contributi di:

€577 + €4.067 = €4.644

E un netto annuo di:

€20.000 - €4.644 = €15.356 (€1.280 al mese)

Quali sono le tasse da pagare nel regime forfettario?

L’unico tributo previsto è l’imposta sostitutiva, che prende il posto di diverse imposte ordinarie. Il suo vantaggio? Un’aliquota unica, semplice da applicare e calcolare.

L’imposta sostitutiva: aliquote e applicazione

L'imposta sostitutiva è l'unica tassa da pagare nel regime forfettario e viene applicata con due diverse aliquote. La prima, pari al 5%, si applica ai contribuenti che rispettano tutte le seguenti condizioni:

  • Hanno avviato l'attività da meno di 5 anni;
  • Non hanno esercitato la stessa attività nei tre anni precedenti l'adesione al regime forfettario;
  • Non superano il limite di fatturato di €85.000 annui;
  • Rientrano nella definizione di "nuova attività" secondo la normativa.

Per tutti gli altri casi, si applica l'aliquota standard del 15%. È importante sottolineare che queste aliquote sono fisse e non progressive, a differenza di quanto avviene nel regime ordinario con l'IRPEF a scaglioni.

Contributi previdenziali: gestione separata INPS e altre opzioni

Oltre all'imposta sostitutiva, i contribuenti in regime forfettario devono versare i contributi previdenziali. Il tipo di contributi dipende dall'inquadramento professionale.

I liberi professionisti senza cassa previdenziale specifica versano i contributi alla Gestione Separata INPS, calcolati al 26,07% del reddito imponibile nel 2025. Il vantaggio di questo inquadramento è che non ci sono contributi minimi fissi: se non si produce reddito, non si pagano contributi.

Artigiani e commercianti, invece, devono versare sia contributi fissi che variabili alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS. I contributi fissi ammontano a €4.460,64 per artigiani e €4.549,70 per commercianti nel 2025, da pagare indipendentemente dal reddito conseguito. A questi si aggiungono i contributi variabili del 24% sull'eccedenza oltre i €18.555 di reddito imponibile.

Tutti i contributi INPS versati durante l'anno sono deducibili al 100% dal reddito imponibile per il calcolo dell'imposta sostitutiva.

Riduzioni e agevolazioni per il regime forfettario

Il regime forfettario prevede agevolazioni sui contributi previdenziali. Gli iscritti alla Gestione Artigiani e Commercianti INPS possono ottenere una riduzione del 35% sui contributi presentando domanda entro il 28 febbraio. L’agevolazione non è automatica e deve essere attivata con apposita richiesta.

La Legge di Bilancio 2025 ha inoltre introdotto una riduzione del 50% dei contributi per i primi 36 mesi per chi si iscrive per la prima volta come artigiano o commerciante nel 2025. Queste agevolazioni contributive, combinate con la tassazione agevolata, rendono il regime forfettario particolarmente vantaggioso per giovani imprenditori e piccole attività.

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Quando conviene il regime forfettario?

Il regime forfettario offre vantaggi significativi rispetto al sistema ordinario. L'aliquota massima del 15% rappresenta un notevole risparmio rispetto alle aliquote IRPEF progressive che arrivano fino al 43%. La semplificazione contabile è altrettanto importante: non serve tenere registri IVA né redigere il bilancio, e le fatture si emettono senza IVA, riducendo adempimenti e costi di gestione.

Riduzione delle tasse sull’utile della ditta individuale

Per le ditte individuali, il regime forfettario rappresenta spesso la soluzione più vantaggiosa. La tassazione sugli utili è notevolmente inferiore rispetto al regime ordinario e la possibilità di accedere all'aliquota ridotta del 5% nei primi cinque anni di attività rappresenta un ulteriore vantaggio competitivo.

Ecco un breve riassunto per mettere a confronto tassazione in regime forfettario e SRL:

  • Ditta Individuale (forfettario 15%): utile €20.000 → reddito imponibile €15.600 (78%) → INPS €4.067 (26,07%) → reddito netto fiscale €11.533 → tasse €1.730 (15%) → netto finale €14.203;
  • SRL: utile €20.000 → IRES 24% (€4.800) → utile netto €15.200 → se distribuito come dividendo, IRPEF 23-43% → netto finale €8.664-€11.704 (con doppia tassazione sui dividendi distribuiti).

Il forfettario conviene per piccoli utili, mentre la SRL diventa interessante con redditi più alti, necessità di protezione patrimoniale e possibilità di trattenere utili in azienda senza distribuzione immediata.

Limiti e requisiti per accedere al regime forfettario

Il regime forfettario presenta alcune limitazioni importanti da considerare. In particolare, non possono accedere al regime coloro che nell'anno precedente hanno percepito redditi da lavoro dipendente, assimilato o da pensione superiori a €35.000.

Per aderire al regime forfettario non bisogna superare €85.000 di fatturato annuo per qualsiasi attività. L'uscita dal regime avviene dall'anno successivo se si supera €85.000 ma si resta sotto €100.000, mentre è immediata se si superano €100.000.

Considerazioni per scegliere tra ditta individuale o SRL

La scelta tra costituire una ditta individuale in regime forfettario o optare per una società di capitali (come una SRL) dipende da diversi fattori. Il regime forfettario è generalmente più vantaggioso per attività con bassi costi gestionali e fatturato contenuto, mentre la SRL può essere più adatta per attività che prevedono maggiori investimenti, necessità di protezione patrimoniale o volontà di reinvestire gli utili nell'azienda senza distribuzione immediata.

Cambiamenti nel regime forfettario per il 2025

La principale novità del 2025 riguarda l'innalzamento della soglia di esclusione per redditi da lavoro dipendente e pensione, che passa da €30.000 a €35.000. Questo significa che chi ha percepito nel 2024 redditi da lavoro dipendente o pensione fino a €35.000 può accedere al regime forfettario nel 2025.

Il limite di fatturato rimane €85.000 annui per tutte le attività. L'uscita dal regime è dall'anno successivo se si supera €85.000, immediata se si superano €100.000.

Nuove agevolazioni per startup e contratti misti

Per le nuove attività rimane confermata l'aliquota agevolata del 5% per i primi 5 anni, purché si rispettino i requisiti di "nuova attività" (non aver esercitato la stessa attività nei 3 anni precedenti).

Una novità importante riguarda l'introduzione dei "contratti misti", che permettono di mantenere il regime forfettario anche quando si lavora prevalentemente per il proprio datore di lavoro, purché i rapporti siano formalizzati in questo nuovo tipo contrattuale.

FAQ Tasse Regime Forfettario

Cosa succede se non pago le tasse nel regime forfettario?

Se non paghi le tasse, l'Agenzia delle Entrate applica sanzioni (interessi e multe dal 30% al 120% dell'imposta dovuta) e può avviare un'azione di recupero coattivo (pignoramento, fermo amministrativo).

Come calcolare l’anticipo tasse regime forfettario?

L'anticipo si basa sull'imposta dell'anno precedente: 40% entro il 30 giugno e 40% entro il 30 novembre. Esempio: se l'anno scorso hai pagato €1.000 di tasse, verserai €400 a giugno e €400 a novembre.

Come pagare meno tasse nel regime forfettario?

Puoi usare l'aliquota al 5% per i primi 5 anni se sei una nuova attività sotto €85.000/anno, scegliere il codice ATECO più adatto alla tua attività reale, dedurre i contributi INPS al 100% e richiedere riduzioni contributive INPS se sei artigiano o commerciante.

Cosa succede se supero i limiti di fatturato nel regime forfettario?

Se superi €85.000 ma resti sotto €100.000, esci dal forfettario dall'anno successivo. Se superi €100.000, l'uscita è immediata nello stesso anno. In entrambi i casi passi al regime ordinario con IRPEF progressiva e obbligo di IVA.

Quali sono i requisiti per rimanere nel regime forfettario?

Fatturato sotto €85.000/anno, spese per dipendenti sotto €20.000/anno, nessun reddito da lavoro dipendente o pensione oltre €35.000 nell'anno precedente e non essere in regimi IVA speciali.

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