Il modello Intrastat è lo strumento che l’Unione europea richiede per monitorare scambi di beni e servizi tra Stati membri. Conoscerlo è essenziale se operi con una Partita IVA e gestisci acquisti o vendite oltreconfine. Ti aiuta a rispettare le regole, evitare sanzioni e avere i dati in ordine.
Cos’è il modello Intrastat e a cosa serve?
Per capire cos’è il modello Intrastat, bisogna partire dal suo ruolo. In breve, è una dichiarazione periodica che riepiloga le operazioni intracomunitarie di beni e servizi, usata sia a fini fiscali che statistici.
Il modello nasce nel 1993 con l’abolizione delle frontiere doganali europee. Oggi serve a monitorare i flussi di IVA in Italia e a fornire dati a Eurostat.
È importante distinguere tra beni e servizi. Per i beni si indicano quantità, valore e codici; per i servizi, la natura dell’operazione e l’importo. Le istruzioni sul modello Intrastat pubblicate dall’Agenzia delle Dogane spiegano in dettaglio quali dati compilare.
Chi ha dubbi può consultare un esempio di modello Intrastat disponibile nel software Intraweb, che mostra i quadri precompilati e i controlli da effettuare.
Scopri il nostro conto businessSoggetti obbligati e obbligo del modello Intrastat nei forfettari
Deve presentare il modello Intrastat chi effettua operazioni intracomunitarie soggette a IVA. L’obbligo varia in base a soglie precise (Fonte ufficiale: Agenzia delle Dogane e dei Monopoli):
- Cessioni di beni e servizi resi: presentazione trimestrale finché il totale nei quattro trimestri precedenti non supera 50.000 €; oltre questa soglia, si passa al mensile.
- Acquisti di beni: obbligo se, in almeno un trimestre dei quattro precedenti, il valore raggiunge 350.000 €.
- Servizi ricevuti: obbligo se il totale nei quattro trimestri precedenti è 100.000 € o più.
Le scadenze del modello Intrastat sono fissate al 25 del mese successivo al periodo di riferimento, con proroga al primo giorno lavorativo se cade in festivo.
Un punto delicato riguarda l’obbligo del modello Intrastat nel regime forfettario. Per i beni acquistati in UE, sotto la soglia annua di 10.000 € l’IVA resta nel Paese del cedente e non sorge l’obbligo Intrastat; oltre soglia è necessario iscriversi al VIES, integrare le fatture con reverse charge IVA in Italia e presentare il modello Intrastat per gli acquisti. Per i servizi ricevuti si applica sempre il reverse charge in Italia, ma l’obbligo di presentare il modello Intrastat (elenco INTRA 2-quater) sorge solo se in almeno uno dei quattro trimestri precedenti il valore complessivo dei servizi ricevuti raggiunge o supera 100.000 €.
Un aspetto importante è distinguere tra obbligo statistico e obbligo fiscale. Questa distinzione incide su periodicità, contenuto dei dati e sanzioni.
Dunque, anche se sotto soglia per le rilevazioni statistiche ADM, l’operatore può essere comunque tenuto a compilare il modello Intrastat ai fini IVA, soprattutto nei servizi resi o ricevuti.
Questo capita spesso ai liberi professionisti che lavorano con clienti Ue: ad esempio un consulente marketing italiano che fattura a un’azienda spagnola deve compilare il quadro servizi resi, anche se il volume annuo è contenuto. Diverso è per le società di persone o le società per azioni, che normalmente superano le soglie molto prima e quindi rientrano sempre negli obblighi mensili. Chiarire questa differenza evita errori frequenti nei controlli.
Operazioni da indicare nel modello Intrastat
Il modello Intrastat serve a tracciare in modo coerente e confrontabile le operazioni Ue. Non riguarda solo le grandi strutture: anche liberi professionisti e micro-PMI che fatturano a controparti VIES devono riportare i dati correttamente, distinguendo beni e servizi e rispettando periodicità e soglie.
Acquisti intracomunitari
Gli acquisti intracomunitari di beni comprendono tutte le transazioni di merci ricevute da fornitori con partita IVA valida in un altro Stato membro. Ad esempio, un’azienda italiana che importa tessuti da una ditta francese deve dichiarare l’operazione negli elenchi, anche se l’IVA viene assolta in Italia tramite reverse charge. L’IVA in Italia in questi casi si elabora mediante integrazione della fattura del fornitore Ue e reverse charge; gli importi confluiscono sia nella liquidazione IVA sia nella comunicazione Intrastat.
Cessioni intracomunitarie
Le cessioni intracomunitarie di beni si riferiscono a vendite di prodotti da un operatore italiano a un soggetto con partita IVA registrata in un altro Paese Ue. Queste operazioni sono non imponibili IVA in Italia se rispettano i requisiti formali (iscrizione VIES del cliente, prova del trasporto all’estero, corretta fattura elettronica). Tuttavia, devono essere comunicate nel modello per permettere il controllo incrociato dei dati tra Stati membri.
Prestazioni di servizi rese e ricevute
Oltre ai beni, rientrano nel perimetro anche le prestazioni di servizi rese e ricevute. Un libero professionista italiano che presta consulenza a un cliente in Germania deve inserire l’operazione tra i servizi resi, indicando la natura e l’importo della prestazione. Al contrario, se lo stesso professionista acquista un servizio informatico da una società olandese, dovrà compilare la sezione relativa ai servizi ricevuti. In entrambi i casi, l’imposta è assolta con reverse charge e i dati vanno riportati nell’Intrastat.
Seguire con attenzione le istruzioni sul modello Intrastat aiuta a capire in quale sezione inserire ogni transazione. ADM mette a disposizione manuali e pacchetti software di supporto, con esempi e controlli automatici per ridurre gli errori.
Scopri il servizio di fatturazione gratuitoModello Intrastat: scadenze e periodicità
La scadenza ordinaria resta il giorno 25 del mese successivo al periodo di riferimento; la periodicità (mensile/trimestrale) dipende dalle soglie ADM raggiunte in uno dei quattro trimestri precedenti (50.000 € per cessioni e servizi resi; 350.000 € per acquisti di beni; 100.000 € per servizi ricevuti).
In generale, l’invio va effettuato entro il giorno 25 del mese successivo al periodo di riferimento. Se la data cade in un festivo o in un giorno di chiusura degli uffici, la scadenza si sposta al primo giorno lavorativo utile.
Importi e periodicità dei versamenti
La periodicità dipende da importi precisi fissati dalle determinazioni ADM. Per le cessioni di beni e per i servizi resi, è possibile presentare il modello in modalità trimestrale finché il volume d’affari non supera 50.000 € in uno dei quattro trimestri precedenti. Se la soglia viene superata, l’adempimento diventa mensile.
Per gli acquisti di beni, l’obbligo di comunicazione sorge se il totale, in almeno uno dei quattro trimestri precedenti, è pari o superiore a 350.000 €. In tal caso la frequenza è mensile.
Per i servizi ricevuti, la soglia è fissata a 100.000 €. Oltre questo limite, anche queste operazioni devono essere comunicate mensilmente.
La conoscenza delle soglie è essenziale per capire come compilare il modello Intrastat e per evitare errori che potrebbero generare sanzioni. Non rispettare la periodicità corretta significa incorrere in violazioni che possono essere contestate in caso di controllo.
Novità Modello Intrastat nel 2025
Nel 2025 non ci sono state modifiche strutturali alle scadenze del modello Intrastat, che restano fissate al giorno 25 del mese successivo al periodo di riferimento, con proroga al primo giorno lavorativo se cade in festivo.
La vera novità arriva dall’adozione del pacchetto VAT in the Digital Age (ViDA) da parte dell’Unione europea l’11 marzo 2025 (entrato in vigore il 14 aprile 2025). Il ViDA introduce nuovi requisiti di digital reporting intra-Ue, la fatturazione elettronica obbligatoria B2B transfrontaliera e la Single VAT Registration, che semplificherà la gestione dell’IVA nei diversi Paesi.
Per ora, in Italia l’Intrastat resta invariato, ma gli operatori devono prepararsi: con l’entrata progressiva delle misure ViDA, il modello sarà sempre più integrato con i sistemi digitali di fatturazione e comunicazione IVA.
Per le imprese che operano nel commercio intracomunitario, resta quindi cruciale monitorare gli aggiornamenti normativi e consultare periodicamente le fonti ufficiali per evitare ritardi o omissioni.
Istruzioni modello Intrastat: come compilarlo
Per compilare correttamente il modello Intrastat è importante conoscere la struttura e i dati richiesti. Le sezioni principali si dividono tra frontespizio e quadri operativi, con differenze tra beni e servizi. Le istruzioni sul modello Intrastat pubblicate dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli (ADM) sono il riferimento ufficiale per capire quali campi completare e come evitare errori.
Il frontespizio raccoglie informazioni generali: dati anagrafici dell’operatore, periodo di riferimento, natura dell’adempimento (mensile o trimestrale) e indicazioni sulla periodicità adottata. È il punto di partenza obbligato prima di passare ai quadri.
Tra i quadri principali troviamo:
- Quadro INTRA-1 bis per le cessioni intracomunitarie di beni
- Quadro INTRA-2 bis per gli acquisti intracomunitari di beni
- Quadro INTRA-1 quater per i servizi resi
- Quadro INTRA-2 quater per i servizi ricevuti
Ogni quadro richiede di indicare la partita IVA comunitaria del cliente o fornitore, la natura della transazione, l’importo, il Paese partner e i codici identificativi della merce o della prestazione. Qui diventa fondamentale avere a disposizione fatture elettroniche corrette e registrazioni contabili aggiornate, soprattutto per aziende in regime forfettario che possono avere dubbi sulla gestione delle operazioni estere.
Un punto delicato riguarda i codici da inserire. Per i beni è necessario indicare il codice NC (Nomenclatura Combinata), mentre per i servizi il riferimento è il codice CPA (Classification of Products by Activity). La scelta corretta del codice è essenziale perché da essa dipende la classificazione statistica a livello europeo: un errore può portare a scarti automatici o a segnalazioni nei controlli VIES.
Dal 2025, il software Intraweb ADM permette anche di importare automaticamente i dati dai file XML della fattura elettronica: in questo modo i codici merceologici e i dati anagrafici vengono precompilati, riducendo i tempi e i rischi di errori manuali. Restano comunque necessari controlli preventivi, soprattutto sulle incoerenze più comuni (imponibile diverso dal totale fattura, codice Paese errato, ecc.).
Distinzione tra modelli per beni e servizi
La distinzione tra modelli per beni e per servizi è centrale. Se acquisti macchinari da una società tedesca, compilerai la sezione “beni”. Se invece una società di persone italiana riceve un servizio di consulenza digitale da un’impresa spagnola, l’operazione va nel quadro “servizi ricevuti”. Questo approccio evita confusione e garantisce il corretto incrocio dei dati a livello europeo.
Modello Intrastat: esempio compilato per servizi
Per capire meglio come compilare il modello Intrastat, vediamo un esempio pratico di inserimento dei dati principali.
Immaginiamo una società italiana che nel mese di settembre 2025 ha acquistato servizi di consulenza da un’azienda spagnola per un valore di 5.000 €.
Nel modello Intra 2-quater andranno indicati:
- i dati identificativi dell’operatore italiano (Partita IVA, codice ISO IT) e del fornitore estero (codice ISO ES)
- il valore della prestazione (5.000 €) al netto dell’IVA
- il codice della prestazione (es. 84140 per servizi di consulenza gestionale, secondo la nomenclatura CPA UE)
- la modalità di erogazione del servizio, con codice 3 se effettuato a distanza
- la nazione del fornitore (ES)
Modello Intrastat: esempio compilato per beni
Per gli acquisti intracomunitari di beni, invece, l’esempio cambia leggermente: se l’impresa importa merce dalla Francia per 12.000 €, nel modello Intra 2-bis il valore andrà inserito nella sezione dedicata agli acquisti, specificando:
- il codice del Paese di provenienza (FR)
- il codice della merce secondo la nomenclatura combinata doganale (es. 851770 per componenti elettronici)
- l’ammontare delle operazioni in euro
- eventuali dati statistici previsti dal modello
È consigliabile verificare sempre la corrispondenza tra quanto indicato nel modello e le registrazioni IVA, così da evitare scostamenti in fase di controllo.
Per predisporre correttamente l’invio, si possono utilizzare i software gratuiti dell’Agenzia delle Entrate e dell’Agenzia delle Dogane (come Intraweb), oppure applicativi gestionali compatibili con il tracciato record ufficiale.
Scopri di più su FinomCome rettificare un modello Intrastat già presentato?
Anche con la massima attenzione, può capitare di commettere errori. Per questo è importante conoscere come rettificare un modello Intrastat già presentato. ADM distingue chiaramente tra modello sostitutivo e modello integrativo.
Il modello sostitutivo si utilizza quando l’elenco inviato contiene errori sostanziali che richiedono la completa sostituzione del file. In questo caso, il contribuente deve ripresentare l’intero modello con i dati corretti, indicando che si tratta appunto di un sostitutivo.
Il modello integrativo invece è pensato per aggiungere dati mancanti o correggere solo alcune righe della dichiarazione. È la scelta più comune nei casi in cui, ad esempio, una fattura non sia stata inclusa per errore o sia stata indicata con un importo errato.
Gli errori più frequenti riguardano:
- il numero di identificazione IVA della controparte comunitaria
- l’importo della transazione
- la scelta del codice NC o CPA
- la classificazione del Paese partner
La tempistica per correggere è cruciale. In base alle regole ADM, la rettifica va inviata entro la scadenza della dichiarazione successiva. Se hai inviato un modello di maggio e scopri un errore, hai tempo fino alla scadenza di giugno per correggerlo. Trascorso questo termine, resta possibile la regolarizzazione tramite ravvedimento operoso.
Il ravvedimento consente di ridurre le sanzioni pagando una cifra proporzionata al ritardo. L’importo va versato tramite Modello F24, indicando i codici tributo F24 specifici. Le sanzioni per omissioni o inesattezze vanno da 500 a 1.000 € per ciascun elenco, ridotte a un terzo se la correzione avviene entro 30 giorni.
Casi pratici di rettifica del modello Intrastat
Chi opera in regime forfettario spesso è esonerato dagli Intrastat per le cessioni di beni, ma può essere obbligato a presentarlo per prestazioni di servizi verso soggetti IVA Ue. D’altra parte, società come una società per azioni che gestiscono flussi elevati di beni e servizi rientrano chiaramente nel modello Intrastat e di norma ricorrono al supporto professionale per l’invio, la rettifica e l’interpretazione delle norme.
Un caso tipico riguarda la ricezione tardiva di una fattura comunitaria. Se la fattura viene registrata oltre il periodo di riferimento, è necessario presentare un modello integrativo per dichiarare correttamente l’operazione. Ignorare l’obbligo porta a controlli incrociati e potenziali contestazioni.
Un altro caso frequente riguarda le note di credito. Se un’azienda italiana emette una nota di credito verso un cliente francese per stornare parzialmente una fattura, deve rettificare l’Intrastat del periodo in cui la nota è stata emessa. Questo vale sia per beni che per servizi, e rappresenta una delle principali cause di rettifica nei controlli ADM.
Infine, va ricordato che le rettifiche non hanno solo valenza fiscale, ma anche statistica. I dati Intrastat alimentano le statistiche ufficiali sugli scambi Ue pubblicate da Eurostat. Una rettifica tardiva o non presentata altera le statistiche e può generare anomalie nei controlli europei.
Presentazione telematica del modello Intrastat
Oggi il modello Intrastat può essere inviato soltanto per via telematica. La presentazione è esclusivamente telematica tramite ADM/Agenzia delle Entrate. Per questo è fondamentale sapere quali strumenti usare e come sfruttarli in modo corretto.
L’invio avviene tramite il servizio EDI (Electronic Data Interchange) o attraverso il software gratuito “Intraweb”, fornito dall’ADM. Quest’ultimo è lo strumento più utilizzato dalle imprese e dai consulenti perché consente di compilare, validare e trasmettere il file elettronico in un unico flusso. Sul portale dell’ADM trovi sempre la versione aggiornata del software (ad oggi la versione 26.0.0.0).
Chi preferisce non gestire direttamente la procedura può delegare l’invio al proprio Commercialista o a un intermediario abilitato. La firma digitale del soggetto obbligato resta però necessaria: il sistema richiede che la dichiarazione sia associata a un responsabile fiscale identificabile.
Aggiornamenti e novità Intraweb dal 2025
L’uso di Intraweb ha diversi vantaggi: controlli automatici sui dati inseriti, possibilità di recuperare i modelli già trasmessi, memorizzazione dei dati delle controparti comunitarie per evitare errori ricorrenti. Il sistema è collegato direttamente ai database europei (VIES) e segnala in tempo reale se il numero di partita IVA del cliente o del fornitore comunitario non è valido.
Dal 2025 il software ha introdotto alcune novità: la possibilità di importare i dati direttamente dai file XML della fattura elettronica. Questo riduce i tempi di compilazione e abbassa il rischio di errori, perché le informazioni già comunicate tramite il codice SDI vengono precompilate automaticamente anche nel modello. Si tratta di un aggiornamento importante, che integra sempre di più il flusso Intrastat con il sistema di fatturazione elettronica nazionale.
Un aspetto rilevante riguarda i controlli preventivi. Prima dell’invio, Intraweb segnala le incoerenze più comuni, come: differenza tra imponibile e totale fattura, classificazione errata del bene secondo la nomenclatura combinata, uso di un codice CPA non previsto per il tipo di servizio. Queste verifiche riducono i casi in cui l’elenco venga scartato dopo la trasmissione.
Per i soggetti che effettuano numerose operazioni intracomunitarie, è possibile utilizzare sistemi gestionali integrati che esportano direttamente i dati nel formato richiesto dal modello. Tuttavia, anche in questi casi è obbligatorio utilizzare Intraweb o i canali ADM per la validazione finale e l’invio.
In definitiva, la presentazione telematica del modello Intrastat non è solo un obbligo di legge, ma anche uno strumento di efficienza amministrativa. Con l’automazione introdotta negli ultimi anni, il lavoro manuale è ridotto e diventa più semplice rispettare le scadenze senza commettere errori.
Sanzioni per il modello Intrastat
L’adempimento Intrastat non è una formalità secondaria: la normativa prevede sanzioni precise per omessa presentazione, ritardi e dati inesatti. Conoscere regole e importi aggiornati ti aiuta a evitare costi aggiuntivi e contestazioni.
Secondo l’art. 11, comma 4 del D.Lgs. 471/1997, l’omessa presentazione, la trasmissione oltre i termini o l’invio di elenchi incompleti o inesatti comportano una sanzione amministrativa da 500 a 1.000 € per ciascun elenco. La stessa fascia si applica anche in caso di errori ripetuti nei dati comunicati.
Se l’elenco viene tuttavia presentato entro 30 giorni dalla richiesta dell’ufficio, la sanzione è ridotta alla metà, quindi da 250 a 500 € per ciascun elenco.
Ravvedimento operoso Intrastat
Per gli errori fiscali legati agli elenchi Intrastat, è ammesso il ravvedimento operoso (art. 13 D.Lgs. 472/1997, che dal 1° gennaio 2026 diventa art. 14 del nuovo Testo Unico Sanzioni - D.Lgs. 173/2024). L’importo delle sanzioni si riduce proporzionalmente in base al tempo di regolarizzazione:
- 1/9 del minimo se regolarizzi entro 90 giorni (≈ 55 € per elenco).
- 1/8 del minimo se regolarizzi entro il termine della dichiarazione IVA dell’anno in corso (≈ 62 €).
- 1/7 del minimo se entro la dichiarazione IVA dell’anno successivo (≈ 71 €).
- 1/6 del minimo se oltre tale termine (≈ 83 €).
In caso di regolarizzazione dopo la contestazione da parte dell’ufficio, la sanzione può essere fissata a 100 € per ciascun elenco, cioè 1/5 del minimo previsto. Il pagamento avviene tramite Modello F24 con i codici tributo dedicati alle sanzioni doganali.
A questo punto è anche importante distinguere tra violazioni fiscali e violazioni statistiche.
Le prime (mancata presentazione, dati fiscali errati) sono ravvedibili con riduzione della sanzione; le seconde (errori sui dati richiesti a fini statistici, come codici merceologici o dati quantitativi) non rientrano nel ravvedimento operoso. Qui si applicano le regole generali della L. 689/1981, con importi che vanno da 206 a 2.065 € per persone fisiche e da 516 a 5.164 € per enti e società.
Normativa e riferimenti del modello Intrastat
Il modello Intrastat nasce come strumento statistico europeo per raccogliere dati sui flussi intra-Ue di merci. È disciplinato da regolamenti comunitari che impongono standard armonizzati, e da normative nazionali che definiscono modalità, soglie e obblighi.
Il punto di partenza è il Regolamento (CE) 638/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio, che stabilisce le “statistiche comunitarie degli scambi di beni tra Stati membri”. È integrato dal Regolamento di esecuzione (Ue) 2020/1197, che definisce le specifiche tecniche per i file trasmessi dai dichiaranti Intrastat.
Sul piano nazionale italiano, l’ADM (Agenzia delle Dogane e Monopoli) pubblica le istruzioni sul modello Intrastat che recepiscono i regolamenti Ue e adattamenti nazionali. Sul sito ADM trovi anche i “Riferimenti normativi Intrastat” che includono regolamenti, decreti e atti di attuazione.
Le regole comunitarie stabiliscono le informazioni minime da riportare: identificativo IVA, codice merceologico (NC), valore statistico, modalità di trasporto e condizioni di consegna. Gli Stati membri possono aggiungere specifiche vincolanti, purché rispettino la raccolta dati minima.
In Italia l’ADM può prevedere soglie, periodicità e semplificazioni compatibili con i regolamenti. Ad esempio, le versioni nazionali delle istruzioni dettagliano come le imprese debbano procedere per beni e servizi, come compilare i quadri e quali dati aggiuntivi siano richiesti a livello statistico.
Modifiche legislative recenti
Una delle modifiche più rilevanti a livello europeo è il pacchetto ViDA (VAT in the Digital Age) adottato dall’Ue l’11 marzo 2025 ed entrato in vigore il successivo 14 aprile, che punta a digitalizzare e armonizzare i sistemi IVA intra-Ue, inclusi gli obblighi di rendicontazione.
Tra le novità, ViDA introduce l’obbligo, entro il 2030, della fatturazione elettronica per le operazioni B2B intra-Ue e nuove procedure digitali per la rendicontazione. In questo contesto il modello Intrastat sarà sempre più integrato con i sistemi IVA digitalizzati.
Questa riforma non abolisce gli Intrastat, ma ne modifica il contesto operativo. Le future versioni nazionali delle istruzioni dovranno adeguarsi a queste misure.
Connessione con il pacchetto VIDA e prospettive future
Nello specifico, il pacchetto ViDA rappresenta una riforma epocale del sistema IVA comunitario. Tra i suoi pilastri ci sono:
- obbligo di comunicazioni digitali (DRR – Digital Reporting Requirements)
- registrazione IVA unica (Single VAT Registration)
- estensione del sistema OSS (One-Stop Shop)
Dunque, in prospettiva, il modello Intrastat potrebbe essere progressivamente sostituito o integrato da flussi digitali continui, riducendo la dichiarazione periodica manuale, grazie alla sinergia con gli obblighi DRR.
Una delle novità è che, con ViDA, gli obblighi di comunicazione IVA intracomunitaria dovranno essere completamente digitali e armonizzati entro il 2030.
Sul fronte statistico, l’Ue sta sperimentando l’exchange di micro-dati (micro-data exchange), che permetterebbe agli Stati membri di usare dati “mirror” (speculari) ricavati dalle esportazioni degli altri paesi, alleggerendo l’onere degli elenchi per gli operatori che importano.
FAQ
Come fare un modello integrativo Intrastat?
Usi il modello integrativo per aggiungere o correggere righe specifiche senza ricostruire tutto l’elenco. Lo invii entro le scadenze previste o con ravvedimento se fuori termine.
Chi presenta il modello Intrastat mensile solo ai fini fiscali?
Alcuni operatori, pur non superando certe soglie statistiche, possono essere obbligati, per scelte nazionali, a presentarlo mensilmente per allineamento fiscale nei quadri IVA. Dipende dalle istruzioni nazionali e dalla configurazione del regime fiscale.
Come inserire una nota di credito nel modello Intrastat?
La nota di credito va inserita come rettifica nel modello integrativo relativo al periodo in cui è stata emessa, stornando l’importo originario indicato nell’elenco precedente.
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