Con l’imposizione del lockdown su tutto il territorio nazionale, sono state tante le attività lavorative che, non rientrando tra i servizi essenziali, hanno dovuto fermarsi.

Con l’imposizione del lockdown su tutto il territorio nazionale, sono state tante le attività lavorative che, non rientrando tra i servizi essenziali, hanno dovuto fermarsi. Pensiamo, ad esempio, ai commercianti, ai parrucchieri e centri estetici, e a tutto il settore turistico.

Tuttavia, da marzo circa tre milioni di italiani sono stati fortunati a poter continuare in questo periodo grazie allo smart working.

Scopriamo, in questo articolo, in cosa consiste questa modalità di lavoro, ma anche perché piace agli italiani e quali sono i principali strumenti gratuiti che facilitano questa modalità di lavoro.

Cos’è lo smart working e perché molti italiani sono favorevoli a questo modello organizzativo

Quando parliamo di smart working facciamo spesso confusione con il “lavoro da remoto”. In realtà, lo smart working è un modello che propone autonomia e flessibilità nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti da utilizzare a fronte del raggiungimento dei risultati stabiliti.

Secondo i risultati dell’Osservatorio Smart Working del Polimi, prima del lockdown il 58% delle grandi imprese aveva già introdotto iniziative concrete. Tra i risultati più interessanti dell’ultimo anno emerge l’aumento della diffusione dello Smart Working nelle PMI italiane: i progetti strutturati sono passati dall’8% al 12% attuale, quelli informali dal 16% al 18%.

Come abbiamo anticipato, a partire da marzo lo smart working è cresciuto in modo sostenuto in tutta Italia e già è possibile delineare il successo che sta riscuotendo presso i lavoratori italiani.

Secondo un sondaggio IZI — Comin&Partners, ad esempio,a poco più di un mese dall'inizio del lockdown, quattro italiani su cinque che lavorano da casa giudicano positivamente questa modalità di impiego. Addirittura, il 37% del campione intervistato ha affermato che, passata l’emergenza, sarebbe disposto a un taglio dello stipendio pur di continuare con il lavoro agile, mentre il 57% del campione sarebbe disposto ad una formula di lavoro agile parziale una volta volta superata l’emergenza.

Tra i vantaggi elencati da chi sta svolgendo telelavoro, più di un italiano su tre segnala il risparmio del tempo che di solito si impiega ad arrivare in ufficio. Il 30% indica una maggiore flessibilità negli orari, il 15% il risparmio economico su trasporti e pranzo e il 13% la possibilità di trascorrere più tempo con la propria famiglia. Una percentuale minore, ma comunque rilevante, afferma di preferire lo smart working perché offre la possibilità di mangiare più sano.

Tra i limiti del lavoro agile, invece, viene rilevata la difficoltà di ritagliarsi il tempo necessario per dedicarsi alle attività personali: il lavoro rischia di diventare totalizzante nella gestione della propria quotidianità.

Vediamo qualche numero assieme:

  • il 23% degli intervistati ha dichiarato di “non staccare mai”;
  • il 5% fa fatica ad organizzare il proprio tempo;
  • il 7% trova complesso gestire e pianificare il lavoro.

Tuttavia, per ovviare a questi limiti e vivere serenamente la propria condizione di “smart worker” è importante poter contare su forti capacità organizzative, in merito alle quali giocano un ruolo fondamentali alcuni strumenti di facile utilizzo e gratuiti.

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Prima di iniziare, nelle prossime settimane, la nostra analisi sui principali tool che aiutano gli smart worker nella gestione quotidiana dei propri impegni di lavoro, anticipiamo che — oltre al PC (o al MAC) — è molto importante affidarsi tanto a strumenti di organizzazione e project management (ad esempio ASANA) quanto a tool per l’archiviazione dei documenti di lavoro (come Google Drive) e per la gestione ottimale di call e videocall (come Skype e Teams).

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