La prestazione occasionale è spesso causa di confusione, anche perché ne esistono diversi tipi. Scopri come funziona con questo articolo.

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Prestazione occasionale: una forma di attività lavorativa che impone limiti e richiede particolari requisiti. Ma cosa si intende per lavoro occasionale?

In questo articolo tratteremo l’argomento in modo esaustivo, prestando particolare attenzione ai diversi tipi di contratto occasionale attivabili in seguito alle più recenti modifiche legislative, spiegando anche come pagare una prestazione occasionale.

Come funziona la prestazione occasionale?

Il contratto occasionale può essere utilizzato per regolare la posizione di un lavoratore saltuario, che presta la sua attività solo sporadicamente. 

Come vedremo, per evidenziare la saltuarietà del lavoro ci sono limiti specifici che, se oltrepassati, richiederebbero l’avviamento di una vera e propria attività - con conseguente apertura di partita IVA. 

Un lavoratore occasionale non è invece tenuto a certi adempimenti fiscali, così come chi usufruisce della sua collaborazione non dovrà attivare un rapporto di lavoro subordinato. 

La legge italiana ha inoltre introdotto diversi tipi di contratto per questo tipo di lavoratori, proprio per evitare che i lavoratori e chi li assume possano trovarsi a svolgere attività irregolari. 

In ogni caso bisognerà tenere traccia di questa attività a livello economico, e per questo Finom ha inserito nel suo sistema di fatturazione anche la possibilità di inserire delle ricevute. 

Questa però è solo una delle funzionalità della piattaforma: non solo è possibile creare ogni tipo di fattura - anche da tablet e cellulare - ma con l’account business è possibile anche una più ampia gestione della contabilità e dei conti aziendali, e le carte Finom consentono di usufruire dei programmi cashback per ottenere fino al 3% dell'ammontare delle spese. 

Requisiti e limiti delle prestazioni di lavoro occasionale

Sia chi vuole avvalersi di una prestazione occasionale che chi vuole effettuarne una deve tenere a mente il lavoratore occasionale deve rispettare particolari requisiti e limiti: 

  • Limite economico: qualora le prestazioni di lavoro occasionale producano compensi che superano i 5.000 € nel corso di un anno civile, si dovrebbe procedere con l’iscrizione alla gestione separata INPS. Si tratta dunque di un limite che influenza solo i contributi previdenziali, da versare per le somme che superano i 5.000 € - e che per ⅔ saranno a carico dell’utilizzatore.
  • Limite temporale: la prestazione di lavoro occasionale non può superare i 30 giorni consecutivi nell’arco di un anno.

In definitiva, gli unici veri limiti imposti a chi vuole effettuare questo tipo di attività servono a garantire che non ci sia continuità, ed è dunque un’attività diversa da quella del lavoratore autonomo.

La prestazione occasionale non è più tale se: 

  • Viene svolta in modo professionale, con alle spalle una vera e propria attività organizzata;
  • Viene svolta in modo assolutamente non occasionale;
  • Viene coordinata e svolta impiegando mezzi d’impresa.

I requisiti riguardano dunque la natura della prestazione svolta e non i compensi - da considerare esclusivamente per questioni fiscali o dal punto di vista dell’utilizzatore per determinati contratti. 

Ogni prestazione andrà accompagnata da una comunicazione o da un contratto, che può essere attivato dalle pubbliche amministrazioni, dalle imprese, dai liberi professionisti, da persone fisiche, ma esistono alcune differenze: vediamo dunque come funziona il lavoro occasionale a seconda dei diversi tipi di contratto. 

Contratti differenti a seconda della natura della prestazione

La legge italiana prevede oggi due tipi di lavoro svolto dal lavoratore occasionale: quello accessorio e quello autonomo. Come vedremo, si distinguono per la qualità e la natura dell’attività che l’utilizzatore richiede e che il prestatore si troverà a svolgere. 

Lavoro autonomo occasionale

Chi sono i lavoratori autonomi occasionali? Questo tipo di prestazione viene effettuata dai lavoratori autonomi occasionali, ossia coloro che possiedono le caratteristiche del lavoratore autonomo ma che non svolgono un’attività autonoma continuativa e abituale. 

Questo tipo di prestazione può coesistere con un’attività abituale, ma facciamo un esempio pratico: un programmatore che ha la propria partita IVA perché svolge questo tipo di attività in maniera continuativa, potrebbe essere assunto per scrivere un pezzo per un blog che tratta la creazione di software. In quel caso l’utilizzatore dovrebbe attivare apposito contratto e il prestatore dovrebbe rilasciare regolare ricevuta - non fattura - per confermare il pagamento. 

Nel caso in cui la prestazione di lavoro autonomo occasionale venga svolta per un soggetto che è anche sostituto d’imposta, la ricevuta dovrà contenere una ritenuta d’acconto pari al 20% del compenso: questa cifra viene utilizzata dall’utilizzatore per pagare tasse e imposte per conto del prestatore. Inoltre, qualora l’ammontare del compenso dovesse superare i 77,47 € andrebbe apposta anche una marca da bollo di 2 €. 

Bisogna poi specificare che quando l’utilizzatore è anche un imprenditore, deve comunicare all’Ispettorato del Lavoro l’inizio della prestazione occasionale, e può farlo tramite il portale dell’ispettorato, via PEC o fax. 

La comunicazione va fatta inserendo sia i propri dati che quelli del prestatore, il luogo in cui la prestazione si svolgerà, una descrizione dell’attività, la data in cui l’attività si svolge e i possibili limiti temporali, il compenso - soprattutto per quanto riguarda il compenso è sempre bene che ci sia un accordo scritto tra le parti e non un accordo esclusivamente verbale. L’unica eccezione prevista riguarda le attività di tipo intellettuale: in questo caso, infatti, non è obbligatoria la comunicazione da parte dell’utilizzatore. 

Se il lavoratore di cui si richiede la prestazione non dovesse rispettare i requisiti del lavoro occasionale che abbiamo elencato sopra, o se la comunicazione non dovesse avvenire per le attività lavorative diverse da quelle di natura intellettuale, l’imprenditore è passibile di sanzioni che vanno da 500 € a 2.500 € per ogni lavoratore autonomo per il quale non è stata rispettata la normativa vigente. 

Lavoro occasionale accessorio

Questa forma di attività lavorativa è stata introdotta in Italia con la legge del giugno 2017, n. 96. 

Con questa si regolano i rapporti di lavoro che non sono continuativi e coordinati, ma che possono essere assimilati al lavoro subordinato o di collaborazione.

Solitamente questo tipo di contratto può essere attivato da persone fisiche, imprese e pubbliche amministrazioni, ma seguendo procedure diverse: 

  • Le persone fisiche dovranno acquistare dei voucher sul portale INPS: il pagamento al prestatore avviene dunque tramite quello che viene definito Libretto Famiglia, ossia una sorta di libretto con titoli di pagamento che si acquistano per remunerare il prestatore.
  • Imprese, professionisti e pubblica amministrazione possono invece avvalersi di questo tipo di attività grazie al contratto di prestazione occasionale, PrestO, che però è sempre una forma di voucher. È bene però specificare che imprese e professionisti non possono fare ricorso a questo tipo di contratto per appalti di opere e servizi, nel settore agricolo, nel caso di lavorazione di materiale lapideo, o in settori come quelli di miniere e cave, e in generale non possono attivare questo contratto con prestatori che abbiano chiuso da meno di 6 mesi un rapporto di lavoro dipendente con quella stessa attività. Non si può utilizzare questo tipo di contratto per rapporti di lavoro che superino le 280 ore nel corso dello stesso anno.

L’utilizzatore deve inoltre tener presente che il compenso orario minimo deve ammontare a 9 € netti l’ora - ogni voucher ha infatti un valore di circa 12 € che corrisponde al minimo lordo. 

In caso di lavoro occasionale accessorio, gli utilizzatori - indipendentemente dalla tipologia - devono considerare i limiti di compenso: 

  • 5.000 € nel corso dell’anno, da considerarsi in totale per tutti i prestatori;
  • 2.500 € per lo stesso prestatore nel corso dell’anno;
  • 6.666 € per coloro che operano nel settore del turismo o per i prestatori che dichiarano particolari condizioni come l’essere studente (fino a 25 anni), pensionato, disoccupato, percettore di prestazione di sostegno al reddito.

In questo caso la comunicazione dovrà avvenire entro 60 minuti dall’inizio dell’attività e andrà fatta sull’apposito portale messo a disposizione dall’INPS. Anche in questo caso sono previste sanzioni amministrative in caso di procedure scorrette. 

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Conclusioni 

Il lavoro occasionale potrebbe essere causa di confusione sia per prestatori che per utilizzatori. Nel corso degli anni il sistema legislativo italiano si è evoluto per essere in grado di coprire tutti gli scenari che possono presentarsi nella regolazione di rapporti lavorativi non continuativi, introducendo particolari differenze anche a seconda della natura dell'attività lavorativa e dello status dell’utilizzatore. 

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