La partita IVA da libero professionista non è una scelta, ma un obbligo per tutti coloro che decidono di dedicarsi in maniera continuativa a una specifica attività lavorativa senza essere dipendenti.
Per questa ragione, è bene conoscere l’argomento e le varie opzioni che l’ordinamento italiano offre ai lavoratori autonomi che devono aprire partita IVA da liberi professionisti - comprese le novità per il 2022.
Chi deve aprire la partita IVA da libero professionista
Aprire la partita IVA da libero professionista è un obbligo per tutte le persone fisiche che svolgono un’attività lavorativa di natura intellettuale in modo autonomo e professionale, dunque nei casi in cui si tratta di un’attività continuativa e non assimilabile a lavoro dipendente - è però bene specificare che la partita IVA non esclude automaticamente i redditi da lavoro dipendente, entro certi limiti, ma copre semplicemente il lavoro esclusivamente autonomo.
Non deve essere dunque aperta né dai lavoratori dipendenti che non svolgano altri tipi di attività indipendente, né da coloro che lavorano tramite prestazione occasionale in modo non continuativo. In quest’ultimo caso i lavoratori autonomi occasionali potranno ricorrere a ricevuta con ritenuta d’acconto, mentre un libero professionista con partita IVA dovrà fatturare - con modalità differenti a seconda del regime fiscale adottato.
Ecco perché abbiamo aperto questo articolo dicendo che la partita IVA non è propriamente una scelta, ma una conseguenza diretta del lavoro autonomo e costante, ciò che permette ai lavoratori di essere in regola con il sistema fiscale e previdenziale italiano.
Si tratta certo di una grande responsabilità per i liberi professionisti, ma fortunatamente esistono dei metodi per semplificare la vita lavorativa di coloro che preferiscono lavorare in modo indipendente.
Finom è un eccellente alleato dei liberi professionisti, che potranno usufruire di numerosi servizi e a costi contenuti. Il servizio di fatturazione permette di creare qualsiasi tipo di fattura - come pro forma, cartacea, elettronica - e sarà per lo più precompilata grazie ai dati inseriti durante la registrazione - in modo da ridurre al minimo gli errori e velocizzare l’operazione, che potrà essere effettuata anche da mobile. Coloro che aprono un account business avranno inoltre l’opportunità di gestire i conti dell’attività dalla piattaforma e di accedere alle carte Finom - con cashback fino al 3%.
Come aprire la partita IVA da libero professionista?
La partita IVA per liberi professionisti può essere aperta in tre modi:
- Recandosi con i propri documenti di riconoscimento presso l’Agenzia delle Entrate;
- Attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno;
- Tramite il portale telematico messo a disposizione per l’apertura della partita IVA da libero professionista.
I liberi professionisti dovranno comunicare inoltre il codice ATECO, ossia un codice che identifica la tipologia dell’attività, in concomitanza con l’apertura della partita IVA.
Il professionista non dovrà sostenere alcun costo per aprire partita IVA, a meno che non decida di affidarsi a un commercialista - cosa molto frequente quando si hanno dubbi sul corretto codice ATECO da inserire nella richiesta e nel giusto regime fiscale da adottare: con l’avvento delle professioni digitali, infatti, anche il sistema fiscale italiano ha dovuto adeguarsi per permettere a tutti i professionisti di poter regolarizzare la propria posizione, e il codice ATECO è un elemento fondamentale che influirà anche sulla tassazione e sui contributi da versare.
In questi casi, dunque, si dovranno sostenere i costi relativi al servizio offerto dal professionista che ti assiste nell’apertura della partita IVA: si tratta di un costo difficile da definire, poiché è un costo che varia in base al professionista e - solitamente - anche in base al luogo in cui si sceglie di avviare l’attività.
Tassazione e contributi
Ogni libero professionista deve valutare attentamente il regime fiscale e il sistema previdenziale in base al quale versare i contributi: infatti, sebbene l’apertura della partita IVA non comporti di per sé dei costi, questi elementi andranno a gravare sull’attività.
Vediamo dunque quali sono questi regimi e sistemi e le novità per il 2022.
Tassazione partita IVA professionisti
La tassazione dipenderà dal regime fiscale adottato dal libero professionista. In Italia ne esistono principalmente due:
- Regime forfettario - ex regime dei minimi. Questo è solitamente il regime fiscale più gettonato tra coloro che aprono una nuova partita IVA. Questo accade perché si gode di particolari sgravi fiscali e, soprattutto, perché non prevede che si addebiti l’imposta sul valore aggiunto ai clienti in fattura: questo fa sì che si abbia un certo vantaggio competitivo rispetto a coloro che invece devono sommare l’IVA al costo del servizio.
L’obbligo di addebitare l’IVA non esiste perché questa viene considerata come un costo, e non avendo la possibilità di dedurre o detrarre alcuna spesa con il regime forfettario, i costi vengono pre-calcolati - in modo forfettario, appunto - attribuendo un certo coefficiente di redditività secondo il quale calcolare la base percentuale di reddito imponibile. Questo coefficiente viene attribuito a seconda del codice ATECO. Questo regime può essere adottato da coloro che hanno un fatturato che rientra nel limite di 65.000 € l’anno. Sebbene non esista l’obbligo di fatturazione elettronica per chi adotta questo regime, è possibile che nel 2022 questo tipo di fatturazione diventi obbligatorio anche per chi adotta il forfettario.
Chi aderisce a questo regime fiscale è tenuto a versare un’imposta sostitutiva pari al 15% del reddito imponibile, ma per coloro che rispettano certi requisiti - come non avviare un’attività che sia una semplice continuazione di un precedente lavoro dipendente, o il non aver svolto attività imprenditoriale nei 3 anni precedenti all’apertura della partita IVA da libero professionista - questa aliquota scende al 5% per i primi 5 anni.
- Regime ordinario. Questo regime viene solitamente adottato gradualmente da chi supera il limite di fatturato annuo previsto dal regime forfettario. Rispetto a quanto indicato precedentemente, i liberi professionisti che lo usano dovranno applicare l’IVA, saranno obbligati alla fatturazione elettronica e dovranno tenere una contabilità più complessa, ma allo stesso tempo potranno usufruire di tutte le deduzioni e detrazioni fiscali previste. I professionisti che aderiscono al regime ordinario dovranno pagare un’imposta progressiva in base al reddito - l’IRPEF. La novità maggiore del 2022 è che è stata eliminata una delle aliquote previste precedentemente, e più precisamente l’aliquota al 41% per coloro che producono redditi da 55.000 € a 75.000 € - che rientreranno tutti nell’aliquota al 43%.
Contributi per i liberi professionisti
Quando si tratta di contributi, in Italia si potrebbero catalogare i professionisti in base a due macro categorie: professionisti con cassa e professionisti senza cassa.
I professionisti senza cassa - tra i quali si annoverano anche tutti coloro che rientrano nelle nuove professioni digitali - sono coloro che non possiedono una cassa previdenziale di categoria: tutti questi lavoratori hanno l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS per poter regolarizzare la propria posizione previdenziale. Anche in questo caso il 2022 porta delle novità: l’aliquota sale infatti al 26,23% per tutti i professionisti che utilizzano la gestione separata come unico sistema previdenziale, corrisponde invece al 24% per coloro che percepiscono anche una pensione o che sono obbligati ad avere precise tutele pensionistiche.
I professionisti con cassa sono invece coloro che fanno parte di particolari categorie di lavoratori - come ad esempio i notai o i medici - che possiedono una cassa specifica: si tratta solitamente delle professioni ordinistiche, e in questo caso i professionisti versano i contributi in base a quanto specificato dalla categoria di appartenenza.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo trattato in modo esauriente un argomento estremamente utile per tutti coloro che hanno deciso di svolgere in modo autonomo un’attività professionale - la partita IVA per liberi professionisti.
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