Ci è sempre sembrato un controsenso, ci ha sempre dato l’impressione di diventare ostaggi di questa figura professionale, che ogni sei mesi veniva a “battere cassa” con le tasse da pagare, l’IVA, le marche da bollo, le multe, le fatture elettroniche, i problemi e i ritardi dell’Agenzia delle Entrate. E che vuole anche essere pagato per farci spendere questi soldi.
Ma un giorno ci chiamò un commercialista. “L’ennesima fattura elettronica inviata male” abbiamo pensato. Ma no. Il commercialista ci avvisava che era stata cambiata una legge e che, se avessimo consegnato la documentazione entro una settimana, avremmo potuto risparmiare una cifra notevole alla prossima dichiarazione dei redditi della società.
Questo episodio ci ha fatto riflettere sul ruolo del commercialista in azienda, su ciò che abbiamo sempre preteso da lui e sul nostro approccio. Ci siamo chiesti se, in fondo, non lo avessimo giudicato male, come un nemico, foriero di sventure, invece di vederlo come un alleato.
Cosa fa il contabile, qual è il suo ruolo in azienda?
Il commercialista è un professionista e come tale ovviamente potrà essere bravo o meno, onesto o meno, così come potremo trovare un medico disonesto o un macellaio che non è bravo, è normale — purtroppo — e capita in tutte le professioni. Ma, se stiamo parlando di un commercialista bravo e onesto, il suo lavoro principale sarà essere dalla nostra parte.
Il lavoro del commercialista è quello di aiutarci nella gestione della burocrazia e della fatturazione più complicata d’Europa — o forse del mondo — quella italiana, avvisarci, tenerci informati e darci previsioni sulla nostra situazione finanziaria.
È possibile fare completamente a meno di un commercialista?
Naturalmente, gli imprenditori possono risparmiare su un commercialista e gestire le loro fatture utilizzando un software di fatturazione elettronica. In questo modo è possibile monitorare le fatture in entrata e in uscita e tenere traccia degli addebiti e degli accrediti IVA. È possibile semplificare la riconciliazione bancaria utilizzando un software che consenta di farlo.
Finché l'azienda è piccola e di dimensioni ridotte, qualsiasi imprenditore può fare tutto da solo, ricorrendo solo occasionalmente alla consulenza di un commercialista professionista. Per legge, non è necessario avere un commercialista in un'azienda. I contribuenti, i liberi professionisti e persino gli imprenditori autonomi possono tenere la contabilità, presentare la dichiarazione dei redditi e aprire una partita IVA senza avvalersi dei servizi di un commercialista professionista. Ci sono delle eccezioni, ad esempio le società che sono obbligate alla revisione legale dei conti o alcuni tipi di persone giuridiche devono avere dei commercialisti.
Ma se la tua azienda è cresciuta o si trova in circostanze eccezionali, potresti aver bisogno dell'aiuto di un commercialista su base regolare.
E il tuo compito di imprenditore è quello di chiedere al commercialista esattamente ciò che deve essere fatto: come amministratore di società devi sapere cosa sta succedendo ed essere in grado di fare le domande giuste. Affinché le risposte del commercialista ti siano davvero utili, il tuo commercialista deve essere sufficientemente esperto e competente.
I requisiti per poter essere commercialista
In Italia, secondo il D.Lgs 139/2005, i commercialisti devono essere iscritti all'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili per poter esercitare la professione. Per essere inseriti in questo registro devono essere soddisfatti alcuni requisiti, in particolare:
- essere cittadino italiano o cittadino di uno Stato membro dell'Unione Europea o di uno Stato estero, a condizione di reciprocità,
- esercitare appieno i loro diritti civili,
- comportarsi in modo impeccabile,
- avere domicilio o residenza professionale nella circoscrizione in cui ha sede l'Ordine a cui si chiede l'iscrizione o il trasferimento.
Per iscriversi alla Sezione A del Registro (Commercialisti) è necessario anche :
- essere in possesso di un diploma di laurea nella classe delle lauree specialistiche (laurea magistrale) in scienze economiche (64/S), o nella classe delle lauree specialistiche (laurea magistrale) in scienze economico-aziendali (84/S), o di diplomi rilasciati dalla Facoltà di Economia secondo l'ordinamento vigente prima dell'emanazione dei regolamenti emanati ai sensi dell'articolo 17, comma 95, della Legge 15 maggio 1997, n. 127;
- sostenere l'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di commercialista secondo la normativa vigente al momento dell'esame.
Cosa deve sapere un commercialista per essere un tuo alleato?
Abbiamo quindi stabilito i requisiti di un commercialista, ora dobbiamo sapere cosa chiedere al nostro commercialista e valutarlo su questa base. Ecco cosa dobbiamo chiedergli:
- una stima delle tasse che dovremo pagare con le relative scadenze del trimestre successivo;
- una previsione dei nostri costi e delle nostre entrate del prossimo trimestre, in pratica una gestione della fatturazion;
- una stima dei guadagni e dei ricavi del prossimo trimestre;
- a cosa dovremmo rinunciare di superfluo per risparmiare;
- se i nostri obiettivi di guadagno sono realistici;
- come rendere le mie spese più efficienti;
- a quali incentivi fiscali si può accedere.
In questo modo nel commercialista avremo un alleato, così come deve essere.
Perciò ci sentiamo di dire che sì, abbiamo davvero bisogno del commercialista. Ma non scordiamoci che l’azienda è nostra e, come tale, la responsabilità della sua gestione e della sua amministrazione resta in capo a noi, anche la responsabilità di scegliere i giusti alleati.
Ultimi articoli
Aprire un franchising conviene? Vantaggi e svantaggi per l'affiliato
Dati di fatturazione: elementi essenziali
Fattura differita: una guida completa sul suo funzionamento in Italia
Nota di credito: cos'è e come correggere una fattura (con esempi)
Fatturazione Elettronica PA (Fattura PA)
Analisi di mercato: che cos'è e come realizzarla per la tua azienda?
Mergers and Acquisitions (M&A): definizione, fasi, pro e contro
Condividi post