I codici per la fattura elettronica svolgono un ruolo essenziale nella trasmissione corretta dei documenti digitali, assicurando che ogni operazione venga interpretata in modo univoco dal sistema dell’Agenzia delle Entrate. In questa guida, esploreremo i codici più critici, come N2.2, TD29 e RT01, per aiutarti a evitare errori comuni.
Come funzionano i codici nella fattura elettronica
Il Sistema di Interscambio (SDI), piattaforma ufficiale dell’Agenzia delle Entrate, è il punto di passaggio obbligato per tutte le fatture elettroniche inviate e ricevute in Italia.
Per essere valide, queste devono essere create in formato XML e includere codici precisi relativi a elementi chiave come tipo di documento, natura IVA, modalità di pagamento e regime fiscale.
I codici vengono inseriti in campi specifici del file XML, come <TipoDocumento>, <Natura>, <RegimeFiscale>, <ModalitaPagamento>… Una compilazione errata o incompleta può portare al rifiuto della fattura da parte dell’SDI, generando notifiche di scarto e potenziali sanzioni.
Codici principali della fattura elettronica: tipo documento, destinatario e pagamento
Per iniziare, vediamo i codici più comuni nella compilazione delle fatture elettroniche: quelli che identificano il tipo di documento, il destinatario e le modalità di pagamento. Ricordiamo che dal 1° aprile 2025 sono in vigore le Specifiche Tecniche versione 1.9 pubblicate dall’Agenzia delle Entrate.
Codici Tipo Documento (TD01–TD29)
I codici identificativi “TD” servono per classificare il tipo di documento emesso, come fattura, nota di credito o autofattura, e sono obbligatori in ogni tracciato XML. Tra i più comuni:
- TD01: Fattura
- TD04: Nota di credito
- TD05: Nota di debito
- TD20: Autofattura per regolarizzazione e integrazione delle fatture
- TD29: Comunicazione per omessa o irregolare fatturazione (introdotto dal 1° aprile 2025)
Il codice TD29 è una novità introdotta per segnalare all’Agenzia delle Entrate la mancata ricezione o l’irregolarità di una fattura da parte del fornitore, senza necessità di emettere un’autofattura.
Codice Destinatario
Il codice destinatario è un codice composto da 7 lettere e numeri che serve a indirizzare correttamente la fattura elettronica verso il gestionale del cliente tramite l’SDI.
Le opzioni principali sono:
- “0000000”: Per destinatari che ricevono le fatture tramite PEC
- Codice univoco: Per la Pubblica Amministrazione
- Codice specifico: Assegnato da intermediari o software di fatturazione.
È essenziale inserire correttamente questo codice per garantire la consegna della fattura al destinatario previsto.
Modalità di Pagamento (MP01–MP23)
I codici MP indicano la modalità di pagamento della fattura. Alcuni esempi:
- MP01: Contanti
- MP05: Bonifico
- MP08: Carta di pagamento (credito/debito/PayPal)
- MP23: PagoPA
Questi codici vanno inseriti nel campo <ModalitaPagamento> del file XML e aiutano a standardizzare le informazioni relative ai pagamenti.
Codici IVA nella fattura elettronica: natura dell’operazione, esigibilità e ritenute
Passiamo ora alla parte più tecnica e fiscale della fattura: i codici IVA, fondamentali per indicare la natura dell’operazione, quando nasce l’obbligo di versamento e come gestire le ritenute.
Codici Natura IVA (N1–N7)
I codici relativi alla natura IVA definiscono come va trattata fiscalmente l’operazione, indicando se rientra tra quelle esenti, non imponibili, soggette a reverse charge o fuori campo. Tra i più rilevanti:
- N1: Operazioni escluse ex art. 15 del DPR 633/72
- N2.1: Non soggette ad IVA per motivi di territorialità ex artt. da 7 a 7-
septies del DPR 633/72
- N2.2: Non soggette – altri casi
- N3.1: Non imponibili – esportazione
- N4: Esenti
Il codice N2.2 è utilizzato dai professionisti con regime forfettario, perché segnala che la fattura riguarda operazioni non soggette a IVA per ragioni diverse dalla territorialità.
Esigibilità IVA (I, D, S)
Il campo <EsigibilitaIVA> indica quando l’IVA diventa esigibile:
- I: Immediata
- D: Differita
- S: Split payment
La scelta corretta di questo codice è fondamentale per determinare il momento in cui l’IVA deve essere versata all’erario.
Codici Ritenuta (RT01–RT06)
Quando una fattura comporta l’applicazione di ritenute o contributi obbligatori, è necessario specificare il relativo codice che descrive il tipo di trattenuta da applicare sull’importo:
- RT01: Ritenuta su persone fisiche
- RT02: Ritenuta su persone giuridiche
- RT03: Contributo INPS
- RT04: Contributo ENASARCO
- RT05: Contributo ENPAM
- RT06: Altri contributi previdenziali
Questi codici vanno inseriti nel campo <DatiRitenuta> del file XML e devono essere sempre accompagnati dall’aliquota applicata, base imponibile e importo trattenuto, per garantire la correttezza del calcolo e l’allineamento con le dichiarazioni fiscali.
Regimi fiscali e aggiornamenti XML: cosa cambia nel 2025
Il 2025 porta con sé importanti aggiornamenti nelle specifiche tecniche della fatturazione elettronica, con impatti significativi sui codici per la fatturazione elettronica. Tra le novità più rilevanti, spiccano i cambiamenti nei codici RF19 e RF20, che identificano rispettivamente il regime forfettario e il regime transfrontaliero di franchigia IVA.
Codici RF19 e RF20: nuove specifiche
Il codice RF19 continua a identificare i contribuenti in regime forfettario, ma ha visto l’eliminazione del limite di 400 euro, mentre il nuovo codice RF20 è stato introdotto per rappresentare il regime transfrontaliero di franchigia IVA previsto dalla Direttiva UE 2020/285.
Questi codici devono essere inseriti nel campo <RegimeFiscale> del file XML della fattura elettronica. La corretta indicazione del regime fiscale è cruciale per garantire la conformità alle normative vigenti e per evitare sanzioni.
Collegamento con il modello IVA
I codici RF19 e RF20 sono strettamente collegati al quadro A del modello IVA. È essenziale che i contribuenti verifichino la coerenza tra il regime fiscale indicato nella fattura elettronica e quello dichiarato nel modello IVA, per assicurare la correttezza dei dati trasmessi all’Agenzia delle Entrate.
Novità operative 2025
Oltre all’introduzione del codice RF20, le nuove specifiche tecniche prevedono l’obbligo di indicare ulteriori informazioni nei campi obbligatori del file XML. Questi aggiornamenti mirano a migliorare la tracciabilità delle operazioni e a facilitare i controlli.
Altri codici rilevanti nella fatturazione elettronica
Oltre ai codici relativi al regime fiscale, esistono altri codici nelle fatture elettroniche che rivestono un ruolo importante nella corretta compilazione delle fatture. Tra questi, i codici tipo prestazione, i codici CUP e CIG e i codici identificativi esteri.
Codici tipo prestazione: SC, PR, AB, AC, NC
Questi codici vengono utilizzati per specificare particolari tipologie di cessione o prestazione all’interno della fattura elettronica. Ad esempio:
- SC: sconto
- PR: premio
- AB: abbuono
- AC: spesa accessoria
L’utilizzo corretto di questi codici consente una migliore automazione dei processi contabili e una maggiore chiarezza nelle transazioni commerciali.
CUP e CIG: obbligo in appalti con la PA
Per le fatture elettroniche emesse nei confronti della Pubblica Amministrazione, è obbligatorio indicare i codici CUP (Codice Unico di Progetto) e CIG (Codice Identificativo di Gara) quando previsto dalla normativa. L’assenza di questi codici può comportare il rifiuto della fattura da parte dell’ente pubblico e ritardi nei pagamenti.
Codici identificativi esteri e uso nei rapporti Ue/extra Ue
Nelle operazioni con soggetti esteri, è necessario compilare correttamente il campo <IdFiscaleIVA> per identificare il cessionario o committente. Per i clienti Ue, si utilizza il codice destinatario “XXXXXXX”, mentre per i clienti extra-Ue si inserisce “0000000”. Una corretta compilazione di questi campi è fondamentale per evitare errori nella trasmissione delle fatture e per garantire la conformità alle normative internazionali.
Codici per l’imposta di bollo nella fattura elettronica e sanzioni F24 da evitare
L’imposta di bollo è dovuta per le fatture elettroniche superiori a 77,47 € quando non è presente IVA sull’operazione indicata. In questi casi, è necessario versare l’importo di 2 € utilizzando i codici tributo 2521, 2522, 2523, 2524 (uno per ciascun trimestre) tramite modello F24. In caso di ritardo nel versamento, si applica una sanzione che deve essere versata utilizzando, sempre nell’F24, il codice tributo 2525, e il 2526 per gli interessi.
Per indicare l’assolvimento dell’imposta di bollo nel file XML della fattura elettronica non va però inserito alcun codice tributo (che serve solo per l’F24). Bisogna invece valorizzare a “SI” il campo “Bollo virtuale” e indicare l’importo del bollo (2 euro) nel relativo campo.
Tabella dei codici per la fattura elettronica in base al regime fiscale e al tipo di destinatario
Scenario | Tipo Documento (TD) | Natura IVA | Regime Fiscale (RF) | Ritenute (RT) | Bollo Virtuale | CUP/CIG | Codice Destinatario |
Regime ordinario (Italia) | TD01 | N1–N4 (dipende) | RF01 | RT01–RT06 (se previste) | Sì, se > 77,47 € e senza IVA | Se richiesto | Codice SDI cliente |
Regime forfettario (Italia) | TD01 | N2.2 | RF19 | No | Sì, se > 77,47 € e senza IVA | No | Codice SDI o “0000000” |
Pubblica Amministrazione (PA) | TD01 o TD04 | N2.2 o N4 | RF01 o RF19 | RT03 o altro (se applicabile) | Sì, se dovuto | Obbligatori | Codice univoco PA |
Cliente UE (B2B intra-Ue) | TD01 | N3.1 o N2.1 | RF20 (se franchigia) | No | Sì, se > 77,47 € e senza IVA | No | “XXXXXXX” |
Cliente extra-UE | TD01 | N3.2 o N2.1 | RF01 o RF20 | No | Sì, se > 77,47 € e senza IVA | No | “0000000” |
Esempi pratici di applicazione dei codici per la fattura elettronica ed errori da evitare
Per comprendere meglio l’applicazione dei codici per la fattura elettronica, è utile esaminare un esempio pratico di compilazione del file XML (delle demo sono scaricabili dal sito ufficiale del Sistema d’Interscambio).
- Tipo Documento: TD01 (fattura)
- Natura IVA: N2.2 (non soggette a Iva – altri casi)
- Modalità di Pagamento: MP05 (bonifico)
In questo caso, possiamo pensare a una prestazione professionale svolta da un libero professionista in regime forfettario: niente IVA, pagamento via bonifico, nessuna ritenuta.
Gli errori più frequenti nell’uso dei codici per fattura elettronica includono:
- Scelta del codice Tipo Documento sbagliato, ad esempio usare TD01 invece di TD04 per una nota di credito.
- Omissione del codice Natura IVA, che può causare lo scarto della fattura da parte dell’SDI (es. errore 00400).
- Errore nel codice ritenuta o nella sua mancata compilazione quando obbligatoria.
- Inserimento errato dei dati pagamento, come MP00 (non valorizzato), che in certi contesti può generare segnalazioni o errori nei flussi contabili.
Prima dell’invio, è consigliabile controllare che tutti i campi obbligatori siano completi, che il file XML rispetti le specifiche tecniche in vigore nel 2025 (altrimenti si rischia lo scarto 00200) e che i codici inseriti corrispondano alla reale natura dell’operazione.
FAQ
Quando si usa il codice N2.2 nella fattura elettronica e cosa succede in caso di errore?
Il codice N2.2 va inserito nella fattura elettronica per indicare operazioni fuori campo IVA che non dipendono dalla territorialità né rientrano tra le esenzioni previste. È comunemente utilizzato dai contribuenti in regime forfettario. L’uso errato di questo codice può comportare lo scarto della fattura da parte dello SDI oppure il riscontro di irregolarità fiscali da parte dell’Agenzia delle Entrate in caso di controlli.
Quali codici MP usare per bonifico, carta e pagamenti tramite marketplace nella fattura elettronica?
Scegli il codice che riflette il metodo di pagamento effettivo usato dal cliente. Per il bonifico bancario l’MP05; per la carta di pagamento (credito/debito/PayPal) l’MP08. Non esiste un codice MP specifico e dedicato esclusivamente ai marketplace.
È obbligatorio compilare tutti i campi relativi alle ritenute nella fattura elettronica?
Sì. Se la fattura prevede una ritenuta d’acconto (RT01) o un contributo previdenziale obbligatorio (es. RT03 per INPS), è indispensabile valorizzare tutti i campi del blocco <DatiRitenuta>:
- tipo ritenuta,
- aliquota applicata,
- importo trattenuto,
- causale.
L’omissione di uno di questi elementi può portare a scarti SDI o anomalie nei registri fiscali.
Come correggere un errore nei codici della fattura elettronica scartata dallo SDI?
Se una fattura elettronica viene scartata dallo SDI per un errore nei codici (ad esempio errore 00417, che segnala l’assenza di Partita IVA o Codice Fiscale del destinatario), bisogna:
- Leggere attentamente il messaggio di errore SDI ricevuto;
- Correggere i dati errati o mancanti nel file XML della fattura elettronica;
- Inviare nuovamente il documento entro i termini, per evitare sanzioni fiscali.
Un controllo preliminare dei codici XML obbligatori può prevenire la maggior parte di questi problemi.
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